redazione il torinese

Porte aperte alla scuola "Duccio Galimberti"

Domenica 19 maggio, dalle 10:30 alle 12:30, un gruppo di giovanissimi studenti di quinta della scuola primaria “Galimberti”, sita in via Mosca 11 a Torino nel quartiere di Borgo Vittoria, aprirà le porte ai cittadini e li accompagnerà in una visita guidata durante la quale sarà ricordata la vita esemplare del partigiano Duccio Galimberti, figura fondamentale della Resistenza antifascista in Piemonte. Sarà inoltre illustrata la storia dell’edificio scolastico (sorto negli anni del boom demografico e delle grandi migrazioni interne) e saranno mostrati fotografie e reperti storici raccolti nel piccolo museo scolastico. Attraverso questo progetto i bambini conoscono i valori, la cultura e la storia dei luoghi in cui vivono e fanno esperienza di cittadinanza attiva trasmettendo ai visitatori ciò che hanno imparato. “Siamo molto emozionati – dichiarano i piccoli – speriamo che tante persone vengano a trovarci nelle due ore di apertura!”. L’iniziativa è inserita nelle attività proposte da ITER . Centri di Cultura per l’Infanzia e l’Adolescenza, Divisione Servizi Educativi – Progetti e Servizi del Comune di Torino e si pone l’obiettivo di affidare agli studenti la valorizzazione di siti storici o monumentali.

Maxi frode alimentare: sequestrate dalla GdF 20 tonnellate di alimenti

Una complessa frode alimentare quella scoperta, nei giorni scorsi, dalla Guardia di Finanza di Torino. Oltre 20 le tonnellate di alimenti che sono state sequestrate; cautelati anche i macchinari e le attrezzature industriali utilizzate per la lavorazione. 24, finora, le persone denunciate
I Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, Pool Tutela del Consumatore, hanno smantellato l’intera organizzazione criminale la quale importava dall’estero i prodotti destinati al mercato nazionale, prodotti che, una volta giunti in Italia, venivano confezionati con imballi riportanti segni e “claims” mendaci ad Altamura (Bari) dove i Finanzieri della locale Compagnia hanno sequestrato 3 tonnellate di alimenti ed un ingente quantitativo di materiale destinato ad ulteriore confezionamento.
Canada, Cina, Argentina e Egitto, questi i luoghi di provenienza delle Lenticchie, dei Ceci, dei Fagioli e anche delle Arachidi che, senza alcun processo industriale di trasformazione “sostanziale”, venivano poi immessi in commercio con l’indicazione di prodotto italiano e con in più il simbolo del tricolore sugli imballi.
Otre 40.000 le confezioni pre-imballate pronte per l’immissione in commercio sulle quali sono stati apposti i sigilli, in previsione di ulteriori 150.000 unità da confezionarsi per una frode commerciale che, qualora non individuata, avrebbe potuto fruttare oltre un milione di euro.
Fatto ancor più grave è stato individuato dagli investigatori in relazione alla produzione delle Lenticchie; infatti, l’indicazione “Altamura” sugli imballi ha violato anche la tutela specifica per i prodotti disciplinati dall’Indicazione Geografica Tipica che prevede una specifica e rigorosa coltivazione sul territorio pugliese la quale richiede agli operatori del settore di attenersi ad appositi disciplinari che in altre zone del mondo vengono disattesi.
I Finanzieri, dopo aver interrotto la produzione illegale ad Altamura (Bari) ed in due depositi di Rozzano nel milanese, riconducibili a due commercianti del Marocco, sono andati alla ricerca dei prodotti immessi in commercio. Per questo motivo, nei giorni scorsi, i Baschi Verdi del capoluogo piemontese, hanno eseguito una quindicina di perquisizioni a Torino nei quartieri di Porta Palazzo, Barriera Milano e San Salvario dove sono stati sequestrati oltre una tonnellata tra farine e legumi di provenienza estera ma spacciata per “Made in Italy”.
Come detto 24 sono i soggetti denunciati all’Autorità giudiziaria per frode in commercio.Ed è proprio nel quartiere torinese di Porta Palazzo che sono nate le indagini che hanno permesso di smantellare l’intera organizzazione truffaldina, in occasione di un sequestro all’interno di una macelleria gestita da tre imprenditori di etnia marocchina.
Il tema della protezione delle produzioni italiane di qualità è strettamente correlato a quello della lotta alla contraffazione, tanto che si potrebbe dire che la più autentica ed efficace difesa dei prodotti “Made in Italy” è proprio costituita dall’innalzamento del livello di protezione contro la contraffazione dei marchi e delle denominazioni d’origine protette.
La complessa operazione rientra nel quadro delle attività svolte, in via esclusiva, dalla Guardia di Finanza quale Polizia Economico Finanziaria a tutela della concorrenza e del mercato posta ad argine delle frodi in commercio e a tutela dell’Italianità dei prodotti.
 

SAN MAURO TORINESE: I BIMBI DELL’ASILO AL LABORATORIO DI PSICOMOTRICITÀ

Venerdì davvero movimentati e giocosi presso la RSA di San Mauro Torinese gestita dal gruppo “Sereni Orizzonti”, quando i bambini della Scuola dell’infanzia “BimboPorto” arrivano in struttura accompagnati dalle loro insegnanti per partecipare al laboratorio intergenerazionale di psicomotricità, coordinato dalle dottoresse Anna Milano e Francesca Storelli.Questo progetto nasce con l’intento di favorire la comunicazione tra soggetti anziani istituzionalizzati e bambini in età prescolare, attraverso proposte psicomotorie e momenti di gioco condiviso che favoriscano la costruzione di una relazione stabile capace di eliminare paure, stereotipi e pregiudizi. La spensieratezza di un bambino è una scarica di entusiasmo che tiene in allenamento la mente degli ospiti della struttura mentre un bambino impara a gestire e a moderare i propri tempi adeguandosi ai tempi dell’anziano. Si rinnova così ogni settimana la conoscenza reciproca tra due generazioni in apparenza molto distanti ma che in realtà condividono la medesima fragilità e la necessità continua di attenzioni così come la ricerca di nuovi stimoli e del proprio benessere psico-fisico. Tutto questo con l’obiettivo di mantenere e stimolare le capacità fisiche e cognitive residue degli ospiti della RSA, aiutandoli a non chiudersi in sé stessi e facendo loro comprendere che possono essere ancora utili alla comunità.

Lavoro: la Regione presenta i percorsi post-diploma

Saranno presentati i percorsi biennali post diploma delle sette Fondazioni ITS del Piemonte: percentuali occupazionali vicine al 90%. Il 13 maggio appuntamento a Biella
“ITS on tour”, un evento di orientamento rivolto a scuole, famiglie e studenti per conoscere il Sistema degli ITS in Piemonte, farà tappa il 13 maggio a Biella. Gli Istituti Tecnici superiori erogano gratuitamente corsi biennali post-diploma, finanziati dal POR FSE dalla Regione Piemonte e dal MIUR, per formare i giovani in  specifici settore del mercato del lavoro piemontese, preparandoli in relazione ai profili ricercati dalle aziende del territorio. Con percentuali occupazionali, al termine dei percorsi, che sfiorano il 90%. Istituzioni, aziende, docenti, studenti e diplomati saranno i protagonisti durante gli incontri presentando il Sistema ITS e portando la propria testimonianza in quanto protagonisti dei percorsi di studio.
I prossimi incontri si svolgeranno il:
13 maggio 2019 a BIELLA, con un approfondimento su ITS Tessile Abbigliamento Moda, ITS Agroalimentare,   ITS Aerospazio/Meccatronica, ITS Biotecnologie;
23 maggio 2019 ad ASTI, con approfondimenti su ITS Biotecnologie, ITS Energia e ITS ICT;
30 maggio 2019 a TORINO, con approfondimenti su tutte le Fondazioni ITS piemontesi.
La partecipazione agli eventi è gratuita, per prenotarsi occorre iscriversi ai seguenti link 
BIELLA
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-its-piemonte-on-tour-biella-60620613888
 ASTI
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-its-piemonte-on-tour-asti-60620801449
 TORINO
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-its-piemonte-on-tour-torino-60620958920
 

RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI, BUSSONE (UNCEM): "GARANTIRE RAPPRESENTANZA DEI TERRITORI CON MINOR DENSITA' DI POPOLAZIONE"

“Mentre è in corso a Montecitorio l’esame del disegno di legge per la riduzione dei Parlamentari, portandoli a 400 Deputati e 200 Senatori, voglio ribadire una istanza che Uncem sottopone da almeno due decenni ai legislatori nazionali e regionali. E cioé la necessità di garantire adeguata e certa rappresentanza anche ai territori interni, montani, rurali, quelli a meno densità di popolazione che hanno da sempre avuto minori voti e dunque capacità di eleggere propri Parlamentari visti i numeri ridotti di abitanti, dunque di elettori. Nei sistemi con preferenza, prevalgono le grandi concentrazioni urbane. Un condominio, è evidente, ha molto spesso più elettori di un Comune. Nelle leggi elettorali con collegi o circoscrizioni, più queste sono grandi, meno le aree montane e rurali hanno capacità di incidere nelle scelte ed eleggere persone che provengono da quei territori, dalle zone interne. In un collegio uninominale da 1 milione di abitanti, il baricentro sarebbe nettamente spostato sulle zone urbane, sulle città. Se fosse invece più piccolo, nel disegno del collegio si può inserire una compensazione legata all’estensione territoriale. Riducendo il numero di Parlamentari, proposta sulla quale non siamo certo contrari a prescindere, è decisivo tenere conto di una omogenea rappresentanza per tutti i territori del paese, anche quelli a più alta dispersione demografica, dove ci sono meno voti. Si deve puntare, anche con questa riforma, sulla coesione e non sulla frammentazione, sui legami tra territori e non sulle nuove sperequazioni territoriali lasciando   gli ‘eletti’  si concentrino nelle città. È un tema che interessa l’Italia e molti Paesi europei, così come molte Regioni italiane, che spinge molte aree interne oggi a rievocare lo slogan ‘ No taxation without representation’ sul quale si è basata la Rivoluzione americana a metà Settecento. Definire come e cosa è la rappresentatività e come il Paese sta insieme grazie alla democrazia elettiva e all’organizzazione istituzionale, migliore possibile, sono urgenze politiche, istituzionali, filosofiche, culturali, economiche che sfidano tutti, che non hanno colori e che auspichiamo possano vedere i partiti, tutto il Parlamento unito nel trovare soluzioni, oltre qualsiasi ideologica demagogia”.

Marco Bussone

Presidente nazionale Uncem

Creatività + Genialità = Arte

Una bella vetrina per proporre una serie di significativi esempi di come la disabilità possa sconfiggere le difficoltà e trasformarsi in opportunità di espressione e di realizzazione personale

Si tratta della mostra intitolata “Creatività + Genialità = Arte”, proposta dal Centro studi Cultura e Società di Torino nel quadro del progetto “Le diverse … ita (Quando la Disabilità si fa Università di Creatività)”, a Torino dall’ 8 maggio al 14 giugno 2019, presso la Biblioteca “Umberto Eco” della Regione Piemonte. L’evento, patrocinato dal Consiglio regionale del Piemonte, rientra nell’ambito degli appuntamenti del Salone Off, la rassegna “collaterale” al Salone internazionale del libro: è stato inaugurato martedì 7. Il rapporto tra disabilità e arte – come è stato sottolineato – non può che essere molto stretto, sia perché storicamente vi sono stati grandi protagonisti nel campo delle arti figurative, della musica, della poesia affetti da varie disabilità, sia per la capacità dell’arte stessa di essere uno straordinario mezzo di espressione anche per soggetti costretti a lottare quotidianamente con un limite in una società che, nonostante i passi avanti compiuti negli ultimi anni e l’esempio di luminose realtà a livello locale e nazionale, non può certamente ancora definirsi come sempre propensa all’accoglimento di persone con problematiche fisiche o psico-relazionali. Curata da Pier Carlo Musso ed Ernesto Vidotto, la mostra si divide in quattro sezioni realizzate da persone disabili provenienti da diverse realtà: Il valore della persona nell’Officina della Vita, con oggetti di artigianato realizzati dagli ospiti dell’Unità operativa Cerris e della Residenza sanitaria assistenziale per disabili di Marzana (Vr), Creare emozioni con i colori, con tele e sculture di chi frequenta l’Associazione Gualtiero Rinaldo Onlus all’interno del Centro socioterapico dell’Unione montana dei Comuni delle Valli Chisone e Germanasca, La luminosità della Bellezza con oggetti di bigiotteria dei laboratori di Asti e Ivrea dell’Associazione Pro retinopatici e ipovedenti (Apri) Onlus e La metafora dell’arte con creazioni in materiali poveri del laboratorio artistico Materiali di scarto.

CONI e MOIGE da oggi insieme per combattere il bullismo e il cyberbullismo nello sport

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò e la Presidente del MOIGE, Maria Rita Munizzi, hanno sottoscritto  a Roma un Protocollo d’intesa finalizzato a contrastare ogni forma di bullismo o cyberbullismo, coinvolgendo il mondo scolastico e l’associazionismo sportivo per favorire una conoscenza aggiornata del fenomeno e fornire alcuni pratici strumenti di contrasto, per una corretta educazione e formazione dei ragazzi, anche all’uso delle nuove tecnologie.

In particolare, obiettivi concreti del protocollo saranno: favorire la diffusione nel mondo dello sport di progetti educativi per i minori ma anche per dirigenti, insegnanti, allenatori e genitori, con l’obiettivo di prevenire le varie problematiche inerenti il disagio minorile e favorire un corretto stile di vita; promuovere i principi del gioco corretto e del fair play, anche in rete, per sensibilizzare e formare i ragazzi e le ragazze sull’uso corretto delle nuove tecnologie e diffondere la cultura della “navigazione” consapevole in rete, fornendo sostegno, aiuto e consigli ai minori e alle loro famiglie; promuovere le azioni del “Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime del cyberbullismo”, nato con l’obiettivo di voler assicurare un aiuto e sostegno concreto ed immediato alle vittime, alle famiglie e alla comunità locale, dando supporto su questo tema anche alle società sportive.

“Lo sport è un baluardo della nostra società insieme alla famiglia e alla scuola ed occupa un ruolo molto importante nella formazione dei giovani. È quindi indispensabile dare il nostro contributo”, afferma il Presidente del CONI, Giovanni Malagò. “Sono orgoglioso di questa intesa che ci consentirà di lavorare a fianco del MOIGE e di proseguire nella nostra opera di formazione e di sensibilizzazione dei nostri dirigenti, tecnici e, in particolare, dei nostri ragazzi e dei loro genitori, tutelando quei valori di inclusione e rispetto che contraddistinguono da sempre il nostro mondo. Insieme, facendo squadra, possiamo vincere una partita così importante per la crescita e il benessere dei nostri giovani”, conclude Malagò.

“La collaborazione con il CONI ci consente di essere ancora più vicini ai minori e alle famiglie che, praticando attività sportive si trovano coinvolti in atti di bullismo o cyberbullismo” – dichiara Maria Rita Munizzi, Presidente nazionale del MOIGE. “Vogliamo sensibilizzare i presidenti delle società sportive, i tecnici, gli operatori, ma anche i genitori per coinvolgerli in questa battaglia per il futuro e il benessere dei nostri figli. Il nostro compito, anche come genitori, è essere presenti e raggiungibili, incontrare tutti coloro che hanno bisogno di aiuto e sostegno. È molto importante continuare a parlare di bullismo e cyberbullismo ai nostri ragazzi e ai loro genitori per prevenire il verificarsi di nuovi episodi. Solo accrescendo le conoscenze sul fenomeno in ottica di prevenzione, si contribuisce a combatterlo”, conclude Maria Rita Munizzi.

Dai dati rilevati da una recente ricerca dell’Università Europea di Roma per il MOIGE su 2.778 ragazzi dagli 8 ai 18 anni emerge che circa il 21% del campione abitualmente gira video e li diffonde tramite i social. Il 31% ammette di essere stato un “bullo”, facendo girare video imbarazzanti per prendere in giro i compagni e 1 su 2 condivide immagini personali. Un dato allarmante soprattutto se pensiamo al fenomeno del sexsting. Emerge, infine, un basso controllo sulla vita online dei ragazzi: il 63% del campione esplora il web in solitudine, nella propria stanzetta o in giro per casa con un pc portatile.

Con questa campagna, da oggi, MOIGE e CONI agiranno coinvolgendo le società sportive e le scuole con azioni concrete, attraverso le proprie strutture.

L'isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria
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Piersandro Pallavicini “Nel giardino delle scrittrici nude” -Feltrinelli- euro   16,00
 
Cosa fareste se a 60 anni, improvvisamente, ereditaste inaspettatamente una vagonata di miliardi, tanto per capirci, una rendita sicura di due milioni di euro al mese? Se, come la protagonista Sara Brivio, aveste velleità letterarie e qualche sassolino da togliere dalla scarpa, magari fareste come lei. Ed ecco che in questo divertente romanzo di Pallavicini gronda l’ironia sul mondo letterario. La protagonista, infatti, come eredita la montagna di soldi che l’odiato padre si era fatto a sua insaputa inventando il Viagra e il Cialis, si toglie subito un paio di sfizi. Compra una rombante jaguar color “verdone”; ma soprattutto una magnifica casa nel centro di Milano, dove va a vivere con le sue due amiche più care, Elena e Fanny, scrittrici di nicchia e scarso successo. La villa vanta un magnifico giardino in cui le tre si godono il sole nude, leggendo, al riparo dagli sguardi del mondo esterno. Però la soddisfazione più grande per Sara è aver creato un premio letterario col suo nome che mette in palio la bellezza di 500.000 euro; concepito anche per ridicolizzare i soliti noti del jet set editoriale e far vincere, invece, gli eterni esclusi che, come lei e le sue amiche, hanno ottenuto scarsa fama e niente pecunia. Le vicende del premio si intersecano con il lussuoso stile di vita di Sara, che ora può permettersi qualsiasi capriccio. Per esempio, prenotare 3 posti in business (così sta più comoda e tranquilla) per Vienna, alloggiare nella suite deluxe (da 2100 euro a notte) dell’hotel più lussuoso, tutto per gustarsi la migliore Sacher al cioccolato della città. Dietro a questo ci sono però anche le ferite che la vita le ha inferto. Il padre scappato tanti anni prima, mentre lei era incinta e accudiva da sola la madre devastata dal cancro. Poi il disastroso matrimonio con Giorgio -velleità da scrittore ed omosessualità latente- finito con un divorzio, e il sommo dispiacere dell’unica figlia che non la vuole più vedere. Hai voglia a trovare consolazione nei soldi…. Ma nel romanzo scoppiettante, intriso di continui rimandi e citazioni c’è molto di più: personaggi curiosi, a volte estremi, meschinità e pochezza di un certo milieu letterario, e vedrete anche come andrà a finire la seconda edizione del Premio Brivio che fa concorrenza nientemeno che allo Strega. Preparatevi a divertirvi e sorridere.
 
 
Ulrich Alexander Boschwitz “Il viaggiatore” -Rizzoli-   euro 19,00
 
Questo è un romanzo sull’Olocausto, diverso da tutti gli altri, e arriva da molto lontano. Racconta, passo per passo il tentativo di fuga di Otto Silberman, un ricco ebreo che non ha saputo prevedere la catastrofe. Un po’ per ingenuità, un po’ perché non è sempre facile accorgersi delle atrocità intorno a noi, mascherate dapprima da tenui segnali, e poi deflagranti in tragedia di portata storica. La vicenda inizia dopo la drammatica Notte dei cristalli tra 9-10 novembre del 1938, in cui nel pogrom condotto dagli ufficiali del Partito Nazista e dalla Gioventù hitleriana, su ordine di Goebbels, bruciarono e vennero distrutte circa 1500 sinagoghe e case di preghiera ebraiche, migliaia di negozi, case private e cimiteri. Otto Silberman in una notte perde tutto. In casa irrompono teppisti fanatici che distruggono più possibile; la sua azienda gli viene praticamente espropriata in un attimo dall’avido socio ariano; la moglie fugge dal fratello, altro ariano che vigliaccamente negherà ospitalità a Otto. Il romanzo accenna a lager, treni della morte, filo spinato e sterminio; ma lo fa da lontano, inquadrandoli come eventualità remote a cui il protagonista un po’ crede e un po’ non ritiene umanamente possibile. Silberman ha messo in salvo e porta con sé solo una ventiquattrore con ciò che resta del suo patrimonio: 41.000 marchi che potrebbero tornargli utili se riuscisse a passare il confine. Dalla sua ha l’unica fortuna di avere i tratti somatici di un ariano, ma il passaporto denuncia la sua appartenenza alla razza ebraica, da sterminare. Non vi dico di più della sua odissea da un treno all’altro….fino all’epilogo. Ma chi era e che destino ha avuto l’autore? Ulrich Alexander Boschwitz aveva appena 23 anni quando scrisse in poche settimane “Il viaggiatore”. Ne aveva 27 quando morì in una traversata dell’Atlantico su una nave inglese che fu silurata dai tedeschi al largo delle Azzorre. Era nato a Berlino nel 1915, figlio di un commerciante ebreo convertitosi al cristianesimo e morto durante la 1° Guerra Mondiale; mentre la madre apparteneva ad una ricca famiglia di Lubecca. Scappato dalla Germania in seguito alla promulgazione delle leggi razziali nel 1935, ebbe vita breve e difficile. Fu esule in Svezia, Norvegia, Francia e Inghilterra, da dove fu espulso in quanto tedesco e nonostante le radici ebraiche, infine venne deportato in Australia. Nel 1942 si imbarcò su una nave di profughi che rientravano in Europa e lì la sua giovane vita finì negli abissi. Il suo libro rimase chiuso per 80 anni negli Archivi della Biblioteca Nazionale di Francoforte e dobbiamo la sua riesumazione alla lungimiranza di un editore tedesco. Durante il rientro in nave Boschwitz aveva con sé una versione perfezionata del manoscritto, quasi un amuleto, proprio come la valigia del protagonista del romanzo anch’esso in fuga dall’odio razziale.
 
 
Kevin Powers “Un grido nelle rovine” – La nave di Teseo-   euro 19,00
 
E’ un magnifico affresco della guerra civile americana ed uno spaccato di sapore Faulkneriano dello schiavismo di metà 800 quello che Powers ci regala in “Un grido nelle rovine”.
L’autore è nato e cresciuto a Richmond in Virginia nel 1980, si è arruolato nell’esercito a 17 anni ed è stato uno dei giovani soldati inviati in Iraq tra 2004/5. Quell’esperienza gli ispirò nel 2012 il suo romanzo di esordio “Yellow birds”: un caso editoriale internazionale che si è portato a casa premi prestigiosi ed è stato finalista al “National Book Award”. Dopo l’Iraq è tornato a casa nel sud degli Stati Uniti e si è Laureato in Letteratura inglese alla Virginia Commonwealth University.
In “Un grido nelle rovine” dimostra ancora una volta di saper maneggiare la scrittura in modo sublime.   E lo fa raccontando un’altra storia di guerra e violenza, ambientata nel posto in cui è cresciuto, la Contea di Chesterfield in Virginia, all’epoca della sanguinosa guerra civile e dello schiavismo più crudele. La vicenda inizia con le voci che nel 1870 darebbero ancora per viva Emily Reid Levallois, per’altro dichiarata morta dal cancelliere della contea. E chi sarebbe? La figlia del proprietario terriero Bob Reid, cresciuta in un’epoca in cui era dato per scontato che sfruttare, punire, picchiare ed ammazzare gli schiavi fosse cosa del tutto normale. Ed ecco uno spaccato della vita nelle piantagioni dov’era lecito mozzare le dita dei piedi agli schiavi che tentavano la fuga, come accade al giovane Rawls. O si poteva essere spediti, per qualunque inezia, nella terribile Lumpkin’s Jail, la prigione di Richmond in cui erano rinchiusi gli schiavi, ed è proprio lì che finisce anche la giovane Balia, di cui Rawls era innamorato. Bob Reid è tutto sommato un padrone che non vessa più di tanto i suoi subalterni. Di tutt’altra tempra è invece il suo vicino Antony Levallois, uomo spietato, senza scrupoli, pronto a torturare e uccidere per un nonnulla. Quando Reid parte per la guerra, Levallois approfitta della sua lontananza per portargli via tutto. E’ lungimirante e sa bene che le future ricchezze arriveranno, non tanto dalla coltivazione di tabacco e cotone, ma dal progresso, per esempio, dei mezzi di trasporto, supportato da grandi capitali e industria. Il suo disegno è chiaro: usurpa la proprietà di Reid e la rade al suolo per farci passare la futura ferrovia di cui è padrone, gli porta via gli schiavi, seduce e sposa la giovane Emily che appena 12enne si lascia incantare dal suo tono protettivo e paternalistico. E’ decisamente amaro il ritorno di Reid, mutilato di un braccio e zoppo, malato più ancora nell’anima per le brutture a cui ha assistito sui campi di battaglia. Arriva e la sua vita precedente è tabula rasa: Levallois gli ha portato via tutto, figlia compresa….e cosa rimane al reduce sfigurato? La vendetta…

 
 
 

La Torino anni '30 in “Storia di 1 tram”

 Ritornano le “Visioni Condivise” con la proiezione di “Storia di 1 tram” di Elis Karakaci e Alessandro Genitori (2017, 50′) prodotto da Cineimagine, il film sarà introdotto dagli autori

Documentario sulla Torino degli anni ’30 che ci accompagna verso l’inizio della II guerra mondiale seguendo tre macro filoni: la Torino del fermento culturale e del mondo universitario, il bel mondo con i suoi salotti, teatri e divertimenti proibiti e l’introduzione delle leggi razziali, della repressione fascista e della cospirazione contro il regime. Tutti idealmente collegati dal percorso seguito dal Tram numero 1, antica circolare della città, sono temi emersi dalle voci dei protagonisti della Storia: Bruno Segre e Massimo Ottolenghi, testimoni diretti, Piera Levi Montalcini, nipote di Rita Levi Montalcini, ed Emanuel Segre, figlio di Sion Segre Amar, testimoni indiretti.Il documentario dapprima scatta una fotografia della Torino dell’epoca:città dalla cultura frizzante, viva, con i suoi salotti borghesi, l’eccelso ambiente universitario dei tre premi nobel “dipinti” dal Professor Giuseppe Levi. L’eleganza dei teatri e dell’opera lirica, ma anche la Torino proibita delle case chiuse e dei divertimenti più vari; poi ci travolge rapidamente nel vortice del cambiamento: Le leggi razziali, la fuga degli italo-ebrei – come la Montalcini, costretta ad abbandonare il suo amato Ateneo – la repressione, la cospirazione anti-fascista.“Storia di 1 Tram” è stato realizzato nell’arco di 4 anni da Cinemage, associazione culturale cinematografica torinese, con la collaborazione ed i patrocini di importanti realtà tra cui Regione Piemonte, Comune di Torino, Circoscrizione 8, Associazione Torinese Tram Storici (ATTS), Gruppo Torinese Trasporti (GTT), Istoreto (Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza, Torino), Film Commission.Quasi interamente basato su interviste originali, è un lavoro che accosta la ricerca storica e delle fonti accreditate, alla testimonianza diretta dei protagonisti dell’epoca ancora in vita, nonché di persone a loro molto vicine. Le parole di storici, esperti della nostra città, sono voci dei libri di storia costantemente affiancate da racconti di vita reale, narrazioni centenarie come centenari sono i nostri protagonisti Massimo Ottolenghi (venuto a mancare un anno fa) e Bruno Segre.
 
L’ingresso alla serata è gratuito.

Luoghi Comuni Residenza Temporanea Porta Palazzo

Via Clemente Damiano Priocca, 3,

Le “Visioni condivise” sono una serie di proiezioni organizzate in collaborazione con Associazione Museo Nazionale del Cinema, che già da molte stagioni accompagnano pellicole di qualità con spunti di riflessione.