Riceviamo e pubblichiamo CHIUSURA PALESTRE E CENTRI SPORTIVI: MANCATI RIMBORSI E OSTACOLI PER OTTENERE VOUCHER E RIMBORSI. QUALE SCENARIO DOPO LA PUBBLICAZIONE DEI DPCM DEL 13 E 18 OTTOBRE?
La chiusura di palestre e centri sportivi disposta nei mesi di marzo, aprile e maggio scorso ha recato un danno ai consumatori che non hanno potuto utilizzare gli abbonamenti.
Il Decreto Rilancio prevede che i gestori, anziché provvedere al rimborso monetario, possano rimborsare gli abbonati attraverso un voucher della durata di 12 mesi dall’emissione e di valore pari alla quota di abbonamento non usufruita.
Gli Sportelli del Movimento Consumatori hanno tuttavia ricevuto numerose segnalazioni di comportamenti lesivi dei diritti dei consumatori.
Alcune strutture, ad esempio, hanno condizionato l’erogazione del voucher al rinnovo dell’abbonamento per l’anno successivo o alla sottoscrizione di un nuovo abbonamento, in violazione della norma che prevede che l’utilizzo del buono debba avvenire senza vincoli e/o condizioni, e quindi senza ulteriori obblighi a carico dell’utente.
Altre, invece, anziché emettere il voucher, hanno disposto unilateralmente un “congelamento” dell’abbonamento durante i mesi di chiusura forzata, per poi riattivarlo in automatico subito dopo la riapertura. Il tutto senza il consenso dell’utente che, secondo il Decreto Rilancio, può decidere liberamente quando usufruire del buono nell’arco dei 12 mesi di validità.
Sono inoltre pervenute segnalazioni di contratti di abbonamento stipulati con Associazioni Sportive Dilettantistiche che rifiutano di rimborsare coloro che si sono iscritti a corsi, sostenendo che l’importo versato rappresenti una quota di iscrizione all’associazione e non un corrispettivo commerciale.
Anche a seguito della riapertura di palestre e impianti dopo il lockdown (avvenuta in data 25 maggio 2020 nella Regione Piemonte) gli abbonati hanno riscontrato problematiche.
A causa dei provvedimenti sul distanziamento sociale, infatti, i servizi attualmente disponibili possono non corrispondere più a quelli previsti dal contratto. Possibilità di trattenersi nella struttura al massimo 90 o 120 minuti, eliminazione di servizi accessori quali doccia, sauna e piscina, sono fattori che riducono il valore della prestazione. Ciò nonostante, diverse palestre non accolgono le richieste di riduzione del prezzo pagato o di scioglimento del contratto.
Infine segnaliamo che i DPCM del 13 e del 18 ottobre 2020 potrebbero aprire un nuovo fronte nella questione. Infatti, seppure i nuovi decreti non prevedono la chiusura di palestre e piscine, stabiliscono però che l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale, e che non sono consentite gare e competizioni. È prevista inoltre la sospensione di tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale.