I sindacati alla Settimana del Lavoro: precarietà e impoverimento lavorativo i timori degli occupati

Terziario diversificato, industria innovativa e formazione per unire lavoro di qualità e sviluppo sostenibile. Smart working tra luci e ombre 

Presentati alla Settimana del Lavoro 2022 i risultati della ricerca promossa da CGIL, CISL, UIL di Torino e condotta dall’ISMEL tra gli occupati di Torino e della sua area metropolitana sulle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori di Torino su lavoro, condizioni sociali e ambiente

 Il sondaggio dei sindacati illustrato martedì 22 marzo, secondo giorno della Settimana del Lavoro 2022, aveva l’obiettivo di conoscere meglio i problemi dei lavoratori e le loro esigenze sociali al fine di definire misure politiche che possano rafforzare la tutela dei diritti, migliorare le prospettive di lavoro, sostenere lo sviluppo dell’occupazione e dei servizi sociali nel territorio.
“I lavoratori interpretano il tema ‘ambiente’ sotto due diversi aspetti: un lavoro più sostenibile non significa soltanto meno incidenti e malattie professionali, ma anche un contesto sociale, abitativo e urbano più vivibile – commenta Gian Carlo Cerruti, curatore della ricerca e membro del Comitato scientifico di ISMEL – Quella che emerge dal questionario è dunque un’idea di ambiente molto matura, così come la richiesta di miglioramenti. Altro tema caldo quello dello smart working, che può certamente rappresentare una risorsa, ma va ripensato e regolamentato anche nello spirito delle nuove esigenze sociali che stanno emergendo, con una particolare attenzione alla condizione femminile. Guardando al futuro il sondaggio evidenzia la necessità per Torino e il territorio metropolitano di puntare maggiormente su un terziario diversificato, collegato allo sviluppo dei settori industriali più innovativi, a cui anche i sindacati sono chiamati a dare il proprio contributo progettuale. Allo stesso tempo, vanno potenziate le competenze dei lavoratori, a partire dalle nuove generazioni – conclude Cerruti – Solo attraverso questi percorsi si potrà incidere positivamente su quella percezione allarmante di «lavoro povero» che sta lambendo anche gli occupati stabili. Il precariato resta uno dei nodi che incidono non solo sulla vita dei lavoratori e delle loro famiglie, ma anche sullo sviluppo del territorio per il quale le abilità della forza lavoro sono un elemento competitivo”.
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