L’Assessore Icardi dichiara che i suoi interlocutori sono solo i gestori delle case di riposo. Grave negare il ruolo degli altri due soggetti coinvolti nelle Rsa: i rappresentanti dei lavoratori e quelli delle famiglie.
Non è la prima volta che l’Assessore Icardi sbaglia la mira sulle Rsa. Ricordiamo infatti che per tutto il 2020, in piena esplosione pandemica, si era ostinato a definire le Rsa soggetti privati estranei al Sistema Sanitario Regionale, nonostante si tratti di enti concessionari di pubblico servizio, accreditati con le Asl e in larga misura finanziati dal SSR tramite convenzione. E invece il nostro Assessore ha dichiarato all’edizione cuneese de La Stampa che “abbiamo tavoli di lavoro aperti, i nostri interlocutori sono le case di riposo con cui abbiamo raggiunto accordi importanti”. Peccato che a questi tavoli siedano solo le forze datoriali e manchino le altre parti sociali, cioè i rappresentanti dei lavoratori e quelli degli utenti. In particolare, è preoccupante assistere all’attacco nei confronti dei sindacati dei pensionati, la cui rappresentatività è indiscutibile. Un grosso errore di metodo, manifestatosi anche in occasione dell’adeguamento delle tariffe nelle Rsa, a cui si aggiunge un errore di merito: i nuovi voucher per le persone non autosufficienti finanziati con il Fondo Sociale Europeo non sono una misura stabile e strutturale. Hanno infatti una durata di soli due anni e sulla loro prosecuzione non può esprimersi oggi Gian Luca Vignale (a che titolo peraltro?), ma si esprimerà la prossima Giunta regionale, democraticamente eletta.
Ecco perché ribadiamo il carattere di aleatorietà, occasionalità e temporaneità di questa misura. Il ricovero in Rsa con convenzioni sanitarie configura un “diritto”, universale, non soggetto a ISEE e costituzionalmente fondato, mentre il voucher “Scelta Sociale” si configura come un “contributo” una tantum, che oggi c’è e domani non c’è più.
Inoltre, sebbene il voucher debba partire a gennaio 2023, non è ancora chiaro quali saranno le modalità di selezione dei beneficiari e di erogazione delle somme. Si rischia una gran confusione e una cattiva gestione di fondi europei. Chi farà i controlli sulle caratteristiche dei beneficiari e sul loro diritto a ricevere il voucher? Ci chiediamo infine da quali altre destinazioni sia stata distolta questa porzione dell’FSE.
La Giunta Cirio, invece di attaccare i Sindacati e fare annunci a vanvera sul 2025, pensi piuttosto a soccorrere i Comuni nel sostenere l’aumento della quota alberghiera/sociale per i ricoveri in Rsa, garantisca la saturazione dei posti letto in convenzione, aumenti il numero di posti letto in convenzione e soprattutto riformi il modello di cura, dai minutaggi all’integrazione sociosanitaria. Senza sostituire la spesa sanitaria con i voucher sociali del Fondo Sociale Europeo.
Monica CANALIS – vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale
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