La vittoria del Fitness

In questi ultimi anni, stiamo gradualmente assistendo alla morte storica dello sportivo di alto livello che non arriva primo. E’ difficile spiegare a chi arriva a partecipare ad una finale mondiale di qualsiasi disciplina che, se non vince una medaglia, ha realizzato una mezza delusione…

 

Il mondo dello sport di vertice repelle il secondo, stima poco il terzo e del quarto non sa nemmeno l’esistenza. Questo è già presente in ogni trasmissione televisiva dove, ad esempio, uno che salta in lungo “solo” otto metri (vale a dire due macchine parcheggiate una in fila all’altra) realizza, secondo i commentatori televisivi, una prestazione al di sotto del livello decente (che è poi 30-40 cm più in su…), o dove un nono posto ai mondiali di sci viene catalogato come un risultato che non ha valore in questo contesto e comunque quasi in ogni gara.E allora perché partecipare? Se non puoi vincere, lascia stare, non serve. Se non sei il numero uno non esisti e quindi? Chiedersi come mai un ragazzo giovane di belle speranze arrivato quinto ad una gara poi pensi al doping forse non è un dilemma fantascientifico…E allora, improvviso, nasce il Fitness. La voglia di stare bene con se stessi, la volontà di farcela anche senza battere nessuno, anche senza cronometro e senza giudici.Si comincia a muovere il corpo a tempo di musica, si alzano pesi per più volte per scaricare tensione e avere un aspetto più “tonico”. Si fatica tutti insieme dal primo all’ultimo minuto e ognuno contribuisce per come può con i suoi mezzi. I pesi sono diversi, l’espressione corporea ha livelli di gradimento discordanti ma ognuno ci mette l’anima, e sotto la doccia vanno persone diverse ma con l’animo più sereno.

 

Già, lo sport, nella sua versione più affascinante ma anche più crudele, è da sempre testimone di eroi vincenti e poco di gregari importanti. Ma tutti noi che abbiamo fatto quello che il certificato medico definisce sport agonistico non sappiamo distinguere l’impegno della partita di Basket giocata in serie B da quella giocata al campetto dell’oratorio con gli amici. Il cuore batte sempre forte e lui, un po’ come i campi di grano non distinguono il martedì dal sabato e quindi vanno lavorati sempre, quando c’è partita non distingue e lavora al massimo.Il fitness è “sala pesi”, è sala “aerobica”, è sala “cardio”, è attività del benessere e molto altro.Dopo aver lavorato “alzando ghisa” e bilancieri, l’uomo del fitness sta meglio, sente i suoi muscoli attivi e alcuni direbbero “…braccia rubate all’agricoltura”. Probabilmente anche tempo fa ai mercati generali si faceva sala pesi, ma è tutto un altro mondo e un altro divertimento… A volte penso che chi si ritrova in sala pesi, se fosse pagato per fare tutta quella fatica, probabilmente alzerebbe minor carico e meno volte, ma questa è la potenza del Fitness, della voglia di stare bene con il sudore della fronte e con i muscoli che fanno male. Forse, tutto questo progresso, questi ascensori così come questi avvolgibili elettrici e stare seduti tutto il giorno dietro un monitor, non fa tanto bene…In sala aerobica, sotto la guida del miglior istruttore del momento (o il più delle volte è lui che si presume tale…), una tribù di educati allievi esegue con la massima diligenza i compiti assegnati dal movimento imposto dalla figura che conduce la lezione. Non importa a quale classe sociale tu appartenga: a questo punto sei un allievo e sei sullo stesso piano degli altri. Devi sudare e impegnarti anche tu come tutti gli altri. Come “livella” il fitness, almeno per un’ora… Eppure questa è un’altra forza del Fitness: tutti uguali, tutti insieme, tutti a sorridere facendo fatica; come sarebbe diversa la vita quotidiana se anche sul lavoro ordinario si faticasse insieme con il sorriso…, questa è forse vera utopia.In sala “cardio” si cammina su tappeti che rullano e, su bici che non si muovono, si pedala. E’ impressionante.

Eppure trovi il tempo di conversare con il vicino, leggi un libro, pensi per qualche istante a te stesso e mentre “bruci grassi” ritrovi per un attimo i tuoi tempi. Cosa dire di chi per un’ora legge il giornale sulla cyclette? Ora et labora non si può affermare, ma lege et pedala si… Chi non ha testa mette gambe, ma talvolta si possono mettere le gambe e usare anche la testa.E quando hai finito tutte le tue attività, puoi andare vincente sotto la doccia o in sauna o al centro benessere. Sì, vincente: hai provato a sfidare te stesso, hai rinunciato a correre in centro al bar a prendere qualcosa, hai deciso che anche tu hai diritto a “faticare” come vuoi e che anche il movimento è salute. E ora puoi sorridere raccontando amenità o sfoderando commenti ironici sui tuoi compagni di avventura in palestra o elargendo consigli da ct della nazionale o commenti tecnici sulla nuova crema per la pelle. Ognuno ha la sua vittoria, ognuno ha fatto ciò che poteva: nessun cronista lo innalzerà agli onori della gloria, ma nessun idiota dirà ad un ragazzo che arriva quarto alle olimpiadi che è una delusione. Lo sport talvolta dovrebbe avvicinarsi al fitness, che forse non ha tradizioni centenarie, che non ha i suoi idoli, che non vive di medaglie, ma di tante brave persone che si allenano con se stesse e a volte litigano con il proprio io e a volte perdono e vincono da soli. Ma inequivocabilmente esistono e vivono al meglio se stessi e questa è già la loro vittoria, che nessun giornale al mondo racconterà ma che li farà stare bene con i propri dolori e la propria roba sudata lanciata in lavatrice per essere testimone di tanta fatica evaporata e di tanta salute fisica e mentale già trovata. Non saprei dire se il fitness sia migliore dello sport, ma posso credere che se dopo essersi mossi facendo qualsiasi cosa, si è più contenti alla fine che prima di iniziare, quello che si è fatto è una tappa verso una vittoria.

Paolo Michieletto

 

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