redazione il torinese

Condanna esemplare al piromane. Il plauso di Legambiente: “Indagini meticolose”

Parte civile al processo che ha portato alla condanna in primo grado a 5 anni e 4 mesi per incendio doloso

 

Una condanna esemplare resa possibile grazie alle meticolose indagini dell’ex Corpo Forestale di Biella, oggi Arma dei Carabinieri. E’ quella a 5 anni e 4 mesi per Franco Machetto, pastore quarantacinquenne accusato di aver mandato in fumo più di mille ettari di bosco nei comuni biellesi di Trivero, Portula e Coggiola provocando danni inestimabili dal punto di vista ambientale e spese per quasi un milione di euro. Il piromane si rese protagonista di vari incendi dolosi in Valsessera tra fine novembre e inizio dicembre 2015.

 

“Ci auguriamo che questa sentenza, frutto dello straordinario lavoro di indagine dell’ex Corpo Forestale di Biella, serva da monito agli ecocriminali che in queste settimane stanno distruggendo migliaia di ettari di bosco in tutta la Penisola –dichiarano Stefano Ciafani e Fabio Dovana, rispettivamente direttore generale di Legambiente e presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Per prevenire gli incendi resta comunque di prioritaria importanza la cura e tutela del territorio e delle aree boschive da parte degli Enti locali, attraverso lo studio e la predisposizione di misure di mitigazione del rischio, così come è fondamentale rafforzare le attività di controllo e di avvistamento per garantire interventi tempestivi in caso di emergenza”.

 

Per Legambiente, costituitasi parte civile nel processo contro il piromane della Valsessera, nella prevenzione e la lotta agli incendi boschivi è fondamentale che si definisca al più presto una politica di adattamento ai cambiamenti climatici, attraverso adeguate politiche forestali. Occorre poi rafforzare il sistema dei controlli e degli interventi delle Forze dell’ordine nei confronti dei criminali che appiccano gli incendi.  Oggi, oltre il delitto di incendio doloso di cui all’art. art.423 bis del codice penale, si può e si deve applicare la legge sugli ecoreati (la n.68/2015) e in particolare il reato di disastro ambientale secondo quanto previsto dall’art. 452 quater del codice penale, uno dei nuovi delitti introdotti dalla legge, che usa la mano dura contro chi attenta alla salubrità degli ecosistemi, incrementando le pene fino a 15 anni di reclusione più le aggravanti. Legge che, a due anni dall’entrata in vigore, sta dando i risultati sperati. Secondo i numeri elaborati dall’associazione ambientalista nel 2016 la legge 68/2015 ha consentito di sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro e di sanzionare 574 ecoreati -più di uno e mezzo al giorno- di cui 173 hanno riguardato specificamente i nuovi delitti (30% del totale).

 

Superga, i 300 anni della Real Basilica

Alla basilica di Superga sabato e domenica si è celebrata la ricorrenza del 300° Anniversario della posa della prima pietra della Real Basilica

Tra gli appuntamenti il convegno con il  coordinamento di Valerio Corino, di taglio storico-artistico, e con lo sguardo rivolto alla tutela e alla conservazione dello straordinario monumento torinese. Un altro  storico, col coordinamento di Giovanni Seia e interventi di Franco Cravarezza, Ugo d’Atri, Giancarlo Melano, Piergiuseppe Menietti e Gustavo Mola di Nomaglio. Si sono inoltre tenute le visite ai sepolcri sabaudi, la presentazione della medaglia commemorativa (certamente destinata a divenire oggetto di collezionismo) e la deposizione di una corona d’alloro al monumento di Re Umberto I.

LA STORIA

“300° Anniversario della posa della prima pietra della Real Basilica di Superga” Torino 1706. La città viene invasa dall’esercito Franco-Spagnolo di Luigi XIV e le milizie piemontesi, insieme alle truppe alleate austriache, si trovano in difficoltà. Il Duca Vittorio Amedeo II e il Principe Eugenio di Savoia Soissons, che guidano l’esercito locale, salgono sul colle di Superga per osservare dall’alto il campo di battaglia. In una piccola chiesa sul colle, davanti alla Statua della Madonna delle Grazie, il Duca e il Principe fanno un voto: se avessero vinto, avrebbero fatto costruire in quello stesso posto una grande chiesa in onore della Vergine. Dopo una dura battaglia l’esercito nemico viene sconfitto e la città liberata. Il Duca Vittorio Amedeo II fa fede al suo impegno, affidando la costruzione del Santuario all’architetto di Corte, Filippo Juvarra. Il 20 Luglio 1717 è posta la prima pietra, mentre l’ inaugurazione avviene quattordici anni dopo, nel 1731.

 

(foto: Valerio Minato)

 

Mamma, papà, figlio e figlia tutti ladri al supermarket

In soli quaranta minuti  erano riusciti a mettere a segno tre colpi a Ivrea e nel circondario. Si tratta di  un italiano di 46 anni e una dominicana di 45 anni che sono stati arrestati dalla polizia. Invece la figlia diciottenne è stata denunciata per la collaborazione ai furti ai quali partecipava anche un altro figlio, che non ha ancora quattordici anni. Nell’ultimo supermercato visitato dalla famiglia sono intervenuti gli agenti, che avevano ricevuto alcune segnalazioni. La polizia ha recuperato più di 40 tranci di formaggio sottovuoto, per un valore  500 euro.

World Games, oro e record del mondo per Jacopo Musso

Stabilire un record del mondo è sempre una grande impresa; farlo nella gara più importante della stagione e (finora) della carriera è qualcosa di straordinario. È accaduto a Jacopo Musso che  a Breslavia (Polonia) nella seconda e ultima giornata dei World Games dedicata alle gare di nuoto per salvamento ha vinto i 100 manichino pinne e torpedo con il nuovo primato mondiale di 49”02. Il precedente record di 49”61 già apparteneva a Jacopo, classe 1993 della Rari Nantes Torino, stabilito l’11 giugno agli Assoluti di Riccione. Si tratta del secondo titolo per il nuotatore torinese, ieri primo nei 100 manichino pinne. Oggi ha preceduto sul podio il tedesco Kevin Lehr e l’australiano Samuel Bell.

E a conclusione di un’edizione indimenticabile dei World Games Jacopo Musso è tornato sul primo gradino del podio con la staffetta 4×50 mista azzurra, insieme a Andrea Vittorio Piroddi e agli altri piemontesi Sasha Andrea Bartolo e Federico Gilardi. Federico, classe 1991, anch’egli tesserato per la Rari Nantes Torino, ieri vincitore di due argenti nei 200 ostacoli e nei 200 super lifesaver; Sasha, classe 1994, tesserato per lo Swimming Club Alessandria. Il quartetto azzurro ha concluso in 1’27”85, migliorando di oltre un secondo il record dei Campionati, stabilito dalla Francia quattro anni fa a Cali.

La seconda giornata di gare a Breslavia ha regalato un’altra medaglia individuale al Piemonte, sul terzo gradino del podio con Cristina Leanza nei 50 manichino. Cristina, classe 1988 dell’Aquatica Torino ha nuotato in 36”29 e si è piazzata alle spalle della cinese Wu Huimin e dell’australiana Mariah Jones. Quarto nella stessa specialità Sasha Andrea Bartolo, in 29”82 e a 20 centesimi dal podio composto dai tedeschi Danny Wieck e Joshua Pering e dall’australiano Danny Woodward.

Si è fermata ai piedi del podio – per soli 9 centesimi – anche la 4×50 mista femminile composta da Cristina Leanza, dall’altra torinese Laura Pranzo, da Silvia Meschiari e Federica Volpini. 1’42”69 il tempo del quartetto azzurro, preceduto da Germania, Australia e dalle padrone di casa della Polonia. Quarta anche la 4×25 manichino azzurra, analoga a quella già citata con l’unico “scambio” tra Laura Pranzo e Serena Nigris. In questo caso davanti alle ragazze italiane si sono piazzate Belgio, Cina e Germania.

Sesta nell’analoga staffetta la formazione maschile con Sasha Andrea Bartolo, Federico Gilardi, Jacopo Musso e Daniele Sanna; 1’08”70 il tempo del team azzurro. Da segnalare, infine, il quinto posto di Laura Pranzo nei 100 manichino pinne e torpedo; Laura, classe 1995 del Centro Nuoto Nichelino, ha chiuso in 1’01”45 in una finale di altissimo livello, vinta dalla transalpina Justine Weyders (57”18) con il nuovo record del mondo davanti all’altra azzurra Federica Volpini (57”94).

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Casa Pound – Sindaca di Venezia ? – Un libro che pretese di cambiare la scuola – Arrigo Cipriani controcorrente – Alassio luglio 2017 

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Casa Pound 
A riguardo di casa Pound vorrei ricordare-nessuno lo ha fatto – che la destra rispetta in primis i valori della Patria e che richiamarsi a  Ezra Pound significa riferirsi ad un traditore della sua patria americana contro cui si espresse in trasmissioni radiofoniche da lui condotte anche negli anni della Rsi. I suoi compatrioti avrebbero dovuto condannarlo alla pena capitale prevista in tali casi,ma venne considerato matto e alla fine liberato.Identificarsi ,ad esempio, in Guido Pallotta,segretario del Guf di Torino  caduto nel deserto egiziano,avrebbe molto più senso. A Pallotta era dedicato il gruppo giovanile del MSI che era decisamente estremista e sempre pronto ad usare le mani.C’era una povertà culturale assoluta. Molti ragazzi erano figli di reduci o gerarchi repubblichini. Anche Tullio Abelli,malgrado l’età , era della stessa pasta dei giovani, per non dire di Martinat che veniva dal movimento giovanile Bisognerà attendere i più giovani per vedere un’evoluzione (o un’involuzione ?) dell’estremista di destra.

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Sindaca di Venezia ?
Il quasi novantenne Francesco Forte, successore di Einaudi nella cattedra di Scienze delle Finanze a Torino, socialista alla corte di Craxi come ministro e sottosegretario, ha scritto un interessante libro di memorie. Come sempre accade ai vegliardi ,si lascia andare ai ricordi più esagerati in cui protagonisti della storia non sono gli altri più importanti di lui, ma sé stesso.  In una intervista in cui ha presentato il nuovo libro che lui stesso definisce “un mattone”, quasi 500 pagine, dice che la Sindaco di Torino non è adatta a governare una città così complessa. Pensando di fare una battuta di spirito, pensa che potrebbe fare il sindaco di Venezia, forse senza considerare i problemi difficili che si trova davanti a sé quel sindaco. Ma soprattutto Venezia è città di cultura e la sindaca su quel terreno ha dato forse gli esiti peggiori perché dopo la cacciata di Patrizia Asproni la città in termini culturali si è addormentata nella decrescita , felice o infelice che sia.

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Un libro che pretese di cambiare la scuola
Ancora oggi la prof. Lidia De Federicis , già docente al liceo classico Gioberti ,un tempo il peggiore dei licei torinesi, poi via via cresciuto nelle classifiche non sempre in verità molto obiettive che vengono fatte,è considerata una grande donna torinese di scuola. Il suo libro “Il materiale e l’immaginario”,magari anche nato da splendide intuizioni, ha predominato nelle scuole torinesi. Anche la simpatia politica ha giocato un ruolo per le edizioni, essendoci in concorrenza solo il manuale di Asor Rosa con contenuti molto settari,ma una chiarezza espressiva esemplare. Il libro della De Federicis avrebbe contemplato un corso docente preparato e affinato alle tecniche pedagogiche dalla professoressa torinese. Invece finì nelle mani di molti allievi che non erano in grado di usarlo come libro di testo. Adesso il successo del  libro è tramontato, ma ci sono stati anni in cui quel libro ha egemonizzato la scuola torinese con esiti spesso non positivi al di là delle ottime intenzioni dell’autrice  che forse si illuse di poter cambiare la scuola.

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Arrigo Cipriani controcorrente
Sono amico di Arrigo Cirpriani , patron dell’harry’s Bar di Venezia, una sorta di nuovo Marco Polo che porta nel mondo il gusto e la cultura veneziani. Qualche anno fa ebbe il Premio Pannunzio, due anni fa ad Alassio il Premio Mario Soldati. Per il Premio Pannunzio andammo al “Cambio” di Torino e fu una grande delusione. Il maestro che è uomo elegante, non disse nulla del cibo, ma a Natale mi inviò un panettone di sua produzione,scrivendomi soltanto: assaggi la differenza. Quello che gli offrimmo era un po’ raffermo, incredibilmente raffermo. Cambiammo ristorante per il Premio dopo tanti anni .Mi spiacque, ma non fu possibile fare diversamente.  Oggi Cipriani governa un piccolo colosso con 400 cuochi e 26 ristoranti nel mondo. In una recente intervista ha dichiarato che “cucina italiana è diventata brutta copia di quella francese . Se la prende con Marchesi , Cracco, Cannavacciuolo,Bottura, Vissani,con i piatti rettangolari ,lunghi,storti e le forchette grosse e di forma strana. Esprime odio per i menu degustazione che obbliga a mangiare quello che vuole lo chef . E ovviamente denuncia l’anomalia di chef stellati che non stanno mai in cucina,ma sempre in televisione,anche a fare pubblicità di patatine e di acque minerali. Nessuno come Arrigo ha titolo per denunciare una situazione di degrado impastata a suprema arroganza. Io non vado dagli chef stellati. Li ho provati tempo addietro, ma non mi lascio fregare. C’era un modesto Combal alla frazione Malatrait di Almese ,lungo la strada del Colle del Lys. Si stava benissimo. Era lo stesso cuoco che poi si trasferì,lasciando lo stesso nome, a Rivoli. A Rivoli mi invitarono due volte.Pensavo di trovare la stessa persona,ma la mia era un’illusione. I cuochi stellati non sono più uomini normali. Posso dire che io rimpiango la vecchia trattoria iniziale? Semplice,con pochi piatti semplici e cucinati in maniera impeccabile. Cipriani una volta mi disse che era necessario riscoprire le antiche trattorie ancora rimaste incontaminate dal tempo. Forse non ci sono più anch’esse, neppure in provincia dove il precursore gastronomico per antonomasia Soldati individuava la salvezza rispetto alle città. Oggi anche in provincia, salvo poche eccezioni, si mangia male. Purtroppo. Alla fine io sto riscoprendo l’abitudine antica di mangiar a casa mia; andar fuori a cenare mi è sempre piaciuto molto,ma non accetto più di mangiar male e spesso anche di essere “derubato”.

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Alassio luglio 2017 
Alassio è la spiaggia dei torinesi. A far risorgere dopo la guerra il turismo alassino fu l’artista Mario Berrino,straordinario creatore di eventi e di cose durevoli come il Muretto. Ad Alassio siamo in piena stagione che, da alcuni anni, ha avuto un  forte rilancio con la politica del Sindaco Enzo Canepa, degno successore di Melgrati, dopo un parentesi infausta da dimenticare.  Canepa ha la fermezza necessaria  per fare di Alassio una città favorevole ai piaceri della vacanza o almeno alla spensieratezza a cui ha diritto chi ha lavorato tutto l’anno. Una delle sue prime preoccupazioni è la sicurezza,cercando di opporsi al turismo domenicale” mordi e fuggi”,anzi “crea casino e sporcizia “,insieme al sindaco di Laigueglia una cittadina in cui il centro storico è rinato a nuova vita.E’ stato tra i primi a rifiutarsi nell’accoglienza degli emigranti economici,anzi ha fatto pattugliare le spiagge per tutelare i turisti in vacanza rispetto alle processioni di “vu cumprà” che vendono oggetti  taroccati. Non ha fatto,sia chiaro,lo sceriffo,si è limitato a fare il suo dovere di Sindaco. Alassio deve restare la perla del Ponente e non può rischiare di essere appannata,pena un gravissimo danno di immagine ed economico. Una mia amica alassina ha scritto per il secondo anno,riferendosi ad Alassio, queste parole su Facebook  che danno un’idea di cosa sia la frenesia dell’estate ad Alassio, l’ubriacarsi di sole e di mare su una delle più belle spiagge italiane :”Toglietevi il trucco e i gioielli in spiaggia,tuffatevi con la testa sott’acqua,nuotate,camminate a piedi nudi sulla battigia, bevete vino vero,fumate, innamoratevi senza ragione,lasciate perdere calcoli e soldi.Dite “ti amo” comunque.Ridete.Donne,la vita è breve .Brevissima.Troppo breve per viverla impostate e guardinghe “. Forse le  non sarà possibile realizzare l’intero,ambizioso “programma”:i tempi dei flirt estivi di cui si è occupato recentemente  il “Corriere”, forse, sono finiti come quello dei mariti in città e delle mogli al mare,entrambi alla  ricerca di un’avventura.Riguardava altri tempi come il topless che furoreggiava ad Alassio come a St. Tropez.Oggi il topless è scomparso. L’estate 2017 passerà alla storia,si fa per dire, per il dibattito animato,malgrado il caldo, sui pantaloni corti o i bermuda che si potrebbero portare anche in città e addirittura in ufficio o alla riunioni. La questione l’aveva già risolta, a modo suo, l’ex prefetto di Torino Salerno che vent’anni fa passeggiava in pantaloni corti in via Roma. Personalmente non ritengo accettabile che ci si possa presentare in ufficio in calzoncini anche perché esiste l’aria condizionata. Certe regole,almeno in città ,vanno rispettate. Al mare è un’altra cosa,anche se il sindaco di Alassio è sempre con la giacca. Uno stile istituzionale che andrebbe salvaguardato anche d’estate.

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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Agosto 1917
Egregio professore,
io sono andato ad ascoltare il convegno sull’agosto 1917 al circolo de Amicis. Eravamo poche persone.I relatori erano tutti schierati,la figlia di Viglongo amico di Gramsci, mi è sembrata più distaccata.  Concordo con Lei nessuna lapide ai “cabinisti” dell’agosto 1917.Furono dei sabatori, dei rivoltosi colpevoli di alto tradimento. L’Italia era in guerra da due anni. Ha fatto bene a scriverlo con chiarezza.Non vorrei che qualche grillino fosse suggestionato dall’idea di porre rimedio all’oblio. Non sapevo ,e La ringrazio di averlo scritto, che i maggiori esponenti socialisti già allora andassero in vacanza,mentre gli operai godevano del giorno di ferragosto festivo. Grazie per la sua onestà intellettuale.

Fabrizio Musso

Io ho lasciato integra la sua lettera e quindi mi limito a ringraziarLa. Scrivere cose veritiere per uno storico non è un merito, ma un obbligo. Non così accade per molti giornalisti e tantissimi storici politicizzati.

PFQ

Dove arriveremo con l’immigrazione ? 
Caro Pier Franco,  ho letto la tua analisi sul dramma dell’immigrazione,  che  da laico liberale con vivo senso dello Stato , condivido pienamente  ; meglio non si poteva dire. Negli  anni scorsi , assistendo a cosa i governi stavano facendo mi chiedevo: ma questi capiscono dove arriveremo? Mi sembra che non lo abbiano ancora capito davvero. Purtroppo, avendo vissuto fino a diciassette anni in Africa, in Eritrea, (ho frequentato le scuole italiane all’estero e solo l’Università in Italia), e amando ancora moltissimo quella terra, il mio disagio è davvero  grande.                        

Giovanni Paolo Bonanno   Siracusa 

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Rispetto all’articolo del 21 luglio che ha suscitato ampio dibattito, aggiungerei che la situazione è esplosiva e minaccia la nostra stessa  convivenza civile, generando sentimenti xenofobi e razzistici che sono estranei alla nostra cultura. Pensi  chi ci governa ai disastri provocati e corra ai ripari!  

PFQ 

 

ANPAS: ASSISTENZA SANITARIA ALLA ROYAL ULTRA SKY MARATHON GRAN PARADISO

Diverse Pubbliche Assistenze Anpas, domenica 16 luglio, hanno garantito l’assistenza sanitaria alla Royal Ultra Sky Marathon Gran Paradiso, prima delle tre tappe delle Skyrunner World Series categoria Sky Extreme (International Skyrunning Federation). Sette colli fino ai 3000 metri di altezza e 55 chilometri di tracciato nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Quasi 400 concorrenti di 35 nazionalità diverse.

Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze ha messo a disposizione dell’organizzazione, attraverso le sue associazioni, i volontari soccorritori, tre ambulanze, di cui una con medico e infermiere a bordo, per interventi di soccorso avanzato e una tenda medica allestita a Ceresole Reale per dare supporto sanitario a corridori e pubblico.

Un impegnativo lavoro di squadra che ha visto coinvolti decine di volontari delle associazioni Anpas: Volontari del Soccorso di Ceresole e NoascaIvrea SoccorsoCroce Bianca del Canavese di Valperga e Anpas Sociale. Presenti anche i volontari del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico 12° delegazione Canavesana.

 

Andrea Tendola, Coordinamento Anpas Canavese: «Una prova di valore di un territorio e della sua gente per far conoscere il parco del Gran Paradiso. Siamo entusiasti di aver partecipato fornendo l’assistenza sanitaria alla manifestazione. Questa spettacolare edizione della Royal Sky Marathon si è conclusa, ma per i volontari del soccorso continua l’insostituibile impegno quotidiano a favore della popolazione».

 

L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta 79 associazioni di volontariato con 8 sezioni distaccate, 9.272 volontari (di cui 3.269 donne), 5.759 soci sostenitori, 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 440mila servizi con una percorrenza complessiva di oltre 14 milioni di chilometri utilizzando 394 autoambulanze, 157 automezzi per il trasporto disabili, 237 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile, 5 imbarcazioni e 7 unità cinofile. Anpas Piemonte è Agenzia Formativa ed Ente accreditato dalla Regione Piemonte per l’abilitazione all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno in ambito extra ospedaliero.

 

 

Centro sinistra, ma si vuole fare si’ o no?

di Giorgio Merlo

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Ma insomma, il centro sinistra puo’ ancora rinascere in questo paese? La domanda non e’ retorica ne’ peregrina perche’ nel momento in cui il centro destra ritorna in auge e il movimento 5 stelle, checche’ se ne dica, resiste malgrado la pessima prova che fornisce governando qua e la’ nelle citta’ italiane, il centro sinistra continua a dibattersi in un confronto fatto di veti personali, pregiudiziali ad personam, accuse reciproche e delegittimazioni politiche violente. Tutti sappiamo tutto, o perlomeno quasi tutto. Il Pd renziano rinnega alla radice la logica della coalizione, dell’alleanza di cento sinistra; non fa mistero nel respingere al mittente qualunque ricordo del’Ulivo e men che meno dell’Unione; relega quasi tutti i padri fondatori del Pd nel quadro dei ricordi d’annata, importanti purche’ restino definitivamente in panchina. Al contempo, il movimento di D’Alema e di Bersani individua nel Pd renziano, ma non in tutto il Pd, la causa di tutti i mali nel dare un futuro credibile al centro sinistra nel nostro paese. E cosi’ Sinistra italiana e gli altri frammenti della sinistra qua e la’ disseminati. Ma non la pensa cosi’, almeno pare, Giuliano Pisapia. Ora, se si pensa che alle prossime elezioni politiche si corre anche per vincere e non solo per vedere quanti consensi porta a casa il proprio partito, ci sono almeno 3 elementi da rispettare rigorosamente. Innanzitutto in Italia la politica e’ sempre stata “politica delle alleanze”. Sia con il sistema maggioritario e sia, a maggior ragione, con quello proporzionale. Rivendicare l’autosufficienza elettorale, richiamare la centralita’ del partito ed esaltare l’isolamento della propria formazione politica, piu’ che un atto di coraggio e’ un gesto che rasenta l’irresponsabilita’ e la retorica. Fuorche’ si vagheggi di ottenere consensi del tutto avulsi dalla realta’. Come quando Berlusconi sostiene che la sua Forza iItalia puo’ tranquillamente raggiungere il 30% o alcuni esponente renziani quando dicono che il Pd superera’ altrettanto tranquillamente la soglia del 40%. Appunto, sogni e favole che possono essere raccontate una volta alla settimana per evitare di cadere nel ridicolo. In secondo luogo il centro sinistra decolla, e si puo’ fare, solo se tutti i partiti e i movimenti che si riconoscono – bene o male – in questa prospettiva politica la perseguono realmente. E’, questa, la prospettiva di tutti questo soggetti? Ovviamente no. E qui, di conseguenza, arrivano i nodi da sciogliere definitivamente. Ecco perche’, terza ed ultima considerazione, adesso inesorabilmente dovranno emergere le vere intenzioni dei singoli partiti e movimenti di centro sinistra. Al di la’ delle rituali rassicurazioni o delle ovvie ripetizioni. E cioe’, prima del voto – se resta, come restera’, questo sistema elettorale – si dira’ pubblicamente e chiaramente da parte di tutti che si vuol costruire una coalizione di centro sinistra in vista del governo del paese? Ben sapendo che nessuna forza politica raggiungera’, da sola, il 40% dei consensi? Se la risposta a questa domanda sara’ condita e condizionata dai soliti ed ormai nauseanti veti personali o se, di risulta, prevarranno veti politici/personali su alcune formazioni politiche, non dobbiamo stupirci se la soluzione finale sara’ il ritorno dell’intramontabile consociativismo. Condito, questa volta con certezza, con l’immancabile trasformismo. Perche’ di questo si tratta, alla fine. Se il Pd e Renzi dovranno dire con chiarezza se escludono a priori un’alleanza con Berlusconi e Forza Italia, gli altri partiti dovranno altresi’ esprimersi se l’alleanza con il Pd renziano, perche’ di questo si tratta, la vogliono fare o meno. Tutto il resto e’ mera propaganda, tatticismo e posizionamento. Adesso conta la politica. O almeno quella che un tempo era la politica. Cioe’ pensiero, strategia e coerenza.

Cronaca di un disastro annunciato. Quanti errori quella notte in piazza San Carlo

Migliaia di bottiglie di vetro sarebbero passate dal parcheggio sotterraneo di piazza san Carlo, dove i venditori abusivi di birra si erano nascosti.  Un dato che emergerebbe dai lavori della commissione speciale di Palazzo Civico che per un mese ha esaminato la drammatica vicenda di piazza San Carlo dello scorso 3 giugno, ascoltando  una ventina di persone, compresa la sindaca Chiara Appendino e poi l‘ispettore dei vigili urbani in servizio, il capo di gabinetto Giordana, il referente dei volontari. della Protezione civile. Ora il segreto sugli atti è caduto e, come osserva “La Stampa” da “centinaia di pagine emergono lacune, omissioni, pericoli sottovalutati” che hanno provocato 1527 feriti e una vittima, Erika Pioletti, di 38 anni, schiacciata dalla massa in fuga. Dalla documentazione risulterebbe che per organizzare l’evento per la finale Juventus-Real Madrid si fecero solo tre riunioni, un terzo rispetto a quelle per l’organizzazione della festa di San Giovanni, un paio di settimane dopo. “Provvedere al più presto a un incisivo riordino della struttura organizzativa, nell’ambito della gestione degli eventi promossi dalla Città di Torino, e delle procedure legate all’incolumità dei partecipanti”. E’ quanto scritto nella relazione finale, un documento che – scrive l’Ansa – non è stato approvato dalla commissione, presieduta dal consigliere Pd Enzo Lavolta, che si è chiusa con un nulla di fatto. Le minoranze in Sala Rossa annunciano di voler portare le conclusioni della commissione in Consiglio e M5S lancia l’accusa di “processo mediatico” con l’intento di “colpire Chiara Appendino e sovvertire il voto”.

 

(foto: il Torinese)

 

Oggi al cinema

TUTTE LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

Aspettando il re – Commedia drammatica. Regia di Tom Tykwer, con Tom Hanks e Tom Skerritt. Periodo non felice per Alan Clay (ha appena divorziato dalla moglie, è senza casa e non ha il becco di un quattrino per pagare la retta della scuola della figlia, rischia persino il lavoro se non porterà a casa in grosso contratto) è inviato dalla sua società di informatica in Arabia Saudita per ottenere l’appalto dei servizi telematici nella città che si sta costruendo nel deserto. La burocrazia temporaggia e il sovrano imprenditore si fa attendere. Alan avrà così tutto il tempo per fare un bilancio della propria esistenza. Durata 98 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Black Butterfly – Thriller. Regia di Brian Goodman, con Antonio Banderas e Jonathan Rhys Meyers. Paul è uno scrittore in profonda crisi per l’abbandono della moglie, per l’abuso di alcol che lo perseguita, per un’ispirazione che non arriva. Si è ritirato in solitudine in una piccola casa alla periferia di Denver, dove sopraggiunge un misterioso quanto strano vagabondo per imporgli un personalissimo programma di recupero. Il protagonista dovrà ben presto accorgersi che non si tratta di un autentico aiuto. Durata 93 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Chips – Azione. Regia di Dax Shepard, con Dax Shepard, Michael Pena, Vincent d’Onofrio e Kristen Bell. Jon riesce ad essere accettato nel corpo di polizia motorizzata della California. Non soltanto un lavoro ma anche l’occasione per riconquistare una moglie che lo ha appena piantato in asso. Viene assegnato come partner a Frank Poncherello, in realtà un agente dell’FBI che sta indagando in incognito su certe rapine miliardarie che potrebbero portare al coinvolgimento di qualche pezzo grosso del Corpo. Durata 100 minuti. (Massaua, Uci)

 

Civiltà perduta – Avventura. Regia di James Gray, con Charlie Hunnam, Robert Pattinson e Sienna Miller. L’autore mai troppo lodato di film intimisti o immersi in un ambiente noir ottimamente descritto come “I padroni della notte” e “Two lovers” si affida oggi ad un diverso genere cinematografico, quello dell’avventura, ma anche qui quell’”avventura” che mina allo stesso tempo il corpo e la mente. La storia di Percival Fawcett, ufficiale di carriera britannico, che all’inizio del Novecento ha l’incarico dalla Società Geografica Reale di recarsi al confine tra Brasile e Bolivia per effettuale importanti rilievi cartografici. La società, la famiglia, le difficoltà, la malattia, l’ossessione della ricerca di una città perduta, tutto contribuisce a rendere un ritratto e un film forse d’altri tempi ma comunque autentico, avvincente, degno della storia di un regista che amiamo. Durata 141 minuti. (Ambrosio sala 2)

 

2:22 – Il destino è già scritto – Thriller. Regia di Paul Currie, con Michael Huisman e Teresa Palmer. Il controllore del traffico aereo Dylan Boyd si ritrova a veder ripetere strani eventi che sempre eguali a se stessi culminano alle 2:22 in punto alla stazione ferroviaria di New York. Tutti quei fatti prendono il via da un significativo accadimento avvenuto sul luogo di lavoro, ovvero la collisione tra due aerei turistici evitata all’ultimo momento. Tra coloro scampati all’incidente Sarah, una bellissima ragazzata cui Dylan si sente attratto. Durata 99 minuti. (The Space)

 

Maryland – Drammatico. Regia di Alice Winocour, con Matthias Schoenaerts, Diane Kruger e Paul Hamy. Vincent è un soldato francese delle Forze Speciali appena tornato dall’Afghanistan, affetto da un disturbo da stress post-traumatico. È stato assunto per garantire la sicurezza di Jessie, la moglie di un ricco uomo d’affari libanese nella lussuosa villa a “Maryland”. Mentre inizia a provare uno strano fascino per la donna che deve proteggere, Vincent sembra vedere sempre più in paranoia. A meno che non si stia sbagliando e il pericolo sia davvero reale. Durata 100 minuti. (Classico)

 

La mummia – Avventuroso. Regia di Alex Kurtzman, con Tom Cruise, Russell Crowe, Sofia Boutella e Annabelle Wallis. Nell’antichità, una principessa egizia in odore di divenire faraone fino al giorno in cui il padre ebbe generato il figlio maschio: grande ecatombe e vendetta della suddetta ma anche vendetta dei dignitari di corte che la seppelliscono viva e la trasportano in una sontuosa tomba al centro del lontano territorio persiano. Nei tempi nostri, la sempre suddetta principessa Ahmanet si risveglia tra gli sconquassi delle guerre orientali e porta distruzione sino a Londra, tra pugnali e pietre preziose e riti che coinvolgono l’appassito e rintontito ex eroe Tom Cruise che per stare a galla dello star system è costretto ancora una volta a ingarbugliarsi nelle sue solite mission impossible, in una lotta tra bene e male che cerca di nobilitarne il personaggio di soldato fanfarone e truffaldino. Il bello (si fa per dire) della storia affidata per il 99% alle dinamiche dei computer e per il restante all’espressività degli attori è di prendere la decisione sul finale di tener aperta la porta di un sequel che se ancora interesserà il pubblico potrà riempire un’altra volta le tasche di divo e divette. Durata 107 minuti. (The Space, Uci)

 

Operazione Chromite – Bellico. Regia di John H. Lee, con Liam Neeson e Jung-Jae Lee. L’invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord, con l’aiuto di Cina e Russia, nel giugno del ’50: in risposta a quell’attacco, che ha visto Seul cadere in tre giorni, il generale MacArthur, comandante delle forze ONU, prepara uno sbarco nella città portuale di Incheon. Nonostante le pochissime probabilità di successo, è l’unico modi per capovolgere le sorti del conflitto. Durata 111 minuti. (Due Giardini sala Nirvana)

 

Parliamo delle mie donne – Commedia drammatica. Regia di Claude Lelouch, con Johnny Hallyday e Sandrine Bonnaire. Il regista francese (com’è lontano il ’66 quando apparve sulla ribalta internazionale del successo con “Un uomo, una donna”) viaggia da decenni con le sue stelle comete della vita e dell’amore, dell’amicizia, dei piccoli e grandi tradimenti, con gli amori che si ritrovano, della famiglia, tra immagini sontuose e sceneggiature che gironzolano qua e là disseminando sentenze. Prendere o lasciare: ma “Les uns et les autres” – “Bolero” da noi – non si dimentica. Lelouch continua la sua filosofia di vita in questo secolo ormai più che avviato, questa volta radunando, grazie all’amico medico Frédéric, attorno alla tavola del fotoreporter Jacques Kaminsky – un rispolverato Hallyday -, eclissatosi tra i bellissimi panorami delle Alpi, le quattro figlie avuto parecchio distrattamente da altrettante diverse unioni. Il film è del 2014, arriva oggi qui da noi, un’occasione anche per chi ha (persino) dimenticato il nome di Lelouch o chi non lo ha mai scoperto. Durata 124 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar – Avventura. Ragia di Joachim Ronning e Espen Sandberg, con Johnny Depp, Javier Bardem, Orlando Bloom e Geoffrey Rush. Cambio di regia e quinto episodio per Jack Sparrow e le sue avventure attraverso i mari, questa volta alle prese con la ricerca di un tridente magico che ha il potere, per chi ne viene in possesso, di assicurargli il comando dell’oceano e di fare piazza puliti di precedenti incantesimi. Se la dovrà vedere contro una squadraccia di letali marinai fantasma fuggiti dal Triangolo del Diavolo e guidati dall’orripilante Capitano Salazar e dovrà chiedere l’aiuto di un’affascinante astronoma e e di un ardimentoso quanto giovane marinaio. Durata 129 minuti. (Uci)

 

Prima di domani – Thriller. Regia di Ry Russo-Young, con Zoey Deutch, Logan Miller e Halston Sage. Samantha, una giovane ragazza americana, si ritrova improvvisamente a rivivere, fin dal giorno successivo ad un incidente d’auto, quello stesso giorno di paura. Sempre. Tratto dall’omonimo libro di Lauren Oliver. Durata 98 minuti. (Massaua, Lux sala 3, The Space, Uci)

 

Spider-Man: Homecoming – Fantasy. Regia di Jon Watts, con Tom Holland, Michael Keaton, Marisa Tomei e Robert Downwy jr. Ancora un’avventura per il giovane Peter Parker, che questa volta ha il volto del ventunenne Tom Holland – anche sugli schermo come spirito intraprendente e avventuriero e figlio del viaggiatore Fawcett in “Civiltà perduta” -, dopo quelli di Tobey Maguire e Andrew Garfield. Ancora la ricerca di un perfetto equilibrio nella vita quotidiana, con l’aiuto del miliardario Iron Man, sempre a mezza strada tra lo studente liceale in mezzo alle strade di New York e la maschera rossoblù del supereroe, una ricerca continua fino a che si profila all’orizzonte la figura del nuovo nemico da sconfiggere: l’avvoltoio. Durata 130 minuti. (Massaua, Grenwich sala 1, Ideal, Lux sala 1, The Space, Uci anche in 3D e V.O.)

 

The War – Il pianeta delle scimmie – Avventura. Regia di Matt Reeves, con Woody Harrelson, Judy Greer, Amiah Miller e Andy Serkis. Dallo stesso regista del precedente “Apes Revolution”, un nuovo capitolo della lotta tra l’Uomo e la Scimmia, una guerra voluta da quelle frange estremiste che stanno dall’una e dall’altra parte. Da un lato le truppe del feroce colonnello Woody Harrelson, armate fino ai denti, dall’altro, con tutti i suoi compagni, Cesare, la scimmia evoluta, che nella ricerca di vendetta del nemico, incontra una giovanissima orfana, dal significativo nome di Nova, cui insegna le parole della semplicità e della fratellanza. Durata 142 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Ideal, Lux sala 2, The Space anche in 3D, Uci anche in 3D)

 

Transformers – L’ultimo cavaliere – Fantasy. Regia di Michael Bay, con Mark Wahrlberg, Stanley Tucci e Anthony Hopkins. L’origine degli alieni e della loro presenza nel nostro mondo sta ben ancorata nel tempo di Re Artù, dei Cavalieri della Tavola Rotonda e di Mago Merlino che ha nascosto nella propria tomba un segreto di cui l’uomo di oggi dovrà venire a conoscenza se vorrà salvare il mondo da creature non poco pericolose. Poi, oggi, ci sono i transformers, coloro pronti a mutarsi in mostruose automobili o in robot altrettanto terrificanti, una colonia di alieni in cui si nascondono buoni e cattivi che l’uomo dovrà comunque conoscere sino in fondo. Durata 150 minuti. (The Space, Uci)

 

Tutto quello che vuoi – Commedia. Regia di Francesco Bruni, con Giuliano Montaldo, Donatella Finocchiaro e Andrea Carpenzano. Tratto liberamente dal romanzo “Poco più di niente” di Cosimo Calamini, è la storia del giovane Alessandro, romano di Trastevere, che vive le proprie giornate tra il bar, lo spaccio e l’amante che è la madre di un suo amico. Sarà l’incontro con un “non più giovane” poeta dimenticato a fargli riassaporare socialmente e culturalmente il gusto per la vita, in un bel rapporto che si va a poco a poco costruendo, senza lasciarsi alle spalle tutta la rabbia e quella speranza che i due si portano inevitabilmente appresso. Durata 106 minuti. (Greenwich sala 2)

 

USS Indianapolis – Drammatico. Regia di Mario van Peebles, con Nicolas Cage, Thomas Jane e Tom Sizemore. La tragedia dell’incrociatore pesante che, con una missione segreta a tutti, consegnò nell’isola di Tinian la cassa di uranio arricchito e gli altri componenti che avrebbero dato vita a Little Boy, la bomba atomica che il 6 agosto sarebbe stata sganciata si Hiroshima. Era partito da San Francisco, privato di una scorta, soltanto tre giorni dopo, il 30 luglio 1945, venne affondato nel mar delle Filippine da un sottomarino nipponico. Alla partenza, erano stati imbarcati 1197 marinai, poco più di trecento riuscirono a salvarsi, risparmiati dalla fame, dalla disidratazione e dagli squali che infestavano la zona. I soccorsi arrivarono tardi e fortuiti e le alte gerarchie, pur con le testimonianze a suo favore, finire con l’addossare la completa colpa della tragedia al capitano Charles McVay, che dovette subire un processo con l’accusa di non aver reso al meglio i propri compiti. Durata 128 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Una doppia verità – Thriller. Regia di Courtney Hunt, con Keanu Reeves, Jim Belushi e Renée Zellweger. L’avvocato Ramsey ha deciso di difendere il giovane Mike dall’accusa di aver ucciso il padre. Ma il verdetto sembra già scritto, il ragazzo è stato trovato accanto al cadavere con un coltello in mano e ora si trincera dietro un silenzio assoluto. Nuove prove, interrogatori, assolute certezze, la reticenza di una vedova, depistaggi, ambigui personaggi, depistaggi, le regole di quelle storie ambientate in un’aula di tribunale più che rispettate: ma forse quello che appare è ben lontano dalla verità. Diretto dall’autrice dell’indimenticabile “Frozen River” girato otto anni fa. Durata 93 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Wish Upon – Horror. Regia di John R. Leonetti, con Sherilyn Fenn e Joey King. La diciassettenne Claire è vittima del bullismo di alcuni coetanei: ma un giorno riceve in dono un carillon e da quel giorno la sua vita avrà una svolta inaspettata, vincente e vendicativa. Durata 93 minuti. (The Space, Uci)

Cannavacciuolo alla conquista di Torino

In un ambiente moderno con attenzione particolare ad  evitare i fastidi dell’inquinamento acustico

 

Antonino Canavacciuolo, celeberrimo chef stellato giunge  a Torino. La città della Mole inaugura infatti il Cannavacciuolo Bistrot, in zona Gran Madre – in via Cosmo 6 –  in un palazzo di fine Ottocento. Le sale sono  ristrutturate secondo i principi del feng shui, in un ambiente moderno con attenzione particolare ad  evitare i fastidi dell’inquinamento acustico. In Piemonte il cuoco gestisce già Villa Crespi a Orta San Giulio e il Canavacciuolo Cafè a Novara. I piatti del nuovo locale vedono protagonisti le materie prime d’eccellenza, la stagionalità, e l’incontro tra tradizione gastronomica del sud e del nord.