Martedì 3 giugno, il Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio ha consegnato 1.006 firme raccolte per la petizione al Consiglio Comunale, con cui si chiede, innanzitutto e prima di qualsiasi altro intervento, la messa a dimora di almeno 120 alberi in sostituzione dei circa 170 abbattuti e non rimpiazzati negli ultimi 20 anni. Il mancato ripristino del viale ha ridotto proporzionalmente i servizi ecosistemici (lo ha affermato il perito incaricato dal Giudice del ricorso intentato dal Comitato, nella sua relazione finale) con effetto sulla salute dei residenti.
Tra le altre istanze contenute nella petizione (sostenuta da oltre il triplo delle firme necessarie):
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consentire di effettuare valutazioni congiunte sullo stato di salute dell’alberata di corso Belgio;
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valutare di spostare la linea tranviaria che passa in corso Belgio in centro strada eliminando la necessità di potature frequenti;
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reinternalizzare i servizi di gestione del verde pubblico;
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non intervenire sugli alberi tra marzo e agosto, rispettando davvero il periodo di riproduzione della fauna, e in particolare della nidificazione;
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evitare che il legno asportato finisca bruciato con aumento delle emissioni di CO2.
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Inoltre si chiede al Comune di adoperarsi, per quanto di sua competenza, per aumentare la frequenza e ridurre le tariffe del trasporto pubblico locale, diminuendo la necessità di parcheggi.
Il Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni Ambientaliste per la Tutela e la Progettazione del Verde ha invece consegnato 2.356 firme di residenti a Torino raccolte su moduli cartacei per la delibera di iniziativa popolare che prevede la modifica dell’attuale art. 45 “Rinnovo delle alberate” del Regolamento (n. 317) del Verde Pubblico e Privato della Città di Torino, eliminando la possibilità di abbattere un intero viale anche se contiene esemplari non a rischio di crollo; altri 220 cittadini hanno firmato online. Le millecinquecento firme necessarie sono state quindi superate abbondantemente.
Al presidio e alla successiva conferenza stampa hanno partecipato altri Comitati della rete Resistenza Verde, tra i quali il Comitato Acqua Pubblica Torino, che attende da quasi due anni che il Consiglio Comunale discuta la proposta di delibera di iniziativa popolare contro gli sprechi idrici. Ciò si aggiunge al rigetto di due istanze di referendum del Comitato Salviamo la Pellerina contro l’edificazione del nuovo ospedale Maria Vittoria nel parco Carrara.
In sostanza, oltre che per la devastazione e la mercificazione del verde pubblico, l’Amministrazione in carica si sta distinguendo anche per la negazione dei diritti di partecipazione: non solo chi manifesta pacificamente contro i progetti della Giunta viene identificato dalle forze dell’ordine, multato e addirittura indagato, ma anche chi sceglie le forme di partecipazione più asettiche e formali, espressamente previste dal Regolamento n. 297 della Città di Torino, viene sprezzantemente ignorato.
La negazione della partecipazione è simmetrica alla cessazione della rappresentanza: si possono ancora dire nostri rappresentanti coloro che ignorano sistematicamente le istanze dei cittadini? E non parliamo soltanto, come avvenuto con la nostra precedente petizione, del Sindaco e degli Assessori, ma anche dei consiglieri comunali cui sono rivolte petizioni, delibere, istanze di referendum. Pertanto considereremo la condotta del Consiglio comunale rispetto alla petizione e alla delibera per cui si sono presentate oggi le firme anche come una cartina di tornasole definitiva sullo stato della democrazia nella nostra città sotto il governo dell’attuale Amministrazione.
Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio
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