Alzati! E fai sedere chi ne ha bisogno (e diritto)

La buona pratica di cedere il posto ai piu’ fragili e’ decisamente in via di estinzione.

Una volta lasciare il posto a sedere a chi ne aveva bisogno perche’ anziano o piu’ fragile era un automatismo, un insegnamento legato al buon senso o all’educazione civica impartita perlopiu’ dalle famiglie che si trasformava in un precetto interiore e quando si presentava l’occasione era un gesto che avveniva in maniera quasi istintiva. Attualmente questa regola e’ decisamente in via di estinzione considerato che sempre piu’ si assiste a situazioni in cui, negli autobus, nella metropolitana e persino nelle sale d’aspetto degli ospedali bisogna intervenire affinche’ il furbo di turno, preso dal suo cellulare o impegnato in una scena teatrale in cui fa finta di non vedere, si alzi.

Evidentemente il fatto che un anziano barcolli o che qualcun altro faccia fatica a stare in piedi magari perche’ ha anche le buste della spesa non e’ un movente sufficiente per guizzare dalla sedia e cedere il posto. Personalmente combatto questa battaglia tutte le settimane nella metro e mi e’ capitato di dover fare la mia parte anche in un reparto cardiologia di un ospedale dove un giovane accompagnatore di circa 30 anni, in ottima salute, non voleva scollarsi dalla sua sedia. Adoperarsi per aiutare chi ha bisogno, e talvolta il diritto al posto come visibile dalle apposite targhe apposte, non ha sempre un riscontro positivo e immediato, a volte, infatti, si e’ costretti a intraprendere una vera e propria battaglia fatta, se ci va bene, di sbuffi o occhiatacce, se invece incontriamo un professionista della maleducazione scatta la discussione. Puo’ succedere anche che i posti vengano presi dagli zaini, dalle giacche oppure occupati in maniera impropria da ragazzini chiassosi che hanno la necessita’ di mettere i piedi sul sedile di fronte al loro. Che disastro!

Non so cosa stia succedendo, anzi forse si puo’ intuire: c’e’ un vuoto educativo sempre piu’ grande accompagnato dalla, sempre piu’ utilizzata, legge del piu’ forte che trasforma la vilta’ in eroismo, l’incivilta’ in un modello di riferimento. Evidentemente le lezioni che venivano impartite dalla famiglia sulle buona educazione tempo fa ora non fanno piu’ parte del piano pedagogico, forse i genitori hanno meno tempo oppure nella scala delle priorita’ alcune dottrine hanno perso posizioni, di fatto c’e’ una mancanza preoccupante di garbo e di galateo. La scuola non puo’ prendersi tutta la responsabilita’, sebbene reinserire l’educazione civica come materia d’insegnamento sarebbe molto utile, la famiglia ha un ruolo determinante nella trasmissione di molti saperi, consuetudini e azioni, e’ detentrice di quelle regole che rappresentano il patrimonio della civilta’ e della buona convivenza.

Si dice che bisogna andare avanti, guardare al futuro e creare nuovi scenari, ma credo che ci sia bisogno di una occhiata verso un passato che ci voleva piu’ educati e rispettosi, probabilmente abbiamo frainteso il concetto di liberta’ con quello di prepotenza e prevaricazione e questa non e’ modernita’ e’ solo un insuccesso sociale.

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