DALL'UFFICIO STAMPA DI PALAZZO LASCARIS

Amianto, le nuove norme regionali

È stata approvata all’unanimità dei votanti  (33 sì, 5 non votanti) la proposta di legge sull’amianto che intende fornire un’ulteriore risposta per la corretta gestione in sicurezza di rifiuti di amianto o contenenti tale materiale. La Pdl è stata presentata da Gianpaolo Andrissi (M5s). Le nuove norme sono finalizzate a promuovere la definizione di linee guida per l’impiego di siti estrattivi inattivi per lo smaltimento dell’amianto, la sperimentazione di tecniche alternative allo smaltimento in discarica, l’attivazione di sportelli amianto a valenza sovra comunale e la definizione di linee guida per l’analisi delle acque della rete degli acquedotti. Il provvedimento riprende quanto disposto sia dal Piano nazionale amianto che da quelli regionali che hanno evidenziato la necessità di promuovere la ricerca e la sperimentazione di metodi alternativi allo smaltimento in discarica e di individuare appositi siti per il loro conferimento. Gli interventi normativi integrano e modificano la legge del 2008 “Norme per la tutela della salute, il risanamento dell’ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto”. Il co-relatore di maggioranza Andrissi ha spiegato che il testo tende a migliorare la gestione del pericoloso materiale, nonché la gestione dei materiali contenenti amianto. L’esponente pentastellato ha sottolineato la necessità di utilizzare siti idonei allo stoccaggio dell’amianto quali miniere abbandonate e in disuso in sostituzione di discariche all’aperto oltre alla creazione di vari centri regionali, che si occupino in pianta stabile della materia in sostituzione di enti locali privi di competenze sull’ambiente. Sarà creato lo sportello amianto a livello territoriale e si farà il controllo di fibre di amianto presenti all’interno delle condotte d’acqua potabile. Silvana Accossato, relatrice di maggioranza, ha dichiarato che la deliberazione si concentra sul tema dell’amianto ed è coerente con l’attenzione che questa Giunta ha dato alla gestione ambientale del territorio, anche perché questo materiale ha profondamente segnato la vita della nostra regione. L’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia ha dichiarato che si tratta di una legge snella che fa il tagliando alla norma fondamentale sull’amianto del 2008. A distanza di 20 anni si introducono nuove tipologie di intervento immettendo anche nuove risorse per eliminare le coperture di amianto negli edifici pubblici. Collegato al provvedimento un atto di indirizzo, primo firmatario, Domenico Ravetti (Pd) che impegna la Giunta a sostenere l’azienda ospedaliera di Alessandria quale istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e a prevedere il fondamentale coinvolgimento dell’Asl di Alessandria con il presidio di Casale Monferrato richiedendo l’attivazione della procedura utile a definire il dossier per la candidatura rafforzando fin da subito la collaborazione tra Aso e Asl.

Un piano per il parco del Gran Paradiso

Con voto unanime la Commissione Ambiente, presieduta da Silvana Accossato, ha espresso parere favorevole alla delibera di Giunta che approva il Piano d’area del Parco nazionale del Gran Paradiso
 Istituito nel 1922 è il più antico Parco nazionale italiano, è a cavallo di Valle d’Aosta e Piemonte ed è gestito dall’ente parco nazionale Gran Paradiso. E proprio le due regioni alpine sono chiamate, come da normativa nazionale, ad approvare il Piano del Parco oltre che quello pluriennale economico e sociale, quale strumento per la programmazione e promozione. Il documento, quale atto di pianificazione territoriale delle aree naturali protette, dovrà essere adeguato a quello paesaggistico regionale e sarà vincolante nei confronti delle amministrazioni e dei privati. Il Piano d’area risultante obbligatorio come strumento urbanistico è stato avviato nel 1999 mentre la fase operativa vera e propria è iniziata nel 2003. A partire dal 2014, dopo le opportune procedure regionali e l’intesa conseguita tra i dieci Comuni, di cui cinque piemontesi (Ceresole Reale, Noasca, Locana, Valprato Soana e Ronco Canavese) si è giunti alla fase di deliberazione.

Nuovi treni elettrici in arrivo

“Il contratto ponte siglato tra Regione Piemonte e Trenitalia prevede l’acquisto di 15 nuovi treni prodotti interamente nello stabilimento di SaviglianoAltri 6 treni saranno acquistati con fondi FSC di competenza regionale a copertura delle tratte locali”. È quanto dichiarato in aula dall’assessore ai Trasporti Francesco Balocco, rispondendo al question time del consigliere Federico Valetti del Movimento 5 stelle, che chiedeva informazioni sulla tipologia dei nuovi treni acquistati dalla Regione e la loro destinazione d’uso. “I nuovi mezzi cambieranno in meglio il nostro modo di viaggiare – ha sottolineato Balocco -. Ulteriori significativi rinnovi del materiale rotabile nell’arco dei prossimi 15 anni, avverranno tramite gli affidamenti dell’Sfm (con la procedura del confronto competitivo) e del sistema dei Regionali Veloci, procedure che si concluderanno entro la fine dell’anno, portando alla sostituzione di oltre il 50% della flotta attualmente circolante. Introdurremo anche i nuovi treni ad alta capacità Rock (prodotti sempre in Italia dalla Hitachi destinati ai pendolari a 4, 5 o 6 carrozze con prestazioni paragonabili a quelle di una metropolitana) e Pop (caratterizzati da ampi spazi per i passeggeri a mobilità ridotta, una migliore climatizzazione modulante grazie ai sensori ad hoc, rete Wi-Fi e telecamere di video sorveglianza, informazioni di viaggio su grandi display miglior performance di accelerazione rispetto ai precedenti treni regionali. Un investimento di oltre 38 milioni di euro, un impegno senza precedenti nella nostra Regione, finalizzato al miglioramento dell’affidabilità del materiale rotabile e del comfort di viaggio per gli utenti”.

Ultimo bilancio per la Regione

Un bilancio sostenibile con spazio per investimenti e politiche sociali e una messa in sicurezza del debito: questo lo scopo del documento di previsione 2019/21, ultimo della legislatura, presentato per la Giunta guidata da Sergio Chiamparino dal vicepresidente Aldo Reschigna, approvato a maggioranza (31 sì e 10 no) nella seduta odierna del Consiglio regionale

Un documento che vede nell’esercizio finanziario 2019 entrate e spese di competenza per oltre 19 miliardi di euro e 18,5 di cassa (dei quali quasi 11 per la sanità). L’operazione sui derivati dovrebbe comportare un risparmio di 185 milioni di euro spalmati fino al 2036: concordata con il ministero, libera risparmi che consentono anche di allargare sensibilmente la platea degli aventi diritto agli assegni di cura, portando la dotazione degli extraLea da 53 a 73 milioni. Tra gli investimenti si segnala quello di 30 milioni (1 per il 2019, 12 per il 2020 e 17 per il 2021) per il “Manufacturing technology competence center” (Mtcc) dedicato al trasferimento tecnologico e l’innovazione del sistema della ricerca al sistema produttivo. I fondi serviranno anche per la “Piattaforma aerospazio” per analoghe attività rivolte in particolare alle Pmi aerospaziali. Chiamparino ha rivendicato diversi obiettivi raggiunti, tra cui il fatto che il disavanzo certificato ad inizio legislatura di circa 3,3 miliardi è stato diminuito di quasi un miliardo. Secondo Andrea Appiano (Pd), “con l’approvazione del bilancio di previsione 2019-2021, la Regione Piemonte fa un ulteriore passo in avanti nel percorso di risanamento dei conti pubblici avviato a inizio legislatura, garantendo contestualmente nuovi investimenti e salvaguardando i servizi. La sfida di riportare su un binario di sostenibilità il bilancio regionale è stata forse la più complessa della legislatura che si sta per chiudere. E tutto garantendo servizi e investimenti”. “Si rinviano al 2036 i pagamenti di mutui contratti con la Cassa depositi e prestiti per ripianare i disastri causati dalla ‘finanza creativa’ dell’amministrazione Bresso e dall’incompetenza del centrodestra – ha dichiarato Davide Bono (M5s) -. Un contratto derivato verrà parzialmente messo in sicurezza ma a pagarne le conseguenze saranno ancora una volta le generazioni future. Rinviati ancora di un anno gli investimenti su scuole, strade, montagna e Province. Gonfiate oltre misura le entrate del recupero evasione bollo auto fino a sforare la cifra monstre di 200 milioni, quando negli anni passati abbiamo riscosso solo una piccola parte di quanto preteso”.

“Siamo arrivati all’ultimo atto dell’era Chiamparino – ha dichiarato Roberto Ravello (F d’I) –. Con questo bilancio si chiude una legislatura assolutamente inutile. Il Piemonte continua a essere ultima tra le regioni del nord produttivo e risultano in peggioramento le attese su produzione, ordini ed occupazione. In più ricordiamo lo scandalo Finpiemonte, l’incapacità di utilizzo delle risorse europee, il disimpegno su ambiente e sistema montano, il taglio dei posti letto, la chiusura di alcuni presidi ospedalieri e l’incapacità di sognare il futuro”. Maria Carla Chiapello (Moderati) ha affermato che “grazie al risanamento dei conti, senza ricorrere a drastiche sforbiciate abbiamo restituito al Piemonte la possibilità di fare investimenti. Ci sono più risorse per le politiche sociali: più cittadini non autosufficienti riceveranno gli assegni di cura e poi un’importante novità è il buono nidi per le famiglie in difficoltà”.  Secondo Andrea Tronzano (FI), “anche in occasione dell’ultimo bilancio previsionale la Giunta di centrosinistra non riesce a far cambiare passo al Piemonte che arretra in tutte le classifiche, dai dati dell’export a quelli della crescita del Pil, dal livello dei servizi sanitari offerti alla capacità attrattiva di nuove imprese nel nostro territorio. Manca un’adeguata programmazione sanitaria, ostaggio di un approccio ideologico che smonta le eccellenze e premia le rendite di posizione. È assente una politica dello sport, ma soprattutto è molto grave che manchi un adeguato utilizzo dei fondi comunitari”.  “Dopo anni di sacrifici enormi – ha affermato Alfredo Monaco (Scelta civica) – per mettere in sicurezza i servizi e i conti da una devastazione finanziaria, finalmente un bilancio che permette ai piemontesi di guardare al futuro con maggiore fiducia. Gli embrioni di investimento sono strutturali e quindi solidi. Il lavoro è il problema più urgente cui dare risposta e qualche spiraglio per il sostegno alla produzione c’è e ne sono contento”. Secondo Gian Luca Vignale (Mns) “la legge di bilancio approvata non risponde agli interessi del Piemonte, ma sembra più un documento che guarda alle prossime elezioni ma non al futuro. Pochi investimenti, alcune mance elettorali e troppi impegni presi a partire solo dal 2020 lasceranno alla prossima Giunta un bilancio ingessato. Il risanamento non ha lasciato spazio, se non in prossimità della campagna elettorale, al rilancio degli investimenti, al potenziamento dei servizi e al sostegno a impresa e famiglie. I tagli apportati in sanità sono l’esempio più evidente”. Collegati al disegno di legge, sono stati approvati venti atti d’indirizzo prima della votazione finale del disegno di legge.

Fondi agricoltura, il Piemonte è virtuoso

Per la prima volta negli ultimi vent’anni, il Piemonte è la quarta Regione più virtuosa del Centro-Nord per quanto riguarda i pagamenti previsti dal Piano di sviluppo rurale

Davanti solo le Province autonome di Bolzano e Trento e il Veneto. È quanto emerge dai dati forniti in terza Commissione (presidente Raffaele Gallo) dall’assessore Giorgio Ferrero, che ha spiegato come nel 2018 il Psr abbia raggiunto e superato gli obiettivi fissati dalla Commissione europea.

Elaborato in base ai regolamenti Ue e alle strategie regionali, il Psr definisce il percorso per lo sviluppo, la competività e la sostenibilità dell’agricoltura e del territorio rurale piemontese. “Il programma ha attivato a circa il 90 per cento delle risorse disponibili, equivalenti a circa 960 milioni di euro a fronte di un budget totale per il periodo 2014-2020 di poco più di un miliardo di euro di finanziamento pubblico” ha detto Ferrero., I progetti finora approvati ammontano a circa 712 milioni e i pagamenti a fine 2018 hanno raggiunto l’importo di 337 milioni, di cui 196 erogati nel solo anno appena trascorso. L’obiettivo era la quota di 218 milioni. “Si tratta di un dato destinato a crescere con l’avanzare delle istruttorie delle domande in corso” ha aggiunto l’assessore. Fra le numerose misure che compongono il Psr sono da segnalare gli investimenti nelle aziende agricole (2.053 domande ammesse per un importo di 106 milioni); gli insediamenti dei giovani in agricoltura (1.100 domande approvate per 46 milioni); i pagamenti agro-climatico-ambientali (9.100 contratti approvati per una superficie agricola interessata di duecentomila ettari, oltre il 20% della superficie agricola regionale). Ci sono le misure che riguardano l’agricoltura biologica con 1.170 contratti in corso per una superficie interessata di diciassettemila ettari e le indennità per l’agricoltura di montagna, con 22.800 domande approvate e 52 milioni di indennità erogate.

Treni, la Canavesana sarà rinnovata

Entro il 2020 la Ferrovia Canavesana sarà rammodernata e resa più sicura, l’elettrificazione del secondo tratto è prevista nel bilancio regionale con 6,3 milioni di euro

 Lo ha assicurato l’assessore Francesco Balocco, che ha riferito in Commissione Trasporti (presieduta da Nadia Conticelli), sulla attuale situazione della linea che è lunga circa 40 chilometri, a binario unico, ma elettrificata soltanto nella tratta iniziale tra Settimo Torinese e Rivarolo, con 44 passaggi a livelloPer la messa in sicurezza della linea ferroviaria Rfi sta progettando diversi interventi, già finanziati, che prevedono anche l’installazione di Scmt (sistema per il controllo della marcia del treno) e l’adeguamento di segnali e dispositivi di sicurezza su tutta la linea. Questi lavori si concluderanno entro aprile 2020 per la tratta Settimo-Rivarolo ed entro dicembre 2020 tra Rivarolo e Pont. Un finanziamento di 6,3 milioni è previsto in bialncio e permetterà l’elettrificazione della tratta montana, fino a Pont Canavese. L’assessore ha aggiunto: “Stiamo elaborando una convenzione con Rfi e Gtt per la stazione di Settimo in modo da risolvere il problema dei ritardi dovuti alla doppia gestione dei binari di stazione”.   La Commissione ha anche espresso parere favorevole all’unanimità alla delibera della Giunta sul Regolamento di attuazione del Piano paesaggistico regionale ed ha iniziato la trattazione della proposta di legge, presentata dai consiglieri del Movimento 5 stelle (primo firmatario Federico Valetti), sulla valorizzazione della rete ferroviaria regionale.

Invecchiamento attivo

Al via le consultazioni on line per tre proposte di legge in favore dell’invecchiamento attivo della popolazione piemontese (i cui testi sono consultabili nella sezione “link asssociati”). Fino a venerdì 8 marzo, ha stabilito nei giorni scorsi la Commissione Sanità, presieduta da Domenico Rossi, le associazioni e gli enti interessati avranno la possibilità di presentare le proprie osservazioni ai provvedimenti, presentati rispettivamente dai gruppi Fi, M5s e Pd. Al termine delle consultazioni le tre proposte di legge passeranno all’esame del Cal. Partendo dal presupposto che negli ultimi anni i Comuni hanno messo in atto diverse esperienze positive per migliorare la condizione degli over 65, seppur con iniziative sporadiche e non coordinate, affidate più alla buona volontà che a un piano organico, le tre proposte mirano a definire un modello sostenibile da utilizzare come strumento di promozione alla partecipazione della vita sociale e culturale della comunità favorendo la crescita personale degli anziani e valorizzando la loro capacità progettuale e le loro esperienze formative. Gli ambiti d’intervento spaziano dalle politiche familiari alla formazione permanente, dalla prevenzione sanitaria alla cultura e al tempo libero. I primi firmatari dei provvedimenti del Pd e del M5s – Rossi e Davide Bono – hanno dichiarato la propria disponibilità a formulare un testo unico. La Commissione ha poi proseguito l’esame delle due proposte di legge sull’istituzione del fattore famiglia, che si propone come strumento per combattere la povertà, aggravata dalla crisi economica, soprattutto delle famiglie più numerose o con persone disabili o anziani non autosufficienti a carico. Uno strumento integrativo – nel rispetto della normativa Isee – che tiene conto di numerosi fattori per accedere ai servizi regionali. Ha espresso parere positivo a maggioranza su quello presentato dal gruppo Pd e negativo, sempre a maggioranza, su quello presentato dal gruppo Fi. Ora i provvedimenti andranno in Commissione Bilancio per l’esame della norma finanziaria e poi torneranno in Commissione Sanità per la votazione finale prima di approdare in Aula. Per la proposta del Pd saranno relatori di maggioranza in Aula la prima firmataria Valentina Caputo e di minoranza Francesca Frediani (M5s).

La nuova legge sui giovani

Il Piemonte ha una nuova legge sulle politiche giovanili, che riscrive le norme in materia superando una legge del ’95 con un testo  moderno e innovativo, che favorisce l’aggregazione e l’associazionismo tra i giovani, promuove l’educazione alla legalità, alla non violenza, alle tematiche di genere e di non discriminazione, parla di cittadinanza attiva e partecipazione ai processi decisionali della vita democratica

Al centro del provvedimento, approvato a maggioranza dal Consiglio regionale, lo sviluppo di politiche coordinate con i Comuni e il mondo dell’associazionismo, la creazione di nuovi canali e di un sistema coordinato di informazione per agevolare la messa in rete delle conoscenze, la valorizzazione delle iniziative, anche attraverso l’istituzione di un Forum regionale giovani con un ruolo propositivo nella programmazione delle politiche.  “Abbiamo pensato di ridare centralità alle politiche per i giovani con uno strumento che ne incentiva la partecipazione – ha detto l’assessora Monica Cerutti -. Il testo approvato oggi rivede gli organismi di consultazione, assegna un ruolo più attivo ai Comuni nella programmazione, introduce nuove figure come lo “youth worker”, che aiuta i giovani a sviluppare il capitale umano e sociale e a cambiare eventuali comportamenti a rischio, incentiva la mobilità e la cittadinanza europea”. Tra le novità più significative c’è l’istituzione del Forum, che sostituirà la Consulta giovani quale organismo stabile di confronto e discussione con Regione ed enti locali e sarà composto da venticinque amministratori locali e venticinque esponenti dell’associazionismo; il registro regionale delle associazioni giovanili al quale ci si dovrà iscrivere per poter ottenere gli incentivi previsti dalla legge; il portale Piemonte Giovani, che diventa il canale di comunicazione ufficiale in materia di politiche giovanili. Per Marco Grimaldi (Leu), relatore di maggioranza “la nuova legge riconosce i giovani come ricchezza del territorio e della comunità, sviluppa il dialogo e l’integrazione interculturale e dà centralità agli spazi di aggregazione come luoghi di inclusione e partecipazione”. E gli spazi di aggregazione sono stati oggetto dell’unico emendamento al testo di legge presentato in Aula e approvato, a firma dei consiglieri del M5s: “Ospiteranno nuove attività e iniziative rivolte alla prevenzione del disagio, un aspetto per noi particolarmente importante – ha detto Francesca Frediani, relatrice di minoranza – Le nostre proposte sono state in buona parte recepite in Commissione, abbiamo anche cercato di proporre un’educazione alla cittadinanza che non fosse solo europea, perché vorremmo che i nostri giovani si sentissero cittadini del mondo”. La legge sarà finanziata con 350 mila euro annui nel triennio 2019-2021, risorse che il consigliere Gian Luca Vignale (Mns) giudica “inadeguate a fronte del potenziamento delle politiche in materia”.

Orfani di femminicidio. Una legge incompiuta

Un incontro per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla legge nazionale che tutela gli orfani per crimini domestici ma che, in mancanza dei regolamenti attuativi, non può ancora produrre pienamente i suoi effetti

 

 È stato questo l’obiettivo del convegno “Orfani di femminicidio. Una legge incompiuta”, che si è svolto a Palazzo Lascaris lunedì 18 febbraio, organizzato dal Comitato associazioni femminili torinesi (Caft) con il patrocinio della Consulta femminile regionale. “La legge nazionale 4/2018 è un provvedimento importante, che colma un vuoto normativo creatosi a fronte del fenomeno diffuso delle violenze domestiche che possono sfociare fino all’omicidio e ha fra i suoi obiettivi quello di semplificare le attività processuali e successorie per gli orfani di femminicidio”, ha spiegato l’avvocata Assunta Confente. “Tuttavia, mancano ancora i regolamenti attuativi riferiti alla parte economica, per disciplinare il fondo per il diritto allo studio e alla formazione di questi orfani “speciali”. È fondamentale quindi che gli organi competenti si attivino affinché la norma possa avere compiuta applicazione”. All’incontro, aperto dalla presidente della Consulta femminile Cinzia Pecchio e moderato da Cristina Vernizzi, rappresentante del Caft, è intervenuta anche l’assessora regionale alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili, Monica Cerutti, che ha ricordato anche l’esistenza di una legge regionale, la 4/2016  “Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli” che sta costruendo un importante sistema attraverso la rete dei centri antiviolenza e le altre realtà di supporto alle vittime. Hanno inoltre partecipato all’incontro la garante regionale per l’infanzia e per l’adolescenza Rita Turino, la psicologa e psicoterapeuta Claudia Cuminetti e il giudice onorario presso il Tribunale dei minori Ermelinda Bertini.

Rai per molti ma non per tutti. Ecco dove manca il segnale

Sono circa 150mila gli abitanti del Piemonte che ad oggi non riescono a ricevere il segnale Rai Piemonte, circa il 13% della popolazione regionale considerata nell’indagine. Una cifra che sale al 19% per le aree montane e collinari

 

 Questo il dato emerso dall’ultimo monitoraggio promosso dal Corecom Piemonte e al quale hanno risposto 423 Comuni, in rappresentanza di 1.157.237 abitanti. L’indagine rivela inoltre che le aree più critiche sono rappresentate dal Cuneese (in particolare l’Alta langa), la Valle Elvo (nel Biellese) e le Valli del Monviso.  “Il Corecom, anche attraverso monitoraggi periodici, continua ad essere il punto di riferimento per i cittadini e per gli enti locali che lamentano la mancanza di un servizio pubblico fondamentale. L’incontro di oggi vuole essere quindi l’occasione per confrontarci con la Rai e i rappresentanti del territorio allo scopo di trovare possibili soluzioni”. Questo il punto di partenza per il presidente del Comitato regionale per le Comunicazioni (Corecom) del Piemonte Alessandro De Cillis, anche vice presidente nazionale Corecom e delegato al tavolo Tv 4.0 presso il Mise, aprendo a Palazzo Lascaris la conferenza stampa “Segnale Rai: segnali di speranza?” in merito alla terza indagine sulla qualità percepita del segnale Rai in Piemonte. “In una epoca in cui siamo costantemente impegnati sul fronte della lotta alle fake news – spiega De Cillis – il servizio giornalistico di qualità garantita diventa un punto di riferimento necessario. La rai sul territorio rappresenta una sentinella della corretta informazione” Un problema importante sottolineato anche dal presidente del Consiglio regionale Nino Boeti, che ritiene “incomprensibile come nel mondo interconnesso di oggi a livello globale esistano ancora dei territori che non riescono a vedere le trasmissioni Rai regionali”. I dati illustrati riguardano il terzo monitoraggio condotto dal Corecom con l’obiettivo di conoscere le aree del territorio con problemi di ricezione del segnale Rai, in particolare quelle legate alla ricezione dei canali diffusi dagli impianti multiplex della televisione digitale terrestre (Mux 1) che permettono di trasmettere Rai 1, Rai 2, Rai 3 – Piemonte, Rai News. Dalla ricerca emerge che gli impianti di diffusione comprendenti l’offerta completa dislocati sul territorio sono ventotto, centodieci quelli che diffondono il segnale regionale. Gli impianti gestiti da Comuni e Unioni di Comuni dedicati esclusivamente alla diffusione del segnale regionale ammontano a centocinquantanove. Obiettivo finale della ricerca è stato quello di fornire una mappatura pubblica delle zone di copertura del segnale e degli impianti proponendo in sinergia a Regione, Enti locali e Rai un piano di interventi volto ad ampliare la copertura del segnale. Filippo Lucci, presidente coordinamento nazionale dei Corecom e del CorecomAbruzzo, ha ricordato come la tematica riguardi la democrazia di un Paese e la possibilità di sviluppo di un territorio e ha ribadito: “siamo in una fase sociale nella quale l’informazione è il fondamento su cui costruire la democrazia – ha spiegato Lucci, presidente coordinamento nazionale dei Corecom e del Corecom Abruzzo – La centralità dell’informazione qualificata rende sempre più necessario il ruolo di una emittente autorevole, ma non è secondaria la necessità di individuare le risorse, anche a livello regionale, per sostenere i Comuni nella sostituzione o nel rinnovo degli impianti.” Roberto Serafini, Arturo Baglioni e Valerio Santoro (servizi broadcast e gestione frequenze Rai) hanno invece confermato che entro il 2020 le coperture del segnale Rai regionale sono destinate a migliorare grazie al passaggio al digitale terrestre. Hanno inoltre partecipato all’incontro Roberto Colombero (Uncem Piemonte), Alberto Avetta (Anci Piemonte) ed Ezio Torasso (Ray Way). A conclusione della conferenza è intervenuto il consigliere regionale segretario Gabriele Molinari che si è detto pronto ad accogliere le istanze provenienti dal territorio ma ha rilevato anche come la crescita tecnologica non abbia ancora trovato una equivalente risposta sul piano normativo.

 

(foto:  il Torinese)

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