redazione il torinese

Tariffe bus e tram, mini-rivoluzione. Tra le novità il biglietto sarà valido 10 minuti in più

L’assessora comunale ai Trasporti Maria Lapietra nella diretta Fb della giunta ha annunciato che la nuova tariffazione dei mezzi di trasporto pubblico sarà caratterizzata da alcune novità importanti “nell’ottica di incrementare l’utilizzo dei mezzi pubblici e di lotta all’evasione”. La validità del biglietto singolo passerà da 90′ a 100′, verranno introdotti  micro abbonamenti come  quello giornaliero che al prezzo di due corse consentirà di utilizzare tutti i mezzi compresa la metro e abbonamenti calibrati in base all’Isee. Le innovazioni previste dalla nuova tariffazione dei mezzi pubblici saranno introdotte gradualmente . Ulteriori novità  riguarderanno gli abbonamenti, a partire da quelli già agevolati, per i giovani e gli anziani, ricalibrati in base all’Isee e con tariffe agevolate per le famiglie più  numerose. L’abbonamento giovani varrà per  tutti fino a 26 anni, non solo per gli studenti. Inoltre è prevista un’unica tariffa urbana e suburbana”.

 

(foto: il Torinese)

Ricostruito e reimpiantato braccio destro a un ragazzo di 31 anni

Con un intervento senza precedenti di 12 ore è stato ricostruito e reimpiantato il braccio destro distrutto ad un ragazzo di 31 anni vittima di un incidente sul lavoro nel bresciano, presso l’ospedale CTO della Città della Salute di Torino.

Alcuni giorni fa il ragazzo si infortuna a fine mattinata sul luogo di lavoro in una ditta di materie plastiche in provincia di Brescia. L’arto superiore destro è stato strappato da un ingranaggio ed amputato poco distante dalla spalla. Il trauma è estremamente grave, perchè il pezzo amputato è inoltre lesionato dall’ingranaggio della macchina anche ad altri due livelli (schiacciamento e frattura dell’avambraccio e subamputazione della mano). Il ragazzo viene portato agli Spedali Civili di Brescia, pearltro già patria della microchirurgia, dove, presa visione della gravità della lesione, viene deciso di contattare altri Centri di Chirurgia della Mano in Lombardia in grado di trattare queste lesioni. Ma nessuno di questi ha accettato il paziente. A quel punto è stato contattato il Centro dell’ospedale CTO della Città della Salute di Torino, uno dei pochi in Italia, facendo presente che probabilmente la lesione è difficilmente ricostruibile ma chiedendo di valutare le possibilità di trattamento.

Visionate le immagini trasmesse attraverso la Rete, il Centro del CTO si dichiara disponibile a trattare la lesione. Un ottimo esempio di mobilità attiva. Come previsto dai protocolli, viene contattata l’équipe medica (composta da anestesisti del gruppo del dottor Maurizio Berardino (Direttore Rianimazione CTO), microchirurghi del gruppo diretto dal dottor Bruno Battiston (Direttore di Ortopedia e Traumatologia 2 con indirizzo Chirurgia della mano edell’arto superiore del CTO) e chirurghi vascolari del dottor Maurizio Merlo (Direttore Chirurgia vascolare ospedaliera delle Molinette) pronta ad entrare in sala operatoria non appena il paziente, trasferito con l’eliambulanza, arriva al CTO a metà pomeriggio. Particolarmente in questi casi la tempestività è fondamentale per ridurre i tempi di ischemia del segmento amputato.

Una volta arrivato, i chirurghi affrontano un intervento che dura più di 12 ore di ricostruzione dei tre livelli di lesione. Al termine della ricostruzione dei vasi sanguigni e delle strutture nervose a più livelli e di tutte le parti lesionate, il braccio è stato reimpiantato e sta mantenendo una buona circolazione. L’intervento è tecnicamente riuscito e l’arto è rivascolarizzato. Il recupero funzionale dipenderà dalla rigenerazione delle strutture nervose ricostruite.

La ricostruzione di arti con amputazione a più livelli, come in questo caso, non è in genere presa in considerazione per la difficoltà tecnica e le possibili complicazioni. Questo tentativo, che ha pochi precedenti nelle casistiche mondiali, è stato giustificato dalla giovane età del paziente con la perdita dell’arto dominante e delle future possibilità lavorative.

Questo caso dimostra ulteriormente come lesioni particolarmente gravi debbano affluire in Centri come quello del CTO, attrezzati per ricostruzioni anche estreme.

 

 

Moto investita da furgone: stabili le condizioni del ragazzo della vittima

Sono stabili le condizioni di Matteo Penna, il 29enne torinese che domenica, mentre guidava la moto con la fidanzata a bordo sulla strada stradale 24  di Condove dopo di una lite è stato investito da un furgone Ford Transit e spinto contro il guard rail. La ragazza  è morta sul colpo, mentre lui è ricoverato al Cto, intubato per un trauma cranico e toracico con prognosi  riservata. Maurizio De Giulio è il 51enne di Nichelino che guidava il furgone. Ora è in  carcere alle Vallette con l’accusa di omicidio stradale. Al più tardi domani si terrà l’udienza di convalida del fermo.

Distretti Piemonte, esportazioni in aumento

Inizio d’anno brillante per i distretti piemontesi, le cui esportazioni sono aumentate del 14,2% tendenziale (239 milioni di euro di export rispetto al primo trimestre 2016), più del doppio rispetto alle esportazioni distrettuali italiane, cresciute nel primo trimestre 2017 del 6,4%. I livelli delle esportazioni e del saldo commerciale hanno toccato nuovi record nel trimestre, salendo rispettivamente a quota 1,9 e 1,2 miliardi di euro.

 

E’ questo il bilancio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che il 10 luglio ha diffuso i dati sugli 11 distretti del Piemonte. Il monitor stima un’ulteriore crescita per il secondo trimestre, visto l’ambiente favorevole, la presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi e la disponibilità di buone condizioni di investimento.

 

“E’ un quadro che trova conferma anche nei dati su finanziamenti, con il trade estero in crescita del 6,2% nel semestre – sottolinea Cristina Balbo, Direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria della banca. – Nel primo trimestre 2017, le erogazioni alle piccole e medie imprese sono aumentate del 60% rispetto al già ottimo primo trimestre 2016. Un segno di vivacità che, visti i numeri di fine giugno, con erogazioni di poco inferiori al miliardo di euro, si è intensificato. A creare valore aggiunto sul territorio sono soprattutto le filiere, particolarmente presenti nelle zone distrettuali, per le quali Intesa Sanpaolo ha creato due anni fa un programma di incentivazione, che a oggi ha coinvolto oltre 400 imprese piemontesi. Nuovi accordi sono in corso di definizione nel cuneese, a Biella, nel novarese. Questo agevolerà ulteriormente la crescita e lo sviluppo del tessuto economico della nostra Regione”.

 

Alla guida del Rotary Torino Mole Antonelliana il professor Paolo Biancone

Il docente universitario è stato nominato presidente  per l’anno 2017-2018. Professore ordinario di Financial Management e Finanza Islamica presso l’ Università di Torino, è anche direttore del Centro di Ricerca Europeo per la Finanza Islamica (www.ercif.org) e Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Business Management dell’ateneo torinese. Dottore commercialista e Revisore legale dei Conti, ha anche rivestito in passato il ruolo di presidente della Commissione d’esame di Stato per l’esercizio della professione di dottore commercialista.I principi che contraddistinguono il suo magistero universitario hanno da sempre ispirato anche il suo impegno rotariano e ora quello di Presidente del Rotary Torino Mole Antonelliana, in un impegno rivolto a valorizzare lo sviluppo dei rapporti interpersonali tra i soci, da considerarsi come un’opportunità di servizio per la comunità, e riconoscere il valore delle attività utili, oltre che di quelle professionali, al servizio di una società migliore.

 

Mara Martellotta

Vera democrazia è libertà di opinione

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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Dino Cofrancesco sosteneva giustamente che bisogna distinguere tra peccato e reato, in difesa della laicità dello Stato. La storia, bella, brutta, bruttissima, indecente e’ sempre storia e nessuna legge può cancellarla

L’on. Fiano presentatore di un disegno di legge che vieta la propaganda di idee fasciste (esiste già il reato di apologia del fascismo) forse parte da ottime intenzioni, ma nella sostanza sbaglia. Il suo ddl è in discussione alla Camera e già suscita un infuocato dibattito. Fiano appare persona equilibrata e quindi suscita un certo stupore che sia primo firmatario di un progetto di legge che quanto meno crea delle perplessità. Il liberale Popper sosteneva ” il diritto di non tollerare gli intolleranti “ nel suo grande libro “ La società aperta e i suoi nemici”, un libro che in Italia è stato tradotto e conosciuto con decine di anni di ritardo. Non sembra però che Fiano si ispiri al filosofo austriaco che forse non ha mai neppure letto. Quella di Popper tuttavia a me è sempre apparsa un’idea poco liberale perché vanno nettamente distinte le opinioni dalle azioni. Le opinioni devono essere liberissime in senso assoluto, l’agire di conseguenza appare invece tutt’ altro discorso che va punito perché ricorrere alla violenza, in regime di democrazia e libertà-qualsiasi motivazione o matrice politica  ci sia dietro certe azioni-non può essere consentito e lo Stato democratico ha il dovere di reprimerlo. I nostri governanti nei confronti dell’estremismo rosso e nero degli ultimi anni 70  non si comportarono in base a questa logica e Carlo Casalegno (che pagò con la vita per le sue idee) scrisse, ripetutamente e inutilmente, che i covi sovversivi andavano chiusi. I Governi centristi degasperiani invece si posero il problema di una “democrazia protetta” sia nei confronti dei neofascisti, sia soprattutto nei confronti dei comunisti. La Legge Scelba colpì invece  soltanto i neo fascisti che oggettivamente non potevano minacciare la sia pur gracile democrazia italiana perché il recente crollo del fascismo fu così disastroso da non lasciare grandi rimpianti se non ai reduci di Salò  e ai nostalgici in generale. Per altri versi,non si può dimenticare che il PCI diede un grande contributo alla stesura della Carta costituzionale e non poteva accadere che si assumessero misure nei confronti dei comunisti, malgrado i gravissimi i delitti del “Triangolo della morte”suscitassero apprensione e facessero intravvedere delle minacce  alla democrazia anche da parte della sinistra. L’idea di una “democrazia protetta” può aver avuto senso alla fine degli anni 40 e agli inizi degli Anni 50.Dopo fu una sciocchezza che andava contro i principi della stessa Costituzione che vietò la ricostituzione del partito fascista in una norma transitoria. Il ricordare che si trattò di una norma transitoria appare molto utile a chiarire il problema. Le crociate anticomuniste di Sogno e  soprattutto di alcuni suoi amici si risolsero in una bolla di sapone perché la DC rappresentò comunque una diga sicura nei confronti del PCI e tale venne percepita dagli Italiani non solo nel 1948, quando ottenne la maggioranza assoluta dei voti. Il PCI  venne sconfitto attraverso le urne e non ricorrendo a leggi  potenzialmente liberticide. La Costituzione ebbe il merito storico di guardare al futuro dell’Italia e non al suo immediato passato. In questo ha dimostrato di essere stata il frutto di un compromesso al rialzo che storicamente nessuno può disconoscere, anche chi non la ritiene “la più bella del mondo”.
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Ci fu il paradosso, nel primo dopoguerra, di Leo Longanesi che inizialmente fascista, aveva rifiutato il regime e ,dopo il disastro della guerra perduta, sentì una qualche nostalgia per il Ventennio. Longanesi non faceva però testo perché era soprattutto un artista un po’ stravagante senza una vera valenza politica. Appare invece fondato il giudizio, tra il serio e il faceto, di  Ennio Flaiano che giunse a scrivere che “i fascisti si dividono in due categorie :i fascisti e gli antifascisti”. Flaiano aveva ragione perché non si può storicamente escludere che ci sia stata una forma di fascismo che abbia attraversato i pensieri e le azioni di uomini che appartenevano a schieramenti opposti, al di là della adesione giovanile al regime. La sola idea manichea di scegliere tra due diverse opzioni e non tra le molte disponibili è sintomo ,oltre che di incultura, di settarismo miope. Il settarismo, in era post ideologica, sembrava essersi ridotto, poi la discesa in campo di Berlusconi ha riacceso gli animi e il passo avanti degli anni ’90 si è come cristallizzato, per non dire che si sia tradotto in un passo indietro. Io ricordo alcune affermazioni coraggiose di Bobbio, ad esempio(che nessuno prese più in considerazione, malgrado stesse crescendo il suo mito) sulla necessità di storicizzare la Resistenza, il che non significa ridurne l’importanza,ma esprimere  la necessità di scindere il mito dalla verità storica.  Abbiamo dovuto assistere alle crociate contro Renzo de Felice ,uno dei maggiori storici italiani del secondo ‘900,a cui certe gazzarre impedirono persino di far lezione. Massimo e finora insuperato storico del fascismo, de Felice venne accusato di aver “sdoganato il fascismo”, ignorando il fatto che i suoi tomi, scritti a volte in modo contorto ,erano letti da pochissimi studiosi e che neppure le sue interviste erano oggetto di vasto interesse. Solo Rosario Romeo,il grande storico di Cavour, difese De Felice  a viso aperto ,anche rispetto alle congiure tramate contro di lui dal mondo accademico.
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Oggi con il progetto di legge dell’On. Fiano sembra che si stia tornando indietro di decenni. La democrazia necessita, per potersi esprimere della più assoluta libertà di opinione. Anche la ricerca storica necessita di questa libertà perché l’ipotesi di risolvere i problemi storici in tribunale è cosa totalmente assurda. In Germania e in Francia ci hanno provato con esiti allucinanti.  Le opinioni non sono reati. Il revisionismo storico nel quale io non mi colloco, non è un reato. Potrebbe esserlo il negazionismo, ma tra revisionismo e negazionismo va fatta una distinzione netta. Dino Cofrancesco sosteneva giustamente che bisogna distinguere tra peccato e reato, in difesa della laicità dello Stato. Commettere atti impuri in passato (oggi il giudizio è sospeso e non si parla neppure più della fornicazione) era considerato un grave peccato, ma certo non poteva essere considerato un reato. Infrangere il vincolo indissolubile del sacramento del matrimonio era (o è?) un peccato, ma la legge Fortuna -Baslini ha consentito ai cittadini  italiani di sciogliere il matrimonio naufragato senza ricorrere a sotterfugi. Ma la laicità non è solo questione di rapporti tra stato e chiesa, è anche un modo di approcciarsi alla realtà. Un modo di leggere ,quasi dissacrare, le stesse ideologie,rifiutando i  pregiudizi dottrinari, diceva il liberale Zanone. Se si vede il discorso in modo laico, appare più che accettabile,ad esempio, il rifiuto del Movimento grillino che si è riscoperto in questa occasione, sorprendentemente, persino liberale. Le dichiarazioni  della presidenta della Camera Boldrini che avrebbe il dovere di tacere su un disegno di legge in discussione alla Camera, rivelano invece uno spirito settario che fa pensare alla famosa frase di Flaiano. Forse oggi in Italia i pericoli, senza sottovalutare assolutamente Casa Pound, sono il populismo e l’estremismo islamico che insanguina l’Europa. Riconfermando più che mai i valori dell’antifascismo che ho appreso alla scuola di Garosci e Galante Garrone, non mi sento tuttavia di approvare il ddl Fiano. In passato vennero ammesse persino delle liste elettorali che contenevano la parola fascismo senza particolari problemi.  Una democrazia che ricorre a leggi speciali rivela la sua debolezza. Non è con le leggi che si contrasta la propaganda avversaria, ma con la mobilitazione sul piano delle idee.  Andare oltre la legge Scelba , ad oltre 70 anni dalla caduta del regime , appare un gesto politico che magari centra l’obiettivo di ricostruire una certa verginità politica di sinistra al PD renziano, ma non risulta utile ai fini di affermare i valori intramontabili della tolleranza. Anche andando oltre Popper. La tolleranza di Voltaire che dopo due secoli è diventata rispetto per tutti, anche per  quelli di casa Pound che ci disgustano e ci preoccupano come democratici come liberali, anzi direi come cittadini. Casa Pound si richiama ad un poeta che alcuni considerano grande e che a me è  sempre apparso molto oscuro. Il fatto di aver simpatizzato con il fascismo gli costò carissimo proprio per iniziativa dei suoi compatrioti americani che lo dileggiarono. Ma essere stato vicino a Mussolini anche durante la repubblica di Salò non poteva non avere dei costi, anche per un poeta che diventò , di fatto ,un propagandista del regime nazifascista. Questo andrebbe ricordato e documentato per evidenziare l’assurdo del fatto di  richiamarsi a Pound in un contesto storico in cui egli appare un sopravvissuto del tutto inattuale che va rifiutato per le sue idee spesso confuse e pasticciate, oltre che non condivisibili. Liberato dagli americani stava lunghi periodi a Rapallo e io ho conosciuto persone che hanno intrattenuto con lui dei rapporti. Certo non era il “fascista libertario” di cui qualcuno ha scritto, ma semmai un vecchietto  deluso, ormai al tramonto. Qualche masnada di  ragazzetti esagitati in piazza non potranno né oggi né mai mettere in pericolo istituzioni che hanno garantito la libertà a tutti per tante decine d’anni. Non riduciamo un problema serio com’è quello delle istituzioni democratiche, a terreno di scontro a colpi di battute semplicistiche che non aiutano ad uscire dalla palude in cui siamo. Per uscirne occorrono idee che pare manchino assolutamente. Se possibile, idee nuove , capaci di guardare avanti e non indietro.

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Se poi si pensa di perseguire anche il venditore di souvenirs nostalgici a Predappio  e dintorni, si rischia di cadere in casi di  comicità involontaria. Producono del vino con l’etichetta  che riproduce il volto di Mussolini e che si trova persino nei grill autostradali. A Predappio prospera il commercio di certa paccottiglia, ma la tomba al cimitero e’ piena di ragnatele e quasi in stato di abbandono. Un contrasto da non sottovalutare. Il ddl Fiano ha già messo in allerta persino i collezionisti di francobolli, perché certe emissioni celebrative del ventennale della marcia su Roma  o dell’impero sui colli fatali di Roma potrebbero, a detta dei filatelici, non essere più commerciabili. Un’autentica idiozia.  Ci pensino i legislatori prima di votare perché alcuni aspetti del ddl sono addirittura grotteschi.  La storia, bella, brutta, bruttissima, indecente e’ sempre storia e nessuna legge può cancellarla. E’ compito degli storici, e non dei politici  ,quello di scriverla e di farla conoscere, partendo ,in primis, dalle scuole dove crescono dei giovani piuttosto ignari, malgrado la presenza di plotoni di docenti antifascisti ,oggi forse  più preoccupati del loro punteggio che della loro funzione educativa.

 

quaglieni@gmail.com

Da Beethoven a Glanert nei concerti del Regio

Una stagione caratterizzata da grandi direttori e solisti di fama internazionale sarà quella della Stagione sinfonico-corale del teatro Regio di Torino 2017-18, che affiancherà e completerà quella lirica e di balletto. Per un totale di tredici appuntamenti, si tratta di un’offerta   comprendente concerti, sinfonie, musica da film, poemi sinfonici, Lieder, un oratorio e una prima italiana, tra cui il Concerto doppio per due pianoforti e orchestra di Detlev Glanert e il nuovo spettacolo di Marco Paolini e Mario Brunello. L’apertura della stagione concertistica sarà affidata al maestro Gianandrea Noseda, sabato 21 ottobre prossimo, sul podio dell’Orchestra del teatro Regio, con in programma la Sinfonia n. 9 in re maggiore di Gustavo Mahler. Si tratta di una partitura imponente, quasi un denso romanzo che contiene un mondo spirituale in sé compiuto, di cui il primo movimento fu definito dall’amico del compositore, Alban Berg, “la cosa più bella che Mahler abbia scritto, l’espressione di un amore inaudito per questa terra”. La Sinfonia n. 9 è la più complessa e trascendentale tra quelle scritte dal compositore boemo. Il 13 novembre sarà la volta della musica del Novecento e il tema quello caro all’Orchestra del teatro Regio, quello dei compositori americani nella storia della musica. In programma ” Un americano a Parigi” di George Gershwin, composto durante il suo soggiorno europeo nel 1928. A dirigere la Filarmonica del teatro Regio il maestro Donato Renzetti. Sabato 25 novembre Marek Janowski, al suo debutto al Regio di Torino, dirigerà l’Orchestra in un programma dedicato all’anima più profonda del Romanticismo tedesco. Di Richard Wagner verranno presentati alcuni estratti sinfonici tratti da “I maestri cantori di Norimberga”, il Preludio all’opera e quello al terzo atto, capaci di esprimere lo spirito sacro dell’arte tedesca,   elemento di coesione nazionale e Weltanshaung dell’opera wagneriana. Sempre di Wagner verrà proposto l’Idillio di Sigfrido, una pagina delicata e commovente che il compositore regalò alla moglie Cosima nell’anno del loro matrimonio. A Wagner verrà accostato Robert Schumann, anima romantica tormentata, di cui sarà eseguita la Sinfonia n. 4.

 

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Il 18 dicembre Timothy Brock dirigerà la Filarmonica nell’esecuzione delle musiche della “Febbre dell’oro” di Charlie Chaplin, uscito come film muto nel 1925, e dallo stesso Chaplin riadattato nel 1942, inserendo una traccia orchestrale e la propria voce come commento sonoro, in sostituzione delle didascalie. Bernstein e Dvorak costituiranno il programma del concerto prenatalizio del 22 dicembre, con Pinchas Steinberg sul podio dell’Orchestra e Coro del teatro Regio. Di Bernstein verrà presentata l’ Ouverture del Candide, operetta scritta nel 1956 con debutto a Broadway, seguita dai “Chichester Psalms”. Di Dvorak verrà eseguita la celeberrima Sinfonia n. 9 “Dal nuovo mondo”. Un programma a sorpresa sarà, invece, quello che il maestro Gianandrea Noseda riserverà al pubblico nel concerto del 22 gennaio 2018, realizzato con il contributo della Fondazione Crt. Strauss sarà il protagonista del concerto in programma il 23 febbraio, diretto sempre dal maestro Noseda, con l’esecuzione delle pagine “Aus italian” e “Don Quixote”, entrambe partiture di elevato virtuosismo da parte dell’orchestra. Gianluca Cascioli e Enrico Pace saranno i pianisti solisti del concerto in programma il 28 febbraio 2018, diretto dal maestro tedesco Karl-Heinz Steffens. Sarà l’occasione per la prima esecuzione italiana del Concerto doppio per due pianoforti e orchestra di Detlev Glanert compositore tedesco classe 1960. Venerdì 30 marzo sarà la volta di un nuovo appuntamento del progetto Mahler, con in programma i suoi Kindertotenlieder e la Sinfonia n.5.

 

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Il 5 aprile a dirigere l’orchestra sarà il maestro Sergey Galaktionov; verranno eseguite le Due invenzioni per archi di Bruno Bettinelli del 1939, il Concerto in re minore per violino e orchestra di Mendelssohn Bartholdy e, a conclusione, il Quartetto n. 14 intitolato ” La morte e la fanciulla” di Schubert, trascritto per orchestra da Mahler. Brahms e Schubert saranno i compositori le cui musiche risuoneranno nel concerto del 27 aprile, con l’atteso ritorno del maestro Michele Mariotti. A conclusione domenica 20 maggio verrà eseguito l’ Elias, composto da Mendelssohn Bartholdy, per la direzione di Pinchas Steinberg, e il 25 e 26 maggio andrà in scena un atteso appuntamento, con il ritorno al Teatro Regio di Marco Paolini e Mario Brunello in un nuovo spettacolo intitolato “#Antropocene”, con la partecipazione anche del rape Frankie hi-nrg-mc. Paolini sarà la voce narrante e Mario Brunello direttore d’orchestra e violoncello solista, in una serata di teatro di narrazione, che vuole essere un viaggio sull’evoluzione umana in ambito tecnologico, indagando il rapporto tra uomo e natura.

 

Mara Martellotta

AL POLI LE IDEE DI 600 INNOVATORI DA TUTTO IL MONDO DIVENTANO REALTA’ D’IMPRESA

Ospitato dal Politecnico di Torino e alla sua seconda edizione italiana questo “StartUp Accelerator” porterà a 100 nuove idee di impresa

 

Trasformare un’idea in un’impresa innovativa in tre settimane, con il supporto dei maggiori esperti delle più importanti università e aziende tecnologiche internazionali, sotto la stretta osservazione di rappresentanti di Venture capital e Fondi di investimento.

È l’obiettivo dei 600 partecipanti a EIA Turin 2017, la European Innovation Academy ospitata dal Politecnico di Torino dal 10 al 28 luglio alla sua seconda edizione italiana. Grazie a un accordo siglato tra il Politecnico ed EIA e al coinvolgimento di tutto il sistema territoriale cittadino e regionale, dal 2016 Torino è infatti la sede di questo StartUp Extreme Accelerator di grande prestigio internazionale. EIA Turin 2017 ha ricevuto il supporto di FCA e Intesa Sanpaolo ed è stata accolta con entusiasmo dalla Città, dall’Università degli Studi di Torino e dal mondo delle imprese, degli incubatori e della formazione, con il sostegno, in particolare, della Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Torino.

Per venti giorni gli spazi del Lingotto del Politecnico di Torino si trasformeranno in un laboratorio creativo dove si confronteranno giovani di talento di tutto il mondo: ingegneri, studenti di marketing ed economia, provenienti dalle più prestigiose università del mondo, ma anche persone che già lavorano in azienda e vogliono sfruttare l’occasione dell’Academy per “accelerare” l’innovazione. Gli innovatori di EIA incontreranno mentor e investitori provenienti dalla Silicon Valley e dal territorio regionale e nazionale: nomi di primo piano del mondo universitario e imprenditoriale che metteranno a disposizione la loro esperienza come strumento e leva per la promozione dell’imprenditorialità a base tecnologica. Fra i mentor coinvolti ci sono Ravi Belani (Alchemist, Stanford University), Ken Singer (UC Berkeley), Martin Omander (Google), Danny Lange (Unity), Klaus Busse (FCA).

I partecipanti all’Academy provengono dalle migliori università internazionali: UC Berkeley, Tsinghua University, Utc Sorbonne Paris, University of Texas a Austin; numerosa anche la rappresentanza torinese, con 50 studenti del Politecnico di Torino su tutti i livelli di studio e ragazzi provenienti da Università di Torino, Università di Trento, SAFM – Scuola di Alta Formazione al Management e IUSTO.

EIA porterà a Torino le metodologie nate nella Silicon Valley per trasformare idee e tecnologie in start up, attraverso mentoring e tutoraggio imprenditoriale. I partecipanti, suddivisi in piccoli gruppi multidisciplinari, dovranno sviluppare un business partendo da un’idea iniziale. Nella prima settimana i giovani innovatori individueranno l’idea e i prodotti, nella seconda sarà creato il prodotto di base e nella terza sarà effettuato il test di mercato per verificarne l’appetibilità per i consumatori. Gli studenti saranno quotidianamente monitorati e supportati dagli esperti di settore. Al mattino si terranno gli incontri con i mentor, invece il pomeriggio sarà dedicato al lavoro di gruppo.

Gli ambiti su cui si lavorerà sono mobility, food e design: tre grandi filoni, che rappresentano esempi dell’eccellenza della cultura imprenditoriale italiana, all’interno dei quali dovranno rientrare i progetti selezionati come idee da trasformare in impresa. Ambiti che siamo abituati a considerare come molto legati alla tradizione, ma che in realtà hanno un grande potenziale di innovazione. Le migliori idee sviluppate durante l’evento saranno finanziate da Venture Capitalist internazionali e sostenute nell’ingresso sul mercato.

Ma EIA è un’opportunità anche per le aziende. Grazie ad un accordo siglato con la Camera di commercio di Torino, nell’ambito delle attività di Alps Enterprise Europe Network, sono due le opportunità offerte alle imprese piemontesi nell’edizione di quest’anno:

–      la partecipazione gratuita per 50 manager di aziende innovative già strutturate, con più di 6 anni di attività, ad una giornata di alta formazione, l’Executive Innovation Day, in programma il 14 luglio

–      l’accesso gratuito a 5 start up (ciascuna con 3 partecipanti) a tre sessioni nell’ambito del programma di Keynote Session.

Ottima la risposta a queste proposte da parte delle aziende locali, con la partecipazione di realtà di altissimo livello, con competenze innovative e high tech applicate in diversi settori (automotive, ambiente, chimica, energia, aerospazio, logistica, biometria, data management, ecc.). Le imprese ammesse sono state selezionate dalla Camera di commercio e dagli stessi esperti di EIA sulla base di diversi criteri, come il tasso di innovazione, il potenziale di crescita, il possesso di brevetti o prodotti high tech fortemente innovativi, la propensione all’internazionalizzazione, l’aggiudicazione di bandi europei.

(foto: il Torinese)

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Il Presidente di EIA Alar Kolk ha commentato: “Europe can grow only through innovation, it’s our duty to experiment with unique ideas to restructure our economies. EIA accelerator provides unprecedented opportunity to anyone who is willing to take the challenge to change the world and bring new products and services to global market in record 15 days. Make no mistake, it’s gonna be hard – many failures on road. The journey will test our brightest minds and willingness to build the future”.

“Poter ospitare per la seconda volta nel nostro campus un evento così prestigioso come la European Innovation Academy è una grande opportunità per accrescere ulteriormente la nostra capacità di proporre innovazione e di creare impresa, dando una dimensione nuova alla modalità classica con la quale questi temi si affrontano in un’università. Riteniamo, quindi, che si tratti di un’ottima occasione per i nostri studenti, ma anche per l’intero sistema territoriale, qualificando Torino come una realtà di primo piano a livello internazionale per lo sviluppo dell’imprenditorialità e del trasferimento tecnologico”, ha aggiunto il Rettore del Politecnico Marco Gilli.

“Siamo molto felici di essere Partner di questa iniziativa. Il nostro Gruppo sta ormai da tempo percorrendo una strada che guarda all’innovazione: multicanalità, digitalizzazione, big data, oltre all’Innovation Center creato qui a Torino. Crediamo fermamente che uno dei modi per rispondere alle nuove sfide a livello globale, sia quello di favorire una relazione virtuosa tra il mondo accademico e quello produttivo. È necessario porre le condizioni affinché le nuove generazioni possano sviluppare le loro idee e  mettere a disposizione del mercato le loro capacità innovative. Per questo motivo, oltre ad appoggiare iniziative come questa, abbiamo avviato ormai da anni un programma per favorire la nascita di Start up e supportare le imprese nell’esplorazione di tecnologie e nuove soluzioni”, ha commentato Enrico Bagnasco, responsabile Direzione Sistemi Informativi Intesa Sanpaolo.

“Fiat Chrysler Automobiles – ha spiegato Gilberto Ceresa, responsabile dell’Information & Communication Technologies per le regioni EMEA e LATAM di FCA – ha deciso di collaborare con la ‘European Innovation Academy’ anche per questa seconda edizione 2017 perché riteniamo che lo sviluppo di un ecosistema innovativo (che la European Innovation Academy può favorire) rappresenti una bella opportunità per l’evoluzione di alcune competenze e professionalità di cui l’industria Automotive ha bisogno. In particolare, l’evoluzione del concetto di Mobility e l’Industry 4.0, che in FCA rappresentano ormai delle realtà tecnologiche in parte consolidate, possono essere temi di stimolo all’imprenditorialità e allo sviluppo di nuove idee e soluzioni”.

“Come Camera di commercio di Torino sfruttiamo la presenza di EIA a Torino per offrire opportunità concrete in particolare alle nostre aziende – ha aggiunto Vincenzo Ilotte, Presidente dell’ente camerale torinese – Rispetto all’anno scorso, poi, abbiamo voluto aggiungere un tassello in più: oltre alla partecipazione gratuita alle keynote sessions offerta a 5 start up, in questa edizione, con l’Executive Innovation Day, abbiamo voluto proporre un appuntamento nuovo espressamente dedicato alle aziende già strutturate, con almeno 6 anni di attività alle spalle, che vivono il delicato passaggio di consolidamento e di crescita della propria idea innovativa. L’obiettivo per noi è che queste pmi, pur essendo già strutturate, imparino ad innovare con la stessa velocità delle start up e che accelerino così anche la propria crescita sui mercati internazionali”.

 

Luci e ombre della proposta di uscita dall’Euro

In questi giorni si è riaccesa la diatriba tra il ritorno ai parametri di Maastricht e la proposta di uscita dall’Euro anche perché lo scontro politico si è riacceso dopo le recenti comunali e di conseguenza ha alzato l’attenzione sulle proposte economico-finanziarie dei vari schieramenti, in particolar modo quelli del Pd e della Lega Nord.

Forse già in troppi hanno commentato gli scenari futuri possibili e hanno proposto le previsioni più azzardate tra filoeuropeisti e antieuropeisti anche nella logica di quanto sta avvenendo nel Regno Unito con il fenomeno “Brexit” dai contorni non ancora così nitidi, nonostante il referendum popolare inglese non sia così recente, segno che il fenomeno democratico sia ancora tutto non solo da sancire quanto da applicare.

Orbene le formule matematiche hanno dimostrato in economia tutti i propri limiti e i “tecnici” non hanno brillato né per consenso presso la pubblica opinione né nei risultati in concreto: la famigerata “spending review ” ha distrutto un tessuto sociale ben definito di piccole e medie imprese e lasciato sul campo di battaglia agonizzanti milioni di partite IVA condannate a estinguersi tra mille sofferenze e allo stesso tempo non ha sanato un malato tumorale quale lo Stato che, per sopravvivere, si è nutrito delle cellule sane, i cosiddetti “lavoratori”.

L’ “austerity” intesa quale politica finanziaria ed economica non ha minimamente intaccato le salde impalcature del clientelismo istituzionale nel suo complesso, ma ha logorato unicamente la capacità di tanti piccoli Comuni di effettuare quei modesti ma diffusissimi investimenti a salvaguardia del territorio, ormai allo stato brado ovunque, impedendo quel volano così importante per le numerose imprese di costruzione edile in genere composte da pochi addetti con un peso specifico nella propria totalità non di poco conto.

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L’incapacità di produrre risultati concreti ha fatto sì quindi che i partiti di Governo o in generale quelli europeisti così tanto garantiti da Napolitano prima e da Mattarella oggi abbiano perso negli ormai nove anni di crisi milioni di elettori o che se da un lato hanno optato per i Cinque Stelle o i Leghisti dall’altro si sono disinteressati al recente voto destando non poco sgomento tra i famosi e autorevoli sostenitori del modello democratico in termini di partecipazione e rappresentanza. Che dire sui pettegolezzi autorevoli su famigerati accordi tra Renzi e la Unione Europea nel negoziare flessibilità di bilancio in deroga ai parametri di Maastricht in cambio della “disponibilità” italiana a ospitare i “rifugiati” provenienti da mezza Africa che i nostri cari padri latini non avrebbero esitato a chiamare barbari?

Dall’altra sponda la demagogia impazza rimpiangendo la cara e vecchia Lira o meglio le funeste “svalutazioni competitive” che per chi non lo ricordasse negli anni 80’ hanno portato al fallimento o al commissariamento di tante Signore Aziende italiane così strutturalmente sbilanciate in dollari nell’imprescindibile approvvigionamento delle materie prime dall’estero. Che peso specifico avrebbe la Nostra Lira nello scenario europeo e mondiale? Da quale risorse sarebbe tutelata? Riserve auree o petrolifere?

La nostra ricchezza è il Lavoro, parola troppo strumentalizzata nelle sigle, negli slogan, nelle Leggi e sempre più distante dal suo etimo più naturale. Perché i massmedia e soprattutto i politici e i cronisti economici non affrontano mai il tema degli investimenti, o meglio del crollo del 30% che essi hanno subito dal 2008 a oggi? Se nessuno, sottolineo italiano o straniero che sia, crede più in questa Nazione un motivo ci sarà!

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Se la preservazione della classe politica e della struttura istituzionale italiana nel suo insieme non deriva più dalla competenza, dalla professionalità e dalla trasparenza per non scomodare il tanto citato “consenso”, ma dal varo continuo di norme burocratiche indecifrabili, lontane da elementi concreti, ma sempre più tendenti al sofismo di coloro che le interpretano chiaramente a loro uso e consumo, la propensione degli operatori di mercato inevitabilmente sparisce, disincentivata dalla concreta quanto mai oggettiva impossibilità a ipotizzare qualunque forma di ritorno sull’investimento che, ripeto, non è tutelato nei fatti in alcun modo.

A pochi giorni dalla scomparsa di Paolo Villaggio e del suo genio satirico teatrale nel celebrare un’Italia abitata fondamentalmente da antieroi, così impegnati reciprocamente ognuno per i mezzi e le capacità che possiede, proporzionalmente nel vivere alle spalle del prossimo, mossi da un egoismo miope e parassitario incurante delle sorti dell’azienda o meglio del Paese, che senso ha parlare di politiche economiche se non si rimette al centro il vero problema: la mentalità e il ruolo di questo leviatano chiamato Stato. Allora invito tutti a parlare meno di Euro e di Lira, di formule alchemiche finanziarie e a riportare maggior attenzione sul principale problema che abbiamo oggi: il sistema Paese.

E’ inutile, quindi, strapparsi le vesti dietro a ideologie finanziarie: fino a quando non si interverrà con un’intelligente mannaia per recidere tutte quelle sacche di privilegio e di parassitismo vero o improprio derivante anche da accordi taciti da referenti istituzionali o di chi se lo è arrogato attraverso forme improprie di usucapione, nessun operatore di mercato con un briciolo di intelligenza, nemmeno il più temerario, accetterà di sacrificare quel tanto o quel poco che ha per finanziare la propria naturale propensione alla scalata sociale, impedendo pertanto a l’unica e vera “mano invisibile”, manovrata non da Governi o forze occulte ma da milioni di Cittadini uniti nei loro sforzi da quello slancio vitale che connota il genere umano verso la Libertà e il Benessere.

Carlo Carpi

 

L’uomo che ha speronato la moto e causato la morte della ragazza: “Io l’ho fatta e io la pago”

“Io l’ho fatta e  io la pago”: così si è sfogato  subito dopo l’incidente, Maurizio De Giulio, il 50enne di Nichelino che ieri, sulla  strada statale 24  in Valle di Susa, ha inseguito e speronato con il suo van, dopo un litigio,  due ragazzi a bordo di una moto Ktm. E’ morta la giovane 27enne ed è gravissimo il fidanzato 29enne. L’uomo è nel carcere ‘Lorusso e Cotugno’ con l’accusa di omicidio stradale. Ieri era alla guida di un furgone Ford Transit, con la compagna e la figlia di lei. Forse una mancata precedenza è stata la causa della lite. Il suo legale dice che l’assistito è disperato ed è scoppiato a piangere quando ha saputo della morte della ragazza.