COSA SUCCEDEVA IN CITTA’
Pasquetta è il colore del sole. Pasquetta sono le gite fuori porta nei primi anni 60. Mi ricordo ancora di quella bambina, che se la memoria non mi tradisce si chiamava Giulia. Aveva 3 o 4 anni ed io 6 o 7. Nitido il ricordo.
Da qualche parte ho la foto che ci ritrae mano nella mano. Lei con un foulard in testa ed io con capelli tagliati a zero e le mie orecchie a sventola. Figlia di amici di papà ci siamo conosciuti in una di quelle scampagnate fuori porta. Oraganizzatissima zia Teresina sposata Sereno, sorella di mio padre da Lei amato in modo incondizionato. Grande cuoca. Organizzava tutto Lei . Dalle posate ai piatti cucinati. Le solite cose, dal pollo freddo agli involtini di prosciutto in gelatina. Mia madre addetta alle compere. Le bevande e il tonno in scatola Ghiotto con i funghi porcini. Mio zio era l’unico patentato. Roberto Sereno. Era stato sommergibilista. Fortuna vuole che nel 1940 fu preso prigioniero dagli inglesi saltando piè pari la guerra. Nel polso sinistro aveva una scheggia ricordo dell’affondamento del suo sommergibile. Nella sua pur scarsa biblioteca diversi libri sulla marina italiana. L’auto in dotazione, una 1100 Fiat. Nel bagaglio il bauletto di vimini con le vettovaglie. Al fianco del guidatore mio padre e dietro, in mezzo alle donne il sottoscritto. Uno degli obbiettivi erano i prati in piano tra Lemmie e Margone. Siamo in piena Valle Viù. Dopo le strettoia tra Viù e Lemmie la valle un po’ si apriva. Dopo Usseglio e il lago di Malciaussia. Lago artificiale. Volevo sempre andare sulla diga ma mi era impedito da severi e perentori cartelli di divieto. Appena prima del lago, sul lato destro della montagna , abbarbicate le casette in disuso per i militari alpini. Si raccontava che furono utilizzate dai partigiani nell’ inverno del 44. Ed io giù a fantasticare mille storie vissute nella mia visionaria mente. Pensieri di giochi solitari. Ma quella Pasquetta no. C’era Giulia. Forse non l’ho mai più rivista. La giornata volo’ via in un amen. Forse anche un piccolo bacio sulla guancia. Unico ricordo nitido il cuore in gola con la relativa accelerazione dei battiti. Con il ricordo rinnovato da mia madre anno per anno, compiaciuta. Tra un mese saranno 65 anni. Ed ovviamente nulla nel ricordo di quegli anni è lineare e sempre presente. Riemergono memorie a sprazzi per poi rituffarsi nei meandri della mente. Aiutano queste giornate di sole dove i colori sono gli stessi. Non c’è piu la spensieratezza e leggerezza di allora. Ora tanti e fin troppi problemi. Personalmente sono moderatamente soddisfatto di ciò che ho fatto e sto facendo. Al netto degli errori connaturati nella vita degli individui. Ora, usando un eufemismo, c’è tanta, troppa confusione. Dalla guerra, anzi dalle guerre nel mondo al Covid. Bisogna andare avanti , soprattutto per i nostri figli. Ed aiuta questo ricordare con la punta di sana nostalgia dei tempi che furono. La Pasquetta, le tante pasquette, con il ricordo di ciò che avremmo voluto essere e che poi siamo diventati. E come si diceva una volta, ai posteri l’ardua sentenza.
Patrizio Tosetto
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