L’agonismo nelle Granfondo, da tanti anni, non accontenta più la massa dei partecipanti. Credo che dopo l’emergenza sanitaria Coronavirus il ciclismo amatoriale possa tornare al cicloturismo, al fare vacanze in bicicletta.
Il bello del ciclismo è la libertà, pedalare fin quando se ne ha voglia, quindi di fatto credo che ci sarà un ritorno a quella che è stata l’origine del mondo amatoriale, seguendo probabilmente le idee che già da tanti anni vengono portate avanti da tante ciclostoriche come l’Eroica”. Sono le parole di Emiliano Borgna, vicepresidente dell’ente di promozione sportiva ACSI e responsabile del settore ciclismo, nell’intervista video rilasciata a InBici Magazine.
L’ACSI è uno degli enti di promozione sportiva più importanti, ed è per questa ragione che già da adesso si sta ragionando su come possa cambiare il ciclismo delle Granfondo una volta terminata l’emergenza sanitaria: “Quello che abbiamo più a cuore è la salute dei praticanti, dei ciclisti, quindi potremo ricominciare a ripensare agli eventi sportivi solo quando avremo delle regole che saremo in grado di rispettare. Il 2020 non deve però essere considerato come un anno cancellato, in quanto stiamo lavorando con gli organizzatori per avere dei nuovi modelli da poter proporre al fine di organizzare eventi sempre più sicuri e che possano accontentare tutti. Fino a che non ci sarà un vaccino che tutelerà tutti, sarà un’utopia pensare al modello a cui eravamo abituati”.
Secondo Emiliano Borgna, però, questa emergenza sanitaria Covid-19 deve essere un momento per ripensare il modello Granfondo, come ribadito nel corso dell’intervista a InBici.net: “Questo format è stato vincente ma presentava delle problematiche non indifferenti fin dall’inizio. Dobbiamo pensare a un modello che ci possa portare a vivere un ciclismo amatoriale sempre più bello e sempre più partecipato. Forse è un’utopia, ma spero si possa costruire un mondo amatoriale in cui l’agonismo possa essere solo una componente e non la centralità, al fine di vivere un ciclismo più bello”.
Un modello che può essere preso in considerazione è “quello delle randonnèe oppure delle cicloturistiche con le salite cronometrate, modello che all’inizio ha fatto storcere il naso ma che adesso sta trovando molti consensi perché c’è il giusto agonismo e non l’esasperazione. Fanno parte del nostro ente, ad esempio, le gare del Granducato di Toscana che si svolgono tutte in questa maniera, oppure dobbiamo pensare a una manifestazione come la Prosecco Cycling, nella quale tutti sono vincitori”.
Inoltre, secondo Emiliano Borgna, “non è possibile quantificare i danni che il ciclismo amatoriale possa aver subìto durante questo periodo di stop delle gare, in quanto gli eventi di massa muovono migliaia di persone non solo ciclisti ma anche famiglie e bambini, quindi l’evento sportivo diventa un corollario di un evento ancor più grande. E’ difficile fare una stima del danno economico perché abbracciamo un bacino che tocca più livelli, ma credo e ribadisco che dopo questa emergenza potremo sicuramente rivalutare il ciclismo amatoriale, per tornare a vivere delle manifestazioni sempre meno esasperate e più aperte verso la pura e semplice bellezza di andare in bicicletta”.
L’intervista video è disponibile sulla pagina Facebook InBici Magazine, sul canale YouTube InBici Top Channel e sul sito www.inbici.net.
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