Insediamento XII legislatura regionale. La dichiarazione di Gianna Pentenero e Domenico Rossi.
«Quello che il centrosinistra ha proposto al Piemonte non era solo un programma elettorale ma una visione del futuro che molti cittadini e cittadine ci hanno chiesto di portare avanti. Questa visione caratterizzerà la nostra opposizione: un’opposizione seria, concreta, propositiva ma senza sconti, pronti a usare tutti gli strumenti democratici a partire dalla raccolta firme per interrompere il processo della legge sull’autonomia differenziata, che creerà solo sperequazioni. Un’opposizione antifascista, perché la vile aggressione al giornalista Andrea Joly dimostra che non bisogna mai abbassare la guardia verso i gruppi violenti che sconfessano i valori della nostra Repubblica». Lo affermano la Capigruppo regionale del Pd Gianna Pentenero e il Segretario regionale Pd Domenico Rossi in occasione della seduta di insediamento del Consiglio regionale del Piemonte.
Afferma Gianna Pentenero: «Nel leggere le relazioni della Corte dei Conti non ci si sentiamo per nulla sereni sia rispetto al lavoro fatto sia per quanto resta da fare. Infatti, la magistratura contabile ha sottolineato l’inadeguatezza dell’azione programmatoria e legislativa ed è a rischio una tenuta del sistema sanitario regionale, con lo spettro di un nuovo “commissariamento”. Un dato su tutti: la spesa impegnata nel 2022 per la sanità era del 69,32%, nel 2023 è scesa al 64% con un decremento di circa 123 milioni di euro con un eccessivo ricorso all’esternalizzazione in ogni ambito e settore. Vogliamo sapere se e quando sarà predisposto il nuovo piano socio sanitario e se questo andrà nella direzione di ricostruire una sanità pubblica immersa in mille problemi (mancanza del personale, carenze strutturali, ritardi nella pianificazione territoriale e lentezza amministrativa). Vogliamo sapere come si pensa di rapportarsi con la sanità privata che non può essere solo luogo di interventi profittevoli. Vogliamo sapere come si pensa di difendere la 194, come si pensa di potenziare la sanità territoriale, tornando a favorire le cure domiciliari e garantendo l’accesso dei non autosufficienti alle strutture di qualità. Insomma, vogliamo sapere se la Giunta Cirio crede o no in una sanità pubblica ed universale. E vogliamo più programmazione e meno annunci».
Aggiunge Domenico Rossi: «Incredibile come il Presidente Cirio riesca a parlare come se fosse arrivato oggi per la prima volta alla guida della Regione. Ma oggi ha superato se stesso: doveva presentare le linee programmatiche del mandato e invece ha presentato la squadra accennando a qualche elemento di programma. Troppo poco. Un espediente furbo, ma che non cancella le gravi mancanze del discorso odierno. Non una parola sull’inverno demografico e sul tema della legalità e della lotta alle mafie, nonostante le inchieste degli ultimi anni e l’ultimo allarme della DIA nell’ultima relazione semestrale. Così come non è accettabile, nel 2024, liquidare la questione ambientale con il piano della qualità dell’aria senza dire nulla sull’emergenza climatica o sulla transizione ecologica. Troppe poche parole sul futuro dell’impresa e del lavoro in Piemonte senza nessuna accenno all’economia circolare. Troppe domande restano senza risposte dopo il discorso di insediamento del Presidente Cirio. Era lecito attendersi qualcosa di più dalle linee guida di un governatore appena riconfermato a meno che non si voglia vivacchiare per cinque anni a colpi di annunci e riproporre il refrain per cui “è tutta colpa di chi c’era prima”… Il Piemonte non può permetterselo. La nostra Regione ha bisogno di programmazione e visione, le grandi assenti della scorsa legislatura. Ora che il Presidente non ha più il problema della riconferma sarà in grado di fare le scelte necessarie anche a costo di scontentare qualcuno? Ci auguriamo che si passi dalla legislatura degli annunci e degli alibi a quella delle scelte orientate al bene dei piemontesi».
«Lo abbiamo detto e ripetuto in campagna elettorale-conclude Gianna Pentenero-vogliamo un Piemonte sostenibile democratico, solidale ed accogliente. Sentiamo vivi e presenti gli esempi di coloro che ci hanno ispirato: il Piemonte della Resistenza, gli uomini e le donne che hanno lavorato per i diritti di tutti, nei campi e nelle fabbriche. Un Piemonte che sappia affrontare con determinazione il cambiamento climatico riconoscendone la drammaticità, e sfruttando le opportunità di sviluppo pur presenti in questa crisi. Grazie alla nuova legge elettorale l’assemblea regionale vede un numero maggiore di donne (la coalizione di centrosinistra ha portato in Consiglio due giovanissime come Simona Paonessa del Pd e Vittoria Nallo di Italia Viva) ed una maggiore rappresentatività delle provincie, e questo costituisce sicuramente un passo significativo in avanti per il Piemonte. Lavoreremo perché la Regione Piemonte possa tornare a essere punto di riferimento per tutti i nostri amministratori, coerentemente con i principi affermati nella Carta di Chivasso del 19 dicembre del 1943, per dare vita all’Europa dei territori, delle sue montagne passando per le colline e per la nostra pianura, dalle grandi città alle piccole comunità».
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