Prc e il problema di personale della sanità regionale

DEAMBROGIO segretario regionale PRC-SE Piemonte e VdA: IL PROBLEMA DELLA MANCANZA DI PERSONALE NELLA SANITÀ PIEMONTESE NON SI RISOLVE SENZA RISORSE E SENZA PROGRAMMAZIONE

Negli scorsi giorni le associazioni sindacali hanno manifestato per attirare l’attenzione pubblica sul problema della mancanza di personale all’interno del sistema salute del Piemonte. In merito a tale vicenda Alberto Deambrogio, segretario regionale Rifondazione Comunista, ha dichiarato: «L’azione sindacale è stata quanto mai opportuna a fronte di una vera emergenza: sono migliaia le posizioni da stabilizzare o da ricoprire nei prossimi anni. Io temo, però, che da Cirio e Icardi non arriveranno risposte all’altezza. Se è vero che il Piemonte potrà usare i circa 30 milioni di quota parte di un fondo governativo recentemente messo a disposizione, appare immediata l’inadeguatezza della cifra. Bisogna tornare a dire con forza che il tetto di spesa per il personale è fermo da 20 anni e va sbloccato per poter arruolare nuovo personale».

«Cirio si prepara a traccheggiare – continua Deambrogio – con la scusa dello slittamento a fine maggio del bilancio di previsione, cercherà di nascondere o minimizzare pure il deficit sanitario prendendo tempo. D’altro canto la strategia tesa a rimandare è tipica del governo regionale. Del nuovo Piano Socio Sanitario si sono perse le tracce proprio nel momento in cui la programmazione potrebbe dare una mano anche nel settore del personale così carente. Si tratterebbe di intervenire nel merito indirizzando lo sviluppo delle risorse umane, definendo una ripartizione dei compiti in base alle figure professionali (i cosiddetti skill mix)».

«Occorre utilizzare al meglio le professioni non mediche – continua ancora Deambrogio – per riservare a medici e infermieri solo l’assistenza diretta delle persone. C’è un bisogno estremo di un governo che sia in grado di darsi obiettivi anche a medio termine, per evitare che anche nuovi arruolamenti di personale non vadano a buon fine. Penso, per fare un esempio, alla figura dell’infermiere di comunità: in quale organizzazione del lavoro lo si vuole inserire? Quale idea di Casa di Comunità si sta realizzando? Quali contratti si stanno mandando avanti con i medici per portarli verso la medicina di gruppo? Noi chiediamo a Cirio e Icardi non solo mantenimento e incremento della spesa per arruolare nuovo personale, ma anche pratiche organizzative per farlo lavorare meglio».

«In ogni caso – conclude Deambrogio – voglio sottolineare una connessione che deve diventare sempre più chiara a tutti: se si spende di più per il bilancio militare, difficilmente potranno arrivare nuove risorse per il personale sanitario, anche in Piemonte. Questo ahinoi, non è uno slogan pacifista, è la realtà che sempre di più si tocca con mano».

 

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