Toulouse Lautrec, la pubblicità e l’anticonformismo estetico

 

La mostra del pittore a Torino al Mastio della Cittadella

Sempre e dovunque anche il brutto ha i suoi aspetti affascinanti, e’ eccitante scoprirli la’ dove nessuno li ha notati prima”.

Nato e cresciuto in una prestigiosa famiglia francese il noto pittore di fine ‘800 pago’ con una malattia genetica ossea, che impedi’ lo sviluppo degli arti inferiori, l’abitudine dei suoi parenti a sposarsi tra consanguinei per preservare la purezza del sangue nobile. A causa delle sue condizioni non pote’ praticare sport o attivita’ all’aria aperta e fu cosi’ che si dedico’ alla pittura e al disegno, ma anche al canto.

Pur facendo parte, in senso temporale, del periodo Impressionista non ci si identifico’ mai veramente e cosi’ fu anche per altre correnti di quel tempo. Presso l’Ecole del Beux Arts di Parigi ebbe la fortuna di conoscere Van Gogh con cui diventa amico. Dopo varie sperimentazioni tra cui il decorativismo dell’Art Nouveau e le ispirazioni della pittura giapponese dedica tutta la sua attenzione ad opere che rappresentano la vita notturna di Mortmatre marcando alcuni tratti, soprattutto di donne, di fisicita’ poco sobria; dipinge perlopiu’ ballerine, prostitute ed alcolisti in ambienti riconoscibili come bar, cabaret o teatri. Riserva dunque la sua attenzione agli strati piu’ bassi della societa’ ritraendoli, ma anche frequentandoli e abusando di alcool, condotta che lo portera’ verso un ricovero forzato.

La sua vera passione fu quella per la pubblicita’ e soprattutto per i manifesti, affiches, che pote’ approfondire grazie alla sua collaborazione con il Courier francais. Toulouse Lautrec si specialista in processi di stampa e comincia a produrre una grande quantita’ di locandine. Nel 1891 crea il suo primo, e forse piu’ famoso, manifesto, quello per il famosissimo Moulin Rouge che ha un effetto esplosivo sia per i protagonisti ritratti quasi in chiave caricaturale, che per lo stile caratterizzato da linee piatte e senza prospettiva. Era una rappresentazione di un mondo lontano dal suo che provoco’ le critiche dei suoi genitori, ma grazie a questo suo impulso avanguardista quelli che prima erano considerati solamente poster, stampe o litografie divennero delle vere e proprie opere d’arte, era iniziato un nuovo corso della pittura. La sua fu definita una “fotografia grafica” di persone che conosceva e che frequentava intenti a godersi le serate durante la vita notturna, e a volte poco raccomandabile, di Parigi. Inoltre gli fu dato il titolo di “mago della deformazione” perche’ nei suoi dipinti venivano messi in risalto i difetti e le brutture delle persone e questo, probabilmente, fu una causa della sua malattia, che oltre ad essere invalidante, era una discriminante a livello fisico ed estetico. In contrapposizione con l’Art Nouveau, porta avanti un’arte fuori dai luoghi comuni, dagli standard di bellezza con una particolare attenzione alla trasgressione e a quei difetti che fanno bello il brutto e che anticipa, in un certo senso, la volonta’ di uscire da stereotipi ancora oggi discriminanti.

Henri de Toulouse Lautrec ebbe all’attivo 737 dipinti, 4748 disegni, 275 acquerelli, 334 stampe e 33 manifesti, un lavoro enorme legata alla “sua instancabile esigenza di produrre unita’ alla curiosita’ per la sperimentazione”.

La mostra intitolata Il mondo del circo e di Montemartre, curata da Joan Abello’, inaugurata il 20 aprile scorso sara’ aperta fino al 21 luglio 2024 al Mastio della Cittadella.

MARIA LA BARBERA

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