Tagli servizi, Pd: “Asl To3, la Regione intervenga!”

LE RICHIESTE DI SCHILLACI – BECCARIA – VALLE (PD)

“La scelta della Direzione Aziendale dell’Asl To3 di ripartire con i servizi sanitari della fase post Covid senza ripristinare i punti di primo intervento si tradurrà in una riduzione delle prestazioni ai cittadini che non potrà essere compensata dalla nascita del pad, uno spazio ambulatoriale medico-infermieristico con servizi limitati che finiranno per costringere i pazienti a doversi rivolgere direttamente ai Dea di riferimento come quello di Rivoli. Saranno i cittadini di Venaria a pagare questa decisione sbagliata” spiega Rossana Schillaci, capogruppo Pd in Comune a Venaria.

“Il presidio di Giaveno è un punto di riferimento per tutta la Val Sangone e con la stagione estiva aumenta considerevolmente il carico che deve sopportare: questo è il momento di ampliare i servizi, non ridurli. Per questo abbiamo denunciato da subito la scelta dell’ASL di non riaprire il PPI, coinvolgendo la popolazione in una raccolta firme su diversi comuni che sta riscuotendo un notevole successo. Ci aspettiamo novità dalla riunione dei sindaci del distretto di oggi pomeriggio, anche a fronte dell’acquiescenza con cui il primo cittadino di Giaveno ha accolto la notizia del taglio ai servizi nella propria città”, dichiara Vilma Beccaria, capogruppo PD in Comune a Giaveno.

“La sanità piemontese dovrebbe essere ridisegnata e ripensata anche in base a tutte le criticità che la pandemia ha evidenziato – spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle – ma per il momento la Regione si è limitata a sottoporci provvedimenti spezzatino al posto di una riforma globale. La carenza di medici e di personale infermieristico, la mancata programmazione delle assunzioni e del calendario delle ferie stanno causando una riduzione dei servizi: a Venaria e Giaveno non riapriranno i PPI; sono ancora chiusi i pronto soccorso del Martini e di Cuorgnè, le liste di attesa per le visite e per gli esami rischiano di allungarsi ancora. Oggi per potersi sottoporre a una prima visita allergologica si attende un anno. Occorre un intervento tempestivo dell’Assessorato alla Sanità perché i rallentamenti imposti dalla pandemia non si traducano in tagli permanenti che saranno i piemontesi a scontare”.

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