redazione il torinese

Ius soli, più dubbi che certezze

L’OPINIONE 

di Pier Franco Quaglieni

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Il dibattito al Senato sulla legge dello Ius soli ha rivelato innanzi tutto che un tema tanto delicato per il futuro italiano non si può affrontare con gazzarre propagandistiche non consone all’aula di Palazzo Madama: un modo folcloristico e goliardico  di affrontare un problema molto serio da parte di chi, sovente, non ha neppure frequentato le aule universitarie. Esso ha anche  dimostrato le forti contraddizioni del movimento grillino che ha dimostrato una certa confusione interna su un tema di così decisiva importanza. Il fatto che un assessore grillino torinese della Giunta Appendino, quello delle pari opportunità,abbia espresso dissenso dalla posizione di Grillo è anch’esso il segno di una realtà destinata a riservare nuove sorprese dopo la debacle di piazza San Carlo. Lo Ius soli ,sia pure nella versione temperata,deve tuttavia suscitare dei dubbi più che raccogliere delle certezze, per dirla con Bobbio. Oggi le certezze sono state travolte dal  terrore che insanguina soprattutto il Vecchio Continente.

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E’ vero che la maggioranza degli stati ha introdotto lo Ius soli,ma è altrettanto vero che il terrorismo praticato da francesi,belgi,inglesi di terza generazione,nipoti di immigrati,non può non imporci qualche interrogativo sui modi praticati nell’integrare chi non intende affatto integrarsi,anche se è vero che gli islamisti mietono vittime anche nei paesi arabi. Questo è uno dei problemi maggiori dell’Europa decadente che gli stati nazionali non hanno saputo affrontare e tanto meno risolvere ,neppure in parte. L’Europa di Bruxelles  c’è ,ma lo spirito europeo si è totalmente appannato,per non parlare dello spirito italiano che pare essere evaporato insieme alla memoria storica. A quasi un anno dalla strage di Nizza si impone un momento di riflessione,senza cadere nei luoghi comuni e senza indulgere a tendenze razziste e xenofobe che vanno respinte con fermezza. Cambiare il diritto di cittadinanza ha un senso se prima si conduce una riflessione seria  sui temi dell’integrazione. Non va confusa,per dirla con Weber, l’etica dei principi con l’etica della responsabilità. L’etica dei principi propende per lo Ius soli,quella della responsabilità ci porta invece al pessimismo,anzi ,se vogliamo essere schietti,al realismo. Dal dibattito parlamentare non sono emerse novità rispetto a quello avvenuto nell’ottobre  del  2015 alla Camera dei Deputati, anche se questi due anni sono stati decisivi per capire il fenomeno del rifiuto dell’integrazione.

Si è detto che circa un milione di giovani diventeranno cittadini italiani. Un numero più che ragionevole.

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Non ho sentito nessuno invece riflettere su cosa potrà accadere nel corso di dieci o vent’anni. Mentre il tasso italiano  di natalità è precipitato,quello degli immigrati tende a crescere in modo piuttosto marcato.E che dire dei continui sbarchi  e del fatto che il ministro degli Interni afferma che altri 200mila immigrati sono ospitabili senza particolari problemi? Cosa accadrà tra dieci anni? Non ho letto risposte convincenti. Chi governa non può limitarsi a guardare all’oggi,ma deve guardare al domani. Quando Fini si affannava a sostenere lo Ius soli ,io obiettai che a Fini le sorti della democrazia italiana interessavano poco,non foss’altro per le sue origini genetiche che poi ha finito di cancellare.Fini non credo abbia mai avuto un particolare interesse per le sorti della democrazia italiana. Ha scritto Dino Cofrancesco, una delle menti più lucide e libere,corazzate  di senso storico:”Immaginiamo venti milioni di cittadini extracomunitari che abbiano acquisito il voto politico.(…) Se la democrazia è un principio irrinunciabile che fa corpo con l’idea stessa di libertà,preoccuparsi della composizione dell’elettorato non può essere considerato  prova di regressione tribale e nazionalistica.”. Sono parole da meditare da parte di chi ama la democrazia e intende difenderla. Diventare italiani è una scelta che implica diritti ,ma anche precisi doveri. L’italianita’ è una cosa  seria, essa implica anche identità  e cultura.
                                                                     
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Teatro Regio, occupazione simbolica dei sindacati

Per rilanciare il ruolo della lirica, per tornare a essere un Paese che attrae le eccellenze e per bloccare l’attuale fuga degli artisti, il giorno venerdì 16 giugno 2017 alle ore 12.30
la Sovrintendenza del Teatro Regio di Torino verrà occupata simbolicamente, contemporaneamente all’occupazione delle Sovrintendenze di tutte le 14 Fondazioni Lirico-Sinfoniche Italiane.
In quella sede, i Segretari territoriali CGIL, CISL, UIL, FIALS e le RSU del Teatro Regio di Torino consegneranno un documento sindacale unitario nazionale al Sovrintendente Walter Vergnano.
Inoltre, dalla Sovrintendenza del Teatro Regio di Torino, le segreterie OO.SS. e le RSU terranno una conferenza stampa per spiegare la grave situazione generata dall’articolo 24 della legge 160/2016 che intende declassare i teatri che non raggiungeranno il pareggio di bilancio.
Le Fondazioni Liriche da tempo sono interessate da una crisi debitoria, principalmente dovuta alla progressiva riduzione delle risorse pubbliche. 
I provvedimenti legislativi, emanati fino a oggi dal Governo Italiano, hanno indicato quale soluzione a questo problema il taglio del costo del lavoro.
Questo intervento non ha ridotto i debiti ma ha comportato la perdita di posti di lavoro, la riduzione degli stipendi dei lavoratori e la chiusura dei corpi di ballo, oltre a esternalizzazione dei servizi, interruzioni di attività e aumento della precarietà.
Noi chiediamo di discutere una vera riforma delle Fondazioni Liriche, che abbia come base la tutela dei dipendenti, la garanzia di contributi pluriennali basati su un forte coordinamento tra le risorse nazionali e quelle locali, la garanzia di una governance trasparente e un’attenta vigilanza da parte del Ministero.
le OO.SS. territoriali di Torino 
e le RSU del Teatro Regio di Torino
(foto: il Torinese)

Non ce l’ha fatta Erika, la donna travolta in piazza San Carlo. Ora si trovino i responsabili

I medici non avevano lasciato speranze per Erika Pioletti, la 38enne di Domodossola che si trovava ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino da quel terribile 3 giugno, quando nella ressa infernale  di piazza San Carlo ha avuto un infarto causato da schiacciamento. Secondo gli esami effettuati era presente un gravissimo danno cerebrale e la prognosi era pessima. La morte è avvenuta questa sera poco prima delle 22. Una morte ingiusta, come tutte, più di tutte, per le circostanze che l’hanno provocata, per le quali devono essere individuate precise responsabiltà. Lo vuole la giustizia, lo chiedono i torinesi.

 

 

Da chiarire le cause del panico. Alcuni testimoni hanno parlato di difficoltà respiratorie

Le indagini proseguono a ritmo serrato ma non sono  ancora state individuate  le cause dell’ondata di terrore su piazza San Carlo la sera del 3 giugno, durante la visione su maxi schermo della finale di Champions League. Tra i numerosi testimoni ascoltati dalla Digos alcuni  hanno detto di avere provato  difficoltà respiratorie simili a quelle provocate da sostanze urticanti. La procura ha così incaricato i vigili del fuoco di seguire una serie di accertamenti sull’impianto di areazione del parcheggio sotterraneo. Sono all’esame anche i verbali della “Commissione provinciale di vigilanza”, organo al quale partecipano i  rappresentanti di prefettura, questura e palazzo civico.

Il procuratore Armando Spataro ha detto  che verranno emessi comunicati stampa  al fine di scongiurare la diffusione  notizie inesatte e prive di riscontro o “addirittura fantasiose”.

 

(foto: il Torinese)

Torino Fashion Week, il mondo della moda sfila in città

Dopo il successo dello scorso anno, dal 27 giugno al 3 luglio torna la Torino Fashion Week. Con cinque giorni dedicati agli stilisti mondiali e due a quelli torinesi o stranieri residenti nel capoluogo, l’edizione targata 2017 dimostra di avere un taglio ancora più internazionale rispetto all’edizione passata, che aveva ospitato aziende e fashion designer di 15 Paesi oltre a quelli locali e del territorio piemontese

Protagonisti, come nel 2016, sono gli stilisti emergenti testimonial di una nuova cultura dell’imprenditoria, dell’innovazione e della creatività che punta sulla globalizzazione, ma non sull’omologazione. Come in precedenza, l’evento è organizzato dall’associazione TMODA ed ha il patrocinio della Città di Torino; i partner istituzionali sono Unioncamere Piemonte, Entreprise Europe Network (rete europea a sostegno delle PMI cofinanziata dalla Commissione europea), CNA, Slow Fashion, Camera di Commercio e Industria Italiana per il Regno Unito, Turismo Torino e Associazione Piemontese Agenti e Rappresentanti di Commercio – USARCI.

Le sfilate si tengono presso i magazzini Devalle nella splendida cornice dei Murazzi del Po al n. 5, nel cuore della città e della movida. Una location raffinata e avanguardistica che si sposa perfettamente con la Torino Fashion Weekbrand innovativo che unisce diverse forme creative legate alla ricerca estetica e stilistica locale, nazionale e mondiale.  I 65 fashion designer, che presentano ognuno una capsule collection realizzata appositamente per la sfilata a loro dedicata, sono in minima parte torinesi, mentre la maggioranza proviene da Asia, Europa, Nord e Sud America.

A caratterizzare ulteriormente l’edizione 2017 è il Modest Fashion ovvero la moda islamica, composta da 31 stilisti, che per la prima volta stringe un accordo con una Fashion Week italianaLa presenza straniera è stata resa possibile grazie alla partnership con Unioncamere Piemonte in qualità di partner della rete Enterprise Europe Network che supporta le piccole e medie imprese offrendo servizi volti all’internazionalizzazione. Tra gli ospiti di questa edizione si segnala il prestigioso Islamic Fashion and Design Council che sfila durante 3 giornate (01-02-03 luglio) e vede la partecipazione di Alia Khan, Presidente dell’Islamic Fashion and Design Council. Con uffici in dieci Paesi del mondo, l’IFDC è leader del Consiglio moda e del Modest design che rappresenta l’economia islamica e si pone come un protagonista del mercato globale. Il 3 luglio al termine della sfilata una giuria speciale composta anche da Yamna Aghrib, Brand Ambassador LVMH, e Djamila Kerdoun founder del Sommet International de la Mode (SIM), premia i 4 migliori designersIFDC con il prestigioso Luxury Awards. Il primo classificato sfilerà al SIM di Parigi e sarà invitato dai più importanti brand del fashion luxury per presentare le proprie creazioni.

Chiara Appendino, Sindaca della Città di Torino, sottolinea: “Nel distretto piemontese sono molti gli atelier dove vengono ideati, disegnati e prodotti capi, accessori e gioielli portacolori del made in Italy nel mondo. Dalle botteghe ai laboratori agli studi più creativi, le imprese di eccellenza del fashion formano un connettivo del tessile e delle griffe legato al gusto che sa coniugare sapientemente tradizione e laboriosità e rappresenta la dimensione locale sui mercati internazionali, con un ritorno economico di assoluta importanza. Nell’ultima edizione del Tief, il Turin Islamic Forum, ad esempio, abbiamo constatato come l’eccellenza artigiana possa diventare ambasciatrice del saper fare piemontese. Sono queste le ragioni che mi portano ad affermare con determinazione che per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio sia strategica una forte alleanza con quello che è considerato a tutti gli effetti il tessuto aggregante del sistema produttivo, una spina dorsale economica e manifatturiera che è elemento di congiunzione con il mercato globale”.

Claudio Azzolini, Presidente dell’Associazione TMODA composta anche dall’Avvocato Luciano Zagarrigo e da Luigi Silvestro Direttore artistico della manifestazione, evidenzia: “La Torino Fashion Week è una grande opportunità che offriamo ai designer di mostrare al mondo il proprio talento. Per noi l’emergente è fonte di ispirazione ed è la conferma che la moda si basa sulla ricerca e sulla sperimentazione. Sono particolarmente soddisfatto della partnership con IFDC perché è unendo gli skill che si ottengono i risultati migliori”.

Come lo scorso anno, nell’ambito della 7 giorni Unioncamere Piemonte – in partnership con la rete Enterprise Europe Network, cofinanziata dalla Commissione Europea, ed il Sector Group Textile and Fashion di cui è partner – organizza il Torino FashionMatch 2017 (29-30 giugno, per informazioni www.b2match.eu/to2-fashionmatch2017). Gli incontri business to business bilaterali sono gratuiti e mettono in contatto stilisti, aziende, buyers, agenti e società di e-commerce internazionali per facilitare la creazione di collaborazioni e partnership commerciali e tecnologiche. Tra gli appuntamenti in agenda, un workshop che coinvolge aziende ed esperti dell’Islamic Fashion Council con la presenza di Alia Khan. Tanti i temi trattati: il luxury management, i servizi di digitalizzazione per le imprese del fashion e una serie di consigli utili per le startup di settore per definire nuovi business models e nuovi trends. Il Segretario Generale di Unioncamere Piemonte, Paolo Bertolino, ha commentato: “Il comparto moda rappresenta uno dei settori più importanti della nostra regione: in Piemonte hanno la propria sede legale più di 4.000 imprese della moda e vi lavorano quasi 30mila addetti, per un valore aggiunto che sfiora il miliardo e mezzo di euro. Non poteva quindi mancare il sostegno del Sistema camerale, casa delle imprese, a questa iniziativa, che rappresenta un’ottima strategia di marketing territoriale, capace di dare visibilità al nostro territorio mettendo a fattor comune le esperienze e le competenze dei diversi attori economici e istituzionali. Attraverso il b2b Torino Fashion Match che abbiamo organizzato in collaborazione con la Rete Enterprise Europe Network e nell’ambito di questa settimana torinese della moda, daremo l’opportunità alle Pmi del settore di incontrare potenziali partner commerciali, designer, blogger e stilisti emergenti provenienti da tutta Europa, interessati a creare nuove partnership internazionali. Questo è uno dei tanti esempi di azioni del Sistema camerale a supporto delle aziende che vogliono aprirsi o consolidare la propria presenza sui mercati esteri, diventando così ambasciatori delle eccellenze del nostro Piemonte. Siamo infatti fermamente convinti che le rotte dell’export siano un potente motore dell’economia, e anche in questo settore i dati ce lo dimostrano: nel 2016 il comparto tessile piemontese (che comprende anche abbigliamento, pelli e accessori) ha esportato merci per 3,3 miliardi di euro”.

In occasione della TFW, dal 20 giugno al 3 luglio il Circolo del Design ospita una mostra dedicata al Modest Fashion con un’esposizione di abiti firmati dagli stilisti islamici che sfilano nel capoluogo piemontese e il 28 giugno, in occasione del “Mercoledì del design”, si tiene l’incontro dal titolo “Dall’Islam all’Italia, la moda etica” al quale partecipano Roberto Strocco Responsabile Area Progetti e Sviluppo del Territorio di Unioncamere Piemonte, Alessio Stefanoni Responsabile CNA Federmoda, il Prof. Paolo Biancone Direttore del Centro di Ricerca Europeo per la Finanza Islamica, l’azienda torinese Oscalito 1936 e la stilista torinese di origine marocchina Hind Lafram; modera Ruben Abbattista Presidente del Circolo del Design.

L’Istituto Europeo di Design di Torino, partner della seconda edizione, inaugurerà la Torino Fashion Week sfilando con progetti di emerging fashion designer dal mood cosmopolita. Nello specifico si alterneranno una sfilata dedicata al progetto di tesi 2017 del Corso triennale in Fashion Design realizzato in collaborazione con YKK, leader mondiale negli accessori per chiusura, e di cui la parte video è stata sviluppata con il supporto tecnico del software CLO3D di Prisma Tech, software innovativo nella prototipazione virtuale dell’ambito fashion. A seguire saliranno in passerella una selezione di gioielli contemporanei del Corso di Design del Gioiello e Accessori, di cui una selezione realizzata in collaborazione con il laboratorio torinese di Dante Di Lilla, una collettiva dei migliori progetti IED Torino dell’area Moda ed infine due sfilate dedicate a giovanissimi designer esordienti internazionali, ex-studenti IED. La presenza dell’Istituto alla Torino Fashion Week conferma una vocazione della sede a scommettere sulle occasioni di valorizzazione del territorio dove l’Istituto è presente come leader formativo e sui profili emergenti che, dopo il Diploma Accademico IED, si avvicinano al mondo delle professioni creative. La scelta di TMODA di avere partner IED Torino dimostra invece l’attenzione posta dagli organizzatori sui nuovi talenti emergenti che saranno i fashion designer di domani.

La sede istituzionale e operativa dell’Associazione TMODA durante tutto il periodo della Torino Fashion Week è in Galleria San Federico 26. L’edificio storico ospita il Torino FashionMatch 2017 oltre che un temporary show room dedicato alla moda internazionale e una serie di shooting a tema. Per conoscere tutti gli eventi della settimana e gli orari delle sfilate: www.tfwofficial.com.

TMODA – Torino Moda è un’associazione senza fini di lucro nata per volontà di Claudio Azzolini, Luigi Silvestro e Luciano Zagarrigo con lo scopo di rappresentare i più alti valori della moda italiana; è una piattaforma che accelera il business, proponendo uno spazio fisico che va oltre i comuni atelier ed allaccia rapporti internazionali con il settore. I suoi intenti sono tutelare, coordinare, diffondere e potenziare l’immagine e lo stile sia in Italia sia all’estero e riproporre il mondo del fashion nella Città di Torino e in Piemonte sviluppando e promuovendo il commercio grazie anche agli stilisti emergenti. La sua finalità è rispondere in maniera concreta al processo di sviluppo e riaffermazione del comparto moda nel capoluogo piemontese passando attraverso gli stilisti locali e internazionali. Grazie a TMODA, quindi, Torino torna ad essere un osservatorio del fashion locale, nazionale e mondiale.

 

Scuole paritarie, Ruffino (FI): “Riduzione dei tagli positiva, ma bisogna fare di più per la libera scelta educativa”

“Grazie alle civile ma incisiva forma di protesta delle famiglie e delle realtà scolastiche colpite dai tagli del Comune, la riduzione delle risorse a favore delle scuole paritarie sarà più contenuta rispetto al previsto. E’ una piccola vittoria nel percorso per la libera scelta educativa, ma molto resta da fare.”

 

Così commenta Daniela Ruffino (FI), vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, a proposito della decisione da parte della Giunta torinese, di ridurre la portata dei tagli finanziari alle scuole Fism.

 

“Se le fondazioni bancarie forniranno il proprio sostegno alle paritarie – aggiunge la vicepresidente – allora sarà meno difficile affrontare i prossimi mesi di attività. Le migliaia di famiglie, allievi e figure professionali che gravitano attorno a questa tipologia scolastica rappresentano un patrimonio culturale e sociale della città e non meritano di essere considerate di serie B”, aggiunge Ruffino.

 

“Mi auguro che, con l’impegno di tutti i soggetti coinvolti, i tagli possano essere ulteriormente ridotti – conclude Ruffino – così da scongiurare un aumento delle rette che creerebbe difficoltà a molte famiglie e limiterebbe di fatto il diritto alla scelta educativa”.

 

Recuperata la reliquia di don Bosco. Il ladro voleva rivendere l’urna dorata

Un uomo è stato fermato dai  carabinieri del Comando provinciale di Asti, che hanno recuperato la reliquia del cervello di Don Bosco rubata dalla basilica di Castelnuovo Don Bosco lo scorso 2 giugno. Lo comunica  Procura di Asti, che ha coordinato le indagini. Dalle prime notizie pare che il ladro, di Pinerolo, non sapesse neppure che si trattava della reliquia del santo: il suo scopo era rivendere l’urna, che pensava fosse d’oro.

 

 

Latte! Latte appena munto!

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castagne magnan“Me lo ricordo, il Meo. Veniva da Carpugnino in bicicletta e portava a tracolla una sacca di tela in cui teneva gli attrezzi da lavoro e il materiale: aghi e filo per il rammendo, manici e stecche di ricambio, puntali di legno. Urlava a squarciagola “Umbrelàt, umbrelàt!”, annunciando il suo arrivo nei paesi attorno al Mottarone”

Ricordi quando girava per le strade l’umbrelàt? Eh, altri tempi! Ora gli ombrellai sono spariti. Non servono più; sono diventati inutili. A parte il Bortola, quello di Domo dove talvolta si serve il Faustino, non ne conosco altri. Chi vuoi che faccia riparare l’ombrello,oggi? Basta un sfriis, un piccolo segno nel telo o una bacchetta storta e l’ombrello va dritto nella spazzatura, sostituito con uno nuovo”. Dino Denti, mi parla e scuote la testa. “ Un tempo, che ti piacesse o no, eri  costretto a risparmiare. Si stava attenti alla roba e, quando l’ombrello si rompeva, si aspettava il passaggio dell’ombrellaio. Me lo ricordo, il Meo. Veniva da Carpugnino in bicicletta e portava a tracolla una sacca di tela in cui teneva gli attrezzi da lavoro e il materiale: aghi e filo per il rammendo, manici e stecche di ricambio, puntali di legno. Urlava a squarciagola “Umbrelàt, umbrelàt!”, annunciando il suo arrivo nei paesi attorno al Mottarone”. Mi sembra di capire che stasera, qui all’osteria, c’è aria di ricordi. Infatti, zittitosi Dino ecco partire in quarta l’Evaristo. “Io rammento quando girava per le vie e i cortili il magnan, lo stagnino. Ero piccolo e quando tornavo a casa sporco dopo un pomeriggio di giochi alla Madonna del Popolo mia madre mi gridava “Vunciòn d’un vunciòn, ti s’è cunscià ‘mé ‘l Belgio, négar cumpàgn d’un magnan”. In effetti ero nero come poteva esserlo solo uno stagnino che aveva a che fare tutto il giorno con paioli di rame, pentole di ferro, tegami d’alluminio”.

L’arrivo del magnano non passava inosservato. Gridava forte, annunciandosi, il Mario Colombo tradendo, con la sua inconfondibile pronuncia, le origini lombarde: “Tosann, gh’è chi el magnan ch’el gh’ha voeuja de laurà” (“Ragazze, c’è qui lo stagnino che ha voglia di lavorare”). “E del cadrigàt, del riparatore di sedie, non diciamo niente?”, interviene Bartolo, accompagnando le parole con una gran manata sul tavolo. “ Quando una cadréga si rovinava non c’era che lui in grado di risistemarla, soprattutto quelle impagliate.Era uno delle Quarne, testardo e risoluto come tutti i montanari. Viaggiava anche lui in bici, con un sacco  che conteneva martello, seghetto, trapano e pialla. Si sedeva sui gradini e, con la paglia della segale, intrecciava sedili quando non doveva piallare gambe e rinforzare schienali”. Mansueto conferma che ormai c’è una gara in corso a chi ricorda i mestieri di un tempo. “L’Ubaldo di Coiromonte, chi di voi l’ha più visto? Dev’essere morto e sepolto perché quand’ero ragazzo era già in là con gli anni. Vendeva ai mercati o davanti al sagrato delle chiese i filoni di castagne cotte al forno, copiando la moda della bassa. Girava tutto gobbo, piegato in due, con tutte quelle collane di castagne che portava a tracolla od appese in spalla”. “Mio nonno vendeva al giaz, il ghiaccio”.

La voce è quella del Martino Piana ma non riesco a vederlo. Ah, eccolo: è talmente mingherlino che la botte vuota dove Maria affigge i suoi menù lo nascondeva alla vista. “ Sì, perché negli anni trenta non c’erano in giro i frigoriferi elettrici e per tenere al fresco gli alimenti si usavano i giazaròl, le ghiacciaie, dei mobiletti di legno le cui pareti interne erano rivestite da un’intercapedine di sughero e zinco. Si aprivano dall’alto con uno sportello e vi si infilava il blocco di ghiaccio per creare il fresco. Mio nonno, Gustavo Piana, viaggiava con un carrettino su cui c’erano dei pani di ghiaccio lunghi quasi un metro e di circa venti centimetri di lato. Ognuno ne acquistava la quantità che gli serviva e le signore ricche lo usavamo anche per fare le granite. A volte, proprio loro, facevano storie per pagare ma mio nonno, deciso a farsi valere, diceva che “gnànca ‘l can al fa nà la cùa par nuta” neanche il cane dimena la coda per niente) e non mollava l’osso finché non riceveva il giusto compenso. E che sudate nel su e giù per i paesi di montagna!”.

Questi mestieri sono del tutto scomparsi e , poco o tanto, la stessa traccia che hanno lasciato nella memoria di chi li ha potuti conoscere si affievolisce. Tempo qualche anno e chi si rammenterà più che, nei mercati, c’erano i venditori d’acciughe salate, aringhe affumicate (le saracche che davano profumo alla polenta dei più poveri) e il tonno sott’olio. Chi si ricorderà quei barili aperti con questi pesci accomodati a raggiera, in bella vista?  E i lattai ambulanti che arrivavano fin dalle prime ore del mattino dalla valle Strona o dai paesi del Mottarone e della valle dell’Agogna, con la brenta del latte fresco in spalla? Per attirare l’attenzione urlavano “Lac’! Lac’! Lac’ pèna mungiù!” (Latte! Latte! Latte appena munto!). C’era chi vendeva il castagnaccio e chi le mele, chi i frutti di bosco e chi i funghi. Uno dei pochissimi che resistono ancora sono i venditori di caldarroste. Pochi ma  ne sono ancora in giro. Anche loro hanno dovuto stare al passo con i tempi.  Le caldarroste erano vendute in fogli di giornale a forma di imbuto. Ora se non usano il sacchettino con la scritta “per alimenti” finiscono per prendersi multa e denuncia. Forse è il momento, dico io, di farci su una bella bevuta prima che la nostalgia ci faccia venire un groppo alla gola. Intanto, guardando fuori dalla finestra a fianco del bancone della mescita, la luce di una bella luna – tonda e gialla come una polenta – attenua il buio e fa dolce la sera.

Marco Travaglini

Ella contro il cyberbullismo

La cantautrice Ella e la Onlus “Io sto con il Regina Margherita” contro il cyberbullismo. 

Il bullismo è un fenomeno in crescita esponenziale in questa nostra società della “visibilità a tutti i costi”. La potenza del web e la sua capacità di coinvolgere un vasto pubblico, rendono il fenomeno del bullismo in rete più devastante: la persecuzione è percepita come continua e il persecutore è protetto dall’anonimato. Il cyberbullismo rende “tutti più vulnerabili”. E’ un fenomeno multiforme che ci coglie impreparati, miete vittime e ci dà la responsabilità di creare pensieri e azioni a sostegno della vita.

 

Ma la potenza della rete serve anche per costruire con maggiore forza azioni di denuncia e contrasto. Sulla scia di questa considerazione nasce #dimmilaverità, la nuova iniziativa che unisce la cantautrice torinese Ella e l’Associazione Onlus “Io sto con il Regina Margherita”, prendendo spunto dal  brano “Cuore matto”, primo singolo estratto dal suo recente album “Dentro”.

Il video del brano, rielaborazione elettronica del celebre brano interpretato da Little Tony, mette in scena l’ assenza di un confronto reale, dove i protagonisti si sentono come “dentro ad un videogioco”. In questo non luogo, la frustrazione data dai fraintendimenti di ciò che si scambia per amore, scatena con estrema facilità una violenza percepita come irreale da chi la compie, in quanto l’altro è vissuto al di là dello schermo, come un oggetto che si può far sparire in un clic. Il tema della verità, dell’autenticità, è quindi centrale per riconnettere il virtuale al reale e l’oggetto con il soggetto.

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Guarda il video di “Cuore Matto” di Ella -> https://youtu.be/gu8JoBi78a4

 

#dimmilaverità è una campagna di crowdfunding che avrà inizio il 15 giugno 2017 e si protrarrà per 6 mesi, durante i quali Ella devolverà l’intero ricavato delle vendite digitali del suo nuovo album “Dentro” e del singolo “Cuore Matto” per  finanziare le azioni di contrasto al bullismo promosse dall’Ospedale Regina Margherita di Torino.

Per donare è possibile recarsi sulla pagina http://reginamargheritaonlus.org/ o su Itunes o Amazon e acquistare  l’album di Ella “Dentro” o il singolo “Cuore Matto”.

La campagna prevederà, nei prossimi mesi, una serie di azioni di sensibilizzazione e concerti a supporto della stessa.

Il calendario aggiornato di tali iniziative si potrà trovare:

– sul sito della Onlus “Io Sto Con il Regina Margherita”  http://reginamargheritaonlus.org/ e sulla sua pagina Facebook www.facebook.com/IoStoConIlRegina

– sulla pagina Facebook di Ella – www.facebook.com/ellaofficialpage

Operaio muore schiacciato da muletto

Incidente mortale sul lavoro questa mattina nel Cuneese, dove un operaio di una ditta di pneumatici di Scarnafigi, nei pressi di Saluzzo sarebbe stato schiacciato da un muletto. E’ morto poco dopo. Il 118  e l’elisoccorso non hanno potuto fare nulla per salvarlo. Proprio stamane è deceduto all’ospedale di Cuneo l’idraulico di 36 anni  ferito ieri pomeriggio cadendo da una altezza di tre metri . Ieri pomeriggio, invece, nell’Albese, è morto un agricoltore di 86 anni a Santo Stefano Belbo, schiacciato dal trattore che guidava in un campo.