Il calcio italiano, si sa, vanta ammiratori in ogni parte del globo, nonostante il livello competitivo delle nostre compagini non sia più quello dei “meravigliosi Anni Novanta”. Tra i vari tifosi italiani d’oltreconfine abbiamo sentito il giornalista istriano (di Rovigno) Giuseppe “Pino” Trani. In forza a “TeleCapodistria” dal 1974 fino alla pensione (2015), Trani è uno dei più famosi istriani italiani autoctoni, nonché sostenitore della Juventus.
Pino, da quanto sei tifoso juventino?
«Da decenni! Cominciai a tifare per i bianco-neri all’età di tredici anni, quindi sono più di cinquant’anni! Quella Juventus (stiamo parlando dei primi Anni Sessanta) era la squadra di Giampiero Boniperti, Omar Sivori e John Charles».
Da cos’è nata la tua passione juventina?
«Semplice, dal bel gioco espresso da quella squadra: quella era una compagine che giocava davvero bene. E, appunto perché sono amante del bel gioco, sono il primo a condannare la violenza: le squadre sono rivali, non nemiche. Idem per quanto riguarda i tifosi».
La tua passione è, poi, diventata una professione, dato che hai lavorato per “TV Capodistria” (nota in Italia come “TeleCapodistria”)…
«Certamente. Anche se, ad onor del vero, arrivai all’emittente istriana nel 1974 (quindi pochi anni dopo la sua fondazione, risalente al 1971), quando ancora non era prettamente sportiva. Certamente, già allora ci occupavamo anche di sport (oltre che di notizie relative all’Italia e alla minoranza italiana autoctona dell’Istria e di Fiume), ma la svolta si ebbe nel 1988, quando la rete divenne monotematica (sportiva). Fu una bella esperienza, con tanti validi professionisti, delle più disparate fedi calcistiche: non solo juventini, ma anche milanisti, interisti, torinisti, napoletani e via discorrendo».
Come vedi la Juventus? Non tanto in campionato, ma soprattutto in Europa.
«In campionato ha un margine incolmabile, quindi l’ottavo scudetto di fila è ormai solamente una questione di tempo. L’obiettivo principale è la Champions League: la squadra è forte, ma per scaramanzia non dico nulla, anche perché le avversarie sono tante ed ostiche. Comunque, credo ci siano buone possibilità per conquistare quella Coppa che ci sfugge dal 1995-’96».
L’attesa comincia a diventare lunga: sono, ormai, passati ben 23 anni dall’ultimo successo della “Vecchia Signora” in quella Coppa che, a quei tempi, ancora ammetteva solamente le squadre vincitrici dei rispettivi campionati.
«Parecchio tempo, davvero. Speriamo sia la volta buona: la bella rimonta sull’Atletico Madrid fa ben sperare. Certo, le due squadre di Manchester sono ostiche, l’Ajax ha addirittura eliminato il Real Madrid detentore del trofeo, ma la Juventus può arrivare fino in fondo».
Giuseppe Livraghi
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