Nella notte di Capodanno, come da consolidata tradizione, la solita accozzaglia di anarchici ha tenuto, nei pressi del carcere “LORUSSO E CUTUGNO”, la consueta e mai autorizzata manifestazione di solidarietà nei confronti dei detenuti. Come da consolidata tradizione, a corollario del simpatico lancio di insulti, fumogeni, bombe carta, oggetti, sassi e bottiglie, nessuno di questi straconosciuti teppisti è stato fermato. Registriamo invece con immenso dolore il ferimento grave di una collega della Polizia Scientifica, tutt’ora ricoverata in ospedale, la quale è stata colpita al volto da un oggetto lanciato dai gioviali e ilari festeggianti. Nell’indifferenza della stampa e della televisione, troppo occupate a trasmettere concerti di fine anno ed abbuffate di panettoni e spumante, un’appartenente alla Polizia di Stato, una persona che ha fatto il proprio dovere, una dei tanti poliziotti e poliziotte che, al posto di festeggiare, stava lavorando per garanite la sicurezza altrui, è stata ferita, vittima di un attacco ampiamente prevedibile. Mentre in Francia, a fronte di un grave episodio analogo, si è mobilitata tutta la politica, fino ad arrivare al Presidente Macron, in Italia la notizia è stata ignorata da tutti. Non una parola da parte della politica, sia nazionale che locale (questo sicuramente ci stupisce di meno, viste le spiccate simpatie verso questa frangia eversiva da parte di alcuni soggetti vicini alla sindaca); poche righe sui giornali, ancor meno sulle televisioni. Il silenzio assordante di chi dovrebbe parlare indigna tutti i poliziotti e ci urta nel profondo. Alla collega ferita va tutta la solidaritetà del SIULP, SAP e SIAP nella speranza che questo sia l’ultimo capodanno passato a dover sopportare l’ennesima azione violenta da parte dei soliti noti. Troppe domande, inoltre, vengono lasciate senza risposta. Perché questi violenti non vengono mai fermati prima? Perché a fronte di atti di brutalità simile non viene mai fermato e arrestato nessuno? Perché possono continuare a organizzare attacchi contro le Istituzioni utilizzando i locali messi a disposizione dalle stesse Istituzioni che poi contestano violentemente? Perché costringere la Polizia di Stato a fronteggiare all’esterno del carcere questa teppaglia, quando dall’interno si potrebbe documentare e riprendere il tutto, in condizioni di sicurezza migliori? Ma soprattutto, visto che questa gentaglia ci tiene così tanto ad avvicinarsi al carcere, perché non spedirli dentro per un po’, senza perdere altro tempo, attesi gli atti che pongono in essere? Crediamo che il tempo della mediazione e della tolleranza sia finito.
Buon Anno.
Ufficio Stampa Siulp Sap Siap
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