QUATTRO ragioni per una recessione alle porte ed UNA per non doverci deprimere 

IL PUNTASPILLI  di Luca Martina 

La difficile situazione che stiamo attraversando ci porta a concentrarci ossessivamente sul presente (incerto e foriero di sviluppi economici negativi); questo ci rende poco lucidi e riflessivi, abbatte sgradevolmente il nostro umore (insieme ai nostri investimenti…) e ci impedisce di mettere il tutto in prospettiva.

Lungi da me l’idea di minimizzare gli effetti di una guerra e di quanto ne consegue. Si tratta, però, di una storia che non è per nulla nuova (cambia l’ordine degli addendi ma non il risultato finale) e che riassumerei in due brevi atti.


PRIMO ATTO (IN CORSO)

1-     L’inflazione riduce il potere di acquisto dei redditi (è l’equivalente di una tassa);

2-     La guerra tocca da vicino i nostri interessi economici (costringendoci a pagare risorse energetiche, materie prime e prodotti agricoli molto più cari degli anni scorsi);

3-     In Cina Xi Jinping dopo avere messo in discussione il sistema pseudo capitalista propugnato dai suoi predecessori (con conseguenze drammatiche sulle società private del settore tecnologico) ha ulteriormente premuto il freno con le chiusure anti-covid;

4-     Le banche centrali si trovano a fronteggiare un’inflazione che non si vedeva dagli anni ’80 e per farlo dovranno rallentare velocemente la domanda di beni e servizi (alzando i tassi di interesse).

NON DIMENTICHIAMO PERO’ CHE le recessioni sono una delle normali fasi di un ciclo economico (se ne parlava già nella Bibbia, nel libro della Genesi, nella storia del sogno di Giuseppe delle sette vacche grasse divorate poi da quelle magre) e, a differenza delle fasi espansive, sono solitamente molto violente ma di breve durata (pochi mesi o trimestri).

SECONDO ATTO

1-     La recessione è la (seppur involontaria) miglior medicina per sconfiggere l’inflazione;

2-     Dopo la guerra ci sarà la ricostruzione (le maggiori crescite economiche seguono spesso i grandi conflitti);

3-     La Cina riaprirà presto le sue città e c’è da scommetterci che per il Congresso Nazionale del Partito Comunista del prossimo novembre, fondamentale per Xi Jinping e la sua leadership, l’economia sarà ripartita;

4-     Le banche centrali proseguiranno il loro cammino nei prossimi mesi ma una recessione conclamata insieme al calo dell’inflazione porranno fine alla stretta (o la renderanno più morbida).

Coscienti del fatto che a scommettere sulla fine del mondo non si è mai arricchito nessuno, non ci resta allora che accettare il consiglio di Albert Einstein: “molto meglio essere ottimisti ed avere torto che essere pessimisti ed avere ragione”.

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

Passano gli anni ma la storia degli Alpini è sempre attuale

Articolo Successivo

Fermato camionista, guidava senza patente

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta