Il vaiolo delle scimmie, alcune brevi considerazioni sulla sua diffusione recente nella nostra società

Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’eliminazione del Vaiolo, una malattia fra le più devastanti conosciute dall’umanità che, prima di essere sconfitta e cancellata dalle nostre vite, è stata responsabile di milioni di morti e questo rappresenta uno dei più notevoli e profondi successi della storia della sanità.

Si tratta di una malattia acuta contagiosa causata dal virus Variola, un membro della famiglia degli orthopoxvirus, oggi prevenibile poiché si dispone del vaccino dedicato.

Il vaccino contro il vaiolo, realizzato da Edward Jenner nel 1796, è stato il primo vaccino sviluppato con successo. Lo studioso aveva notato che le mungitrici che avevano precedentemente contratto il vaiolo bovino, non si ammalavano di vaiolo e riuscì a dimostrare che un’inoculazione simile, poteva essere utilizzata per prevenire il vaiolo in altre persone rinforzando le difese immunitarie, al punto far si che potessero esserne immuni.

Oggi una malattia con caratteristiche simili, ma per fortuna meno gravi, si sta diffondendo nella nostra società: il vaiolo delle scimmie, un’infezione causata da un virus somigliantea quello del vaiolo, diffusa soprattutto in alcuni Paesi africani che, di tanto in tanto, ha dato vita a focolai in altre aree e da queste si è estesa sempre più.

Nel 2022, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato un’emergenza sanitaria globale poiché il vaiolo delle scimmie si era diffuso in molti Paesi attraverso interazioni sociali e contatti intimi.

Anche in questo caso siamo di fronte ad un’infezione causata da un virus; in alcuni Paesi, la malattia è endemica, cioè diffusa tra la popolazione da lungo tempo ed ora si sta diffondendo sempre più nel mondo.

Il vaiolo delle scimmie ha un lungo tempo di incubazionetanto che possono essere necessari da quattro a ventunogiorni per sviluppare la malattia dopo l’esposizione del soggetto al virus.

La malattia inizia di solito con una sensazione generale di malessere, con febbre e dolori muscolari; è questa una fase preparatoria, in cui il sistema immunitario si sta organizzando per affrontare il virus.

Caratteristica della malattia la comparsa, dopo alcuni giorni dal suo esordio, di una eruzione cutanea caratteristica

Dapprima si osservano aree di arrossamento cutaneo, successivamente si evidenziano locali ispessimenti irregolari che si trasformano in vescicole in cui si raccoglie un liquido denso e biancastro. Nel volgere di qualche giorno le vescicole si asciugano, assumono l’aspetto di croste che andranno incontro alla guarigione, si seccano e infine si staccano.

L’eruzione caratteristica del vaiolo delle scimmie, dì solito, inizia sul viso per diffondersi poi alle braccia, alle mani, alle gambe e ai piedi e al dorso.

Se acquisita durante un contatto intimo o sessuale, può anche esordire comparendo nelle aree genitali o peri-anali.

L’aspetto, in una prima fase può essere confuso con la varicella, poiché giungere ad una diagnosi differenziale con i diversi tipi di eruzione può essere complicato ed è richiesto pertanto l’obbligatoria valutazione dello specialista.
La diagnosi viene effettuata analizzando un campione di liquido prelevato dall’eruzione cutanea, per escludere affezioni che producono una eruzione cutanea, come la varicella, il morbillo o la sifilide.

Anche questa malattia, come nella maggior parte delle patologie, può essere prevenuta.

È importante sapere che la vaccinazione contro il vaiolo è efficace all’ottantacinque per cento nella prevenzione del vaiolo delle scimmie.

A chi si reca in Africa occidentale o centrale, conviene evitare il contatto con animali selvatici o con animali che possono essere portatori del virus del vaiolo delle scimmie.

L’ultima pandemia del Covid ci ha abituato ad una ottimale igiene delle mani, che assume una importanza fondamentale anche in questo caso.

Nel caso si debba venire in contatto con una persona che ha il virus saranno fondamentali i dispositivi di protezione personale, mascherine, guanti, occhiali e si dovranno indossare i camici monouso.  

Una buona igiene delle mani può proteggere dall’infezione. Se ci si prende cura di una persona affetta da vaiolo delle scimmie, è necessario utilizzare dispositivi di protezione personale come guanti, mascherine, protezioni per gli occhi e camici monouso.

Se è stato diagnosticato il vaiolo delle scimmie si è restare isolati fino alla completa guarigione, di solito fino alla fase della caduta delle croste.

La tracciabilità dei contatti e l’isolamento delle persone infette possono aiutare a prevenire la diffusione del vaiolo delle scimmie.

A differenza delle precedenti epidemie di vaiolo delle scimmie, in cui si presumeva che la trasmissione avvenisse tramite goccioline di saliva, la principale via di trasmissione si è al corrente ora, il contagio avviene tramite il contatto diretto con la pelle, come confermato da uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “The Lancet. Per giungere a questa conclusione, gli specialisti hanno dimostrato che la carica virale nelle pustole era molto più alta che nella laringe, il che ha indebolito fino ad annullare la tesi dell’importanza dell’infezione attraverso le vie respiratorie. L’area più colpita è di solito quella che entra in contatto con il virus e, per quanto è attualmente noto la via di contatto diretto e intimo è la via preferenziale per la trasmissione del virus.

Ed è per questo motivo che la modalità di infezione più frequente in questo focolaio è la trasmissione tra partner sessuali, mentre appare meno probabile la trasmissione del virus in seguito ad un contatto casuale con un’altra persona.

La maggior parte delle persone guarisce senza problemi dal vaiolo delle scimmie. Tuttavia, le complicazioni possono includere infezioni secondarie, polmonite, encefalite e infezioni oculari con conseguente perdita della vista.

Al momento è già disponibile un vaccino il cui nome commerciale è Imvanex, negli USA commercializzato con il nome di ”Jmneos”, prodotto dalla Bavarian Nordic, consigliato dell’EMA ( European Medicines Agency ) dal luglio scorso, elemento che fa ben sperare di poter tenere sotto controllo la malattia e risolverla in tempi rapidi, evitando la sua  diffusione veloce e progressiva in larghe fasce della popolazione, specie quelle più sessualmente attive che usano intrattenere  rapporti con più partner.

Rodolfo Alessandro Neri 

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