Regione Piemonte punta all’India per contrastare la carenza degli infermieri

 

 

La Regione Piemonte guarda all’India per reclutare infermieri con cui colmare le carenze di personale del servizio sanitario? Il Ministero, invece, mette a regime l’assistente infermiere. Non c’è pace per gli infermieri che, invece di venire valorizzati, meglio retribuiti e tutelati, si ritrovano messi ai margini o, per meglio dire, al confine.

“Perché con queste iniziative prive di una visione di sistema – rammenta Ivan Bufalo – Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino – l’unica certezza è che gli infermieri italiani saranno sempre più delusi e indotti ad andarsene in quei Paesi dove il salario e le condizioni di lavoro sono veramente vantaggiosi e, al contempo, le giovani generazioni avranno sempre meno stimoli a percorrere la strada di studi delle scienze Infermieristiche”.

Gli infermieri italiani, riconosciuti a livello internazionale per competenze e professionalità, si ritrovano a essere sempre più emarginati. La politica attuale, anziché migliorare le loro condizioni lavorative e retributive, per incentivare i giovani a intraprendere la professione e intrattenere i professionisti nel nostro Paese, sembra spingere a cercare nuove opportunità all’estero, dove le condizioni sono più vantaggiose.

“Nulla si muove nella direzione della collocazione degli infermieri – continua Bufalo – ogni volta che il mondo della politica pensa a un intervento atto ad affrontare la gravissima carenza di questi professionisti sanitari, lo fa escludendo dei ragionamenti, con l’effetto di alimentare ulteriormente le cause del problema. L’importazione di infermieri dall’estero, in deroga alle leggi dello Stato riguardanti l’esercizio professionale, non potrà che alimentare il malcontento. Pur avendo, questi infermieri indiani, competenze rispettabili, non sono formati secondo i nostri standard universitari, non conoscono la nostra lingua e non sono famigliari né al nostro sistema sanitario né ai nostri valori deontologici, e sono tenuti agli stringenti adempimenti di legge cui sottostanno tutti gli altri infermieri”.

Il risultato di queste scelte avverte l’Ordine di un progressivo peggioramento della qualità delle cure offerte ai pazienti, che rischiano di essere assistiti da personale non adeguatamente preparato per affrontare le specificità del nostro sistema sanitario.

“Chiediamo con forza un’inversione di rotta – conclude Ivan Bufalo – il rafforzamento e la valorizzazione degli infermieri attraverso una retribuzione adeguata, maggiori tutele e incentivi per i giovani che si affacciano alla professione. Importare personale dall’estero non è la soluzione a lungo termine, ma un palliativo che non farà altro che danneggiare la sanità italiana nel suo complesso.

 

Gian Giacomo Della Porta

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