Le mamme lavoratrici, con residenza o domicilio in Piemonte, possono presentare domanda per “RI.ENT.R.O.” (Rimanere Entrambi Responsabili e Occupati), l’intervento della Regione che consente di ottenere un incentivo una tantum volto a sostenere il ritorno al lavoro delle donne dopo la maternità, nel caso in cui il padre fruisca del congedo parentale. È infatti aperto il bando a cui è possibile partecipare seguendo le modalità indicate sul sito della Regione Piemonte nella sezione bandi al seguente link: http://www.regione.piemonte.it/bandipiemonte/cms/finanziamenti/rientro-rimanere-entrambi-responsabili-e-occupati-incentivo-il-rientro-al-lavoro-dopo
L’iniziativa è stata resa nota durante il seminario “Donne e lavoro. Politiche in evoluzione in Piemonte”, organizzato a Palazzo Lascaris, in occasione dell’8 marzo, dalla Regione Piemonte e dalla direzione regionale dell’Inps.
L’obiettivo della giunta Chiamparino è quello di incentivare il rientro al lavoro delle donne in seguito alla nascita di un figlio o di una figlia e, al tempo stesso, favorire la condivisione delle responsabilità di cura famigliare tra i genitori, stimolando i papà a fruire maggiormente dei congedi parentali. L’azione nasce dall’impegno delle assessore alle Pari Opportunità, Monica Cerutti e al Lavoro, Gianna Pentenero. Questo intervento è stato coperto con 500.000 euro di risorse regionali ed europee.
L’incentivo, valido anche in caso di adozione o affidamento di minori, viene riconosciuto in un’unica soluzione sia alle lavoratrici dipendenti del settore privato, sia alle lavoratrici autonome e alle titolari o socie di micro imprese, al termine della fruizione da parte del papà del congedo parentale. In particolare, l’importo, del valore di 400 euro, viene erogato per ogni mese in cui il padre ha fruito del congedo, fino al 12esimo mese di vita del bambino (18esimo nel caso di minori in situazione di grave disabilità). Per i nuclei monoparentali composti dalla sola mamma, invece, l’incentivo, in questo caso di 500 euro, viene riconosciuto, al termine del congedo di maternità o parentale, a fronte del suo ritorno al lavoro, fino al 12esimo mese di vita del bambino (18esimo nel caso di minori in situazione di grave disabilità disabili).
“La parità – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte –passa anche attraverso parità di condizioni nel mondo del lavoro. Troppo spesso però davanti alla maternità i datori di lavoro vedono un problema e questa continua a essere una discriminazione che non può essere più tollerata. Non a caso in Italia si fanno sempre meno figli e l’età media è sempre più alta, un problema nostro che ricadrà sul futuro dei nostri figli e nipoti. Quello che come Regione stiamo facendo è dare una possibilità alle coppie alle quali nasce un figlio; alle madri che vogliono, possono e devono tornare al lavoro; alla società italiana che deve poter vedere nei congedi parentali non una possibilità, ma un diritto del quale i genitori devono poter usufruire”.
“Iniziative come questa – ha aggiunto Gianna Pentenero, assessora al Lavoro della Regione Piemonte, – si propongono di favorire la permanenza delle donne al lavoro, nella consapevolezza che la rinuncia da parte delle mamme è ancora in gran parte dovuta al permanere di modelli culturali che tendono a riservare la responsabilità di cura in modo quasi esclusivo alla figura materna, oltre che alla scarsa conoscenza delle possibilità offerte dalle norme oggi in vigore. Dopo la Valle d’Aosta, il Piemonte è la regione italiana con il gap di genere, la differenza cioè tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile, più basso (-13,5% rispetto al -17,7% della Lombardia e al -20,6% del Veneto). Tuttavia siamo ancora lontani dai valori di regioni europee simili per dimensioni al Piemonte (si pensi alla Rhône-Alpes francese o al Baden-Württemberg tedesco), dove la differenza di genere è inferiore al 10% e la percentuale di donne che lavora supera il 70%, rispetto al 62,3% del Piemonte. E’ a questi numeri che dobbiamo tendere, favorendo in tutto i modi possibili l’occupazione femminile”.
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