Primo Maggio a Torino, le reazioni della politica

Torino – Ferrero (la Sinistra): basta repressione, il primo maggio è delle lavoratrici e dei lavoratori

“La piazza del primo maggio è delle lavoratrici e dei lavoratori, non è la Questura che può decidere, manu militari, chi può manifestare o meno in base alle opinioni che vengono espresse dai diversi spezzoni di corteo”, così Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra Europea  al termine del corteo del primo maggio a Torino. Per Ferrero “si è ripetuto anche quest’anno un comportamento increscioso da parte delle forze di polizia con le cariche rivolte contro il movimento No Tav. Cariche del tutto ingiustificate, motivate solo dalla volontà di dividere in due il corteo tra buoni e cattivi. Una divisione che rifiutiamo con forza. La lotta contro il Tav è la lotta contro il partito trasversale degli affari, contro la distruzione ambientale, per l’affermazione di una prospettiva di lavoro pulito, dignitoso, ecocompatibile  . Basta con la repressione di un movimento che rappresenta un riferimento e una speranza non solo per la Valsusa ma per l’insieme del nostro Paese”.

 

PRIMO MAGGIO, MARRONE – MONTARULI – ROSSO – GHIGLIA (FDI): SOLIDARIETÀ ALLE FORZE DELL’ORDINE
“Vogliamo esprimere la massima solidarietà al personale delle Forze dell’Ordine impegnate oggi nell’ordine pubblico a Torino: i ragazzi in divisa costretti a subire le aggressioni antagoniste andate in scena del corteo del Primo maggio sono i veri lavoratori di questa giornata, ma nessuno da abbastanza riconoscimento ai loro diritti” affermano Maurizio Marrone, candidato di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale del Piemonte, e Augusta Montaruli, parlamentare FDI, che commentano “La piazza di oggi si conferma ogni anno più teatro delle contraddizioni della sinistra, che non lasciano quasi spazio alle istanze del lavoro. Sarà il caso di immaginare nuovi futuri eventi realmente a difesa del lavoro che manca, soprattutto nella nostra Torino colpita da disoccupazione record”.

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“Se partecipiamo si lamentano, se non partecipiamo si infuriano. Quelli della sinistra italiana si lagnano sempre di noi, invece che guardare a casa propria e alle loro enormi contraddizioni interne. Non ultima la questione Tav che anche oggi ha visto una parte della sinistra violenta, i no Tav, tentare di sfondare il corteo e la parte vicina alle banche, più interessata alla nostra presenza che ai reali problemi del lavoro”. Così Roberto Rosso, candidato alla Regione Piemonte per Fratelli d’Italia e presente al corteo torinese del primo maggio, commenta le critiche dell’Anpi. “Secondo loro noi non avremmo dovuto partecipare, come se l’associazione partigiani avesse l’esclusiva sul mondo del lavoro. Però se non ci fossimo stati, saremmo stati tacciati di scarso interesse per un tema invece fondamentale: meno tasse, meno burocrazia, più facilità di assunzione e maggiore convenienza a lavorare in Italia. Sono queste le ricette di Fratelli d’Italia, piaccia o meno al Pd o agli ex partigiani”. Rosso spiega: “Non avendo argomenti concreti, sanno soltanto guardare alle nostre presenze o assenze. Un rito che si ripete ogni anno tra il 25 aprile al primo maggio. Forse questo modo di fare politica da barzelletta, però, ultimamente non li sta premiando molto alle urne. Tanti lavoratori onesti ci votano e noi abbiamo il dovere di rappresentarli anche ai cortei”.

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DANIELA  RUFFINO (FI), SEMPRE CON FORZE DELL’ORDINE E CONTRO VIOLENZA
 La capogruppo del M5s al Comune di Torino poteva risparmiarsi le sue critiche infondate e immotivate alle forze dell’ordine meritevoli invece di encomio per come hanno saputo contenere e neutralizzare i soliti gruppi di violenti e facinorosi pronti a menar le mani. Volevano inquinare la manifestazione per la festa dei lavoratori, che non appartiene a nessun partito ma appartiene solo ed esclusivamente al mondo del lavoro, e sono stati tempestivamente bloccati dalle forze dell’ordine, cioè da quella categoria di lavoratori che anche oggi ha lavorato con la consueta abnegazione.Non voglio partecipare alle polemiche strumentali pro o contro il Pd, perché è dalla strumentalizzazione di giornate di festa come questa che si è finito col togliere significato a tutto, al 25 aprile o al Primo maggio. La politica manifesta ancora una volta un livello spaventoso di immaturità perché una campagna elettorale permanente sta distruggendo valori e simboli attorno ai quali è stato costruito nel tempo il senso di appartenenza a una stessa comunità. È venuto il momento di dare un colpo di freno, di restituire il senso vero e compiuto alle feste che da decenni riuniscono gli italiani per festeggiare la liberazione o il mondo del lavoro, senza dividersi, almeno nelle celebrazioni, e senza prestarsi agli strumentalizzi di questa o quella forza politica.

 

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