Dal 1974 a Torino Sivit ricerca, sviluppo, produce e commercializza di pavimenti in resina e li esporta in tutto il mondo e festeggia con dipendenti e visitatori, e un murales dell’artista Orma il viandante”.
“Io sono arrivato dal Veneto per lavorare a Torino. Ho fatto sempre l’operaio e il lavoro me lo passava Luigi Parola. Io e lui ci chiudevamo in una stanzetta, quando eravamo in Via Botticelli e facevamo esperimenti sui materiali, per esempio le pianelle per pavimento con i fagioli. A un certo punto, l’azienda ha ospitato anche una radio con cui ho collaborato, radio Sivit. Ho viaggiato con i fratelli Parola, Luigi e Giovanni, e ho anche guadagnato bene.” Severino ha 89 anni e non è un semplice invitato alla festa di compleanno della Sivit, azienda che produce resine dal 1974. Severino qui è uno di casa, fa ormai parte di una famiglia che vede ormai la terza generazione portare avanti con passione il lavoro dei nonni.
La storia della Sivit è quella dei due fratelli Luigi e Giovanni Parola che iniziano la loro avventura per rispondere ad una necessità particolare: il riutilizzo di vernici pregiate, scarti dell’industria automotive. Da questo punto di partenza, Sivit (Società Italiana Vernici Impermeabilizzanti Torino) ha poi trovato la sua strada nel campo delle resine per pavimenti, settore che, dopo un primo periodo pionieristico, oggi è pienamente consolidato e in crescita. Tuttavia, così come accade oggi in altri ambiti, non è semplice trovare addetti qualificati e per questo è sempre più necessaria e strategica la continua formazione e collaborazione con le università.
“Quando è nata l’azienda, cinquant’anni fa, mio padre Luigi si è affacciato a un settore nuovo, che a quei tempi stava muovendo i primi passi – racconta Maurizio Parola, oggi titolare della storica azienda torinese –. Mio papà lavorava nei cantieri, si occupava di coibentazioni ed era abituato a risolvere problemi. Armando Monte, ingegnere della Fiat e professore al Politecnico di Torino, riconoscendo questa sua qualità gli sottoponeva spesso richieste in tal senso e un giorno chiese una consulenza più difficile del solito. In Iveco venivano utilizzate molte vernici di pregio, resistenti e di altissima qualità, ma lavorandole si producevano molti scarti che dovevano essere smaltiti. Mentre mio padre cercava una soluzione al problema dell’ingegner Monte, capì che quell’esperienza avrebbe portato lontano e per questo – conclude Parola – possiamo dire che Sivit è nata, quasi per caso, da una fortunata intuizione”.
L’idea imprenditoriale di Sivit e la visione del suo fondatore Luigi Parola sono partite dalla volontà di creare un’azienda in grado di rispondere alle esigenze di mercati in crescita, come l’industria automotive e non solo. Non è un caso che Sivit sia sorta proprio di fronte al sito torinese di Iveco, a nord di Torino, dove continuano a convivere ricerca e produzione. Le parole chiave sono le stesse degli inizi, negli anni Settanta: sostenibilità, nella lavorazione e nei prodotti finali, crescita, di fette di mercato e dipendenti, e qualità,dalle materie prime al servizio.
All’inizio i pavimenti in resina non erano molto richiesti e le prime applicazioni riguardavano soprattutto interventi di manutenzione. Oltre ai settori meccanico e automotiveci sono stati altri ambiti, come ad esempio l’alimentare e il farmaceutico, che hanno iniziato a scegliere la resina per pavimentare interi reparti, comprendendone in pieno le caratteristiche. Fino a quel momento e a seconda delle applicazioni, per le pavimentazioni si utilizzavano principalmente piastrelle, blocchetti in legno, pavimenti corazzati, ghisa e asfalto. Si trattava di materiali non facilmente pulibili, come lo è invece la resina grazie a una superficie continua, priva di interruzioni e giunti. Da qui il successo che ormai copre ogni settore, compreso il civile. Oggi la ricerca all’interno dei laboratori dell’azienda è in costante sviluppo e in grado di sperimentare, realizzare e commercializzare prodotti sempre più performanti, grazie a intuizioni come l’applicazione delle nanotecnologie, sostenibili (a base acquosa e solven free) e di design.
Oggi Sivit è una realtà presente in 40 paesi ma che mantiene il proprio cuore pulsante a Torino, sede dell’azienda e dei laboratori di ricerca, sviluppo e produzione. Per festeggiare i suoi 50 anni, si è regalata un bellissimo murales di Orma il viandante raffigurante una scena naturalistica a tema sostenibilità sulla facciata d’ingresso della sede di via Centallo 57 a Torino.
“Quella dei pavimenti in resina è senza dubbio una nicchia ma in costante crescita, che offre buone opportunità a livello occupazionale – commenta Enzo Parietti, presidente dell’Ente Nazionale Conpaviper (Associazione Italiana Sottofondi, Massetti e Pavimentazioni e Rivestimenti Continui) –. Proprio quest’estate abbiamostrutturato la prima edizione di un corso per la qualifica dei formatori settori resine, attraverso il quale i soggetti saranno abilitati a fare formazione per la qualifica degli applicatori e dei capisquadra ai sensi della norma UNI 11835”.
E prosegue: “L’indagine condotta da Conpaviper su 50 aziende del settore delle resine offre un quadro chiaro della crescita del comparto. Il 40% delle aziende intervistate ha un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, con un valore medio di 2 milioni di euro. La più piccola fatturava 65.000 euro nel 2018, mentre la più grande raggiungeva i 9,3 milioni di euro”.
Dal 2018, il fatturato complessivo del campione è cresciuto del 40%. Il 2020 ha visto una flessione del 13,4% rispetto al 2018 a causa della pandemia, ma il settore ha recuperato rapidamente nel 2021, registrando un +13,7% sullo stesso anno. La crescita è proseguita nel 2023, con un aumento del 12,6% rispetto al 2022.
Le microaziende (fatturato sotto 1 milione di euro nel 2018) sono cresciute del 160,6% sul 2018, mentre nell’ultimo anno hanno segnato un +12,7%. Le aziende più grandi (oltre 2 milioni di euro nel 2018) hanno registrato una crescita più moderata, con +26,8% rispetto al 2018 e +12,7% nell’ultimo anno. Tuttavia, il 18% delle aziende ha subito un calo di fatturato dal 2018, e nel 2023 il 33% ha registrato una flessione rispetto all’anno precedente.
Oggi, l’organico conta 45 persone, compresi 6 degli 8 nipoti di Luigi Parola, ed è cresciuto in maniera continua nel tempo grazie a un buon connubio di dipendenti storici e fidelizzati che affiancano nuove leve giovani.“Non è facile trovare personale qualificato e specializzato – conclude Maurizio Parola – e in futuro diventerà sempre più difficile individuare in particolare i posatori di resine, mestiere che richiede specializzazione, costante aggiornamento e buona manualità; per questo motivo corsi abilitanti come quello di Conpaviper si rivelano molto importanti così come la collaborazione con le Università; ad esempio qualcosa di positivo si sta muovendo nell’Università di Torino grazie al dipartimento di Chimica, fortemente orientato verso lo sviluppo di prodotti green, un segnale importante per un settore che vuole continuare a vincere le sfide, proprio come noi cerchiamo di fare ogni giorno, da 50 anni”.
Partendo dagli esperimenti con i fagioli, Sivit racconta una storia fatta di artigiani e visionari, di famiglia e di rapporti di amicizia, confermando una vocazione tutta torinese caratterizzata dall’innovazione. Non resta che augurare a Sivit moltissimi di questi compleanni.
Lori Barozzino
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