Puntuale come sempre, in prossimità delle elezioni, spunta il tema del voto fuorisede.
L’Italia è l’unico Paese in Europa (ad eccezione di Malta e Cipro) a non permettere a circa 5 milioni di cittadini di poter votare nel luogo in cui vivono per studio o lavoro. Una speranza sembra essere apparsa nell’estate scorsa, quando il 4 luglio è stato approvato alla Camera con 159 favorevoli, 84 astenuti, e nessun voto contrario, la proposta di legge “Voto Dove Vivo”. Questa prevede di disciplinare il voto per i fuorisede e rimodulare le tariffe agevolate previste per i servizi di trasporto a favore degli elettori che si recano nel comune di residenza. Il Governo ha 18 mesi di tempo per disciplinare il decreto legislativo ma L’ideale sarebbe sbloccare l’iter legislativo entro il 15 di febbraio, perché oltre non ci sarebbero più i tempi tecnici per assicurare il voto alle Europee del 6 9 giugno.
Insomma le speranze per noi fuori sede di poter votare lontani da casa sembrano minime.
Ma quanto costa far votare a casa e fuori sede?
Da un’analisi degli effetti finanziari svolta nel 2019 del Governo, si denota che nel periodo 2010-2018 sono stati concessi 1.685.757 viaggi per una spesa complessiva di 31.9002.720 euro, con un costo pro capite di 23 euro. Il costo pro capite nel periodo 2004-2009 era di €20,15, si rileva quindi un aumento di costi del 15%.
Il voto è un diritto, esercitarlo è un dovere. Ma se non viene tutelato il primo, come può un cittadino assicurare il secondo?
“Il voto è personale ed uguale, libero e segreto, il suo esercizio è dovere civico” ribadisce l’articolo 48 della Costituzione.
Azione ha proposto di istituire il voto fuorisede tramite una proposta di legge di Giulia Pastorella, che ha ribadito il suo impegno alle elezioni politiche del 2022, proponendo il rimborso agli studenti per i viaggi al luogo di residenza.”
Oggi Azione, con l’intervento di Carlo Calenda chiede nuovamente a gran voce di compiere questo grande passo avanti per il nostro paese.
Quanto tempo ancora dovremo aspettare vedere riconosciuto un nostro diritto fondamentale? Il voto dei fuorisede porterebbe forza e vitalità alla nostra democrazia, che mancano da tempo, (il tasso di affluenza alle europee è passato dal 64,4% nel 2009 a 54,5% nel 2019).
Come narrava Roberto Benigni in un suo famoso monologo esistono due nemici della Costituzione: l’indifferenza alla politica e non andare a votare. Una democrazia può affermarsi solo grazie al consenso dei cittadini, e questo i vari governi (di ogni colore politico) avrebbero dovuto capirlo già da tempo.
Pierluigi Cusano (Azione Torino Under 30)
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