La Commissione del Coni “indica in assoluto come strada da seguire, e come auspicio, la candidatura congiunta con le tre città, per far sì che ci sia una vera candidatura italiana”. In sostanza Torino con le sue montagne, Milano e Cortina sarebbero candidate insieme ad ospitare i Giochi invernali del 2026. A parlare è il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine della riunione della Commissione di valutazione per le Olimpiadi 2026, prima della decisione finale del Consiglio nazionale. Si tratterebbe di una novità assoluta, avendo ottenuto dal Comitato olimpico internazionale la possibilità candidare unitariamente tre città. Secondo Malagò nella riunione “L’obiettivo è stata l’unitarietà della candidatura e l’aspetto dei costi-benefici”. La sindaca Appendino dice che la città è a disposizione a fronte di una scelta del governo nazionale.
LA UISP E’ VICINA A DAISY OSAKUE
Hanno fatto del male a un mio compagno di squadra, ad un’atleta dell’altra squadra, ad un’atleta di un’altra nazione, non importa di dove, avete colpito tutti noi, perchè lo sport è contro la violenza e il razzismo, ed è per il rispetto di tutti, indistintamente. Siamo vicini a Daisy Osakue, che ha iniziato a praticare sport in una delle società della nostra città. Tante sono affiliate Uisp, che ogni giorno lavorano per progetti di sport per i diritti, l’inclusione, la solidarietà, contro ogni forma di violenza. Ai suoi aggressori dedichiamo questa storia. James Owens, detto Jesse, era quell’americano nero, che volava come avesse le ali, aveva 23 anni. Luz (Ludwig) Long, tedesco, occhi azzurri, biondo con il ciuffo a onda, la pelle bianca. Era l’orgoglio di Hitler, uno dei motivi di orgoglio, ma solo fino a quel giorno. Dopo no, perchè quell’atleta aveva un difetto imperdonabile: era vaccinato contro il razzismo. Proprio in quelle Olimpiadi del ‘36 nella Berlino nazista che avrebbe dovuto celebrare la superiorità della razza bianca e sotto gli occhi furenti del Fuhrer, il bianco e il nero, parlavano tra loro da amici. E poi il podio, in cima al primo posto il nero che aveva fatto un salto in lungo come nessuno era mai riuscito a fare prima. E dietro di lui al secondo posto quel tedesco con il braccio teso, ma teso poco e senza convinzione. Le ambizioni di Hitler furono umiliate da quel nero e dal quel bianco, perchè dimostrarono di non saper essere nemici, nonostante le differenze che li dividevano. E rimasero amici tutta la vita. E fu quell’amicizia a dimostrare come il regime fosse fragile e quanto lo sport sa essere libero e forte.
Ufficio Comunicazione
UISP
Cristiano Ronaldo. Un campione, un’icona, un marchio ed ora anche un business…persino per i tifosi. L’intuizione vincente è di Brandsdistribution, azienda torinese distributrice di CR7 Underwear in Italia, che ha firmato un accordo con Letsell per avviare le aperture di negozi verticali monomarca dedicati all’intimo del campione.
Nelle prime 24 ore dal lancio dell’operazione sono già oltre 200 i monomarca aperti da tifosi e appassionati, a testimonianza di come in tutta Italia sia ormai Ronaldo mania.
CR7style, CR7juveshop, CR7intimo, Mutandalandia sono alcuni degli originali nomi dei negozi oggi disponibili in rete e pronti a vendere sul web l’intimo del campione. Un business che contagia tutto lo stivale, la provenienza geografica dei nuovi imprenditori è varia: 13,5% Lazio, 13,5% Lombardia, 12% Campania, 8,5% Piemonte e poi Veneto, Toscana e Sicilia con 7%.
Letsell è un’innovativa startup per il commercio digitale che rende accessibile a tutti (anche a chi non ha partita IVA) la creazione di un sito e-commerce di articoli di moda a costi bassissimi. Un progetto chiavi in mano per vendere alla propria rete di contatti senza rischi iniziali e senza doversi preoccupare di magazzino, ordini, spedizioni e resi, interamente gestiti dalla piattaforma. La Ronaldo mania ha portato alle stelle le vendite della sua linea di intimo, da qui l’idea di rendere possibile e facile per tifosi, appassionati, amministratori degli innumerevoli fan club juventini o, più semplicemente, per chiunque abbia fiuto per gli affari, l’apertura gratuita di un e-commerce monomarca di CR7 Underwear.
Un fenomeno sportivo che si trasforma in business, una passione, quella calcistica, che diventa occasione di guadagno grazie alla propria rete di contatti e amici, un campione e Re Mida dei nostri giorni che fa impazzire gli italiani e dà una scossa alla cultura digitale.
BRANDSDITRIBUTION.COM è un’azienda italiana specializzata nella distribuzione online B2B di abbigliamento e accessori firmati. 120 marchi distribuiti in 173 paesi, un fatturato 2017 di oltre 20 milioni di euro, più di 200.000 clienti iscritti alla piattaforma digitale, 60.000 spedizioni all’anno e un magazzino tra i più forniti al mondo con oltre 500.000 prodotti (abbigliamento, borse, scarpe e accessori) in pronta consegna.
LETSELL.COM è un’innovativa start-up per il commercio digitale che rende accessibile a tutti la creazione di un sito e-commercecompleto di migliaia di articoli di moda uomo e donna in cui la gestione del magazzino, degli ordini, delle spedizioni e dei resi è presa in carico da Letsell. Nata nel 2017 a Torino dall’esperienza di Carlo Tafuri, Luca Ferrero e Michele Contrini, imprenditori ed esperti provenienti dal mondo della comunicazione e del commercio elettronico, l’azienda distribuisce un catalogo con oltre 120 marchi di moda italiani e internazionali. Letsell.com è il portale di proprietà di B4D S.r.l.
Daisy, si indaga per lesioni e non per razzismo
Sul caso di Daisy Osakue si indaga per lesioni senza l’aggravante razziale. Il reato ipotizzato dalla Procura di Torino è al momento contro ignoti, dopo che l’atleta italiana di origini nigeriane è stata ferita ad un occhio da un uovo lanciato da un furgone Doblo’ in corsa a Moncalieri nella notte di domenica. Non sarebbero ad oggi emersi elementi che facciano pensare a un’aggressione a sfondo razziale. Le indagini dei carabinieri continuano per individuare i responsabili della folle aggressione. Sulla vicenda interviene anche l’arcivescovo di Torino: “Chiedo a tutti un rispetto rigoroso delle leggi e la promozione di un clima di umanità e di legalità morale e civile, senza spavalderia e senza odio che ingenerano comportamenti di rifiuto violento: questa è l’unica strada che abbiamo per allontanarci dalla paura”, dice Mons. Cesare Nosiglia, con una stoccata ai giornali: “Certi titoloni finiscono per amplificare il clima di insicurezza in cui sembra ci siamo immersi”.
“Di’ qualcosa, sto rinunciando a te”
“Trittico” olimpico per i Giochi 2026?
La sindaca Chiara Appendino è convinta: “Torino e le sue montagne hanno tutte le carte in regola per essere la candidatura più forte secondo i nuovi principi del Cio”. Ma dall’incontro con il presidente Malago’ del CONI al quale la prima cittadina ha partecipato insieme con il governatore Chiamparino e’ trapelata la possibilità di formulare per i Giochi invernali del 2026 una candidatura italiana formato “trittico” , che veda partecipi Torino, Milano e Cortina insieme. Mentre la sindaca pare non gradire molto tale soluzione, più possibilista sembra essere il presidente della Regione. Domani il Coni annuncerà la propria scelta.
Lungo Dora di sera
Roberto Barranca ci ha inviato questo suggestivo scatto serale realizzato in Lungo Dora. E dietro i tetti spunta la Mole.
Comprare frutta e verdura con un click
Dopo Roma, Milano, Firenze e Lecce sbarca anche a Torino il servizio di ORTO E PORTO, la startup che ha creato una piccola rete di agricoltori e permette ai “cittadini” di acquistare frutta e verdura direttamente dal campo, con un click. Moncalieri, Trofarello, Chieri, Cambiano, Envie: arrivano dalle campagne torinesi i prodotti genuini che da oggi possono essere acquistati anche a Torino, in base alla stagione e alla disponibilità. E’ la spesa agricola 2.0, economica, tecnologica, genuina e due volte green. Perché le startup che si sono unite nel progetto sono due e sono entrambe a vocazione green: ORTO E PORTO E TAKE MY THINGS. Il modello di business è semplice: Orto e Porto permette ai piccoli agricoltori di vendere i propri prodotti sul web e Take my Things si occupa di trasportarli a casa dei clienti. Orto e Porto è una startup leccese che mette in contatto produttori agricoli e consumatori attraverso una piattaforma innovativa, disponibile via web e su app, che promuove un’alimentazione di qualità ed ecosostenibile. Km0, filiera corta, niente sprechi, niente intermediari, pochissime emissioni CO2. I piccoli produttori agricoli aderenti possono ricreare sul web il loro banco del mercato virtuale, esponendo i propri prodotti, evidenziando prezzi, offerte e servizi speciali. Chi compra inserisce con pochi click la lista della spesa, seleziona l’orario e l’indirizzo desiderati e le consegne vengono garantite nell’arco di 24 ore. Take My Things è un delivery network in perfetto stile sharing economy che sfrutta la rete per trasportare velocemente oggetti in tutta Italia. L’idea è nata per i trasporti tra privati ma il servizio funziona così bene (è veloce, dinamico, economico e 24 ore su 24) che anche alcuni negozi e realtà commerciali stanno iniziando ad utilizzarla. E da oggi anche frutta e verdura viaggiano con Take my Things. Nel caso di Orto e Porto il cliente non deve occuparsi di nulla, ci pensa la piattaforma. Ma se ho bisogno di trasportare un oggetto? Scaricare la App Take My Things è gratuito, iscriversi semplice e veloce. Basta inserire l’oggetto, l’indirizzo di presa e di consegna, la data e l’ora massima per la consegna, la cifra che si è disposti a pagare. Fatto questo Take My Things incrocia i dati inseriti creando una rete in grado di soddisfare le esigenze di trasporto 24 ore su 24. Guardandola da un altro punto di vista Take My Things è un’opportunità di business. Semplice e remunerativo. Perfetto per chi sta ancora studiando e vuole arrotondare con un piccolo lavoretto ma ancor di più per tutti quelli che non hanno un lavoro fisso e possono provare a guadagnare qualcosa. La transazione è lineare, l’accordo avviene in fase di match. L’offerta è chiara ed è il trasportatore a decidere se accettarla. Ancora un dettaglio. Take my Things è green, perché consente di ottimizzare gli spostamenti e di fare del peer-to-peer un’opportunità.