L’Unità (di una volta), che festa!

Le vie del Signore sono infinite. Così Giorgio Airaudo e Alberto Cirio vanno a braccetto volendo i cinesi e le loro auto elettriche prodotte a Torino. E come dargli torto: a mali estremi estremi rimedi. Matteo Salvini è contrario, ma chi se ne importa.
Dal 1980 Fiat, Agnelli e compagni di merende prendono in giro i torinesi e gli italiani. Colpevole, sia ben chiaro, una politica subalterna e mediocre da oltre 60 anni se non di più, ovviamente sia di destra che di sinistra. La Fiom bacchetta la Schlein. Perché  a Torino non parla dei problemi degli operai torinesi? Capiamola, lei è di un’altra generazione e poi, probabilmente non sono tanti i dirigenti del PD che si ricordano dei mitici anni 70, ascesa ed epilogo della grandezza del movimento sindacale torinese.
Tanta classe operaia e grande capacità dei dirigenti sindacali, poca se non inesistente classe operaia e pochezza del personale politico di sinistra. Ma tant’è che nulla è eterno, almeno in questo mondo. Comunque per dovere di cronaca, tante persone al comizio della segretaria del PD.
Elly Schlein
Ed anche carina  la festa dell’ Unità  di quest’ anno.  Interessante il programma dei dibattiti e interessante constatare quel pur minimo volontariato ancora esistente nel Pd. Persone sicuramente encomiabili. Impossibile non ricordarsi dei tempi che furono. Un classico rientrare dalle ferie il 20 di agosto in una città deserta e subito recarsi al parco Ruffini. Sveglia alle otto.  Poi prendevo il tram 15 dal capolinea davanti all’ospedale Martini e dopo 45 minuti scendere in via Monginevro angolo corso Trapani.
Univo l’utile al dilettevole. Pochi viaggiatori, mi potevo sedere e alla fine della festa avevo letto un volume della Storia del PCI di Spriano. 5 volumi, 5 anni. Già, erano proprio altri tempi. Nel giro di tre settimane sorgeva un vero e piccolo viaggio. I viali del parco erano interamente invasi da ristoranti, aree espositive, librerie aree dibattiti e dal 1978 l area giovani dove la faceva da padrone Radio Flash. Ognuno con i compiti dettati dalla passione e professione. Elettricisti ed altro.
Venivano montati degli appositi tubi innocenti ad incastro inventati dal mitico capo partigiano Palmiro Gonzato. Era diventato capo officina di una impresa metalmeccanica con oltre 100 operai di cui 90 iscritti al PCI.
Il sabato, a titolo gratuito venivano a lavorare per costruire questi tubi. Finito il montaggio ed allestimento, a turno donne e uomini, insomma compagne e compagni, si improvvisavano cuoche o camerieri. Tutto ovviamente a titolo gratuito. Appunto proprio altri tempi. Nei primi tempi vecchie reti da letto diventavano griglie  per le costine di maiale. Poi ci si raffinava. Zona Barriera di Milano gestiva il ristorante langarolo con un superbo brasato al Barolo. Zona Settimo la pizzeria. Nell’area giovani le prime Birrerie di una Torino con brulicanti operai stretti nei ferrei turni. Primo turno dalle 6 alle 14. Secondo dalle 14 alle 22. Poi il notturno, anche per guadagnare di più.
Altri tempi. La Festa durava 15 giorni, apertura al sabato e chiusura alla domenica. Sempre aperto dalle 18 30 in avanti fino ad ore piccole. Poi iniziava il turno di vigilanza notturna ed un vigile servizio d’ordine girava la festa con andi di ronda, controllava che nulla di pericoloso succedesse. Dentro il Palasport concerti e diverse aree dibattiti su vari temi di politica internazionale e italiana. Dimenticavo: presenza delle organizzazioni di massa Arci Uisp, la neonata Lega ambiente, lega cooperative e tanti altri. Già proprio altri tempi. Bene , dunque, sappiamo che il confronto non regge. Grandi feste dell’Unità e tanti, ma tanti operai nella Torino industriale. Altri tempi ed ammettiamolo: ne abbiamo un po’ di nostalgia. Ma in fondo solo un po’. Sappiamo che non ritorneranno. Ma sappiamo  che anche   ricordarli ci allevia un presente che di fatto non capiamo, non accettandolo.
PATRIZIO TOSETTO
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