Quanto è lo scarto temporale richiesto in un’opera letteraria e cinematografica dal momento della sua presentazione al pubblico rispetto alla sua ambientazione temporale?
Probabilmente la domanda è un po’ criptica, ma nasconde dati di fatto piuttosto angolari.
George Orwell, famoso studioso inglese, scrisse il suo romanzo ‘1984’ in un allora lontano 1949, cioè all’inizio della Guerra Fredda, una guerra non guerreggiata ma che per decine di anni dividerà l’intero pianeta fra due opposte ideologie.
La trama è conosciuta ai più ma, sintetizzabile; lo scrittore descrive in un lontanissimo 1984 (solo 35 anni dal 1949) tre macro società mondiali in lotta fra loro. Viene disegnata una realtà politica planetaria, globale, inimmaginabile per chi scrive quel romanzo solo pochissimi anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Il romanzo si avviluppa però attorno alla macro realtà OCEANIA, governata da un onnipresente Grande Fratello che governa tutto e tutti grazie a una polizia spietata ed efficientissima, assistita da futuribili tecnologie ancora inimmaginabili (!!!) al giorno d’oggi.
Quando ho letto il libro negli anni ’70 ero uno svogliato studente di liceo e nell’anno che titola il romanzo (1984) avevo solo 29 anni. Come è stato possibile per il grande scrittore preconizzare una spaventosa ma futuribile e super avanzata Società mondiale, solo un pugno di anni dopo la pubblicazione del suo lavoro?
Ma quanto futuro distopico e futurista avrebbe potuto svilupparsi in soli 35 anni? Nei fatti, dittatura nazi-stalinista a parte (il vero soggetto del romanzo), tecnologicamente il mondo non è così cambiato rispetto al primo dopo guerra.
La fantascienza al cinema porta esempi abbagli temporali ancora più macroscopici.
Tanti sono gli esempi: il mitico film Blade Runner (sugli schermi già nel 1982) mostrava una distopica ma iper-tecnologica società vissuta dai protagonisti nel … 2019!
In quell’anno il film mostra una incomprensibile e irriconoscibile Los Angeles, ricca di astronavi, palazzi altissimi (forse chilometri), robot umanoidi dalle capacità sovrumane, lontanissime colonie da gestire e sottomettere a distanze per noi neanche concepibili (… navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione… i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser). Tutta questa futuribilità si realizzava niente meno che… SEI ANNI FA.
Tornando alla realtà di tutti i giorni, sono già passati sei anni dalla Los Angeles del film, che resta però quella di sempre, magari ancora un po’ bruciacchiata dagli incendi nei pressi di Hollywood, ma resta sempre quella che tutti conosciamo.
E parlare del primo Terminator, interpretato dal giovane Arnold Schwarzenegger nel 1984?
Anche questo è un famoso cult osannato da pubblico e critica. Nel film il gigante austriaco interpreta il guerriero angelo protettore delle protagoniste in arrivo negli anni ’80 nientemeno che dal … 2029. In effetti mancano ancora 4 anni, e qualcosa può ancora cambiare nel nostro immediato futuro; difficilmente però vivremo quello che ha reso famosi i protagonisti del film.
Il caso più eclatante di questa carrellata di successi cinematografici ricchi di genio, fantasia e rare capacità; non possiamo però eludere gli impressionanti errori sul passare del tempo da tutti visti in 2001, Odissea dello Spazio.
Già solo nel titolo è evidente l’ossimoro.
L’indimenticabile film di Kubrick è uscito nel 1968 e parla della missione dell’astronave Discovery verso Giove (scelta, tra l’altro, contenente un errore astrofisico clamoroso. Giove è pianeta gassoso e non roccioso come la Terra, Marte o Venere: impossibile quindi da ‘toccare ed esplorare’).
Ma, viaggio verso Giove a parte, nel film l’anno 2001 vedeva già astronavi-navetta da e per la Luna, organizzate approssimativamente come i nostri attuali voli di linea.
Purtroppo per gli autori (Clark il romanziere e Kubrik il regista del film) dal 1968 al 2001 mancavano solo 23 anni.
Nel mondo reale il 2001 sarà ricordato, nel bene, per la nascita di Wikipedia, e nel male per la distruzione delle Torri Gemelle di New York. Chissà se i nostri nipoti potranno veramente viaggiare dalla Terra alla Luna sulle stupefacenti navette del film. Potrebbe forse essere ma noi – Super Musk permettendo – non ne siamo per niente certi.
In questo pezzo estivo abbiamo certamente guardato il pelo nell’uovo, ce ne rendiamo conto. Si dirà infatti che l’Arte può permettersi di essere ben superiore rispetto a simili particolari.
Quando si tratta di Futuro con la F maiuscola crediamo però che risparmiare sugli anni non sia attività redditizia.
Un paio di secoli per un ‘robusto futuro possibile’ possono bastare .. ma potremmo consigliare pure di più.
Ferruccio Capra Quarelli