redazione il torinese

MAGLIANO: “SAN SALVARIO MERITA UNA MOVIDA RESPONSABILE E GESTIBILE”

Sarò sempre a favore di misure in grado di migliorare la situazione nel quartiere relativamente ai problemi relativi agli schiamazzi, alla sporcizia e alla mancanza di decoro. Sostengo la chiusura anticipata dei minimarket e l’introduzione di una cauzione sui bicchieri di vetro. Misure che sarebbero utili anche, per esempio, per Vanchiglia.Sono favorevole a non permettere la vendita di bevande alcoliche da parte dei minimarket oltre all’ora di cena e all’introduzione di una cauzione per il bicchiere di vetro nel quale i locali servono birra e altre bevande. In questo modo si eviterebbero i fenomeni deteriori degli assembramenti molesti in strada di persone che acquistano bottiglie per pochi euro, spesso poi abbandonandole a terra, e si introdurrebbe un deterrente in grado di limitare il fenomeno dell’abbandono di bicchieri su scalini e marciapiedi. Si limiterebbe inoltre contro la concorrenza sleale di chi vende sottocosto merce di dubbia qualità e provenienza. I Moderati si schierano da sempre a favore di chi, avendo un locale, si comporta secondo le regole, e a favore di una concezione di divertimento sostenibile e responsabile che non si ponga in alternativa al rispetto del diritto al riposo da parte di coloro che abitano nei quartieri della cosiddetta movida. Ritengo che una movida sostenibile e rispettosa dei diritti dei residenti possa costituire un valore aggiunto per il quartiere che la ospita. Tutto il contrario se si parla di una movida fuori controllo come quella che vediamo in alcune zone della nostra città. San Salvario e Vanchiglia sono tra queste. Rimane chiaro che c’è un problema comportamentale e culturale da parte di una rilevante fetta di utenza composta da persone che pensano che rendersi protagonisti di gesti quali insozzare i muri e le strade o impedire alla gente di dormire sia divertimento e non inciviltà. Vorrei vedere le stesse misure applicate anche, e in fretta, a Vanchiglia.

Silvio Magliano

Consigliere comunale di Torino – Moderati

Giorgio Piacenza Dassu, l’industriale artista

Proporre una mostra delle opere di Giorgio Piacenza nel Museo Civico di Moncalvo significa soddisfare due esigenze: da un lato ricordare l’impegno etico sociale di un industriale tessile che ha dato lavoro alla città, dall’altro ampliarne la conoscenza del ruolo di artista non arrivata ad un vasto pubblico se non ad una nicchia riservata a critici ed intenditori.

Schivo, restio all’autopromozione non volle mai gettarsi nella mischia, non cercò la visibilità aderendo malvolentieri ad esposizioni ufficiali; gli amici e gli estimatori dovevano insistere per convincerlo ad esporre le sue opere che egli definiva modestamente un hobby mentre erano per lui ragione di vita. Scelse di lavorare nella solitudine della sua villa di Superga (da qui lo pseudonimo Dassu con cui celava il proprio nome) dove seguiva ogni nuovo movimento artistico traendone ispirazione e sperimentando proprie soluzioni. Mecenate, accanito collezionista, si trasformò egli stesso in artista tra la fine degli anni cinquanta e il 1969, anno della sua morte, facendo esplodere il talento che già si intravedeva nella creazione di tessuti e confezioni a sua firma che evocavano assimilazioni delle avanguardie.

.

Erano gli anni in cui Torino viveva la grande stagione di rinnovamento che, partendo dal prisma dei molteplici movimenti della prima metà del XX° secolo quali futurismo, cubismo, astrattismo, espressionismo, surrealismo, dada, cercava nuove vie oltre la figurazione. L’amicizia con Tapiè promotore e teorico della corrente informale, “ l’art autre”, in cui confluirono action painting, spazialismo, pittura segnica o materica, espressionismo astratto, cobra e tutti quei movimenti che cancellavano la forma visibile, provocò in Piacenza una radicale svolta. D’ora in poi anch’egli dipinge non ciò che vede al di fuori ma ciò che sente dentro; non è più, come precedentemente, influenzato dal fauvismo di Matisse che gli suggeriva le pur semplificate nature morte e neppure dalle scomposizioni cezanniane e picassiane che, nonostante fossero innovative, mantenevano la forma. Aspirò ad una libertà assoluta anche nell’uso del colore con l’abbandono della pittura ad olio a favore di quella vinilica e si staccò completamente dalla scuola del suo primo maestro Giulio da Milano ancora legato ad esperienze casoratiane. Il suo sguardo è rivolto all’assoluta cancellazione iconica e i suoi riferimenti diventano, tra i molti, Capogrossi, Fontana, Jorn, Wols, Garelli, Gallizio, Tàpies. 

.

Mai però si può parlare di asservimento ai pionieri dell’informale, piuttosto avviene un percorso parallelo per affinità elettiva che mantiene una propria autonomia stilistica. I grumi materici che l’accostano agli “ostaggi ” di Fautrier, pur avendo una tecnica simile, esprimono una spirito diverso che non ha niente a che vedere con il senso di agonia e impotenza di una livida e putrefatta materia che elude la speranza, anzi, è proprio la materia caotica che sembra riconciliarlo alla vita facendogli ritrovare una vitalità che la malattia gli aveva tolto. Maneggiare i materiali poveri, legno, pietra, metallo, sabbia, era per Piacenza ritornare alla purezza spirituale ed istintiva dell’uomo faber che si affidava fiducioso alla potenzialità interna della materia che già possiede in nuce dimensione artistica e capacità di evocare l’opera suggerendo infinite occasioni di riuscita stilistica. Soprattutto sono i suoi décollages, gli strappi di colori vinilici essiccati su lastra di polietilene, assolutamente originali, a consegnarlo giustamente alla grande arte dell’avanguardia novecentesca come questa mostra vuole evidenziare. A questo vuole contribuire il Museo Civico di Moncalvo con un esauriente e riuscito allestimento in cui riaffiora la personalità umana, imprenditoriale e artistica di Giorgio Piacenza Dassu.

Giuliana Romano Bussola

***

Giorgio Piacenza Dassu industriale della moda e pittore ( Torino 1910-1969)

Dal 10 giugno al 30 luglio Museo Civico di Moncalvo Via Caccia 5.

ORARI: Sabato e domenica dalle 10 alle 18

Feriali su rfichiesta cell 3277841338   0141 917427

 

 

I documenti necessari per una vacanza con gli animali domestici

Di Patrizia Polliotto*

Prima di mettersi in viaggio per una vacanza o un soggiorno con un animale domestico, occorre prendere con sé alcuni fondamentali documenti. Tra questi, in primis, occorre il libretto delle vaccinazioni, compilato dal veterinario e contenente i dati del proprietario, oltre alle caratteristiche dell’animale, le date delle vaccinazioni eseguite fino a quel momento, il lotto e il numero di serie dei vari vaccini e la firma del medico, con la data di ogni operazione.

Anche se il libretto non ha valore legale, è comunque importante averlo a portata di mano perché in alcune dogane potrebbero domandarne l’esibizione. Se si va oltreconfine con un animale, è necessario che quest’ultimo abbia correttamente installato il microchip, obbligatorio dal 1° gennaio 2005, che viene inserito sottocute per tutti i cani e gatti nati successivamente a questa data.

Ma c’è di più. dal 1° ottobre 2004, tutti gli animali d’affezione devono avere il passaporto e quindi cane, gatto o furetto devono avere già il microchip, essere iscritti all’anagrafe veterinaria dell’ASL di zona e avere effettuato la vaccinazione antirabbica.

Soltanto al raggiungimento del ventunesimo giorno dal compimento della vaccinazione antirabbica si potrà invece richiedere il passaporto, documento privo di scadenza.

E’ bene ricordare che il Certificato di Vaccinazione Antirabbica va portato con sé anche in caso di spostamenti a mezzo treni, navi e aerei in Italia se si parte, o si arriva, in una regione o provincia dove si è verificato un caso di rabbia, e se in quel luogo è stata disposta un’ordinanza che impone tale importante vaccinazione agli animali.

.

*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

 

Incendio a Pianezza: nube di fumo gigantesca

Ieri in tarda serata è divampato un incendio a Pianezza, nella zona di corso Vercelli. A bruciare un’azienda di smaltimento rifiuti, dove erano presenti grossi quantitativi di materie plastiche e carta. Diverse squadre dei vigili del fuoco sono intervenute per domare le fiamme che rischiavano di toccare le case circostanti. Una gigantesca nube di fumo si è sprigionata dall’incendio.

Tutti in bus alla scoperta del patrimonio artistico

Il progetto di Stalker Teatro , Metropolitan Art, è realizzato in collaborazione con il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli per avvicinare il pubblico all’arte contemporanea, e giunge  alla sua seconda edizione. Dal 10 al 25 giugno il pubblico viene accompagnato, con i bus, attraverso sei percorsi turistico-culturali. La prima tappa è il Castello di Rivoli; la seconda il quartiere Le Vallette, nato negli anni 50 per opera di un pool di grandi architetti, per ospitare gli immigrati venuti dal sud per lavorare in fabbrica, con edifici oggi ‘storici’ simboli dell’architettura dell’epoca; la terza le Officine Caos. Qui, nel teatro di Stalker Teatro i visitatori assistono allo spettacolo ‘Reaction’. L’evento è sostenuto da Intesa Sanpaolo e Regione Piemonte.

Maxi schermi in piazza San Carlo e Parco Dora per Juventus – Real Madrid

Gli schermi saranno attivi fin dal mattino e verranno installati in Piazza San Carlo e al Parco Dora  in occasione della finale di Champions fra Juventus e Real Madrid in programma sabato 3 giugno al Millenium Stadium di Cardiff. “Tutti insieme assisteremo a questo grande evento sportivo – dice la sindaca  Chiara Appendino – e prevediamo tantissime persone: sono certa che ognuno di noi farà il massimo per fare di questo appuntamento una grande festa di tifo e civiltà”. 

 

(foto archivio il Torinese)

I 26 scatti lucani di Henri Cartier-Bresson

Le immagini del celebre fotografo sono state messe a disposizione dal Comune di Tricarico e dal Centro di documentazione “Scotellaro” in occasione del  Salone del Libro di Torino

Resterà aperta fino al prossimo 2 giugno la mostra fotografica “LA LUCANIA DI HENRI CARTIER-BRESSON. 1951-1952, 1973” inaugurata a Torino lo scorso 18 maggio nell’ambito delle iniziative fuori Salone organizzate dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 per il XXX Salone Internazionale del Libro di Torino. L’esposizione, ospitata presso la Cripta della Chiesa di San Michele Arcangelo in Via Giolitti 44, è  promossa dal Centro di documentazione “Rocco Scotellaro” e dal Comune di Tricarico (MT), con il patrocinio della Città di Torino.

Ad inaugurare la mostra  –  nella quale sono esposte 26 fotografie di Henri Cartier-Bresson, da lui donate al Comune di Tricarico nel 1985 tramite Rocco Mazzarone, nel ricordo del giovane poeta e intellettuale lucano Rocco Scotellaro, che il fotografo aveva conosciuto nel suo primo viaggio in Basilicata – sono stati  la dott.ssa Carmela Biscaglia, direttrice del Centro “Scotellaro”,  Pancrazio Tedesco, Assessore alla cultura del Comune di Tricarico, Aurelia Sole e Paolo Verri, Presidente e Direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019, Stefano Benedetto e Francesco De Biase della Direzione Cultura, Educazione e Gioventù del Comune di Torino.

Il corpus fotografico si completa con un testo di commento dello stesso Mazzarone, il quale aveva accompagnato il fotoreporter nei suoi due soggiorni in Lucania nel 1951-1952 e nel 1973, corrispondenti alle due fasi cruciali della storia regionale del XX secolo. Fu il geniale imprenditore piemontese Adriano Olivetti, vice presidente dell’Unrra Casas e presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, giunto a Matera nel 1950, ad invitare Cartier-Bresson a collaborare con la “Commissione per lo studio della città e dell’agro di Matera”, a cui aveva dato vita e che dal 1951 al 1952 elaborò analisi complete sulla città in previsione di interventi urbanistici per la popolazione sfollata dai Sassi, di cui resta esemplare il borgo rurale La Martella, progettato da Ludovico Quaroni.

Nel primo reportage fotografico, che si ascrive all’itinerario umano, professionale e artistico di Cartier-Bresson confluito nel volume del 1955 Les Européens, egli coglie, con grande rispetto degli uomini e dei luoghi, la Lucania di Carlo Levi con particolare riferimento alla città di Matera nelle due articolazioni del Piano e dei Sassi, e alle dure condizioni di vita della popolazione lucana specie in Val d’Agri. Tornando in Lucania a vent’anni di distanza, Cartier-Bresson avrebbe ritratto una realtà economica e sociale profondamente cambiata, anche per effetto dei nuovi insediamenti industriali nella valle del Basento, ove erano stati scoperti giacimenti di metano. Con la sua Leika fissò dighe e strade in costruzione, il ponte Musmeci di Potenza (oggi monumento dichiarato di interesse storico dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali), le nuove colture nel Metapontino, il contrasto tra vecchi e nuovi costumi, la mescolanza di miti pagani e tradizioni cristiane, la compresenza di strumenti di lavoro arcaici e l’introduzione degli elettrodomestici. Fissò pure le nuove masse di giovani delusi nelle loro aspirazioni lavorative e pronti ad un rinnovato esodo migratorio verso le regioni industrializzate del Nord, una classe dirigente che continuava a distribuire favori, sindacati deboli e partiti politici che altro non erano che “aggregati di famiglie e di clientele migranti, – come scrive Mazzarone – dal momento che le grandi decisioni continuavano ad essere compiute altrove”.

.

FINO AL 2 GIUGNO A TORINO LA MOSTRA “LA LUCANIA DI HENRI CARTIER-BRESSON. 1951-1952, 1973”

Boccata di ossigeno per le pmi: Finpiemonte sblocca 100 milioni

La programmazione strategica di Finpiemonte consentirà di sbloccare 100 milioni per le piccole e medie imprese. Le commissioni del Consiglio regionale hanno infatti votato a maggioranza la proposta di deliberazione  nel quadro della programmazione regionale per il triennio 2017-2019 in relazione alla qualifica di intermediario finanziario iscritto all’Albo unico di Banca d’Italia.

Una boccata di ossigeno che si traduce in risorse e nuovi strumenti finanziari derivanti dalla funzione di intermediazione della  finanziaria regionale .

“La delibera  – spiegano in Regione – è stata approvata con alcuni emendamenti che tengono conto delle consultazioni con le associazioni che rappresentano le imprese del territorio. Tra questi anche un emendamento dell’opposizione da parte del gruppo M5s volto a favorire le iniziative a favore dell’ambiente”.

Gli altri emendamenti hanno meglio esplicitato la possibilità di supportare le nuove imprese, quella che tra i beneficiari vi sono anche le microimprese, oltre il ruolo di confidi nella nuova Finpiemonte.

L’arte di conservare il contemporaneo

“L’arte di conservare il contemporaneo: servizi e punti di vista a confronto”. Il 6 giugno alle 21.00 incontro aperto al Circolo dei Lettori Con questo titolo l’innovativo servizio per l’arte “Project MARTA – Monitoring Art Archive” si presenta come organizzatore, al Circolo dei Lettori, di una serata divulgativa che si terrà di fronte al pubblico in Palazzo Graneri della Roccia, il prossimo 6 giugno alle ore 21

Relatori, oltre alla dott.ssa Benedetta Bodo di Albaretto, conservatrice dei beni culturali e fondatrice di Project MARTA, il prof. Francesco Poli, storico dell’arte, docente ed esperto del mercato dell’arte contemporanea, il dott. Antonio Rava, restauratore e docente specializzato in arte contemporanea e l’artista Giorgio Griffa. Dopo l’incontro del 15 marzo a Palazzo Bricherasio, in collaborazione con l’assicurazione per l’arte BROSEL s.p.a., rivolto specificatamente al mondo dei collezionisti, e la presentazione del progetto a Reggio Emilia, lo scorso 20 maggio, promossa dal laboratorio di restauro Vicolo Folletto, Project MARTA torna così alla sua vocazione principale di divulgazione e sensibilizzazione sulla tutela delle opere d’arte contemporanee, spesso di difficile gestione per quanto riguarda la movimentazione, la tutela e gli eventuali interventi manutentivi. Project MARTA – Monitoring Art Archive è infatti un servizio innovativo per la sua impostazione: si tratta di un archivio di schede tecniche sviluppate sulla base di un’intervista diretta all’artista, che accompagnano l’opera nei vari passaggi di proprietà in modo da rendere disponibile costantemente un identikit utile a tutti gli operatori del settore che possano entrarne in contatto. La scheda tecnica viene realizzata sulla base di uno studio specifico sulla linea artistica dell’autore, con un confronto diretto ed il reperimento di tutte le informazioni utili per realizzarne un’approfondita analisi, che viene ulteriormente ampliata con la collaborazione di specifiche figure specializzate in restauro e gestione dei materiali utilizzati, che hanno aderito al progetto in qualità di consulenti.

 

«La finalità di Project MARTA – dichiara la fondatrice Benedetta Bodo di Albaretto – è quella di rendere accessibile a tutti uno strumento snello ma completo di tutela delle opere nella propria collezione, che per molti sono anche un investimento. Una “best practice” standardizzata ma definita nello specifico sul singolo caso, che costituisce un valore aggiunto come documentazione di un’opera, redatto in un momento in cui non c’è un’emergenza manutentiva ed in cui, quindi, si può operare più serenamente e lucidamente». L’incontro al Circolo dei Lettori, inserito nel calendario del circolo di via Bogino 9, sarà il primo appuntamento principalmente divulgativo. «Abbiamo voluto – spiega Benedetta – che il servizio per realizzare la scheda tecnica fosse legato solo alla consapevolezza dei collezionisti della necessità di dare qualche regola e informazione in più nell’ambito dell’arte contemporanea, spesso molto “fluido”. Non abbiamo quindi stabilito una quotazione minima per gli artisti, o le opere, da prendere in analisi e stiamo portando avanti un discorso che speriamo possa divenire un punto di riferimento per l’intero settore: anche per questo motivo, , abbiamo reso disponibile a tutti un archivio di abstract delle schede vere e proprie, un riassunto delle interviste che svolgiamo con gli artisti “ripulito” di tutti i dati sensibili o eccessivamente tecnici, che rimangono invece a disposizione solo dei diretti interessati». L’invito a partecipare è quindi rivolto a tutti, non solo a collezionisti, galleristi o esperti nel settore.

www.projectmarta.com

“Alla Partita del Cuore ha vinto la comunità della solidarietà”

Alla Partita del Cuore ha vinto la comunità della solidarietà, che ha lanciato un messaggio straordinario. La cosa più bella per me è stata l’emozione dei vincitori del concorso “Un cuore rap”, che hanno avuto la possibilità di esibirsi davanti al pubblico dello Juventus Stadium. Abbiamo saputo coniugare il talento con l’opportunità, ma soprattutto abbiamo dimostrato che la politica e le istituzioni possono mettersi in sintonia con il linguaggio dei giovani, per spiegare insieme che la solidarietà è la base comune e imprescindibile per vivere in una grande comunità. E questa sera la solidarietà si è anche coniugata con l’attività fisica, la ricerca, la prevenzione, temi su cui stiamo lavorando molto come Consiglio regionale attraverso gli Stati Generali dello Sport e del benessere e la Consulta Giovani”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus, che il 30 maggio allo Juventus Stadium ha tirato il calcio di inizio alla Partita del Cuore e ha premiato i giovani vincitori del concorso “Un cuore rap”, bandito dagli Stati Generali dello Sport con la Consulta Giovani dell’Assemblea legislativa.“Una bellissima manifestazione – ha commentato Giorgio Bertola, consigliere delegato alla Consulta Giovani – che ha abbinato lo sport e l’attività fisica con la solidarietà, un’iniziativa realizzata in collaborazione con la Consulta giovani e le scuole per veicolare valori della solidarietà, della salute, dell’attività fisica”.Sul prato dello Juventus Stadium si sono esibiti Massimo Pellegrino, dell’istituto comprensivo Beppe Fenoglio di Bagnolo Piemonte (Cn), vincitore del primo premio per le scuole medie con una toccante canzone dedicata a Stefano, un compagno di scuola che quest’anno ha vinto la partita più importante, quella con la vita, e  Andrea Colonese, dell’istituto Erasmo da Rotterdam di Nichelino (To), che si è aggiudicato il primo premio per le scuole superiori con una canzone di ottimismo e speranza dal titolo “Tutto può cambiare per un cuore rap”. I giovani vincitori sono stati premiati dal presidente Laus, e da Tommaso dei Perturbazione e Gino Latino, della Nazionale Cantanti, che hanno fatto parte della giuria del concorso.

EM – www.cr.piemonte.it