La nuova legge sui giovani

Il Piemonte ha una nuova legge sulle politiche giovanili, che riscrive le norme in materia superando una legge del ’95 con un testo  moderno e innovativo, che favorisce l’aggregazione e l’associazionismo tra i giovani, promuove l’educazione alla legalità, alla non violenza, alle tematiche di genere e di non discriminazione, parla di cittadinanza attiva e partecipazione ai processi decisionali della vita democratica

Al centro del provvedimento, approvato a maggioranza dal Consiglio regionale, lo sviluppo di politiche coordinate con i Comuni e il mondo dell’associazionismo, la creazione di nuovi canali e di un sistema coordinato di informazione per agevolare la messa in rete delle conoscenze, la valorizzazione delle iniziative, anche attraverso l’istituzione di un Forum regionale giovani con un ruolo propositivo nella programmazione delle politiche.  “Abbiamo pensato di ridare centralità alle politiche per i giovani con uno strumento che ne incentiva la partecipazione – ha detto l’assessora Monica Cerutti -. Il testo approvato oggi rivede gli organismi di consultazione, assegna un ruolo più attivo ai Comuni nella programmazione, introduce nuove figure come lo “youth worker”, che aiuta i giovani a sviluppare il capitale umano e sociale e a cambiare eventuali comportamenti a rischio, incentiva la mobilità e la cittadinanza europea”. Tra le novità più significative c’è l’istituzione del Forum, che sostituirà la Consulta giovani quale organismo stabile di confronto e discussione con Regione ed enti locali e sarà composto da venticinque amministratori locali e venticinque esponenti dell’associazionismo; il registro regionale delle associazioni giovanili al quale ci si dovrà iscrivere per poter ottenere gli incentivi previsti dalla legge; il portale Piemonte Giovani, che diventa il canale di comunicazione ufficiale in materia di politiche giovanili. Per Marco Grimaldi (Leu), relatore di maggioranza “la nuova legge riconosce i giovani come ricchezza del territorio e della comunità, sviluppa il dialogo e l’integrazione interculturale e dà centralità agli spazi di aggregazione come luoghi di inclusione e partecipazione”. E gli spazi di aggregazione sono stati oggetto dell’unico emendamento al testo di legge presentato in Aula e approvato, a firma dei consiglieri del M5s: “Ospiteranno nuove attività e iniziative rivolte alla prevenzione del disagio, un aspetto per noi particolarmente importante – ha detto Francesca Frediani, relatrice di minoranza – Le nostre proposte sono state in buona parte recepite in Commissione, abbiamo anche cercato di proporre un’educazione alla cittadinanza che non fosse solo europea, perché vorremmo che i nostri giovani si sentissero cittadini del mondo”. La legge sarà finanziata con 350 mila euro annui nel triennio 2019-2021, risorse che il consigliere Gian Luca Vignale (Mns) giudica “inadeguate a fronte del potenziamento delle politiche in materia”.

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