Conviene seguire i moniti di Diogene?

Diogene di Sinoppe fu un filosofo della corrente dei cinici, ben noto per il suo disprezzo verso il denaro. Viveva in una botte presso il tempio di Cibele e fu uno dei primi pensatori a lanciare l’idea di un mondo senza sfarzo ed opulenza. Il denaro per Diogene era un inutile strumento; l’uomo doveva vivere in semplicità assoluta, accontentandosi del minimo indispensabile perla sopravvivenza.

 

Probabilmente il pensiero di Diogene ha influenzato molto il nostro governo, che ha lanciato un’operazione gigantesca finalizzata a eliminare il denaro dalle nostre tasche e dalla nostra cultura: operazione denominata (con l’abituale abuso delle parole inglesi…) cashless”.

Secondo gli intendimenti di Conte e dei suoi esperti finanziari che ne sostengono l’operato, il denaro contante va eliminato, perché rappresenta uno strumento a dir poco demoniaco, fonte di ogni tipo di negatività: commercio in nero, riciclaggio, evasione fiscale, vendita di droga e così via.

E’ corretto tutto questo? L’abolizione del contante darà un colpo mortale a tutte queste nefandezze, introducendo nell’economia etica e purezza?

Sicuramente no, o per lo meno gli effetti positivi saranno talmente insignificanti da non meritare tutti gli sforzi in corso per portare gli italiani a buttar via le banconote, privilegiando l’uso delle cartedi credito e del bancomat.

Per stimolare gli italiani ad abbandonare l’aborrito contante, è stato lanciato il programma cashback”, che offre uno sconto a coloro che acquistano con carte di credito o simili.

Vediamone il funzionamento nei dettagli.

Nel mese di Dicembre tutti coloro che effettueranno acquisti pagando con una carta di credito avranno diritto ad un riaccredito del 10% sulla spesa, con un massimale di 150 euro;da gennaio il meccanismo continuerà con ritmi semestrali, consentendo di beneficiare di uno storno del 10% con un massimale di 1.500 euro per almeno 50 acquisti.

Per aver diritto al riaccredito occorre seguire una procedura complessa: scaricare unApp (denominata IO) sullo smartphoneper chiedere lo SPID (numero di codice per accedere ai servizi pubblici), oppure registrarsi presso enti convenzionati (tra i quali la Posta).

Occorre fornire il codice fiscale, gli estremi identificativi dello strumento di pagamento elettronico che sarà utilizzato, ed il codice IBAN del conto corrente bancario per l’erogazione dei rimborsi.

Attenzione al fatto che, affinché una spesa possa essere acquisita ai fini del programma, è necessario che l’esercente abbia accettato di partecipare al cashback.

Al termine di ciascun periodo si conteggiano gli acquisti che danno diritto al rimborso: non si ottiene nulla se il numero è inferiore al minimo stabilito. Attenzione al fatto che il conteggio riparte da zero all’avvio del periodo successivo.

Non è fissato un importo minimo per ogni operazione, mentre è fissato un importo massimo per il ristorno, pari a 15 euro per ogniacquisto. E così un pagamento di 1.000 euro per la parcella di un professionista non dà diritto ad un ristorno di 100 euro, ma solo di 15.

Inoltre il limite massimo semestrale di ristorno comporta il blocco del “cashback” sulle spese eccedenti: chi effettua acquisti per 20.000 euro in un semestre si vedrà accreditare al massimo 1.500 euro e non 2.000.

E’ previsto inoltre un altro elemento “premiante” riservato ai “grandi acquirenti” (misurati in termini di numero di acquisti, non in termini d’importo tortale speso): i primi 100.000 partecipanti che abbiano totalizzato il maggior numero di acquisti hanno diritto ad un rimborso speciale forfetario (chiamato “Super Cashback) pari a 1.500 euro. Chi utilizza tanto il bancomat deve anche farlovelocemente se vuole arrivare nel gruppo dei super beneficiari!

Qualche riflessione s’impone:

Il meccanismo di “iscrizione” è farraginoso, lungo, complesso: via Internet si sono creati blocchi al programma, e chi ha optato per il ricorso alla richiesta fisica ha dovutoaffrontare code lunghissime agli sportelli postali.
Il riaccredito è legato all’adesione del negoziante o del professionista al programma; quindi non tutti gli acquisti o i pagamento daranno diritto al rimborso.
Il programma può servire per “stanare” l’evasione dei piccoli negozi, ma potrà avere scarsi effetti nell’area grigia di professionisti e artigiani che, se non aderiscono al programma, potranno continuare a “fare il nero” con il tacito accordo del cliente.
Lo stimolo all’uso dei pagamenti elettronici è inversamente proporzionale all’importo della spesa: dal fruttivendolo o dal macellaio difficilmente si spende più di 150 euro per volta, ma dal commercialista o dall’avvocato le parcelle viaggiano su cifre ben superiori. E pagare 3.000 euro al professionista ottenendo 15 euro di bonus non dà grossi benefici (più facile accordarsi per uno sconto diretto di 100 euro contro pagamento in contanti…).
Il meccanismo comporta la rinuncia totale dei consumatori alla privacy, perché ogni acquisto, ogni operazione, ogni spostamento saranno registrati. Nulla di male per chi ha la coscienza pulita, ma allora perché tanta gente rifiuta l’AppImmuni proprio in nome della privacy violata?
Dal programma sono esclusi i pagamenti legati alla professione o all’attività commerciale: il negoziante nonbeneficia di cashback quando compra la frutta, mentreconcede il bonus quando la vende…

E terminiamo l’analisi con il punto più delicato.

La riduzione dell’uso del contante e l’aumento dell’uso dei pagamenti elettronici comporta un forte aumento degli utili delle banche, che percepiscono laute commissioni su ogni transazione.

Si possono identificare 4 voci di costo relative al POS:

Costo d’installazione: si tratta di un importo una tantum per l’uso dei terminali
Canone: è la somma fissa che l’esercente deve pagare mensilmente per il POS
Costo fisso per transazione: 10 centesimi per operazione
Costo percentuale per transazione: commissione sul valore dell’operazione. Dipende da vari fattori, quali il circuito e la tipologia di carta (carta business o consumer, carta di credito o di debito e così via); oscilla intorno al 2-4%.

Insomma, il consumatore è attratto con il classico “specchietto per le allodole” attraverso il “guadagno” del 10%, il negoziante o il professionista paga di tasca sua il meccanismo e le banche chiudono il cerchio intascando commissioni…

Tutto questo Diogene non lo aveva previsto; chissà se,rinascendo oggi, sarebbe ancora convinto della bontàdell’abolizione del denaro?

 

GIANLUIGI DE MARCHI

Consulente finanziario, giornalista e scrittore

 

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