“L’impegno dei sindaci è stato importante, innanzitutto nella gestione delle emergenze di quei giorni e di quelle ore. Non dimentichiamo che gli eventi alluvionali capitano in pochi minuti. Chi ricorda il 5-6 novembre 1994 ricorda come le colline iniziarono a franare in pochi istanti, i fiumi uscirono in pochi momenti. Ai sindaci dobbiamo il grazie per come hanno gestito quei momenti di grande difficoltà; il grazie per aver ricostruito; e oggi a loro possiamo anche destinare un impegno maggiore in questi 30 anni per normative più semplici e più facili”: è quanto ha dichiarato ieri il presidente della Regione Alberto Cirio ad Alessandria in occasione della presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad una serie di cerimonie legate al ricordo dell’alluvione che 30 anni fa causò la morte di 14 persone in città, 69 in tutto il Piemonte.
Il presidente Cirio si è soffermato sul fatto che “i nostri nonni, i nostri anziani curavano meglio il territorio e pulivano i fiumi. Oggi per i sindaci diventa difficile, perché non sempre normative nazionali ed europee li mettono nella condizione di poterlo fare. Questa giornata che ci ricorda un evento tragico, in cui è stata intelligente e giusta la scelta dell’amministrazione comunale di volere posizionare un monumento a imperitura memoria delle vittime, è anche un’occasione per ricordare quanto è stato fatto soprattutto la messa in sicurezza del territorio: in questi 30 anni abbiamo avuto episodi e situazioni alluvionali simili e in alcuni casi anche più gravi, ma gli effetti non sono stati così nocivi proprio perché il territorio era stato messo in sicurezza”.
Infine Cirio ha espresso un ringraziamento “a tutte quelle donne e quegli uomini che, il giorno dopo l’alluvione, hanno preso una pala e dato il loro contributo, a testimonianza di una voglia di ripartire e di lavorare che è tipica e che rende orgoglioso il nostro Piemonte” e “al lavoro della Protezione civile, perché il 1994 segna lo spartiacque tra la nascita di una Protezione civile fatta davvero di professionisti che mettono in sicurezza il territorio”.
A conclusione della cerimonia nel Teatro Alessandrino, alla presenza di 200 sindaci dei Comuni del Piemonte che subirono i danni più gravi dell’alluvione, ha preso la parola il presidente Mattarella: “Le tragedie lasciano tracce irreversibili nel cuore e nella mente delle persone, nei luoghi. Dopo una catastrofe nulla è più come prima. Fare memoria non è soltanto un esercizio di sensibilità e di rispetto nei confronti delle vittime e di coloro che sono rimasti segnati da quelle esperienze. È anche un esigente appello al senso di comunità e alla responsabilità di quanti ne hanno titolo. Il tema non può ridursi alla rapidità ed efficacia dell’intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga all’andamento della evoluzione degli eventi naturali. Non basta proporsi di ‘mitigare’ le avversità. Non sarebbe un proposito all’altezza delle attese e delle esigenze. La storia ci consegna sovente tragedie. Appare poco previdente evocare, ogni volta, la straordinarietà dei fatti, che tendono invece prepotentemente a riproporsi, per giustificare noncuranza verso una visione adeguata e progetti di lungo periodo”.
“Le alluvioni, le catastrofi manifestano i loro effetti negativi, psicologici, economici, ambientali anche ben oltre l’emergenza”, ha aggiunto Mattarella, sottolineando che “la sicurezza dei cittadini va tutelata anche dopo gli interventi dispiegati immediatamente per salvare vite. Quando l’eco degli avvenimenti drammatici scompare dalle cronache non vi devono essere pause o intervalli nel porre in sicurezza i territori e garantire fiducia e serenità alle popolazioni, per sospingere la ripresa della vita. Il rilancio delle zone colpite è interesse di tutto il Paese, e qui ne troviamo testimonianza”.
In precedenza il Capo dello Stato, accompagnato dal presidente Cirio, dal sindaco Giorgio Abonante, dal prefetto Alessandra Vinciguerra e dal presidente della Provincia Luigi Benzi. Si era recato nel nella zona del ponte Meier, in Lungo Tanaro San Martino, per l’inaugurazione di un monumento dedicato a tutti coloro che si spesero nel 1994 per aiutare la comunità in ginocchio e la ricostruzione della città, e poi al parco Carrà per deporre una corona d’alloro al memoriale delle vittime dell’inondazione.