Sembra essere stato profetico il lapsus freudiano introdotto dal governo con l’uso, secondo me improprio, dell’aggettivo “sociale” accanto al termine “distanziamento”, vocabolo di cui, durante tutti questi mesi di lockdown ed anche tuttora si continua a parlare come uno strumento fondamentale per la prevenzione del contagio da Covid 19.
Come sarebbe stato più appropriato, ritengo, invece, parlare di necessità di “distanziamento fisico”, espressione che implica, appunto, una distanza fisica, ma non psicologica tra gli individui.
Ma in fondo penso che la pandemia da Coronavirus abbia semplicemente accelerato ciò che già stava avvenendo prima, il fenomeno dell’assottigliarsi dei rapporti umani e di solidarietà autentici.
Ed allora i nostri governanti, che sotto tanti aspetti, secondo me, in questi mesi di emergenza Covid 19, hanno peccato, forse, inconsapevolmente, hanno anticipato, con l’uso dell’espressione di “distanziamento sociale”, ciò che sarebbe accaduto e che era già, in un certo qual modo, scritto nelle premesse. In quella premesse di un’epoca pre Covid, orientata all’individualismo più spinto, all’interesse verso il proprio particolare, al puro egoismo, in una società in cui valori come famiglia e patria sembrano essere sempre più desueti.
Mara Martellotta
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