Il Museo Nazionale dell’Automobile presenta in Project Room, dallo scorso venerdì 31 gennaio a domenica 18 maggio, la mostra dal titolo “C/ART. L’arte di giocare con l’automobile”, dove C sta per car e ART per arte.
L’esposizione, realizzata da Robert Kuśmirowski e curata da Guido Costa e Davide Lanzarone, consiste in un’installazione ambientale nella quale l’artista polacco, esponendo automobili giocattolo e vetturette provenienti da diversi musei e collezioni Italiane, crea un dialogo inedito tra arte e memoria storica automobilistica. L’opera è il risultato di un intenso lavoro di coprogettazione e collaborazione tra Kuśmirowski, i collezionisti e lo staff museale, e rappresenta una carta bianca concessa all’artista che è intervenuto nello spazio, recando una ricostruzione Immaginaria dello spirito del collezionista di automobili.
Il visitatore è accolto in uno spazio volutamente eccentrico e disordinato, con un eccesso di modelli incompleti, strumenti consunti e macchinari quasi dimenticati. Vecchie reti metalliche sostituiscono le tradizionali scaffalature, evocando l’atmosfera di una officina caotica di un bizzarro collezionista. Il percorso si sviluppa gradualmente verso l’idea di esposizione perfetta. Gli oggetti trovano ordine, senso, e celebrano il passaggio dall’infanzia a una forma di collezionismo maturo e consapevole. In questa trasformazione, si è immersi in una riflessione sulla memoria e sul significato dell’automobile come oggetto di culto. Da un accumulo appassionato e compulsivo tipico dell’età infantile a una sistematizzazione ordinata dei pezzi collezionati: la mostra esplora l’evoluzione del collezionista e del valore affettivo degli esemplari di cui va alla ricerca con dedizione.
“Ogni automobile giocattolo, sia essa a pedali, motorizzata – elettrica o con un piccolo motore a scoppio – realizzata in scala ridotta, è un piccolo capolavoro di ingegneria, con meccanismi che spesso consentono ai modelli di muoversi, di suonare o di attivarsi attraverso l’energia meccanica. Il valore di questi oggetti non è solo economico, ma anche storico, perché attraverso di essi è possibile riscoprire i gusti, le tendenze e le innovazioni tecnologiche di una determinata epoca “ afferma il curatore Davide Lorenzone.
Le vetture esposte coprono un periodo che va dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Novanta del Novecento. Tra i tantissimi modelli in mostra – circa duecento- la “ Lucciola di Piero Patria”, una vettura giocattolo con motore elettrico, prodotta a Torino tra il 1948 e il 1949, in soli duecento esemplari, la minuziosa riproduzione in scala – precisa in ogni singolo dettaglio- costruttivo e funzionale- di un trattore a vapore risalente agli anni Dieci del Novecento; la locomobile a vapore Marshall & Co, modello funzionante in scala 1:4, realizzato artigianalmente da Pietro Abbà nel secondo dopoguerra. Accanto a queste, una collezione più contemporanea di modelli di automobili sportive iconiche, modelli promozionali e ricostruzioni artigianali. Solo per citarne alcune, la Ferrari F1 della Toschi, che era vendita con una bottiglia di liquore al suo interno, la Lancia D 24 della Mercury di cui un esemplare è presente nella collezione del Museo, il modellino in legno del camion che pubblicizzava il CYNAR e i quattro modelli della Marklin ( Berlina, Coupé, auto corsa e autobotte), spettacolari e ancora oggi molto ambiti dai collezionisti.
Mara Martellotta
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