Caro Enzo Marvaso, caro professore, te ne sei andato discretamente. Senza chiasso come era nel tuo stile, non volendo disturbare.
Siamo rimasti basiti , attoniti , con vuoto e dolore dentro. Ultimamente ci sentivamo telefonicamente o via messaggio. La tua ultima battaglia per Salizzoni Sindaco. Passione politica mai sopita. Ci eravamo conosciuti 16 anni fa in Provincia quando Gianni Oliva faceva l’assessore. Obbiettivo farlo eleggere in Regione diventando assessore regionale alla cultura. Obbiettivo brillantemente raggiunto. Dopo segretario politico dell’Assessore. Ma ti stava stretta la vita solo d’ufficio. Ecco l’idea vincente: robotica. Siamo o non stiamo la città più industriale d’Italia. Precisamente responsabile nazionale del progetto. Avanti indietro per tutta Italia. Con l’accordo con l’aeronautica e lo stand al Salone del Libro.
Quel tanto di polemico, che non guasta mai.
Dicevi : ho un caratteraccio? Forse , ma come diceva Sandro Pertini, il Presidente partigiano, meglio un caratteraccio che non averlo. Che tanto vero non era. Hai lavorato al gruppo Pci del Parlamento. Settore legislativo, ed andavi d’accordo persino con Giancarlo Pajetta. È tutto dire. Poi la pensione e l’amata figlia che si laurea in psicologia ed apre uno studio tutto suo.
Con la moglie, sempre lei per tutta una vita.
In giro per mercatini e per l’Italia. Italia culturale e culinaria. Ma quando tornavi al paese di Cinquefondi tutto diventava perfetto.
In pensione ma non fermo. Anzi sempre attivo. Tra letture e cucina. Non solo eri capace a cucinare, ma sapevi usare gli ingredienti giusti al posto giusto. Scherzando ti dicevo : sei l’intellettuale organico di gramsciana memoria. E non mi sbagliavo.
Troppo presto te ne sei andato. In questo caso maledetta vita. Ti ho voluto bene e te ne vorrò per sempre. Che la terra ti sia lieve, caro Enzo. Per noi e per sempre il Professore.
PATRIZIO TOSETTO
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