“Preoccupazione per i ritardi da parte italiana. Come nel 2018, non ci abbiamo pensato molto a scendere in piazza, nell’interesse del lavoro noi siamo pronti a scendere nuovamente in piazza”
“Forte preoccupazione per i ritardi nei lavori Tav da parte italiana e dei possibili effetti sulla occupazione”. Così Mino Bartolomeo Giachino, fondatore del movimento SiTav SiLavoro. “Siccome malgrado le tante chiacchiere – osserva – la crescita del Pil nella area metropolitana di Torino continua a essere inferiore alla media nazionale e con aperta la questione sul settore auto, la Tav rimane l’opera più importante per il futuro di Torino e del Piemonte e pertanto, come nel 2018, non ci abbiamo pensato molto a scendere in piazza, nell’interesse del lavoro noi siamo pronti a scendere nuovamente in piazza, a favore del lavoro di oggi e di domani, anche se Landini non parla mai di Tav”. “La Tav – sostiene – a forte rischio col governo gialloverde e dopo il voto del Consiglio comunale del 29 ottobre 2018 venne salvata dalla nostra grande manifestazione SiTAv del 10 novembre 2018 e dal voto del Senato del 7 agosto 2019, che bocciò a larga maggioranza la mozione NoTav dei Cinquestelle. Purtroppo il governo giallorosso ha tenuto ferma l’opera per quasi due anni come ha tenuto ferma la gronda di Genova. Tempi lunghi favoriscono gli oppositori o gli interessi ad altre vie di transito sopra le Alpi”. “I tempi lunghi dopo l’assegnazione della gara del lotto dalla parte italiana – conclude – rischiano di avere effetti sul lavoro che sarebbero contraddittori e peserebbero su una bassa valle che negli ultimi anni ha perso aziende e posti di lavoro tanto che le stime attribuiscono alla bassa valle un Pil a al livello delle regioni del Sud”.