redazione il torinese

Cairo: “La sconfitta nel derby? Non è la fine del mondo”

Il presidente del Toro, Urbano Cairo, parla nuovamente con l’agenzia Ansa della  sconfitta nel derby con la Juventus: “Non è stato uno spartiacque, abbiamo giocato in 10, non fa molto testo così come per la Nazionale non deve fare testo il ko in Spagna. Una partita non è la fine del mondo. Ora pensiamo a riprendere la strada intrapresa nelle precedenti partite e a fare bene, tornando a vincere”. 

 

(foto: il Torinese)

Sospetto tetano per una bimba non vaccinata

Si sospetta il tetano all’ospedale Regina Margherita di Torino, dove una bimba di sette anni, colpita da spasmi e convulsioni, è attualmente ricoverata in Rianimazione. La piccola è sedata e in prognosi riservata. I medici ritengono che i sintomi siano  compatibili con un’infezione da tetano, ma la conferma arriverà soltanto nei prossimi giorni all’esito degli esami. La bambina è stata sottoposta alla profilassi contro il tetano, per cui non è risultata vaccinata (il vaccino contro il tetano è tra i dieci antidoti classificati come obbligatori per la frequenza scolastica dal decreto Lorenzin)  e un  campione di sangue è stato inviato all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, specializzato nelle malattie infettive.

“Tristano e Isotta” apre al Regio

La stagione lirica 2017-18 del Regio di Torino si apre nel segno e sulle note di Wagner, con quella che si preannuncia una vera e propria sfida operistica, il “Tristano e Isotta”?, che inaugurerà il 10 ottobre prossimo, alle 19, il cartellone di quest’anno. “Si tratta di un’opera che ha cambiato la storia della musica – afferma il maestro Gianandrea Noseda, che la dirigerà per la prima volta e che ha terminato il suo studio completo pochi giorni fa – il Tristano si può .definire, non a torto, “un’opera intossicante”, tanto che la sua prima esecuzione, nel 1865, seguì una fase di precedenti rifiuti, essendo stata giudicata troppo difficile”. Il 4 ottobre, alle 17.30, il direttore artistico del Teatro   egio, Gaston Fournier Facio tiene una conferenza sul tema dal titolo “Un viaggio rivoluzionario attraverso la trasfigurazione”, cui seguirà un ciclo di interessanti incontri, tra cui quello previsto al Goethe Istitut il 16 ottobre prossimo, alle 17.30, sulle figure di Richard Wagner e Franz Liszt. A chiudere il ciclo il convegno in programma il 19 ottobre, alle 14.30, presso la Sala Lauree del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’ Università degli Studi di Torino, sul tema ” Wagner e la passione “.

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Il Tristano e Isotta viene definita “opera risanatrice” dal celebre filosofo Nietzsche e in breve tempo sarà destinata a divenire l’opera simbolo che lo condurrà alla devozione per questo compositore. Quest’opera, infatti, lo soggiogo’ con il suo fascino pericoloso, per la sua “dolce e tremenda infinitezza” di una musica senza il canto, che il filosofo ebbe modo di leggere e rileggere al pianoforte. Quei suoni e quelle armonie rapprrsentavano, per lui, “la sintesi estrema di un anelito vitale che suscita somma eccitazione”. Il Tristano e Isotta, su libretto dello stesso compositore, nasce come progetto nella mente di Wagner già dal lontano 1864, quando egli ne parlò all’amico Liszt e, dopo aver letto il componimento cavalleresco “Tristan” di Von Strassburg, decise di mettere in musica il soggetto medievale, seppure in dimensioni ridotte. In realtà l’opera coinvolgerà totalmente Wagner, dopo la lettura di “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer, filosofo tedesco anti idealista. L’opera, anche per la fine della burrascosa relazione del compositore con Mathilde Wasendonck,   esprimerà la sublime infelicità dell’amore più elevato e i lamenti del più doloroso rapimento. Oggi il Tristano è   considerato un insieme di musica romantica e, al tempo stesso, l’inizio di un’era nuova per la musica e per le sue atonalità. Nel ruolo di Tristan, nipote di Marke e amante di Isolde, il tenore Peter Seiffert; in quello di Isolde, la principessa irlandese promessa di Marke, la soprano Ricarda Merbeth, nel ruolo di Marke, re di Cornovaglia, il basso Steven Humes. L’allestimento dell’opera, nella sua prima italiana al Teatro Regio, è dell’Opernhaus Zurich. L’Orchestra e il Coro del Teatro Regio.

Mara Martellotta

I “sì” e i “no” di Appendino

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Non credevo a ciò che stavo leggendo.  Per la prima volta l’importante testata giornalistica torinese ha ospitato un commento particolarmente negativo nei confronti dell’ operato di Chiara Appendino.  Lecito il mio stupore.  Eppure la nostra dolcissima Sindachessa e’ figlia della più rinomata borghesia torinese. Robusti rapporti e anche parentele con esponenti del bel mondo industriale.  Non è una novità che almeno una parte la ha appoggiata alle elezioni.  Poi di Chiara…fede Juventina, il che non guasta in una città che “deve molto alla famiglia Agnelli”. Ed ora si sprecano i commenti.  I poteri forti l’hanno mollata.  Francamente io non me ne intendo di Massoneria o poteri occulti.  Atteniamoci ai fatti. Il G7 andando a Venaria ha dato un colpo alla credibilità internazionale di Torino. Soprattutto è stata un’occasione mancata per i nostri imprenditori.  Il vicesindaco Montanari rivendica il suo essere di sinistra. Io aggiungo di estrema sinistra.  Ho avuto modo di ascoltarlo ultimamente.  Io sono non solo per i no, ma anche per i sì. Ho capito quali sono i no, ma francamente non ho capito quali sono i sì. Soprattutto quelli che attraggono investimenti produttivi nella nostra città. Persino il Chiampa ha capito che Fiat e Marchionne stanno facendo i furbi e sono disinteressati alla  città. TNE proprietaria di Mirafiori è in concordato preventivo. Anticamera al fallimento o liquidazione. Costituita una dozzina di anni fa avrebbe dovuto rilanciare l’attività produttiva. Milioni di euro pubblici buttati via. Ora ci saranno un centro commerciale coop e  una società per il design, bassissima l’occupazione. Ovviamente questa giunta non è responsabile di tali non politiche e forse il treno dello sviluppo è già passato ma teorizzare la cosiddetta decrescita felice mi sembra molto azzardato.  E ci risiamo. Quando si è all’ opposizione possono essere sufficienti i no. Non quando si governa. In passato ci siamo permessi di dirlo. Governare vuol dire scegliere e non mi sembra che questa giunta brilli per scelte. Parliamoci chiaro, sta vivacchiando. Poi subentra una falsa coscienza della realtà.  Dice Chiara: non è vero che Torino è in declino. Scusate? Ne siete voi i notai teorizzando appunto la decrescita felice . Siete voi che accettare il declino con la parola felice dandone una accezione  positiva.  Intanto cresce la povertà. Cresce l’accattonaggio.  Una vostra giustificazione è continuare nel chiamare in causa chi vi ha preceduti. Ma voi dove volete andare, dove state andando? Ho paura che manco voi lo sappiate. Prima forse scelte sbagliate, dipende dai gusti, ma sempre scelte. Ora l’inerzia e l’incapacità di cogliere le occasioni. Diremmo la mazzata finale. Ora sono proprio pessimista.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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4 anni di Appendino e sarà la morte di Torino – Ius soli, digiuno e trasformismo – MITO, vince Milano – 80 milioni di tagli –Riflessioni sull’Ordine dei Giornalisti – Cavour, Bergamo, un medico gentiluomo

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4 anni di Appendino e sarà la morte di Torino

“La Stampa” con un editoriale di Luigi La Spina ha preso una durissima posizione nei confronti del sindaco Appendino e della sua maggioranza strabica e inconcludente. Il Sindaco riceve il G7 e il suo vice va in piazza a manifestare contro il G7,tanto per citare solo un esempio. La Spina ha dimostrato di essere spinoso,come lui ama dire, anzi direi coraggioso. “La Stampa” anche di fronte al massacro umano e mediatico di piazza San Carlo si è barcamenata,come per il G7. Un giornale che voglia esprimere la Città deve avere il coraggio di schierarsi se la Città cade in mano ai Visigoti e agli incapaci. La Spina l’ha fatto. Ma l’aver chiuso subito il dibattito aperto pubblicando una replica del Sindaco è un errore. L’articolo di La Spina meritava approfondimenti da parte di forze politiche,sociali,culturali della città,se possibile, non sempre le stesse e soprattutto non sempre i soliti dispensatori di sentenze scontate. Il giornale ha strozzato il dibattito in culla,dando la parola al Sindaco che ha risposto con banalità. Altri quattro anni di Appendino e sarà la morte di questa città. Credo che tutte le persone pensanti ne siano ormai irrimediabilmente convinte.

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Ius soli, digiuno e trasformismo

Ho argomentato ampiamente il tema dello ius soli ( http://www.iltorinese.it/ius-soli-piu-dubbi-che-certezze/),esprimendo una qualche adesione in linea di principio e rifiutandolo per motivi politici che alterano la democrazia italiana,influendo sul corpo elettorale e quindi sul voto. Su temi delicati come lo ius soli bisogna andare con i piedi di piombo. Chi ama la democrazia non intende comprometterla con atti di buonismo che si rivelerebbero insensati. Adesso con il digiuno pro ius soli di Chiamparino , Del Rio,Bindi e altri (manca solo la presidenta della Camera ) dichiaro la mia contrarietà perché il ricatto del digiuno è ridicolo e antidemocratico.I Senatori devono decidere in libertà. Non scimmiottiamo Pannella che digiunava per ben altri motivi. Inoltre la trasformista caccia al voto dei senatori,andando a chiedere consenso ovunque è un fatto privo di dignità . Infine la fuga dall’aula dei senatori di Alfano per far passare il provvedimento abbassando il quorum è cosa indecente ,come lo fu Alfano ministro degli Interni che permise che ci lasciassimo invadere dagli immigrati.

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MITO, vince Milano

A Torino si è perso del tempo a discutere sul come dipingere i blocchi di cemento che dovrebbero proteggere dal terrorismo. Ovviamente c’è chi,Sindaco in testa, ha pensato di affidarsi agli imbrattatori professionali di muri che invece andrebbero severamente perseguiti perché lordano con i loro manufatti la città. L’arte è altra cosa.Anche quella di strada. Milano,come dimostra la foto,ha risolto con stile ed eleganza come dipingere i blocchi di cemento in piazza Duomo. Si confronta normalmente Appendino con Raggi dicendo che la prima è migliore della seconda. Ci vuole poco per superare Raggi che pure non ha al suo attivo il disastro di piazza San Carlo. Il vero confronto va fatto con il Sindaco di Milano Sala che non ha finora fatto nulla di particolare,ma si rivela sicuramente migliore della Nostra. Anche nelle piccole cose .

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80 milioni di tagli

Non si è ancora capito se si tratta di tagli lineari o dove la Giunta di Torino andrà a tagliare per 80 milioni di euro la spesa comunale. Il deficit c’è, la responsabilità è di Chiamparino, Fassino ha fatto il possibile per rientrare nelle spese esagerate avviate dal Sindaco Ds che inspiegabilmente anche come presidente della Regione, ha ancora un consenso. Fassino non ha potuto dire che il deficit accumulato era quello di Chiamparino. Ma la verità è questa. Mettere le colpe sulla Giunta Fassino è intellettualmente disonesto e politicamente non veritiero. Poi anche Fassino ha certamente le sue responsabilità .

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Riflessioni sull’Ordine dei Giornalisti 
Oggi si tengono i ballottaggi per la elezione degli organi dirigenti dell’Ordine dei Giornalisti.
Chi scrive compirà cinquant’anni di iscrizione all’Ordine nel 2018. Sull’esistenza dell’Ordine è sempre stato scettico. La rinascita del 1963 ricalcò troppo l’Ordine creato durante il Ventennio fascista. Per altri versi, la contiguità tra Ordine e sindacato mi ha sempre dato molto fastidio perché il sindacato è unitario solo a parole perché è sempre stato  troppo sbilanciato politicamente in modo molto vistoso. E’ merito del presidente uscente dell’Ordine piemontese Sinigaglia aver scisso gli uffici dell’Ordine da quelli del sindacato. Era  una coabitazione illegittima e scorretta ad un tempo. Ovviamente la democrazia comporta la possibilità che il sindacato finisca per condizionare pesantemente l’esito delle elezioni,come sempre è accaduto. Non potrebbe accadere  diversamente anche perché i votanti sono pochi e il presidente uscente ha raccolto appena 150 voti, molti rispetto ai votanti, pochi rispetto agli iscritti.  Per altri versi, non si vota più neppure alle elezioni politiche ,figurarsi a quelle per un ordine professionale. La disaffezione ha un perché . Uno degli aspetti che più mi colpiscono sono l’impotenza dell’Ordine e l’incapacità del sindacato (che spesso si limita a far politica)rispetto alla disoccupazione e alla sottooccupazione giornalistica. L’abusivismo sanzionato con severità dall’Ordine in passato con sospensioni e cancellazioni, oggi è diventato  un che di tollerato, anzi di normale. L’Ordine ha avuto grandi presidenti come Mario Berardi e presidenti come Giovanni Trovati che è difficile ricordare con simpatia.  Una riflessione trascurata dai più mi sembra molto importante.  In passato l’aggiornamento dei giornalisti avveniva attraverso la scrittura di  articoli (per scrivere bisognava aggiornarsi e la prova migliore dell’aggiornamento erano proprio gli articoli pubblicati e apprezzati dai lettori )oggi  esso avviene  attraverso corsi che finiscono di giustificare l’esistenza dell’Ordine anche in mancanza di lavoro giornalistico.L’attestazione è una presenza obbligata e  più o meno gradita ad un corso. Si parla tanto di deontologia, ma essa è assai poco praticata dalla categoria ,soprattutto dai cronisti. In passato ,tra i pubblicisti c’era il meglio dell’Università e delle professioni. Nei consigli regionali e in quello nazionale c’erano pubblicisti  come Emilio R. Papa e Bruno Segre, tanto per citare due nomi. I pubblicisti erano quasi  l’anima colta dell’Ordine. Oggi ,mi sembra, da persona che segue da lontano, che tutto sia  molto cambiato. Il fatto che una giornalista come Cristina Caccia  rappresenti i professionisti piemontesi al Consiglio Nazionale dell’Ordine è un buon segno che fa sperare in un Ordine rinnovato. Altrimenti è meglio che esso venga sciolto e che si dia piena attuazione all’articolo 21 della Costituzione senza burocrazie intermedie, specie se si pensa a certe recenti sanzioni disciplinari dell’Ordine romano lesive della libertà di stampa e della stessa libertà di pensiero del giornalista. Sanzionare in merito alle idee considerate sbagliate o da rifiutare è profondamente illiberale.  L’Ordine non può inoltre perdersi nelle sciocchezze di genere imposte da Appendino o  Boldrini anche se non sarebbe male che alcuni vertici fossero femminili e ci fossero opportuni ricambi.

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Cavour, Bergamo, un medico gentiluomo

Questa settimana ho conosciuto uno straordinario personaggio di Bergamo, il dottor Carlo Saffioti, medico, gentiluomo, cultore di storia patria, collezionista, consigliere regionale lombardo per 18 anni. Mi ha accompagnato a Bergamo Alta nella pasticceria “Cavour” che ha un arredamento in cui risalta la figura dello statista piemontese. Nel cuore della città storica la pasticceria e’ sulla via principale a pochi passi dalla storica piazza e a breve distanza dalla funicolare che collega con Bergamo bassa . Venne fondata da nobili piemontesi che la dedicarono a Cavour. E’ un locale storico d’ Italia, tra i pochi meritevoli del titolo oggi spesso elargito con troppa generosità a caffè privi dei  requisiti della storicità come alcuni locali liguri. Nella sua collezione ho visto come Cavour, che poteva sembrare un uomo incapace di suscitare entusiasmi, veniva invece celebrato con statue, piatti, vasi, manufatti un po’ in tutta Italia. Gli italiani dell’Ottocento erano consapevoli che l’Italia l’aveva in larga misura realizzata lui. In una città clericale (ma l’”Eco di Bergamo”, di proprietà della Curia, mi ha intervistato)fa specie il culto di Cavour. Ma Bergamo è anche la Città dei Mille di Garibaldi. E’ una città che è stata leghista, ma nessuno, credo, abbia mai contestato la pasticceria “Cavour” che,tra l’altro, sforna giornalmente delle vere e proprie delizie.

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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

Storie parallele ?

Lei ha descritto molto lucidamente la situazione catalana e spagnola di fronte alla secessione di Barcellona. Premesso che il referendum catalano era illegittimo e sovversivo, perché la sinistra condanna l’intervento della guardia civile spagnola e invece contemporaneamente condanna Vittorio Emanuele III che non firmò lo stato di assedio nell’Ottobre del 1922 per impedire la Marcia su Roma? Si tratta di due eversioni .

Caterina Richetti

Il perché è semplice, al di là’ di certa faziosità congenita :la storia non si ripete mai, come diceva Guicciardini e confondere la Spagna con l’Italia è un errore. Posso solo dirle che Vittorio Emanuele III non fu solo a cedere al fascismo perché buona parte della classe dirigente italiana lo fece insieme a lui.

pfq

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Eco

La biblioteca della Regione Piemonte venne subito intitolata a Umberto Eco. Alessandria, la sua città, si è opposta con motivi pretestuosi. Cosa ne pensa?

Cosimo Bellini

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Intitolare una scuola, eliminando il nome precedente ,specie se non secondario, non è un modo di procedere giusto. Ha ragione Alessandria che però sbaglia se non provvede al più presto a ricordare degnamente il suo cittadino più illustre morto in tempi recenti. Io non ho mai avuto un buon rapporto con Eco, ma sicuramente egli fu un uomo di rara intelligenza. Uno dei pochi. Poi commise anche errori e fu un po’ troppo conformista per piacermi. Ma chi non commise errori?

pfq

 

34^ Edizione di “Diventiamo cittadini europei”

Ha preso avvio, con la pubblicazione del bando, la 34° Edizione del Concorso “Diventiamo cittadini europei. Per un’Europa più unita, più democratica e più solidale”. L’iniziativa, relativa all’anno scolastico 2017-2018, è riservata agli Istituti d’Istruzione Secondaria di II grado del Piemonte ed è promossa dal Consiglio regionale del Piemonte e dalla Consulta regionale Europea, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale e il Parlamento Europeo.  Il concorso è finalizzato alla formazione delle giovani generazioni in una prospettiva sovranazionale per prepararle ad essere cittadine e cittadini di un’Europa unita in un mondo interdipendente. Il concorso consiste nella svolgimento di uno dei due temi proposti. Nel primo, basandosi sulla recente decisione della Gran Bretagna di uscire, dopo l’esito del referendum, dall’Unione europea e sulle ipotizzabili conseguenze di tale decisione, viene richiesta ai partecipanti la stesura di una lettera aperta ad una coetanea o ad un coetaneo del Regno Unito esponendo loro le proprie opinioni sull’argomento. Nel secondo, riflettendo sull’ art. 3 del Trattato di Lisbona  che impegna l’Unione europea a perseguire la piena occupazione e il progresso sociale, rilevando come in Italia il tasso di disoccupazione, specie giovanile, sia preoccupante, pone ai partecipanti tre domande: se sono a conoscenza che l’Unione Europea offre loro molte opportunità per studiare e cercare lavoro in altri paesi europei; se conoscono le politiche intraprese dall’Unione Europea per combattere la disoccupazione; quali nuove iniziative dovrebbe intraprendere l’Unione per affrontare più adeguatamente il problema.

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Al fine di illustrare i temi proposti è stata organizzata una giornata formativa che si terrà a Torino presso la sede del Consiglio regionale del Piemonte mercoledì 25 ottobre 2017 e un fitto ciclo di 19 conferenze – dal 24 ottobre al 7 dicembre-  nelle scuole per  preparare le studentesse e gli studenti al concorso.

 

 

Eccole, nel dettaglio:data ora città sede indirizzo docente

1 Mart 24/10 10:15 IVREA Istituto Superiore G. Cena Via Dora Baltea 3 MALANDRINO

2 Ven 27/10 10:00 TORINO Aula del Consiglio Regionale del Piemonte Via Alfieri 15 CORALLUZZO

3 Ven 27/10 10:00 CARMAGNOLA IIS Baldessano Roccati Viale Garibaldi 7 VELLANO

4 Mar 7/11 10:30 ACQUI TERME Istituto Rita Levi Montalcini Corso Carlo Marx 2 MALANDRINO

5 Mer 8/11 10:00 TORINO Aula del Consiglio Regionale del Piemonte Via Alfieri 15 GREPPI

6 Merc 8/11 10:15 SAVIGLIANO Istituto Superiore Arimondi Eula Piazzetta Baralis 5 PORRO

7 Mer 15/11 10:00 NOVARA LSS Antonelli Via Toscana 20 LEVI

8 Mer 22/11 10:00 ALESSANDRIA ITIS A. Volta Spalto Marengo 42 BORDINO

9 Mer 22/11 11:00 CASALE M.TO Istituto Superiore Cesare Balbo Via G. del Carretto 1 PORRO

10 Mer 22/11 10:30 BIELLA Liceo A. Avogadro Via Galimberti 5 GREPPI

11 Mer 22/11 10:30 CUNEO Liceo Peano Pellico Corso Giolitti 11 VELLANO

12 Ven 24/11 11:00 OMEGNA Istituto Superiore Dalla Chiesa Spinelli Via Colombera 8 CORALLUZZO

13 Mar 28/11 10:30 VALENZA Istituto Benvenuto Cellini Via Pontecurone 17 MORELLI

14 Mer 29/11 10:30 ALBA I.I.S. Luigi Einaudi Via Pietro Ferrero 20 MORELLI

15 Mer 29/11 10:30 PINEROLO Auditorium Baralis – Istituto Porporato Via Marro 10 LEVI

16 Mer 29/11 10:00 ASTI Liceo Scientifico F. Vercelli Via dell’Arazzeria 6 PORRO

17 Gio 30/11 11:00 VERCELLI Liceo Avogadro Corso Palestro 29 PISTONE

18 Lun 4/12 10:30 TORTONA Fondazione CRT Via Puricelli MORELLI

19 Gio 7/12 10:00 TORINO Aula del Consiglio Regionale del Piemonte Via Alfieri 15 VELLANO

 

Le conferenze saranno tenute da un gruppo di nove  professori: Giampiero Bordino, storico, esperto in problematiche europee; Valter Coralluzzo, docente di Relazioni Internazionali, Università di Torino; Edoardo Greppi, docente di Diritto dell’Unione europea, Università di Torino; Lucio Levi, docente di Politica comparata, Università di Torino; Corrado Malandrino, docente di Storia dell’integrazione europea, Università Piemonte Orientale; Umberto Morelli, docente di Storia delle relazioni internazionali, Università di Torino; Sergio Pistone, docente di Storia dell’integrazione europea, Università di Torino;Giuseppe Porro, docente di Diritto internazionale dell’economia, Università di Torino; Michele Vellano, docente di Diritto internazionale e dell’UE, Università della Valle d’Aosta. Gli elaborati devono essere individuali. La trasmissione degli elaborati (che dovranno essere già selezionati dalle scuole) deve avvenire con lettera entro e non oltre giovedì, 21 dicembre 2017 alla Consulta Europea del Consiglio regionale in  Via Alfieri 15  a Torino.Sul sito della Consulta Europea www.consiglioregionale.piemonte.it/europea è possibile reperire tutta la documentazione necessaria. La valutazione degli elaborati verrà effettuata da un’apposita commissione esaminatrice nominata composta da docenti universitari, esperte ed esperti in problematiche europeistiche e presieduta dal dirigente del Settore Organismi Consultivi, Osservatori e Informazione. Le vincitrici ed i vincitori nel numero massimo di centosessanta, accompagnati e accompagnate da un numero massimo di dieci insegnanti, parteciperanno – nel corso del 2018 –  a viaggi-studio ad istituzioni europee ed internazionali, alla 32^ edizione del Seminario di formazione alla cittadinanza europea di Bardonecchia e alla Festa dell’Europa promossa dal Parlamento Europeo a Milano. I migliori elaborati saranno pubblicati sulla pagina Facebook istituzionale “Consiglio regionale del Piemonte”. La cerimonia di premiazione delle vincitrici e dei vincitori si svolgerà nel mese di maggio 2018. Le studentesse e gli studenti riceveranno l’attestato “Diventiamo cittadini europei”.

 

 

Ztl chiusa al traffico per la seconda domenica sostenibile

Domenica 8 ottobre il centro cittadino, nell’area della Ztl Centrale, sarà chiuso al traffico di auto e moto per la seconda “Domenica per la sostenibilità”, un’occasione offerta ai cittadini e alle cittadine per riappropriarsi delle strade e delle piazze optando per una mobilità dolce: a piedi o in bici, a bordo di auto elettriche o di car sharing. 

Il centro storico sarà animato dalla manifestazione Portici di Carta, che avrà sotto i portici di via Nizza uno spazio dedicato alla sostenibilità e all’ambiente.  L’area interessata dalle limitazioni al traffico sarà chiusa dalle ore 10 alle ore 18. L’ordinanza n.73 del 15 settembre 2017, scaricabile dal sito dell’Informambiente all’indirizzo http://www.comune.torino.it/ambiente/ indica le categorie dei mezzi esentati e le certificazioni necessarie per poter circolare. Allo stesso indirizzo disponibile la mappa della Ztl Centrale.

Le limitazioni ai veicoli privati a motore non si applicano alle seguenti categorie: veicoli elettrici o ibridi con alimentazione elettrica o a idrogeno; autoveicoli di servizio pubblico e delle Forze dell’Ordine, per il soccorso o della protezione civile; taxi, autobus e autoveicoli in servizio di noleggio; veicoli del car sharing. 

La stessa ordinanza sarà applicata il 26 novembre, prossima domenica ecologica: in questa data si terranno eventi e manifestazioni legate alla Settimana europea dei rifiuti.

(mm – www.comune.torino.it)

NON SOLO SPORT ALLA II^ FESTA DELL’ACROBATICA

“UNA DOMENICA A TESTA IN GIÙ”

Domenica 8 Ottobre alla Reale Società Ginnastica e FLIC Scuola di Circo di Torino di Via Magenta, apertura straordinaria per la II^ Festa dell’Acrobatica, dalle 15 alle 19, un intero pomeriggio alla scoperta di sport, circo, spettacoli e cultura nella società sportiva più antica d’Italia.“Una domenica a testa in giù” per giocare, conoscere e sperimentare tutta l’acrobatica possibile ed assistere a esibizioni di atleti e artisti

 

Reale Società Ginnastica di Torino e FLIC Scuola di Circo, via Magenta 11, Torino
Attività dalle 15.00 alle 19.00 per adulti e ragazzi (dai 16 anni in su)

Dalle 19.00 in poi Aperitivo e performance degli allievi della FLIC Scuola di Circo
Per ogni ulteriore informazione:
segreteria della Reale Società Ginnastica e FLIC Scuola di Circo: tel. 011 530217

 

www.realeginnastica.it   – www.flicscuolacirco.itwww.museorealeginnastica.it

 

 

Domenica 8 ottobre 2017, dopo il grande successo della prima edizione di settembre, apertura straordinaria alla Reale Società Ginnastica di Torino e FLIC Scuola di Circo per la II^ Festa dell’Acrobatica “Una Domenica a testa in giù”, dalle 15 alle 19, un intero pomeriggio di attività a porte aperte dedicato agli adulti e ragazzi alla scoperta di tutta l’acrobatica possibile da provare con istruttori che avvicineranno il pubblico all’acrobatica a terra, a coppie e di gruppo, trampolino elastico, discipline aeree (tessuti, cerchio, corda, trapezio, trapezio ballant), verticali e palo cinese.

Inoltre, per tutta la giornata sarà possibile visitare la sala dei trofei, la mostra storica e la sede stessa, una palazzina storica di 2.500 mq su cinque piani, nel pieno centro di Torino, e per fare due chiacchiere alla fine degli allenamenti si potrà anche gustare un aperitivo con buffet guardando le esibizioni a cura degli artisti della FLIC Scuola di Circo.

 

La Festa dell’Acrobatica “Una Domenica a testa in giù” è l’occasione a cadenza mensile per scoprire da vicino la Reale Società Ginnastica di Torino, una realtà torinese che per tradizione ha sempre saputo anticipare le novità e precorrere i tempi, senza perdere di vista la propria storia. Come quando ha creato nel 2002 la FLIC Scuola di Circo facendola diventare in pochi anni una delle scuole più rinomate d’Europa sino ad ottenere recentemente un grande riconoscimento dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo che con il Decreto Direttoriale del 9 luglio 2015 ne ha premiato il progetto “Prospettiva Circo” inserendolo nella rosa dei 6 progetti nazionali di perfezionamento professionale scelti per il triennio 2015/2017. Ad oggi la FLIC ha formato oltre 300 allievi provenienti da ogni parte del mondo, il 90% dei quali lavora nel settore dello spettacolo.

 

La Reale Società Ginnastica di Torino è la Società Sportiva per eccellenza, perché è nata prima di tutte le altre, nel 1844 e perché guarda al futuro tenendo presente la tradizione, l’esperienza e la storia che la contraddistinguono. Meglio conosciuta come “Palestra Magenta”, forte di un patrimonio storico e culturale inestimabile che la caratterizza, propone attività di preparazione atletica, sia a livello agonistico che amatoriale, dedicando grande cura all’avvicinamento dei più piccoli alle discipline sportive. Oltre ai numerosi corsi amatoriali per bambini e adulti, la Reale Società Ginnastica di Torino offre ai suoi soci una gamma di attività e servizi collaterali che rendendo ancora più piacevole fare sport alla Magenta.

 

Per ogni ulteriore informazione sulla II^ Festa dell’Acrobatica “Una Domenica a testa in giù” è possibile chiamare la segreteria al numero: 011 530217

 

È possibile avere maggiori informazioni su tutti i corsi in programma alla Reale Società Ginnastica e FLIC Scuola di Circo sul sito www.realeginnastica.it con descrizione e orari delle attività per bambini e adulti e informazioni per prenotare una prova gratuita nel caso in cui non si possa partecipare alla giornata di domenica 8 ottobre.

 

Per approfondire la storia della Reale Società Ginnastica è possibile visitare:

www.realeginnastica.it,   www.museorealeginnastica.it   e www.flicscuolacirco.it

Con Trump l’Iran torna “Stato canaglia”

FOCUS  di Filippo Re

Bush sta preparando un attacco nucleare contro l’Iran? Nell’aprile 2007, un giornalista chiese al presidente Bush durante una conferenza stampa alla Casa Bianca: “quando parla dell’Iran, signor presidente, lei afferma che sono aperte tutte le opzioni. Ciò include anche la possibilità di un attacco nucleare? Bush rispose: “tutte le opzioni sono sul tavolo. La prima cosa che i governanti dovranno capire è che un Iran con un’arma atomica in pugno sarebbe un fattore di incredibile destabilizzazione per il mondo”. Dalla Corea del Nord all’Iran e alla Siria, tornano gli “Stati canaglia” con un linguaggio aspro e rude che non si sentiva dai tempi di George W. Bush. I toni si sono riaccesi all’improvviso e, tra minacce, insulti e lancio di missili, il duello tra Teheran e Washington è ripreso caldissimo, sul modello nordcoreano, preoccupando la comunità internazionale. La mano tesa di Obama all’Iran, che ha portato all’accordo sul nucleare iraniano del 14 luglio 2015, è stata recisa da Trump che non si fida degli ayatollah per tanti motivi e non crede all’impegno dell’Iran a rinunciare all’arma atomica, fino a mettere in discussione l’intesa di due anni fa. La definisce non solo “pessima e imbarazzante” ma “una delle peggiori intese che gli Stati Uniti abbiamo mai sottoscritto” ricevendo l’approvazione entusiastica di Israele e dei falchi di Teheran. Si torna dunque all’antica nei rapporti tra la potenza americana e il Paese degli ayatollah, uno scontro a suon di parole pesanti, accuse e provocazioni che ricorda la stagione di Bush e Ahmadinejad. Trump afferma tra l’altro che “l’Iran deve mettere fine alla sua ricerca di morte e di armi di distruzione di massa”. I leader iraniani, Rouhani e Khamenei, rispondono che le parole di Trump sono “ignoranti, assurde e piene di odio”. Rispuntano anche le famose armi di sterminio di massa che nell’Iraq di Saddam Hussein erano chimiche e non furono mai trovate e che secondo Bush sarebbero servite agli iracheni per dominare il Medio Oriente e terrorizzare il mondo. Ora invece sarebbe l’Iran a produrre segretamente armi nucleari. Nuove nubi si affacciano sul tempestoso rapporto tra due grandi Paesi che non si sopportano dagli anni Cinquanta e che riporta alla luce una delicata questione che sembrava ricomposta dopo anni di lungo e faticoso negoziato. Si torna al muro contro muro, la piccola potenza persiana che si oppone alla forza della più grande potenza del pianeta. Trump e gli ayatollah vestono i panni di Bush e Ahmadinejad. Straccerà Trump l’accordo di Vienna? Il presidente americano detesta il regime iraniano ma all’interno della sua amministrazione le colombe sembrano prevalere sui falchi e pochi sono favorevoli a cancellare la storica intesa sul controverso progamma atomico. Il fronte europeo, guidato da Macron, rischia di dividersi. Uscire dall’intesa, si sostiene a Bruxelles, sarebbe un errore ma si accusa l’Iran di esercitare troppa pressione nella regione e di esagerare con i test missilistici. Trump invece vuole riaprire un vecchio capitolo di politica estera che ha segnato le relazioni internazionali e i rapporti tra le grandi potenze per tanti anni rischiando di portare il mondo vicino a un conflitto dalle conseguenze imprevedibili. Azzerare l’accordo e ricominciare da capo? Rinegoziare una nuova intesa? Trump deve chiarire entro il 15 ottobre al Congresso, che non ha mai ratificato l’accordo, se l’Iran sta rispettando o meno il patto firmato due anni fa. Probabilmente ha già deciso perchè considera l’Iran inadempiente rispetto alle condizioni poste dall’accordo. In questo caso

 (AP Photo/Carlos Osorio)

gli Stati Uniti ripristinerebbero le sanzioni eliminate mentre i Paesi europei, se vogliono, potranno continuare a rispettare le intese raggiunte e fare affari con l’Iran. Sotto accusa per la Casa Bianca ci sono i test missilistici che non solo violerebbero lo spirito dell’intesa ma dimostrerebbero che Teheran non intende affatto rallentare il suo programma nucleare militare che dovrebbe interrompere o almeno frenare per dieci anni. L’Iran naturalmente sostiene il contrario e parla di rinuncia totale alle armi nucleari citando il primo paragrafo del testo. L’intesa del 2015 tra i governanti iraniani e il Gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania e l’Ue) costringe l’Iran ad accettare ispezioni internazionali nei siti nucleari e già diverse volte gli ispettori dell’Onu hanno certificato che l’Iran sta rispettando il patto ma Trump parla di violazioni dei termini dell’accordo. La dimostrazione lampante dell’aggressività iraniana si è verificata il 23 settembre con il lancio di un missile con una gittata superiore ai 2000 chilometri, in grado di portare diverse testate nucleari, in disaccordo quindi con la risoluzione votata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza dell’Onu che prevede (il testo tuttavia non è molto chiaro su questo punto) la possibilità di sperimentare missili non in grado di caricare bombe nucleari. Il lancio del vettore Khorramshahr, fabbricato dopo anni di lavoro, dimostra chiaramente che l’Iran non ha mai ritardato il suo programma missilistico, neppure con Obama a Washington. Un campanello d’allarme per tutti dunque ma forse è ancora troppo presto per sostenere che l’atomica iraniana è vicinissima, come si diceva già oltre dieci anni fa. Ma c’è dell’altro: l’Iran viene messo sotto accusa da Trump per le sue attività in Siria, Iraq, Libano, nello Yemen e per la collaborazione con la Corea del Nord in materia nucleare. Non è la prima volta quest’anno che l’Iran mostra i muscoli. Il 29 gennaio le Forze armate di Teheran lanciarono un missile di medio raggio, poi esploso in aria, mentre a giugno i Guardiani della Rivoluzione, corpo militare d’élite del regime, ordinarono il lancio di alcuni missili in Siria contro postazioni dei jihadisti dello “Stato islamico”. Il nucleare iraniano diventa quasi un pretesto per scagliarsi contro un Paese “che continua a esportare terrorismo, violenza e caos”, che combatte in prima linea in Siria per sostenere Assad, a fianco dei russi e che sostiene Hezbollah, il partito di Dio libanese, nella lotta contro i gruppi jihadisti. E mentre aumenta il suo peso politico e militare nell’Iraq sciita, gli iraniani cercano di arrivare al potere anche nello Yemen sul Golfo di Aden dove armano e finanziano i ribelli sciiti in lotta contro un governo, cacciato dagli insorti, ma alleato dell’Arabia Saudita intervenuta militarmente al suo fianco. É l’ombra nera, cupa e minacciosa che gli ayatollah proiettano con successo all’estero a preoccupare la Casa Bianca. É l’Iran il grande nemico da affrontare, oltre alla Siria di Assad e alla Corea del Nord. Non è tanto il nucleare iraniano che torna a far paura uscendo improvvisamente dai bunker delle montagne iraniane in cui è stato confinato due anni fa dalla diplomazia internazionale ma il nuovo ruolo di primo piano che l’Iran ha assunto nella regione e di fronte al consesso mondiale dopo essere riemerso dall’isolamento internazionale e aver riacquistato credibilità e forza dopo anni di sanzioni. Ora che Teheran è rientrata nella comunità internazionale a tutti gli effetti è bene che ci rimanga. Le sue mosse vanno controllate attentamente, l’intesa prevede il ripristino delle sanzioni in qualsiasi momento ma isolarla di nuovo porterebbe su una strada sbagliata.

Filippo Re

(“La Voce e il Tempo”)

 

 

Economia e società, Rapporto Rota: Torino resta indietro rispetto alle grandi città italiane

Gli analisti parlano di un “effetto anestetizzante”, di una  retorica autocelebrativa che ha esaltato le piazze-salotto del centro, le migliaia di turisti ai musei, la movida

Torino è indietro rispetto alle altre grandi città e fatica a tenere il passo con le altre aree metropolitane italiane. E’ un dato strutturale, poiché rilevato a partire da inizio 2000, ed emerge dall’ultimo Rapporto Giorgio Rota sulla città. Secondo lo studio, per quanto riguarda il tessuto produttivo l’impressione è che i segnali negativi tendano a prevalere. La città della Mole è infatti penultima nel centro-nord per valore aggiunto prodotto, penultima per produttività, e tra il 2008 e il 2016 ha registrato il secondo peggior saldo tra natalità e mortalità d’impresa, superato in peggio soltanto da Messina. E purtroppo la nuova economia dei servizi non ha compensato il declino industriale.  Gli analisti parlano di un “effetto anestetizzante”, di una  retorica autocelebrativa che ha esaltato le piazze-salotto del centro, le migliaia di turisti ai musei, la movida, e i fasti olimpici del 2006. Tutti dati positivi, certo, ma non risolutivi del declino.