FdI: “Rimodulare fondi europei per turismo e commercio”

Paolo Bongioanni chiede la rimodulazione dei  Fondi Europei per reperire risorse a sostegno  dell’economia del turismo e del commercio, in seguito alla crisi epidemiologica Covid-19.

 

Il Consigliere Regionale Paolo Bongioanni ha presentato un ordine del giorno di richiesta per la rimodulazione, presso l’Autorità di Gestione, dei fondi europei PITEM e PITER alla luce della crisi economica conseguente quella epidemiologica. L’ordine del giorno, il numero 245, andrà in discussione in aula martedì 28 aprile 2020.  

Il testo verte sulla richiesta di un impegno alla Giunta di intervenire immediatamente al sostegno della impresa turistica e del terziario, con la rimodulazione dei fondi europei, da destinare  sia ad un sostegno economico diretto sia modificando i momenti formativi previsti all’interno degli stessi progetti,  indirizzandoli  alla formazione del personale che dovrà provvedere alle procedure di sanificazione e di rispetto di un non facile protocollo obbligatorio nel momento della riapertura.

“Il sistema del turismo e della sua filiera, partendo dall’albergazione e dalla ricettività nelle sue varie accezioni, per passare alla ristorazione, (che in Regione Piemonte è una delle risorse più importanti in quanto il nostro territorio può a ragione essere considerato la capitale italiana dell’enogastronomia), per arrivare all’ospitalità veloce dei bar e ancora alle professioni turistiche,  è  sicuramente  il settore più penalizzato perché, com’è già stato ribadito più di una volta, è un sistema che vive sul denaro circolante, sul cash flow, e che non è in grado di vivere con un’interruzione brusca della liquidità, non è  strutturato per farlo ed anche se può attraversare momenti di massima e di minima non può reggere una situazione come questa che rischia di portare al totale collasso la nostra piccola e media impresa turistica, componente importantissima dell’ossatura e struttura portante dell’economia dell’intero Piemonte” dichiara il Consigliere Bongioanni.

“In questo momento il Governo, oltre a roboanti proclami di interventi multimiliardari, non ha ancora erogato un solo euro a fondo perduto, ma continua ad aggiungere debito a debito,  e la “strombazzata potenza di fuoco dei 400 miliardi”  alla quale la maggior parte delle PMI non potrà accedere, non è un’iniezione di liquidità, ma vede furbescamente lo Stato non versare un solo euro, ma  mettere in sicurezza proprio il gettito fiscale annuo attraverso un’operazione di factoring con le banche. Le imprese turistiche chiedono risposte certe e hanno bisogno di denaro liquido, hanno bisogno di finanziamenti a fondo perduto, di soldi veri e facili da ottenere a dispetto della imperante burocrazia o, in alternativa chiedono non potendo tenere aperto, a fronte di zero incassi, di avere zero spese e quindi l’abbattimento delle accise, dei contratti assicurativi, degli affitti e di qualunque altra spesa assimilabile. Bisognerà intervenire per rimodulare  i protocolli, per evitare la morte della impresa turistica; è  quindi necessario studiare una riapertura intelligente nonostante gli enormi sforzi fatti dal Presidente Cirio per trovare delle risorse da immettere su questo mercato, e  ne ha trovate tante, queste ultime potrebbero essere ancora non sufficienti, anche alla luce di altre problematiche che vengono sollevate, quali il rischio civile e penale  nel quale portrebbero incorrere i titolari delle aziende, la necessità di formare il personale al nuovo “sistema” di lavoro, la necessità dopo mesi ad incasso zero di dotarsi di mezzi di sanificazione e DPI. Uno spiraglio concreto, per attingere a risorse oggi indispensabili,  sono i fondi europei: progetti PITER e PITEM in primis che bisogna immediatamente rimodulare e declinare alle attuali emergenze, sia in termini di erogazione di liquidià, sia per quanto concerne la formazione, inoltre bisogna esigere dall’Europa il pagamento immediato delle spese già sostenute dai singoli partner per i progetti ALCOTRA.  E’ questa una delle poche strade per recuperare fondi indispensabili per la sopravvivenza del nostro strordinario tessuto imprenditoriale messo in ginocchio dall’epidemia”

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