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redazione il torinese

L'isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria
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Claudia Durastanti   “La straniera”   -La nave di Teseo-   euro 18,00
 
E’ una sorta di romanzo-memoir l’ultimo libro della giovane scrittrice Claudia Durastanti, nata a Brooklyn nel 1984, scrittrice e traduttrice, che ha esordito nel 2010 con il romanzo “Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra”. Da allora la sua carriera nella patrie lettere è stata in continua ascesa. “La straniera” è la sua 4° opera, in gran parte autobiografica, perché anche lei come la protagonista è figlia di genitori non udenti, emigrata da Brooklyn in un paesino lucano. Figlia, nipote e pronipote di migranti, la Durastanti, narra un po’ la storia del suo albero genealogico in cui soprattutto le antenate italo-americane confluiscono nella figura della straniera. Una famiglia sui generis con forti dosi di fascino perché ingloba concetti come espatrio, viaggio, migrazione, ma anche vita ai margini, stranezze e comportamenti borderline. Diversità fisica e senso di estraneità attraversano le vite dei suoi genitori, entrambi sordi, che hanno imbastito un matrimonio tra il passionale e il rancoroso, finito con il divorzio nel 1990. Da allora non si parlano quasi più, ma entrambi raccontano il loro primo incontro sostenendo di aver salvato la vita all’altro. Chi dei due la racconti giusta è un rebus. Però parte proprio di lì l’indagine della scrittrice, che rimanda spesso al film di Jane Campion “Lezioni di piano”, pellicola che l’aveva particolarmente affascinata. Anche lei e la madre si erano trasferite in una nuova comunità, non proprio le spettacolari spiagge della Nuova Zelanda, ma un paesino sperduto della Basilicata. La protagonista del film era un’enigmatica e affascinante pianista muta, mentre la madre della Durastanti parlava fin troppo, non amava usare la lingua dei segni ed esprimeva il suo talento nella pittura. Una donna coraggiosa che a 34 anni, dopo la separazione, decide di lasciare l’America e Brooklyn, e con i due figli ancora piccoli percorre una rotta emigratoria al contrario. Figura complessa e irrequieta che difficilmente si integra nell’ideale femminile imperante nel meridione. Personaggio da scoprire a poco a poco attraverso la narrazione della figlia che ripercorre così anche la sua atipica educazione sentimentale poliglotta; tra ostacoli e perenne ruolo di straniera che però l’hanno resa più forte e addestrata a saper mettere radici ovunque nel mondo.
 
 
Gioconda Belli   “Le febbri   della memoria”   -Feltrinelli-   euro 18,00
 
Poetessa, scrittrice e giornalista, nata a Managua nel 1948, Gioconda Belli ha esordito nel 1988 con il best seller “La donna abitata” e da allora ha raccontato storie di stampo femminista. Ora per la prima volta si mette nei panni di un uomo, di più…in quelli di un suo misterioso antenato di cui ricostruisce l’avventurosa vita nell’800. Tutto ha inizio con la scoperta fortuita di un corposo manoscritto di 480 fogli di carta da pacchi, nascosto in un’antica scatola di latta, rinvenuta durante i lavori di demolizione della casa di sua nonna Graciela a Matagalpa. In quelle pagine c’è la storia del suo avo: il Duca francese Charles Choiseul de Praslin, Pari di Francia, accusato di aver ucciso la moglie e rocambolescamente scappato dalla Parigi post rivoluzionaria del 1847. Ha fatto credere a tutti di essersi ucciso ed ha lasciato per sempre dietro di sé 9 figli e un’ingente patrimonio. Nella sua precipitosa fuga sull’isola di Wight, accompagnato da un fedele servitore, trova rifugio per un po’, sotto mentite spoglie. Riparte da zero, cambia nome, diventa Georges Desmoulins e si reinventa un passato, apprende i rudimenti della medicina e stringe amicizia con il poeta Alfred Tennyson. Questo però è solo il suo primo temporaneo scalo. Lidi ben più lontani lo attendono e forse è questa la parte più affascinante della storia. Si imbarcherà per New York dove va alla ricerca di Henriette, l’istitutrice dei suoi figli con cui aveva imbastito una storia di adulterio che l’aveva danneggiato non poco. La scova, l’affronta e chiarisce una volta per tutte la dinamica dell’omicidio della moglie. Chiude un capitolo doloroso della sua vita e poi guarda altrove. Fra gli incontri che farà il più interessante e strategico è quello con un personaggio del calibro del Commodoro Cornelius Vanderbilt, magnate energico e geniale che trasformava in oro tutto ciò che sfiorava. (Curiosità. A Newport in America si può visitare “The Breakers”, l’imponente dimora estiva costruita dai Vanderbilt, in stile rinascimentale italiano. Sfarzo e ricchezza dell’età d’oro di fine 800 che lascia senza fiato). Ed ecco che Charles afferra al volo una seconda chance nel selvaggio Nicaragua, dove il governo dava concessioni sulle terre ai nuovi arrivati europei che guardavano al Nuovo Mondo come speranza di futuro. Nella zona di Matagalpa nascono così le nuove colonie e il protagonista trova finalmente il suo definitivo approdo, iniziando una nuova vita che vi appassionerete a scoprire. E’ da lì che arriva una delle nonne della scrittrice che ci ha regalato 300 pagine indimenticabili, tra rocambolesca saga familiare e romanzo storico.
 
 
 
Rachel Cusk   “Transiti”   -Einaudi-   euro 17,00
 
Questo è il secondo libro (dopo “Resoconto”) della trilogia della scrittrice Rachel Cusk , nata in Canada nel 1967, ma inglese di adozione, che vive tra Londra e la contea di Norfolk. Dopo gli studi a Oxford ha esordito a soli 26 anni con “Saving Agnes” con cui ha vinto il Whitbread Awards, poi tra i suoi romanzi tradotti in italiano “Arlington Park” e   “Le variazioni Bradshaw”. In “Transiti”, secondo tassello della sua trilogia, mette a punto la narrazione “aperta” in cui più personaggi che “transitano” nella vita della protagonista si raccontano mettendo a nudo le loro vite. Il filo che lega il tutto è la voce narrante di una scrittrice separata da poco, che compra una disastrata casa londinese e la ristruttura. L’appartamento è la porzione di un’antica dimora vittoriana divisa in due, e lei si trova a dover fare i conti con gli altri inquilini. Una coppia di anziani coniugi incattiviti nei confronti del mondo, che la odiano, la insultano, lasciano cadere a pezzi la casa e il giardino ..e soprattutto non sopportano il minimo rumore. Il racconto inizia con i lavori di insonorizzazione dei pavimenti…ed è l’inizio di un collage di personaggi vari e diversissimi tra loro che magari compaiono una volta sola. Ecco allora un mosaico fatto di tanti frammenti, una sequenza di dialoghi tendenti al monologo in cui le persone incontrate dalla protagonista raccontano le loro vite e stigmate. Dalla storia del muratore polacco avvolto dalla nostalgia per il suo paese a quella del cugino Lawrence che ha lasciato la moglie per un’altra. Spesso dietro alle traiettorie di vita si annidano traumi infantili, rotture   in famiglia e tanti altri spaccati di vita che la Cusk racconta in modo magnifico.
 
 

 
 
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Gli studenti diventano cittadini europei

Proprio il giorno della Festa dell’Europa, il 9 maggio, alle 11 nell’aula consiliare di Palazzo Lascaris, si terrà la cerimonia di premiazione delle studentesse e degli studenti vincitori della 35esima edizione del concorso “Diventiamo cittadini europei. Per un’Europa più unita, più democratica e più solidale“, bandito dalla Consulta europea del Consiglio regionale, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte e l’Ufficio del Parlamento europeo a Milano e rivolto agli studenti delle scuole superiori piemontesi. Quest’anno sono stati 59 gli istituti che hanno partecipato con 734 temi. La registrazione dei partecipanti è prevista dalle ore 10. 

Pallanuoto Piemonte, i risultati

 Nei campionati maschili di A2, B, C e Promozione

www.federnuoto.piemonte.it


Serie A2, la Reale Mutua Torino 81 Iren supera Padova e vola ai playoff
Dopo la sconfitta di Civitavecchia la Reale Mutua Torino ’81 Iren è tornata alla Piscina Monumentale e al successo, superando 10-4 il Plebiscito Padova (parziali 2-0 3-2 4-0 1-2). Una vittoria pesante perché dà alla compagine torinese la matematica certezza dell’accesso ai playoff, conquistati con il lavoro quotidiano e con una consapevolezza nei propri mezzi che partita dopo partita è cresciuta sempre più. Il comunicato stampa completo della Torino 81 su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20190505001049&area=2&menu=agonismo&read=pallanuoto

Serie B, vittoria importante per la Dinamica su Rapallo
Lasciata definitivamente alle spalle l’amara sconfitta di sabato scorso a Imperia, la Dinamica è tornata alla vittoria ieri pomeriggio alla piscina Monumentale, superando 10-7 il Rapallo Nuoto al termine di una partita sempre condotta e molto ben giocata (parziali 2-1 2-1 3-3 3-2). Con i tre punti conquistati i torinesi hanno agganciato al quinto posto in classifica proprio la formazione ligure, portandosi a una sola lunghezza dalla quarta posizione che vale l’accesso ai playoff. Contemporaneamente hanno allungato sul più 8 rispetto alla terzultima piazza, un margine che a tre giornate dalla conclusione della regular season appare rassicurante per evitare i playout. L’articolo completo su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20190505152433&area=2&menu=agonismo&read=pallanuoto

Serie C e Promozione, week end positivo per le squadre piemontesi
È di tre vittorie e una sconfitta il bilancio del sabato di pallanuoto delle formazioni piemontesi di serie C e Promozione. Dopo i passi falsi dello scorso fine settimana hanno rialzato la testa Aquatica Torino e UISP River Borgaro, rispettivamente in casa contro la Pallanuoto Treviglio e in trasferta sul campo del Milano 2. La Sa-Fa 2000 ha invece ceduto nella sfida serale della Monumentale contro Piacenza, compagine seconda in classifica. Bella vittoria, infine, per il Waterpolo Novara, a segno in casa contro il Vimercate. L’articolo completo e i tabellini su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20190505151906&area=2&menu=agonismo&read=pallanuoto

“Sharjah. Memorie di un emiro illuminato”

Lo sceicco Al Quasimi lancia la versione italiana del suo libro. La presentazione ufficiale  nella splendida cornice di Palazzo Madama a Torino

Si è tenuta a Palazzo Madama di Torino la cena di gala in onore dell’emiro di Sharjah, Sultan bin Muhammad Al Qasimi. Sharjah – tra i sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti) – ospite d’onore al Salone Internazionale del Libro di Torino 2019. Sua Altezza Reale ha presentato per la prima volta in Italia il suo libro, edito da Mondadori, dal titolo “Sharjah. Memorie di un Emiro illuminato”, dove narra la propria vita intensa, raccontata attraverso alcuni dei principali avvenimenti della storia contemporanea in grado di creare interessanti spunti di riflessione. “Si parla di questo libro come se fosse un’autobiografia, ma in realtà parla della storia di un intero Paese – ha dichiarato  Sultan bin Muhammad Al Qasimi -. Le decisioni prese nella storia del mio regno e che sono ricordate nel libro nascono non dal volere di una persona, ma dal volere collettivo perché i libri sono il valore della cultura e dell’umanità. Ringrazio questo paese, culla della cultura per la straordinaria accoglienza e per darmi la possibilità di raccontare, attraverso il mio libro, la storia di Sharjah con la profonda cultura che ci accomuna. La cultura, il sapere, la scienza sono fattori chiave nello sviluppo delle Nazioni, ed è nostro dovere sostenere gli intellettuali e coloro che con il proprio lavoro la diffondono nel mondo”.

All’evento hanno preso parte le principali della città, la sindaca di Torino Chiara Appendino, Omar Obaid Al Shamsi, Ambasciatore Italia degli Emirati Arabi Uniti, il Console Generale degli Emirati Arabi Uniti Abdalla Al Shamsi, il presidente della Sharjah Book Authority, Ahmed Al Ameri, Antonella Parigi, Assessore allaCultura della Regione Piemonte, il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, l’imprenditore Agostino Re Rebaudengo, Paola Gribaudo presidente dell’Accademia Albertina, Giulio Biino, presidente del Salone del Libro di Torino, Maurizio Rebola, Presidente del Circolo dei Lettori e numerose altre personalità del mondo culturale e imprenditoriale.

Uomo di profondissima cultura e grande carisma, Al Qasimi è protagonista in prima persona di quel sistema virtuoso che è valso a Sharjah la nomina a Capitale Mondiale del Libro 2019 da parte dell’UNESCO il 23 aprile scorso a riprova della sua centralità nel panorama editoriale internazionale. Infatti, lo Sceicco, non solo nel corso degli anni ha scritto numerosi libri, ma ha sempre sostenuto gli intellettuali e coloro che diffondono la cultura, comprese le librerie, le case editrici e le relative istituzioni statali, trasformando Sharjah in un centro moderno e brillante, il faro intellettuale degli Emirati Arabi.

A proposito della nomina da parte dell’UNESCO, Sua Altezza Al Qasimi ha recentemente dichiarato: «Questo riconoscimento ci incoraggia a continuare nel sostenere iniziative volte alla diffusione della conoscenza e alla costruzione di civiltà, facendodi Sharjah la culla della rinascita culturale e intellettuale del mondo arabo islamico. C’è ancora molto da fare. La produzione diconoscenza non si ferma mai, così come il corso della vita. Sharjah è pronta a proseguire questo viaggio e, se Dio vorrà, i nostri figli continueranno la nostra marcia per rendere Sharjah un faro per la conoscenza, una meta per coloro che sono assetati di scienza e cultura».

La partecipazione di Sharjah in qualità di Ospite d’Onore al Salone del libro è un’importante testimonianza, dunque, dell’impegno che l’emirato esercita da sempre nella promozione e nella tutela della cultura e in particolar modo della letteratura. Un encomio e un plauso a un Paese che da sempre mette il sapere e la conoscenza al primo posto.

A riconoscimento di questo impegno culturale, nella mattinata di ieri, l’Emiro Al Qasimi ha ricevuto il dottorato honoris causa in Urban Regional Development dal Politecnico e dall’Università di Torino. L’emirato di Sharjah si distingue per la sua forte vocazione culturale e per l’impegno profuso nella conservazione e nella tutela delle proprie radici e della cultura araba, sempre mantenendo un occhio di riguardo e un’attenzione particolare all’istruzione e alla ricerca scientifica.

Sua Altezza Sheikh Dr. Sultan bin Muhammad Al Qasimi, che governa Sharjah dall’anno della sua fondazione nel 1971, è infatti conosciuto e amato per le sue politiche progressiste e per la promozione di iniziative di grande rilevanza come la creazione della prima Accademia per la conservazione della lingua araba, la creazione della prima “Free publishing zone” al mondo e opere filantropiche fra cui il restauro di un importante monastero in Armenia, l’organizzazione di festival teatrali in diversi paesi arabi, la costruzione di un nuovo edificio per ospitare la sede dell’Unione degli Archeologi Arabi in Egitto, un importante contributo per l’International Theatre Institute e per la fondazione della Fondazione Culturale Azzagra in Spagna.

Lo Sceicco Sultan bin Muhammed Al Qasimi ha studiato filosofia e storia presso le Università inglesi di Durham eExeter e ingegneria al Cairo. Membro del Consiglio Supremo degli Emirati Arabi Uniti e capo dell’Emirato di Sharjah fin dal 1972, è anche un apprezzato storico e letterato, autore di numerose opere tra cui The Myth of Arab Piracy in the Gulf (1986), The British Occupation of Aden (1990) e The Fragmentation of the Omani Empire (1989).

Ci hanno lasciato senza sorprese teatrali, è difficile affezionarsi al “dolce principe”

Valerio Binasco continua a incrociare sulla sua strada di uomo di teatro Amleto, poco più di vent’anni fa ne fu l’interprete – e si guadagnò un premio Ubu – con la regia di Carlo Cecchi, oggi ne agguanta le redini in veste di regista per riempire dei tormenti e dei sussulti e delle ansie del “dolce principe” l’ampio palcoscenico (troppo ampio?) delle Fonderie Limone. Ma in lui – nelle tre ore di spettacolo più intervallo, e allora ti accorgi che il lavoro di riduzione affidato alla consulenza drammaturgica di Fausto Paravidino avrebbe dovuto possibilmente utilizzare ben altre forbici – pare esserci un tanto di ritrosia, di tentennamenti (immedesimazione teatrale?), di insicurezze, già lasciano perplessi quelle note di regia riportate nel programma di sala, buttate giù sulla carta nell’estate di un anno fa (“scritte imprudentemente”, è l’esplicita confessione), che ancora non potevano lasciar spazio allo “spettacolo” ma che spingono soltanto il (futuro) regista a parlare “di me”, a gridare allo spettatore “una straordinaria paura di mezza età”.

Perché confrontarsi con Amleto pare non sia per nulla facile, districare tutti i rivoli in cui si dipana la trama di un’opera “diseguale”, zoppa nell’essere un capolavoro nei suoi primi tre atti e “alcune buffe rozzezze quando la trama deve dispiegarsi”, fare di quella figura di giovinezza e di regalità il perno efficace attorno al quale stringere i sentimenti e gli sguardi e le azioni di amici e nemici, svelarne appieno i paradossi e soprattutto quello che Binasco definisce “il disprezzo per la propria inconsistenza”. Tutt’al più allargare i confini fisici e considerare con più comodità questa tragedia come “un dramma familiare”, ma di quelli facili facili, con tanto di morto ammazzato, di corna, di vedovella che se la gode e di amante che s’è sistemato a vita, di rampollo che vuole rimettere un po’ di ordine nel trantran di famiglia. Parrebbe troppo facile. E poi Amleto si muove e riempie il palcoscenico, medita e sbraita contro questo o quello, odia la madre e lo zio usurpatore, getta accuse e blandisce, si rintana nella ricerca continua di una sua propria quanto precisa identità, tira di spada e duella, manda in convento la ragazzina e non sai bene se e quanto ne fosse davvero innamorato: ma poi tutto quanto sarà “silenzio”. Ecco, quel silenzio è lì come il vero pericolo della serata, al di là e oltre gli applausi destinati alla compagnia e al lavoro di tutti, tecnici compresi, ben allineati in proscenio (con il sospetto di applausi di cortesia o di amicizia alla prima), un silenzio che vada a coprire il lavoro di mesi e gli sforzi e i risultati che qua e là si vedono ma che non riescono a convincermi appieno. In altre parole, in quei 180’ Binasco riesce ben raramente, in una eccessiva parsimonia scenografica che finisce con l’essere vicinissima al vuoto più disturbante, con quelle alte pareti grigie del teatro a sostituirsi ad una reinvenzione accettabile di Elsinore, a dare forma ad un guizzo, una trovata, un eccesso teatrale che ti sottragga ad un percorso troppo lineare. Ed alla fine sempre troppo eguale a se stesso. Certo la frammentazione della seconda parte non aiuta, anche Shakespeare come Omero di tanto in tanto s’è addormentato. Quando, come nella scena dei becchini, ti dà la staffilata inondando dall’alto di terriccio le tombe, è questione di un attimo, anche quell’atto s’interrompe e si chiude immediatamente su un chiacchiericcio senza convinzione che spegne l’idea. Molto allora si risolve nell’ascolto della traduzione di Cesare Garboli, molto traspare dai giochi di luce dovuti a Nicolas Bovey che attraversano gli spazi bui, di già visto spesso e altrove sanno al contrario i costumi di Michela Pagano, divise, pastrani tipo reduci dalle fredde distese russe, giacche e pantaloni di sapore impiegatizio.

A chi assistesse oggi per la prima volta all’Amleto, risulterebbe assai strana e difficile da decifrare quell’aria di leggenda che sta attorno al testo e a certe passate edizioni, rifiuterebbe anche la performance di Laurence Olivier come già faceva il giovane Holden di Salinger. Cinematograficamente, si direbbe che (anche) molti degli attori non bucano lo schermo, fanno il loro dovere, qualcuno con accanimento, ma senza arrivare giù in platea. Gabriele Portoghese che ha il ruolo del titolo, grande responsabilità, ha attorno a sé troppo “disordine” per poter dire una parola nuova sul personaggio, il Claudio di Michele Di Mauro gioca sull’ambiguità e sul tronfio guadagnandosi attenzione, il Rosencrantz e il Guildenstern di Michele Schiano di Cola e Vittorio Camarota sono arrivati chissà perché da Napoli, la regina di Mariangela Granelli butta fuori rabbia e fantasmi perdendosi in rabbiose volute di fumo, la Ofelia di Giulia Mazzarino trova qualche sincerità d’accenti soltanto nel finale con la follia di suicida. Chi si ritaglia appieno uno spazio davvero convincente è il Polonio di Nicola Pannelli, untuoso quanto basta, perfetto impiegato di corte, pieno di timori ma gran simpaticone: guardiamo lui mentre dovremmo per tutta la serata cercare di affezionarci a quel “triste individuo svitato”. Ma non ci riusciamo.
 
Elio Rabbione
Le foto dello spettacolo sono di Laila Pozzo
 

Note di classica

Giovedì 2 alle 20.30 all’Auditorium del Lingotto, i Berliner Philharmoniker diretti da Daniel Harding, eseguiranno musiche di Wagner, Berlioz, Debussy. Venerdì 3 alle 20 al teatro Regio, per la stagione d’Opera, debutto di Romeo E Giulietta di Sergej Prokofev

 
Orchestra e Coro del teatro, saranno diretti da Artem Abasev. Repliche fino a mercoledì 8. Giovedì 2 alle 20.30 e venerdì 3 alle 20, all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Maxime Pascal e con Beatrice Rana al pianoforte, eseguirà musiche di Brahms e Ravel. Domenica 5 alle 16.30, all’Auditorium Fondazione Ferrero ad Alba, per l’Unione Musicale, Laura Bortolotto al violino e Matteo Andri al pianoforte, eseguiranno musiche di Stravinskij, Hahn, Rota, Ravel. Mercoledì 8 alle 20 e venerdì 9 alle 20.30, all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Marc Albrecht e con Martin Helmchen al pianoforte, eseguirà musiche di Mendelssohn e Bruckner. Mercoledì 8 alle 21 al Conservatorio, il Trio Debussy, eseguirà musiche di Faurè, Haydn, Schubert. Domenica 12 alle 16.30, all’Auditorium Fondazione Ferrero di Alba, per l’Unione Musicale, Laura Buratto al pianoforte eseguirà musiche di Bach, Debussy, Chopin Beethoven. Martedì 14 alle 20 al Teatro Vittoria, Claudio Berra e allievi ed ex allievi del conservatorio, eseguiranno musiche di Schumann. Mercoledì 15 alle 21 al conservatorio, Massimo Polidori al violoncello eseguirà le suites per violoncello solo di Bach (secondo concerto). Giovedì 16 alle 20.30 e venerdì 17 alle 20, all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da James Conlon, eseguirà musiche di Respighi, Martinù, Musorgskij. Domenica 19 alle 16.30, all’Auditorium della Fondazione Ferrero di Alba per l’Unione Musicale, il Trio Kanon eseguirà musiche di Dvorak, Boulanger, Ravel. Mercoledì 22 alle 21 al conservatorio, il Quartetto Notos eseguirà musiche di Mozart, Francaix, Brahms. Giovedì 23 alle 20.30 e venerdì 24 alle 20, all’Auditorium Toscanini l’ Orchestra Rai diretta da Alpesh Chauhan e con Mario Brunello al violoncello, eseguirà musiche di Dvorak, Sostakovic. Sempre mercoledì 22 alle 20 al teatro Regio, per la stagione d’Opera, debutto de “ L’Italiana in Algeri” di Gioacchino Rossini. Dramma giocoso in 2 atti. L’Orchestra e il Coro del teatro saranno diretti da Alessandro De Marchi. Repliche fino al 28 maggio. Sabato 25 alle 21 All’Auditorium Toscanini, per l’Unione Musicale I Virtuosi Italiani con Mischa Maisky al violoncello, eseguiranno musiche di Mozart, Haydn, Schumann, Sostakovic.
 

Pier Luigi Fuggetta

Scoperte a rubare al Carrefour donne spintonano il commesso

L’ultima denuncia a loro carico risale al marzo scorso, per un furto in concorso. Anche questa volta le due donne, due cittadine italiane di 37 e 56 anni, entrambe residenti a Venaria Reale,  hanno agito insieme, utilizzando lo stratagemma della borsa col doppiofondo e di una panciera ove occultare la merce rubata. All’interno del Carrefour di via Agricola, qualche giorno fa, hanno tentato di rubare dei prodotti alimentari  (capsule di caffè, vitello tonnato e altro), pagando alle casse solo 2 bottiglie di Coca Cola per non destare sospetti. Un addetto alla vigilanza le aveva, però, notate prelevare altri articoli quindi, una volta oltrepassate la casse, chiedeva loro di fermarsi e  mostrare il contenuto della borsa. Le due donne, a questo punto, lo spintonavano e lo insultavano, cercando di guadagnarsi l’uscita. Con l’intervento di altre persone presenti nel supermercato, si riusciva a far rientrare dentro le due donne in attesa dell’arrivo della Polizia di Stato. Il personale della Squadra Volante tempestivamente giunto sul posto arrestava per rapina in concorso  le due complici, a carico delle quali insistono numerosi precedenti di polizia per reati di simile natura,  e sequestravano a loro carico una borsa da donna appositamente ritagliata al suo interno in modo da ricavarne un doppiofondo ed una panciera ove era stata occultata fraudolentemente la merce poco prima.

 

Schiaffeggia anziano sulla panchina

Se l’è presa gratuitamente con un anziano, colpevole di averlo disturbato mentre riposava su una panchina. Più cittadini italiani si sono rivolti al 112 quando lo hanno visto schiaffeggiare  senza alcun motivo l’anziano, allontanandolo dal posto
Si tratta di un cittadino rumeno di 47 anni: in stato di ubriachezza, qualche giorno fa, ha colpito con un violento schiaffo un ottantaseienne che, stanco di camminare, aveva tentato di sedersi su una panchina di Corso Giulio Cesare. Non contento, lo ha successivamente spinto, facendolo cadere a terra. Immediatamente arrivati sul posto, i poliziotti della Squadra Volante hanno individuato l’autore del gesto, che si è però opposto alla propria identificazione, scagliandosi veementemente contro gli operatori. Riportata la situazione alla normalità, l’uomo è stato tratto in arresto per violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale. L’anziano signore è stato riaccompagnato a casa dagli agenti, fortunatamente non ha avuto bisogno di ricorrere a cure  mediche.

Auto invade la corsia opposta e finisce nel canale: muore un giovane torinese

A Piossasco, nella notte, in un incidente stradale ha perso la vita un ragazzo  di 27 anni di Torino, finito in un canale con la sua Ford Fiesta, mentre viaggiava verso Cumiana. La vettura ha improvvisamente invaso la corsia opposta e si è ribaltata precipitando nel canale a bordo strada. Sono intervenuti 118 e carabinieri ma purtroppo sono stati inutili i tentativi di rianimazione.

Il poliedrico Marc Ribot e Fiorella Mannoia

Gli appuntamenti musicali della settimana

Lunedì. Al Jazz Club si esibiscono i Speel of Ducks. Al Circolo della Musica di Rivoli suonano i Master Musicians of Jajouka.
Martedì. Al Blah Blah è di scena la cantautrice Rachael Yamagata. Al Jazz Club si esibisce Stefania Tasca. Al Teatro Colosseo la Pfm omaggia Fabrizio De Andrè.
Mercoledì. Al Blah Blah suona il quintetto A Giant Dog. Al Folk Club chiusura di stagione con il funambolico chitarrista Marc Ribot. All’OffTopic si esibisce Leandro. Al Jazz Club è di scena il chitarrista Dmitry Kupsstov con la cantante Polina Kasyanova.
Giovedì. Allo Spazio 211si esibiscono gli Zu. All’Hiroshima Mon Amour è di scena il cantante Giovanni Truppi. All’OffTopic suonano i La Quadrilla. All’Opificio Cucina e Bottega è di scena il trio Pant-Y-Wacco per “Novara Jazz”.
 
Venerdì. Al Blah Blah si esibisce il duo Skinny Milk. All’OffTopic è di scena La Yegros mentre al cinema Vekkio di Corneliano d’Alba, canta il vocalist giamaicano Jah Mason.
Sabato. All’Auditorium del Lingotto arriva Fiorella Mannoia. Al Concordia di Venaria suonano i Lou Dalfin assieme alla Paranza del Geco. Al Blah Blah si esibiscono gli X-Mary. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena il pianista iraniano Peyman Yazdanian. Alla Lavanderia a Vapore di Collegno si esibiscono i Funk Shui Project con Davide Shorty. All’Astoria è di scena Crln.
Domenica. Al Blah Blah suonano i britannici Anti-Pasti.
 

Pier Luigi Fuggetta