Enzo Tanino (Presidente di Confartigianato Piemonte Edilizia):
“Se gli obiettivi della direttiva UE, qualora fosse applicata, sono condivisibili e la ristrutturazione di immobili potrebbe rappresentare un’opportunità di lavoro per le imprese, questa non può essere applicata senza una adeguata programmazione pluridecennale e un importante sostegno economico per le famiglie.
il Piemonte ha un patrimonio immobiliare vecchio ed energivoro, oltre il 50%degli edifici a Torino ha più di 45 anni e la maggior parte degli edifici residenziali in Piemonte rientra nelle fasce energetiche più basse, questo vuol dire che in Piemonte è da rifare un immobile su due”.
Non c’è tregua per il comparto edile. Dopo lo stillicidio di modifiche normative legate ai bonus e soprattutto al superbonus 110%, (una recente analisi di Confartigianato delinea una ragnatela burocratica di 224 interventi su detrazioni fiscali edilizie e superbonus), potrebbe arrivare una direttiva UE per le abitazioni green. Essa fa parte di un pacchetto di norme volte all’ottenimento degli obiettivi climatici della UE e che riguardano la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di anidride carbonica.
“Se gli obiettivi della direttiva UE, qualora fosse applicata, sono condivisibili e la ristrutturazione di immobili potrebbe rappresentare un’opportunità di lavoro per le imprese, – afferma Enzo Tanino, Presidente Confartigianato Piemonte edilizia – questa non può essere applicata tout court senza una adeguata programmazione pluridecennale e un importante sostegno economico per le famiglie. Voglio ricordare che entro il 2033 occorrerebbe mettersi in regola per non incorrere in sanzioni pesanti. Sono scettico sulla possibilità di poter concludere i lavori entro quella data, considerato che il Piemonte ha un patrimonio immobiliare vecchio ed energivoro, oltre il 50%degli edifici a Torino ha più di 45 anni e la maggior parte degli edifici residenziali in Piemonte rientra nelle fasce energetiche più basse, questo vuol dire che in Piemonte è da rifare un immobile su due”.
Secondo l’ultimo report Enea in Piemonte nel 2021 il 27% delle certificazioni energetiche redatte riguardava gli edifici in classe G (la peggiore della scala), il 24,1% in classe F e solo il 7% (massimo grado di efficienza energetica) in classe A.
Inoltre la direttiva UE danneggerebbe milioni di italiani proprietari di immobili. In Italia l’80% è proprietario di case e il 70% degli immobili è energivoro. Se la direttiva sarà approvata finirebbero fuori legge oltre 9milioni di edifici, con un impatto devastante sul mercato immobiliare.
“Già lo scorso anno -conclude Tanino – abbiamo sottoscritto, unitamente ad altre associazioni europee delle costruzioni e dell’energia, una dichiarazione congiunta, evidenziando sinteticamente i seguenti punti”:
- 1. adozione di un approccio “dal basso verso l’alto”, che tenga conto delle specificità delle diverse realtà locali e nazionali, per creare opportunità di decarbonizzare efficaci dal punto di vista dei costi e per sfruttare pienamente il potenziale dell’energia rinnovabile. Inoltre, l’obiettivo di questo approccio è anche quello di rafforzare il potere delle autorità locali, dei consumatori e delle comunità energetiche, insieme a fornitori e produttori delle loro aree;
- garantire l’accessibilità delle soluzioni di riscaldamento e raffrescamento sostenibili in quanto chiave di volta per una giusta transizione nel settore edilizio, attraverso un “approccio al costo totale“, che incorpori i costi diretti, indiretti e operativi delle soluzioni di riscaldamento sostenibile e attraverso la riduzione dei picchi di domanda con soluzioni dal lato della domanda (ad esempio, calore e/o l’energia generati in loco), mantenendo sotto controllo le componenti di fornitura e infrastruttura della bolletta energetica;
- promuovere la diffusione di tutti i tipi di soluzioni energetiche rinnovabili e le soluzioni che bilancino i picchi e la gestione della domanda, sottolineando che la definizione di edificio a emissioni zero dovrebbe supportare l’uso di tutte le soluzioni di energia rinnovabile economicamente vantaggiose, per gestire in modo economico e affidabile i possibili picchi di domanda;
- 4. ricorrere all’utilizzo di tutte le tecnologie rinnovabili di riscaldamento e raffrescamento per contribuire alla decarbonizzazione del patrimonio edilizio europeo, promuovendo la sostituzione di fonti di riscaldamento inefficienti con apparecchi che utilizzano una gamma di fonti di energia sempre più rinnovabili.
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