Aprile 2018- Pagina 6

Verso il Salone del Libro: anno della rinascita?

La rinascita del Salone del Libro di Torino riparte dal Sermig dove è stata presentata la 31a edizione. Rispetto agli altri anni, una sede inconsueta, ma come ha illustrato uno dei relatori, motivata dal desiderio di coniugare “Cultura e fratellanza, le diversità che sono ricchezza”

Dicevamo scelta inconsueta, ma anche coraggiosa, perché ad un passante che percorreva il viale del Lungo Dora per arrivare al Sermig è stata chiesta una “donazione” di duemila euro da una coppia di figuri; mille euro per l’uomo e mille per la sua compagna. Probabilmente solo una battuta “infelice, da scherzo idiota” perché non è poi successo nulla e nemmeno hanno avuto soldi. Per contro ,se si fosse abbinato l’eventuale fattaccio con Il Salone come sarebbero schizzati gli ascolti? Noi siamo dell’idea che prevenire è meglio che punire, ma qualche telecamera in più non farebbe male alla vivibilità. Dicevamo il Salone della rinascita, della ripartenza, della speranza e fiducia, da parte delle maestranze che devono ancora prendere lo stipendio e quindi lavorano sulla “fiducia” e delle tante imprese che aspettano di essere pagate dal commissario liquidatore che deve ancora avviare le sue funzioni. Intanto il fermate il mondo che voglio scendere non regge e un doppio binario è indispensabile, uno per pagare quasi tutto il pregresso (tanto), l’altro per promuovere e realizzare il Salone della ripartenza. Più stand del passato, più ospiti, tantissimi eventi, un premio Pulitzer atteso a Torino. Poiché la conferenza è stata al Sermig, è calzante l’aforisma del teologo svizzero Karl Barth: “nessuno può tornare indietro e incominciare un nuovo inizio, ma chiunque può partire oggi e creare un nuovo finale”. Per il nuovo Salone ci auguriamo tutti che sia un nuovo inizio anche attento alla gestione finanziaria e colmo di frutti. Ospite la Francia, a Torino è atteso alla kermesse anche uno dei vincitori del Premio Pulitzer sezione Fiction (narrativa) Andrew Sean Greer autore di Less.Ma al Salone ci sono tantissimi altri autori e tante Tavole rotonde con argomenti interessanti e, per l’ennesimo appuntamento con il Salone del Libro, Solstizio d’Estate presenta il suo Concorso Internazionale il Bosco Stregato, quest’anno dedicato a Giovanni Arpino scrittore braidese di cui un romanzo” Il Buio e il miele” è diventato famoso con la fiction “Profumo di Donna” (Scent of a Woman nella versione inglese). Nella locandina dedicata a Profumo di Donna un carboncino della pittrice albese Nicolle Tomaino . Ci saranno inoltre due tavole rotonde, una di seguito all’altra con inizio alle 10.30 e termine alle 12.00.Luisa Agricola, per la Biblioteca Civica Giovanni Arpino, ricorderà lo scrittore braidese.La prima parte ha per titolo “Creature sotto la Luna. Tra mito e realtà. La seconda “Sfumature di Giallo” in cui ci sarà un duetto appassionante e scoppiettante tra lo psicologo forense Alessandro Meluzzi che svilupperà “Dei delitti e delle pene” e l’investigatore criminologo Biagio Fabrizio Carillo con il tema Realtà e Fantasia, entrambi reduci dal recente successo di Torino Crime Festival. Citando Cesare Beccaria: ” Volete prevenire i delitti? Fate che le leggi siano chiare, semplici e che tutta la forza della nazione sia condensata a difenderle e nessuna parte di essa sia impiegata a distruggerle”. In particolare lo psicologo forense Alessandro Meluzzi cercherà una sintesi, un compromesso tra la certezza della pena per il reato commesso e la sua equità. Pena, però ci deve essere. Biagio Fabrizio Carillo ci intrigherà, con la Saga di Lola e con altri spunti sulla realtà che spesso supera la finzione e che l’investigatore criminologo conosce bene per via della sua professione nell’Arma dei Carabinieri. Rossella Magliano, grafica pubblicitaria, parlerà di “Il valore del Segno grafico nell’era dei nativi digitali. La trasformazione digitale è in continuo divenire e si ridisegnano i processi anche all’interno delle aziende e delle Scuole. Alessandro Casareto accennerà alle curiosità dell’arte del Dadaismo mentre Franco Andreoni ci diletterà con la storia del giallista Friedrich Glauser. L’iniziativa rientra nella Campagna Il Maggio dei Libri e lettrici saranno Elettra Palmirani e Giulia Manfieri. Salone al Lingotto, ma anche “Fuori Salone” alla nuova cattedrale post moderna dell’Arte contemporanea delle OGR e della musica di Torino e al Castello di RIvoli.

Tommaso Lo Russo

 

Ancora una volta bottiglie di vetro in piazza

Ieri in piazza Castello, per il concerto del 25 aprile, sono riapparse le bottiglie in vetro di birre e bevande varie. Lo afferma Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati a Palazzo Civico che annuncia: “Ho appena protocollato in Comune la mia richiesta di comunicazioni urgenti alla Sindaca Appendino in merito al concerto dei Modena City Ramblers. Sono infatti molto preoccupato dalle foto che ho visto e dai racconti dei presenti.”

E aggiunge, riferendosi alla tragedia del 3 giugno in piazza san Carlo: “Questa Amministrazione è in grado di imparare dagli errori del recente passato? La circolare Gabrielli vale anche per l’Amministrazione? A meno di un anno dai fatti di piazza San Carlo, ecco di nuovo una piazza stipata all’inverosimile alla quale si poteva accedere introducendo liberamente vetro e bottiglie. Chi era presente parla di totale assenza di controlli, di steward e di transenne. Mi preoccupa fortemente questa totale incapacità di imparare dagli errori commessi”.

Magliano ha chiesto alla prima cittadina  di riferire in Aula su quali atti formali siano stati disposti dalla Civica Amministrazione per l’organizzazione dell’evento e per la sua sicurezza, con particolare riferimento alle autorizzazioni amministrative rilasciate dagli Uffici Comunali, all’eventuale ordinanza anti-vetro, al controllo dei venditori abusivi, alla presenza di steward, alla presenza o meno di percorsi separati per accesso e deflusso, alla chiusura del parcheggio sotterraneo di piazza Castello e alla presenza della Polizia Municipale.

 

Schianto tra Panda e suv, demolito semaforo

Una Fiat Panda e un suv si sono scontrati questa mattina demolendo  un semaforo all’incrocio  tra i corsi Vittorio Emanuele II,  Duca degli Abruzzi e Vinzaglio.

 

L’utilitaria si è ribaltata ed è finita sul passaggio pedonale dove per una coincidenza  non stava attraversando  nessuno, schiacciando anche una bicicletta. Ferito leggermente il conducente che è stato trasportato in ambulanza al Mauriziano. E’ stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per estrarlo dall’auto.

(Foto fmb – il Torinese)

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

L’amore secondo Isabelle – Commedia drammatica. Regia di Claire Denis, con Juliette Binoche, Gérard Depardieu, Valeria Bruni Tedeschi, Josiane Balasko e Xavier Beauvois. Il panorama è quello di Parigi, con i suoi rumori e i tetti e i monumenti e i caffè affollati, sotto le luci sempre accese della Tour Eiffel. Isabelle è una pittrice divorziata, cinquantenne, con una figlia di dieci anni. Al momento non ha una persona accanto e aspetta che la sua vita venga riempita da un amore. C’è un banchiere, un tipo eccentrico, che prima le lascia sperare chissà che ma poi le confessa che lui la moglie non la lascerà mai. Forse l’incontro definitivo potrebbe forse essere un attore. Forse, un uomo conosciuto per caso, lontano dall’ambiente delle sue solite frequentazioni. Cosa fa, Isabelle, quando non è innamorato? Niente, dice lei, ma in realtà soffre, si illude, spera e dubita, desidera e piange. Durata 94 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso)

 

Avengers: Infinity War – Fantasy. Regia di Anthony e Joe Russo, con Chris Evans, Robert Downing jr, Zoe Saldana e Chris Pratt. Contro gli eroi (buoni) di Marvel nell’ultimo episodio della saga c’è Thanos (cattivissimo), che grazie al potere delle Gemme dell’Infinito vuole impadronirsi e distruggere circa la metà di questa nostra povera terra. Ecco che allora gli Avangers sentono la necessità di riunirsi e di chiedere pure l’aiuto dei Guardiani della Galassia, insomma tutti insieme appassionatamente per far fuori il fellone. Per la gioia di grandi e bambini ci sono proprio tutti nell’affollato pentolone, Capitan America e Spiderman, la Vedova Nera e Thor, Iron Man e Black Panter. Durata 149 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space anche 3D, Uci anche V.O. e 3D)

 

La casa sul mare – Drammatico. Regia di Robert Guédiguian, con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darrousin, Anaïs Demoustier e Jacques Boudet. Una casa affacciata sul mare, poco fuori Marsiglia, due fratelli con la sorella vi si ritrovano all’indomani dell’ictus che ha colpito il padre ormai anziano. Uno è un ex sindacalista, aspirante scrittore, con una fidanzata al seguito che ha la metà dei suoi anni, l’altro è rimasto ad abitare nella casa per far andare avanti la trattoria di famiglia, lei è un attrice, trasferita a Parigi per inseguire la sua carriera e lasciarsi alle spalle la perdita della figlia. Altre persone circolano attorno a loro, tutti a fare i conti, un bilancio tra ideali ed emozioni, tra aspirazioni e nostalgie, con un passato più o meno recente, a guardare il piccolo paese che ormai si è svuotato, lasciando le vecchie case agli speculatori, a parlare di politica, tra Macron e Le Pen, a guardare ai figli, anch’essi confusi. Un piccolo gruppo di giovanissimi profughi, senza genitori, obbligherà con il loro arrivo quelle scelte che tutti quanti gli abitanti della “villa” (questo il titolo originale del film), dovranno affrontare. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 1)

 

C’est la vie – Prendila come viene – Commedia. Regia di Eric Toledano e Olivier Nakache, con Jean-Pierre Bacri, Jean-Paul Rouve, Hélène Vincent e Suzanne Clément. Gli artefici del fenomeno “Quasi amici” promettono risate a valanga e il successone in patria dovrebbe calamitare anche il pubblico di casa nostra. I due sposini Pierre ed Hélène hanno deciso di sposarsi e quel giorno deve davvero essere il più bello della loro vita. Nella cornice di un castello del XVII secolo, poco lontano da Parigi, si sono affidati a Max e al suo team, ad un uomo che ha fatto della sua professione di wedding planner una missione, che organizza e pianifica, che sa gestire i suoi uomini, che sa mettere ordine nel caos più supremo, che per ogni problema sa trovare la giusta risoluzione… Più o meno: perché quella giornata sarà molto ma molto lunga, ricca di sorpresa e di colpi di scena. Ma soprattutto di enormi, fragorose risate! Durata 115 minuti. (Romano sala 3)

 

Doppio amore – Thriller erotico. Regia di François Ozon, con Marine Vatch, Jérémie Renier e Jacqueline Bisset. Giovane e fragile, Chloé nutre in corpo un dolore che non passa, affronta una terapia nella speranza di una guarigione. Frequenta uno psicoterapeuta che ad un certo punto decide di interrompere le sedute dal momento che si sente attratto da lei. L’amore corrisposto spinge la ragazza a tentare una coabitazione: senonché un giorno scopre che il compagno le sta nascondendo l’esistenza di un gemello monozigote, Louis, che svolge la stessa professione in un altro quartiere parigino. È incuriosita, vuole sapere, decide di prendere un appuntamento con lui. Durata 110 minuti. (Romano sala 1)

 

Escobar – Il fascino del male – Drammatico. Regia di Fernando Leon de Aranoa, con Penelope Cruz e Javier Bardem. Tratto dal libro che Virginia Vallejo, volto un tempo noto della tivù colombiana

e oggi donna sotto protezione negli Stati Uniti, ha scritto intorno alla sua relazione con il gran capo della droga tra il 1981 e il 1987, è il resoconto di quegli anni, da un lato l’amante gentile e affascinante, dall’altro il mandante delle uccisioni di magistrati e poliziotti, di politici e di avversari, al fine di una scalata sempre più completa. Durata 105 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, Ideal, Lux sala 3, The Space, Uci)

 

Il giovane Karl Marx – Drammatico. Regia di Raoul Peck, con August Diehl, Stephan Konarske e Vicky Krieps. Gli anni Quaranta del XIX secolo, l’esilio da Berlino e le fughe attraverso l’Europa, la povertà e gli stenti, la polizia sempre incalzante, le idee in crescita contro una classe dirigente e un capitalismo volti allo sfruttamento e alle ingiustizie, l’amicizia con Engels, figlio ribelle di un ricco industriale, la stesura del “Manifesto del partito comunista”. Durata 112 minuti. (Centrale in V.O., F.lli Marx sala Chico)

 

Insyriated – Drammatico. Regia di Philippe Van Leeuw, con Hiam Abbass. Damasco è sotto assedio. In attesa della fine del conflitto esterno, una donna, madre di tre figli, si trincera con i vicini nell’unico appartamento risparmiato dalle bombe. La tensione cresce, il pericolo incombe, la casa inesorabilmente si trasforma in prigione. Durata 85 minuti. (Classico)

 

Interruption – Drammatico. Regia di Yorgos Zois, con Alexandros Vardaxoglou e Sofia Kokkali. Una tragedia greca, l’Orestea, e una sua rilettura moderna in un teatro di Atene, il pubblico prende posto in sala, lo spettacolo inizia… fino a che un gruppo di giovani vestito di nero, il nuovo Coro, sale sul palcoscenico e invita alcuni fra il pubblico a fare la stessa cosa, a partecipare al dramma, assegnando i ruoli e indicando lo svolgersi della tragedia di Eschilo. Forse la realtà con il procedere delle parole si è sostituita al racconto e ai sentimenti di un tempo. Durata 109 minuti. (Classico V.O.)

 

Io sono tempesta – Commedia. Regia di Daniele Luchetti, con Marco Giallini e Elio Germano. Numa Tempesta è un riccone di oggi, con tanti quattrini e un jet privato, gli alberghi di sua proprietà come casa, un giro di prostitute che gli dimostra piacere e affetti, se volete anche abbastanza facile da individuare, un imprenditore fatto di spregiudicatezza e di mancanza assoluta di morale, che un bel giorno è condannato per questioni fiscali a svolgere un periodo di redenzione lungo un anno ai servizi sociali. S’imbatte in una variopinta umanità, fatta di poveracci e senzatetto, quello che per lui ha più peso è un giovane padre finito sul lastrico, due figli a carico. Tra i due, e con molti altri, scatteranno sentimenti nuovi e Tempesta saprà agguantare quella presa di coscienza che gli era sempre mancata. Durata 97 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Greenwich sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Loro 1 – Commedia. Regia si Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Anna Bonaiuto, Riccardo Scamarcio, Fabrizio Bentivoglio e Kasia Smutniak. “Loro” sono quelli che in forma di gran

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baraccone con reminiscenze felliniane gravitano nell’universo berlusconiano, vero? tutto falso? opportunamente e malvagiamente esagerato?, uomini e donne in cerca di affermazione, non importa come, importa il quando, subito!, il ragazzo del sud (leggi Tarantini) che recluta ragazze e droga, gli affari poco puliti, gli amici e i nemici, il potere a ogni costo, la politica e i contratti con gli Italiani, le ville e le feste, la volgarità, il rapporto con Veronica: questo e molto altro nel primo capitolo di una vicenda che tutti abbiamo attraversato e che stiamo ancora attraversando. Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho e Chico, Ideal, Lux sala 1, Reposi, Romano sala 1, The Space, Uci)

 

La mélodie – Drammatico. Regia di Rachid Hami, con Kad Merad, Jean-Luc Vincent e Samir Guesmi. Simon è un famoso musicista ormai disilluso, arriva in una scuola alle porte di Parigi per dare lezioni di violino. I suoi metodi d’insegnamento piuttosto rigidi non facilitano i rapporti con gli allievi problematici. Tra di loro c’è Arnold, un timido studente affascinato dal violino che scopre di avere una forte predisposizione per lo strumento. Grazie al talento di Arnold, Simon riscopre a poco a poco le gioie della musica. Riuscirà a ritrovare l’energia necessaria per superare gli ostacoli e mantenere la promessa di portare i bambini a suonare alla Filarmonica di Parigi?Durata 102 minuti. (Nazionale sala 2, Uci)

 

Molly’s game – Drammatico. Regia di Aaron Sorkin, con Jessica Chastain, Kevin Costner e Idris Elba. Da una storia vera. Dove Molly è una eccellente sciatrice avviata verso i successi olimpici se una brutta e irrimediabile caduta non ponesse termine ad una promettente carriera. La vita richiede di cambiare registro e sfide. Ecco allora Molly ingegnarsi a divenire apprezzata organizzatrice di serate attorno ai tavoli del poker, con clientela di riguardo, dagli attori – leggi Di Caprio, Damon, Ben Affleck e altri qui ben camuffati – ai politici agli sportivi, tavoli attorno ai quali finiscono anche la droga e tipi russi poco raccomandabili, per cui l’FBI tiene le antenne ben alzate. Regia numero uno di uno dei maggiori sceneggiatori di Hollywood premio Oscar per The Social Network. Durata 140 minuti. (Ambrosio sala 3, F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 1, The Space, Uci)

 

Nella tana dei lupi – Azione. Regia di Christian Gudegast, con Gerard Butler e Pablo Schreiber. Il solido poliziotto con i suoi bravi problemi con cui convivere, l’alcol, i metodi non proprio ortodossi, una moglie che ha deciso di lasciarlo, una rapina finita male che è costata la vita di parecchi suoi uomini. Dall’altra parte una banda di delinquenti, un curriculum di tutto rispetto, dall’addestramento paramilitare alla permanenza nelle patrie galere, il progetto studiato in ogni più piccolo particolare a svuotare la Federal Reserve Bank di Los Angeles ritenuta inespugnabile. Durata 140 minuti. (The Space, Uci)

 

Rampage – Furia animale – Fantasy. Regia di Brad Peyton, con Dwaune Johnson e Naomie Harris. Il primatologo Davis Okoye ha instaurato un forte rapporto con un intelligente gorilla albino di nome George che, per un esperimento genetico, si tramuta in un pericoloso e feroce animale, impossibile a governare. Con lui hanno subito la stessa mutazione un lupo e un coccodrillo, seminando vittime e distruzione in tutto il nord America: spetterà a Davis e a un ingegnere genetico trovare un antidoto. Durata 107 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Ready Player One – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Tye Sheridan, Olivia Cooke, Simon Pegg e Mark Rylance. Tratto dal romanzo omonimo di Ernest Cline, uscito sette anni fa. Nel 2045 la terra è un luogo di guerre e povertà, l’unica felice evasione è il mondo virtuale di Oasis, legato ai fantasiosi anni Ottanta e ricco di scenari iperrealistici in cui è facile accedere. Lo scomparso James Halliday ha deciso di lasciare a chi lo ritroverà il prezioso Easter Egg: sarà il giovane Wade, da sempre alla ricerca di notizie sulla vita e l’attività del miliardario, si metterà attraverso l’avatar Parzival alla ricerca dell’oggetto e lo ritroverà, dovendo pure fare i conti con i potenti nemici di una multinazionale, concorrenti senza alcuno scrupolo. Durata 140 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

I segreti di Wind River – Thriller. Regia di Taylor Sheridan, con Jeremy Renner, Elizabeth Olsen e Julia Jones. Tra le distese di neve del Wyoming viene inviata una giovane agente federale, non certo preparata a quelle temperature e soprattutto alla violenza che circola più o meno silenziosa in quei luoghi, per investigare sul ritrovamento del corpo martoriato di una ragazza scomparsa. Le dà sostegno e aiuto Cory, un navigato cacciatore impiegato a difendere il bestiame dagli attacchi dei predatori sempre in agguato, un animo tormentato, abbandonato dalla moglie dopo la scomparsa della figlia maggiore. Entrambi alla ricerca del colpevole, in un territorio dove ogni cosa sembra essere abbandonato alla violenza, in cui forse è necessario agire e rispondere esclusivamente con le sue stesse leggi. Dallo sceneggiatore di “Sicario” e “Hell or High Water”, terzo capitolo di una trilogia che ha affrontato il tema della frontiera americana oggi. Miglior regia a Un certain regard a Cannes lo scorso anno, grande successo al TFF. Durata 107 minuti. (Eliseo Blu, Ideal, Uci)

 

The Happy Prince – Drammatico. Regia di Rupert Everett, con Rupert Everett, Colin Morgan, Colin Firth e Tom Wilkinson. Oscar Wilde al centro della società londinese di fine Ottocento, pieno di successo, tutti corrono a vedere le sue commedie a teatro e leggono i suoi libri: poi, improvviso, il tracollo, il processo per ammissione di omosessualità e la condanna a due anni di lavori forzati, l’esilio parigino, il tentativo di recuperare il rapporto con la moglie, la volontà di avvicinarsi nuovamente al giovane Douglas, la morte. Everett racconta nella sua opera prima l’ultimo periodo della vita dello scrittore, lasciando libero sfogo ai ricordi. Durata 105 minuti. (Greenwich sala 2, Reposi)

 

The silent man – Drammatico. Regia di Peter Landesman, con Liam Neeson e Diane Lane. La storia dell’informatore del caso Watergate, della Gola Profonda che trasmise le notizie ai giornalisti di “Tutti gli uomini del Presidente”, una storia che è stata taciuta per oltre trent’anni e che nel 2005 è venuta alla luce per definitiva ammissione dell’interessato, Mark Felt, all’epoca dei fatti vice direttore dell’FBI. Un film che vuole rinfrescare la memoria di molti e magari cercare qualche legame con il mondo politico di oggi. Durata 103 minuti. (Romano sala 3)

 

Tonya – Drammatico. Regia di Craig Gillespie, con Margot Robbie, Sebastian Stan e Allison Janney. La storia della campionessa di pattinaggio artistico Tonya Harding, cresciuta tra i soprusi di una madre anaffettiva come quella disegnata dalla Janney, Oscar come migliore attrice non protagonista, sposata ad un uomo senza quattrini e parecchia violenza in corpo, lei gran temperamento focoso, grande carriera e grandi scandali. Come quello che la colpiì a metà degli anni Novanta, allorché la sua antagonistaNancy Kerrigan, alla vigilia dei campionati nazionali Usa, venne colpita alle gambe da un uomo, poi identificato, pronto a confessare di aver agito perché istruito e istigato dal marito della Harding. La creazione di un mito, la difficoltà a considerarla una donna e una campionessa in cui il pubblico non soltanto femminile si potesse riconoscere, il ritratto di un’America dove ognuno vuole emergere, in qualsiasi modo. Durata 121 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Il tuttofare – Commedia. Regia di Valerio Attanasio, con Sergio Castellitto e Guglielmo Poggi. La storia di Toti Bellastella, di professione avvocato, opportunista e facile all’angheria, che tra serietà (poca) e cialtronaggine (moltissima) sa destreggiarsi perfettamente nella vita, e quella del giovane praticante Antonio Bonocore, di fresca laurea, un giorno accolto nello studio dell’avvocato. Accoglienza e potere, un apprendistato che s’allarga ai ruoli di portaborse, autista e cuoco: sino all’imposizione di diventare pure lo sposo dell’amante argentina dell’avvocato, alla ricerca di una cittadinanza. Durata 96 minuti.

Ernesto Querio, 40 anni di sport in Canavese

Nei giorni scorsi a Caluso, in occasione delle premiazioni della 43esima Coppa Canavese, campionato sciistico articolato in sei gare, l’assessore allo sport della Regione Piemonte Giovanni Maria Ferraris ha consegnato un riconoscimento a Ernesto Querio, organizzatore della competizione, «per i 40 anni di attività nel mondo dello sci alpino».

Alla serata hanno partecipato anche Fulvio Gallenca, sindaco di Foglizzo (il paese di Ernesto Querio), ed Emanuele De Zuanne, sindaco di Volpiano, entrambi componenti, del comitato «Canavese in Sport», fondato nel 2017, in occasione dei Campionati italiani di ciclismo, su iniziativa di alcuni amministratori locali e dell’assessore Ferraris, con l’obiettivo, partendo dagli eventi sportivi del territorio, di «mettere in sinergica collaborazione enti locali, realtà economiche e associazioni sportive con gli attori che si occupano del settore turistico».

Schianto in vespa. Motociclista muore sul colpo

Aveva 68 anni, Silvestre Mazzara il motociclista morto ieri sera a Carmagnola, tra via Alberti e via  Sospiri. Si è scontrato verso le 23 con una vettura Suzuki, il cui conducente è rimasto illeso. Mazzara, per i traumi riportati è morto sul colpo. Molto probabilmente la causa dell’ incidente e’ stata la velocità elevata. I carabinieri stanno indagando.

Al via il Concorso Fotografico Cavour

Il CFC, Concorso Fotografico Cavour, è un concorso di fotografia aperto a tutti gli studenti delle scuole superiori organizzato dal Liceo Classico e Musicale Cavour in collaborazione con l‘Associazione Culturale Azimut, con il sostegno del Salone Internazionale del Libro di Torino e con il patrocinio della Regione Piemonte. Dopo il successo delle edizioni precedenti il CFC giunge nel 2018 alla settima edizione con l’intento di fornire una vetrina espositiva interscolastica per gli studenti di ogni paese che utilizzano la fotografia come mezzo artistico di espressione.

Il tema del CFC di quest’anno, ispirato al tema del Salone Internazionale del Libro di Torino Un giorno, tutto questo“, è “Squarci di futuro“, nelle sue più libere interpretazioni, tenendo conto che il Salone del libro propone cinque grandi aree tematiche tramite le domande:

  1. Chi voglio essere?
  2. Perché mi serve un nemico?
  3. A chi appartiene il mondo?
  4. Dove mi portano spiritualità e scienza?
  5. Che cosa voglio dall’arte: libertà o rivoluzione?

I partecipanti dovranno iscriversi inviando una fotografia che esprima il concetto di futuro via e-mail all’indirizzo: concorso.cavour@gmail.com, entro il 1 maggio 2018 specificando: oggetto (CFC 2018), autore, titolo, strumento fotografico utilizzato ed istituto scolastico di appartenenza.

 

Il pubblico potrà votare le fotografie nel corso dell’apertura del Salone; l’esposizione delle fotografie sarà allestita al Lingotto, nel padiglione del Bookstock Village. L’autore della foto più votata verrà premiato con un’esposizione a IoEspongo dell’ Associazione Culturale Azimut. Al secondo classificato sarà assegnato un buono libri del valore di 50 Euro.

 

NON SOLO FOTOGRAFIA

Per questa edizione c’è anche la possibilità di inviare un breve testo o un aforisma in risposta alle cinque domande elencate in precedenza. Chiunque volesse rispondere, scrivendo i propri pensieri e opinioni sull’argomento, potrà farlo inviando una mail sempre all’indirizzo concorso.cavour@gmail.com entro il 1 maggio 2018, specificando l’oggetto (CFC 2018 – “Non solo fotografia”). I testi verranno poi utilizzati nella presentazione finale del CFC alla mostra dell’Associazione Azimut.

 

PER INFORMAZIONI

Pagina Facebook: CFC • Concorso Fotografico Cavour

Liceo Cavour: www.lcavour.gov.it

Associazione Azimut: www.associazioneazimut.net

Salone Internazionale del Libro di Torino: http://www.salonelibro.it

Instagram: CFC2018

La visita ai luoghi della memoria del confine orientale

Si è concluso il viaggio-studio  a Trieste di studentesse e studenti piemontesi, accompagnati da dieci docenti e dal prof. Gigi Garelli dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo. La visita ai luoghi della memoria del confine orientale era il primo dei tre appuntamenti riservati agli studenti distintisi nella 37° edizione del progetto di Storia Contemporanea, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale. Le principali mete sono state la Risiera di San Sabba a Trieste, la foiba di Basovizza e, nel Goriziano, il memoriale di Redipuglia, dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale.

Trieste, “pensosa e schiva”

 

Mediterranea e insieme nordica, i colori smorzati come sul Baltico ma d’improvviso sfavillanti più che nel sud; scogliosa, ventosa, selvatica”. Trieste, sul finire degli anni ’50, venne così descritta  da Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia. Città con un passato tormentato e battuto dai venti della storia, fin dall’antichità ha sempre rappresentato un importante e strategico porto ( oggi il più grande e importante d’Italia mentre ai tempi dell’ Impero austro-ungarico fu il principale sbocco marittimo degli Asburgo). Trieste, città irridenta e contesa,  “pensosa e schiva” – come scrisse Umberto Saba –  ha saputo, nei secoli, mescolare con fascino ed eleganza i caratteri mediterranei con quelli mitteleuropei.  Per l’Italia si tratta del confine orientale, più volte immaginato e vissuto come un confine “mobile”, sottolineando la complessa dinamica di conflitti e contese nazionali che, a partire dall’Impero austro-ungarico e attraverso la Grande guerra, si intrecciano poi con il fascismo, il nazismo e il comunismo jugoslavo.

Tra i mattoni rossi della Risiera

A Trieste, tra il colle di Servola e quello di San Pantaleone, si trova la Risiera di San Sabbaunico esempio di lager nazista in Italia. Già all’entrata s’avverte, incombente, il “peso” della vicenda consumatasi tra le mura del grande complesso di edifici dello stabilimento per la pilatura del riso, costruito nel 1898. Campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943 , poi centro di smistamento dei deportati in Germania e in Polonia, in seguito luogo di eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici, ebrei.  La Risiera, dal 1965, è monumento nazionale e, dieci anni dopo,venne ristrutturata diventando  Civico Museo. Nel primo stanzone posto alla sinistra  prima di entrare nel cortile e dopo aver attraversato lo stretto e inquietante “budello” tra le mura di cemento alte undici metri, s’incontra la “cella della morte” e più avanti le 17 micro-celle in ciascuna delle quali venivano ristretti fino a sei prigionieri. Erano luoghi di detenzione riservati a partigiani, politici e ebrei destinati all’esecuzione. Le prime due venivano usate per la tortura o la raccolta di materiale prelevato ai prigionieri: vi sono stati rinvenuti, fra l’altro, migliaia di documenti d’identità, sequestrati non solo a detenuti e deportati, ma anche ai lavoratori inviati al lavoro coatto. Quasi tutti i documenti, prelevati dalle truppe jugoslave che per prime entrarono nella Risiera dopo la fuga dei tedeschi, furono trasferiti a Lubiana, dove sono attualmente conservati presso l’Archivio della Repubblica di Slovenia. Le porte e le pareti dei locali della Risiera erano ricoperte di graffiti e scritte.  L’occupazione dello stabilimento da parte delle truppe alleate, la successiva trasformazione in campo di raccolta di profughi, sia italiani che stranieri, l’umidità, la polvere, l’incuria degli uomini hanno in gran parte fatto sparire graffiti e scritte. Ne restano a testimonianza i diari dello studioso e collezionista Diego de Henriquez , conservati dal “Civico Museo di guerra per la pace” a lui intitolato, che ha sede al 22 di via Cumano, a Trieste. Nei diari  è stata riportata l’accurata trascrizione delle scritte, offrendo una testimonianza drammatica di quanto accadde tra le mura della Risiera. Nel successivo edificio a quattro piani venivano rinchiusi, in ampie camerate, gli ebrei e i prigionieri civili e militari destinati per lo più alla deportazione in Germania: uomini e donne di tutte le età e bambini anche di pochi mesi. Da Trieste venivano inviati a Dachau, Auschwitz, Mauthausen, verso un tragico destino che solo pochi hanno potuto evitare. Nel cortile interno, proprio di fronte all’area contrassegnata dalla piastra metallica (dove si pensava sorgesse l’edificio destinato alle eliminazioni) si trovava il forno crematorio. L’impianto era interrato. Sull’impronta metallica della ciminiera sorge oggi una simbolica Pietà costituita da tre profilati metallici a segno della spirale di fumo che usciva dal camino. La struttura del forno crematorio venne distrutta con la dinamite dai nazisti in fuga, nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, per eliminare le prove dei loro crimini, secondo la prassi seguita in altri campi al momento del loro abbandono. Tra le macerie furono rinvenute ossa e ceneri umane raccolte in tre sacchi di carta, di quelli usati per il cemento. Calcoli effettuati sulla scorta delle testimonianze danno una cifra tra le tre e le cinquemila persone soppresse tra quelle mura di mattoni rossi.

Il litorale Adriatico

Dopo l’8 settembre 1943  la Venezia Giulia cessò di fatto di far parte dello Stato italiano e, con la costituzione della zona di operazione dell’Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico), diventò un territorio direttamente amministrato dal Reich. Il ”Litorale Adriatico”, comprendente le province di Udine, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Lubiana, sancì l’annessione di fatto alla Germania di un’ampia area gravitante sull’Alto Adriatico e sul bacino della Sava. Prefetti e podestà operarono sotto il controllo tedesco e le milizie collaborazioniste locali – italiane, slovene e croate – furono poste al servizio degli occupanti. Passano così alle dipendenze delle SS le formazioni della milizia fascista, che sul Litorale non si trasformarono nella Guardia Nazionale Repubblicana di Salò ma assunserò il nome di ”Milizia Difesa Territoriale” e i vari reparti di polizia vennero impiegati anche nelle operazioni di rastrellamento, repressione della guerra partigiana e controllo della classe operaia nelle grandi fabbriche. Il braccio operativo e repressivo divenne tristemente nota come ”banda Collotti”, dal nome del suo comandante, il commissario Gaetano Collotti che continuò il suo ”servizio” dopo l’8 settembre fornendo ai tedeschi piena collaborazione contro gli antifascisti e nella cattura degli ebrei che, a Trieste, erano moltissimi. Il “Litorale” fu l’ultima conquista territoriale del regime nazista che voleva costruire una piattaforma economica e politica per il suo disegno espansionistico nell’area mediterranea.

La Foiba di Basovizza

La Foiba di Basovizza si trova sull’altopiano del Carso. Pozzo minerario in disuso, scavato all’inizio del XX° secolo per intercettare una vena di carbone e presto abbandonato per la sua improduttività, nel maggio 1945 fu teatro di esecuzioni di civili e militari italiani, arrestati dalle truppe jugoslave d’occupazione. In gran parte le vittime vennero gettate dentro le foibe, voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso triestino e in Istria. Quella di Basovizza , nel tempo, è diventa il principale memoriale, dotato da una decina d’anni di un Centro di Documentazione. Nel 1992 il presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro lo dichiarò monumento nazionale a testimonianza e ricordo di tutte le vittime degli eccidi del 1943 e 1945. Un dramma, quello delle foibe, che va inserito nel lungo periodo della storia giuliana che parte dal “fascismo di confine” e si snoda attraverso gli avvenimenti della guerra in Jugoslavia e nella Venezia Giulia, fino alla creazione del Territorio Libero di Trieste. Nel 1943 e dopo la fine della guerra, tra il maggio e il giugno 1945, migliaia di italiani della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia vengono uccisi dall’esercito jugoslavo del maresciallo Tito e molti di loro venenro gettati nelle “foibe”, voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso triestino e in Istria, che si trasformarono in grandi fosse comuni. Un dramma, quello delle foibe, che va inserito nel lungo periodo della storia giuliana che parte dal “fascismo di confine” e si snoda attraverso gli avvenimenti della guerra in Jugoslavia e nella Venezia Giulia, fino alla creazione del Territorio Libero di Trieste. Stragi, queste, che colpirono tutti coloro che si opposero all’annessione delle terre contese alla nuova Jugoslavia: furono così barbaramente uccisi collaborazionisti e militi fascisti ma anche membri dei comitati di liberazione nazionale, partigiani combattenti, comunisti contrari alle cessioni territoriali e cittadini comuni.

L’esodo e il trattato di Osimo

Il dramma della popolazione italiana nelle regioni orientali italiane non finì con la fine della guerra ma solo con il trattato di pace di Parigi, firmato il 10 febbraio 1947. La loro sorte venne decisa dalle potenze alleate che avevano vinto la guerra. Decisero l’annessione alla Jugoslavia di città come Fiume e Zara, di tutta l’Istria e le isole della Dalmazia. Come se non bastasse, tutti i beni dei cittadini italiani di quelle regioni vennero confiscati. Questo trattato diede origine ad un esodo forzato degli italiani da quelle regioni, che abbandonando praticamente tutto ciò che avevano. Una tragedia per circa 300mila persone che, a differenza dei migranti che partono nella speranza di un futuro migliore e con la prospettiva di tornare, questa speranza fu negata. E a decine di migliaia si  dispersero in 109 campi profughi sparsi per l’Italia mentre altri emigrarono in paesi stranieri. L’Italia riprese il controllo amministrativo della città di Trieste solamente il 26 ottobre 1954, quando la città cessò di essere territorio internazionale (ossia amministrata dalla comunità internazionale e dalla Iugoslavia) e tornò a fare parte dell’Italia. Il trattato di Osimo, firmato il 10 novembre 1975, sancì lo stato di fatto di separazione territoriale venutosi a creare nel Territorio Libero di Trieste a seguito del Memorandum di Londra (1954), rendendo definitive le frontiere fra l’Italia e l’allora Jugoslavia, oggi Slovenia.

Redipuglia, il sacrario “dei Centomila”

Il Sacrario sorge sul versante occidentale del Monte Sei Busi che durante la Prima guerra mondiale fu aspramente conteso perché, pur se poco elevato, consentiva dalla sua sommità di dominare per ampio raggio l’accesso da ovest  alle asperità del Carso. Con una superficie totale di circa 52 ettari di terreno, Redipuglia è il più grande sacrario italiano dedicato ai caduti della Grande Guerra. Realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni, fu inaugurato ottant’anni fa, il 18 settembre 1938 dopo dieci anni di lavori. L’imponente opera, conosciuta anche come il sacrario “dei Centomila”, custodisce i resti dei soldati caduti nelle zone circostanti, in gran parte già sepolti inizialmente sull’antistante Colle di Sant’Elia. Al culmine della scalinata e sulla sommità  dei  22 gradoni (alti 2,5 metri e larghi 12) che, in ordine alfabetico, custodiscono le spoglie dei 39857 soldati identificati, due grandi tombe coperte da lastre di bronzo raccolgono i resti di oltre 60 mila soldati ignoti. Nell’anniversario dell’inizio della Prima guerra mondiale, Papa Francesco scelse proprio il sacrario per pronunciare un’omelia dai toni molti forti e decisi.”Qui, in questo luogo, trovo da dire soltanto: la guerra è una follia“. Così il Papa quel giorno a Redipuglia. “La guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione!“. Un messaggio universale che vale oggi più che mai.

 

Marco Travaglini

L’estate sta finendo

Ci eravamo ormai abituati al caldo estivo anticipato a Torino e in Piemonte, ma da oggi le temperature torneranno nella norma stagionale di fine aprile

Le massime saranno non oltre i 23-24 gradi. Il bollettino meteo Arpa prevede un peggioramento del tempo con qualche rovescio e un “sensibile calo delle temperature”. Da venerdì marcata e diffusa instabilità, con zero termico in calo fino ai 2.800 metri. Sulle cime piemontesi  a 2.000 metri la massima non dovrebbe superare i 10 gradi, a 1.500 i 12.

Primavera di sport a piazza d’armi

 Il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito organizza quest’anno tre eventi sportivi inseriti nel calendario della “Primavera di Sport a Piazza d’Armi”. Si partesabato 5 maggio con l’ormai tradizionale “Trofeo Sportivo Scuola di Applicazione” giunto alla decima edizione, una vera e propria miniolimpiade che vedrà gli Ufficiali della Scuola di Applicazione dell’Esercito confrontarsi in diverse discipline sportive con le rappresentative di atleti civili e di altre Forze armate e Corpi Armati dello Stato: Pentathlon, Rugby, Mountain Bike, Scherma, Judo, Pallavolo, Pugilato, Equitazione, Staffetta Nuoto 12×50, Torneo di Pallanuoto, Corsa Campestre, Staffetta 4×100 – 12×400, Tiro Sportivo, Tiro alla Fune,e CAGSM (un percorso volto ad addestrare i militari ad operare e muovere in presenza di ostacoli).  Le gare si svolgeranno presso il Centro Sportivo Militare “Cap. Porcelli” (Piazza d’Armi Corso G. Ferraris 200), con inizio delle gare alle 09.00 e termine alle 17.30.L’ingresso è gratuito e i più piccoli potranno trascorrere una giornata all’aria aperta nel cuore della città divertendosi con le attività e i giochi per bambini curati dalla Sezione Torinese dell’Associazione Nazionale Alpini. Nei giorni 18-19-20 maggio avrà luogo il “Concorso Ippico Nazionale A “Memorial Federigo Caprilli”. Le gare si svolgeranno presso il Centro Sportivo Militare “Cap. Porcelli” (Piazza d’Armi Corso G. Ferraris 200), con inizio alle 09.00 e termine alle 17.00. Si conclude Il 27 maggio con la manifestazione podistica non competitiva “3^ Correndo nelle Caserme”. Dieci chilometri di tracciato cittadino con partenza e arrivo presso il Centro Sportivo Militare “Capitano N. Porcelli”, percorso che apre le porte ai cittadini di sei storiche Caserme Torinesi: la “Morelli di Popolo” sede del Reparto Supporti della Scuola di Applicazione dell’Esercito, il cortile dello storico Palazzo Arsenale sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, la “Monte Grappa” sede della gloriosa Brigata Alpina Taurinense, la “Caserma Cernaia” sede della Scuola Allievi Carabinieri, la “Caserma Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta” sede del Comando Regionale Piemonte della Guardia di Finanza e la “Caserma Riberi” sede Polo alloggiativo del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Un mese di sana competizione sportiva con gli Ufficiali della Scuola di Applicazione dell’Esercito che partecipando alle più significative manifestazioni sportive del territorio, consolida l’immagine di una istituzione impegnata nella divulgazione dei fondamentali valori etici e di solidarietà ed assume particolare significato anche alla luce del ruolo centrale della preparazione fisica nel percorso formativo degli Ufficiali. Il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito presiede alla formazione di base e avanzata del personale appartenente ai diversi ruoli e categorie della Forza Armata. Ha alle proprie dipendenze l’Accademia Militare di Modena, la Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, le Scuole militari “Nunziatella” di Napoli e “Teuliè” di Milano, la Scuola Lingue Estere dell’Esercito di Perugia, l’80° Reggimento Addestramento Volontari “ROMA” di Cassino ed il Centro Studi Post Conflict Operations di Torino.