Giugno 2017- Pagina 7

L’augurio di Chiamparino ai nuovi sindaci

“Le elezioni comunali indubbiamente hanno sempre, prima di tutto, un carattere locale; tuttavia i risultati di ieri, pur confermando il radicamento del centro sinistra nell’area torinese e anche, insieme a diverse forme di civismo, nel cuneese, segnano un indubbio rafforzamento del centro destra che vince nei due principali capoluoghi di provincia, dopo aver vinto lo scorso anno a Novara. Se teniamo conto che tutto ciò arriva dopo la sconfitta torinese dello scorso anno, ci sono motivi più che sufficienti per una approfondita riflessione che consenta di prepararci adeguatamente e con sufficiente forza alle prossime scadenze elettorali nazionali e locali.  A tutti i nuovi sindaci un augurio di buon lavoro e di doveroso impegno, nell’interesse del Piemonte, alla cooperazione istituzionale al di là di ogni appartenenza politica.”

 

Gravissima bimba di otto anni caduta dal terrazzo di casa

Una bimba di otto anni è ricoverata in prognosi riservata nel reparto di rianimazione del Regina Margherita, dopo essere caduta per una decina di metri dal terrazzo al terzo piano della sua casa a Cavagnolo. Cadendo ha riportato una contusione polmonare ed è stata intubata.I carabinieri, intervenuti sul posto con il 118, hanno ricostruito che al momento della caduta la bambina, in compagnia del fratello di vent’anni, stava giocando quando improvvisamente è caduta..

Donna trovata morta. Accanto il figlio in stato confusionale

La donna di 79 anni è stata trovata morta dai carabinieri, il cadavere in avanzato stato di decomposizione, nella sua abitazione di Poirino. Non paiono presenti segni  di violenza, ma sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte. In casa era presente anche il figlio, 49 anni, in  stato confusionale. La compagna ne aveva denunciato la scomparsa ieri mattina. La posizione dell’uomo, che  soffriva di una forte depressione, è all’esame  dei carabinieri.

Una grigliata sotto le stelle

E’ stato un sabato sera passato all’insegna della serenità e del cibo buono (accompagnato dai vini del Monferrato) quello che si è svolto a Moransengo, dove il Comune e la pro loco avevano organizzato la tradizionale “Grigliata sotto le stelle” nella piazza del paese astigiano, ad un passo dalla Città Metropolitana di Torino (una frazione Gerbole confina con il Comune di Cavagnolo) ma nei confini della Diocesi di Casale Monferrato. Al momento conviviale, che ha fatto da prova generale per i successivi momenti di festa, in particolare la patronale, sono intervenuti, oltre al sindaco ed al vice sindaco di Moransengo, Massimo Ghigo e Piera Sesia, il vice presidente della Provincia di Asti, Paolo Lanfranco, il consigliere delegato al turismo dell’Unione dei Comuni della Valcerrina, Massimo Iaretti, e, ospiti particolarmente graditi visto il legame che c’è tra Moransengo e Morano sul Po, il past sindaco e past vice sindaco del Comune dell’Oltrepo Casalese, Mauro Rossino e Paola Luparia. Nell’occasione si è anche parlato di argomenti quali turismo e sicurezza partecipata e, a questo proposito, a Moransengo si è costituito un gruppo di Controllo del Vicinato che fa seguito dalla condivisione che era stata data qualche tempo fa dalla amministrazione comunale. A questo proposito Iaretti, che è anche responsabile regionale dell’Associazione Controllo del Vicinato ha invitato amministrazione e gruppo ad organizzare, nei prossimo mesi, un incontro allargato anche ad i Comuni della collina astigiana e della Valcerrina torinese.

I.M.

 

 

Quando la borghesia non c’è più. Cronache di un anno: dalla cacciata di Asproni al G7

di Pier Franco Quaglieni

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Torino, dopo l’ineffabile ed arrogante Giuliano  Soria  con il suo premio letterario  di cui qualcuno ha addirittura comprato il brand(cose che possono capitare solo in Piemonte a dei dilettanti improvvisati ), è vaccinata di fronte ad ogni evenienza sia in campo culturale che no. La fine ingloriosa  della Fondazione “Rosselli” è passata infatti dell’indifferenza ovattata e ipocrita della maggioranza,complici i giornali silenziosi. L’episodio di piazza  San Carlo passerà invece alla storia di Torino come il Tornado del 1953 che troncò la punta della Mole ,la quale dovette aspettare molti anni per essere ricostruita com’era. Forse ,oggi ,quella Mole troncata potrebbe tornare ad essere il simbolo di una città che dovrebbe affrontare un G7 a settembre. Un evento importante che riporterebbe per qualche giorno Torino al centro dell’attenzione internazionale. Vorrebbero tenerlo anche in centro e non solo al Lingotto. Addirittura a Palazzo Madama e persino a Palazzo Reale,magari con qualche cena  come nel 1997… Zona rossa sarà invece, abbastanza incredibilmente, la Reggia di Venaria, il gioiello piemontese per eccellenza, il luogo privilegiato di un evento internazionale. E’ strano che non sia previsto nulla nell’immancabile location del Museo Egizio, vero ombelico torinese  della cultura internazionale. Sarebbe da  proporre anche qualcosa al Circolo dei lettori e magari  anche al Polo del ‘900,tappe immancabili della torinesità rampante di questi ultimi anni . Ma sicuramente lor signori sapranno discernere per il meglio ,come hanno dimostrato in occasione della partita del 3 giugno in piazza San Carlo. I giornali hanno riportato che il Museo del Cinema è “nel mirino della magistratura per 900 mila euro fuori controllo”. Il servizio che ho letto è stato affidato ad una giornalista  piuttosto obiettiva e quindi credibile che intervista tutti e non solo i suoi amici. Ugo Nespolo che è stato presidente del Museo, carica dalla quale si dimise,ha dichiarato :”Era evidente che sarebbe andata così, l’avevamo detto mille volte “.

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In effetti, il costo del Museo che già si aggirava sui 13 milioni di euro appare sproporzionato al ruolo e alle attività che svolge. Paolo Damilano ,rampollo di una dinastia produttrice di Barolo, Barbaresco ed acque minerali (queste ultime sono dappertutto nei luoghi – simbolo che lui frequenta, a partire dal Circolo dei lettori) che è stato presidente dal febbraio 2015 ad oggi, si dichiara  “ben felice di confrontarsi sul suo operato”. Una presidenza breve, la sua, se è vero che la Regione ha già pronto il nuovo presidente nella persona di Laura Milani che incrementerà ulteriormente  le quote rose del mondo culturale subalpino. Appare incredibile la dichiarazione dell’assessora comunale alla cultura Francesca Paola Leon che si trincera dietro un “no comment” che rivela la non volontà di assumere una posizione su un tema sul quale il Comune non può sottrarsi. Addirittura dichiara :”Non ho intenzione di esprimermi”. L’ex direttore del Museo ,quell’Alberto Barbera che ha  lavorato contemporaneamente al festival del Cinema di Venezia e al museo torinese, dando prova di essere onnipresente quasi come un dio in terra, dopo aver detto che non ha più contatti con il Museo, ha affermato che “l’interesse della Magistratura lo coglie di sorpresa”. Eppure è stato direttore per tanti anni quasi con pieni poteri, poteri quasi carismatici che gli consentirono di liquidare, in quattro e quattr’otto, Gianni Rondolino a cui ,  disse, era debitore di tutto. Una frase che non sentito pronunciare anche da certi sedicenti continuatori di Bobbio. Anche la magistratura contabile fa sentire gli effetti delle sue indagini torinesi  e altri stanno tremando. L’unica, davvero competente e capace, che ha portato a Torino le più belle mostre dell’ultimo quindicennio, Patrizia Asproni, è stata costretta ad andarsene. In questi giorni è ad Hong Hong a  fare lezione  su come si gestisce e valorizza la cultura in Italia. Speriamo non parli dell’epilogo amaro e vergognoso (non per lei )  della sua esperienza torinese, quando la sindaca in carica si rifiutò ripetutamente di riceverla e persino l’assessora alla cultura fece saltare l’incontro fissato. Patrizia Asproni che faceva la presidente della Fondazione Torino Musei a titolo gratuito ( non dimentichiamolo!),decise di andarsene. Così saltò anche la mostra di Manet e, da quel momento, Torino non riuscì più a realizzare un evento culturale di richiamo.

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Questa può essere la cronaca commentata di circa un anno dell’Amministrazione in carica: tante belle parole, qualche atto sconsiderato come quello di chiedere le dimissioni del prof. Francesco Profumo dalla Fondazione San Paolo, qualche palese incapacità ad affrontare situazioni e problemi, molte accuse verso Fassino, senza chiamare mai in causa il predecessore  Chiamparino che divenne un interlocutore privilegiato, malgrado i conti sfuggiti di mano risalgano al suo decennio.
Quanti torinesi che per disperazione e per rifiuto del cosiddetto  “Sistema Torino” hanno votato la giovane candidata sindaca ,si sono accorti dell’errore commesso ? Credo tantissimi. Senza quei voti non sarebbe mai stata eletta. L’avrebbero votata sicuramente  i centri sociali, ma quello che resta della borghesia torinese, un anno fa, al ballottaggio, avrebbe fatto molto meglio ad andare al mare o a votare Fassino. Ma la borghesia non esiste più, è fatta di arricchiti incolti che votano ,come si dice, con la pancia ,senza mai usare il cervello.  Abbiamo visto all’opera alla guida del Paese il gran capo dei bocconiani, a Torino  la sindaca bocconiana non sta dando buoni risultati. Si potrà ancora dire che è molto meglio della Raggi ? Me lo auguro per Torino, ma l’aggettivo bocconiano deve suscitare più che ammirazione qualche legittimo sospetto.

L’acuto finale della soprano Milly

Era veramente una gran signora, Milly. Doveva esser stata , in gioventù, una donna dal fascino irresistibile. Il portamento austero, la postura studiata nei minimi particolari, i lineamenti fini, il trucco mai eccessivo, le conferivano un non so ché di regale nonostante le forme giunoniche. Del resto, che volete: portare a spasso centoventi chili con eleganza e nonchalance non è da tutti. Milly, comunque, ci riusciva benissimo. La voce da soprano tradiva la sua arte che, in altri tempi, le aveva consentito di calcare le scene dei più importanti teatri d’opera, raccogliendo applausi e apprezzamenti anche dai pubblici dal palato più fine. “Artisti dell’ugola si nasce” diceva con una punta di civetteria, aggiungendo ironica, parafrasando il principe De Curtis, in arte Totò, “ e io, modestamente, lo nacqui”. Del resto, a giudicare dai commenti dei frequentatori del circolo culturale “Giuseppe Verdi”, tutti incalliti  melomani, molto esigenti e poco inclini a fare sconti quando si trattava di valutare il bel canto, non l’erano mai mancati gli apprezzamenti. Poi l’ingiuria del tempo aveva intaccato le sue corde vocali, impedendole di proseguire la carriera che, con dignità e compostezza, terminò pur con qualche rimpianto quand’era ancora nel fiore degli anni.

Così, rispondendo ai solleciti di vecchi amici come l’onorevole Mariano Marabotti  o il cavalier Ortensio Della Spiga, piccolo industriale del ramo tessile , si esibiva in serate benefiche dove l’obiettivo era raccoglier fondi a favore degli enti morali promotori. Il 18 ottobre, un venerdì sera, l’occasione si presentò con la serata a sostegno della ristrutturazione dell’asilo “Sbernazzoni”. Il parroco, don Primo Zirlocchi, detto “Trippa”, aveva messo a disposizione il piccolo teatrino parrocchiale che poteva contare su di una ottantina di posti a sedere, sulle panche di legno, e di altri venti o trenta in piedi.

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L’idea era venuta a Guglielmo Prunelli,grande amico del prelato con il quale condivideva la passione del mangiar bene e del bere ancor meglio. Partecipando ad una gita a Verona, aveva assisto all’opera lirica per eccellenza:l’ Aida di Verdi. Non all’Arena, ma in un piccolo teatro. E non con grandi interpreti in scena quanto, piuttosto, una piccola compagnia. Ma sì sa: l’arte è arte. E Prunelli rimase incantato, applaudendo più volte, rumorosamente, nonostante gli sguardi critici e sdegnati degli altri spettatori, sibilando dei fischi per poi sbottare in un liberatorio..”Vacca boia, che bravi. Quest’opera è una bomba. Adesso ho capito perché l’hanno messo sulle mille lire, il Giuseppe Verdi”. Così, l’idea di portare l’opera nel piccolo paese, a poco a poco conquistò l’intera comunità, dalle Dame di San Vincenzo al Circolo dei Combattenti e Reduci, dall’Oratorio alla Pro Loco. La realizzazione delle scenografie, in cartapesta e ritagli di lavorazione del legno, fu affidata a Primo Plini detto Giuseppe, falegname devotissimo alla Vergine Maria che, in quattro e quattr’otto costruì un fondale in grado di far viaggiare l’immaginario dello spettatore attraverso l’Egitto dei Faraoni. L’opera in se, con la nota “Marcia Trionfale”, aveva una complessità musicale e una profondità nella partitura che la ponevano sul gradino più alto delle opere verdiane e difficilmente i componenti della banda comunale sarebbero stati all’altezza di una buona interpretazione. Così, dalla vicina Lombardia, vennero scritturati una mezza dozzina di musicisti dell’Orchestra Spettacolo “Le melodie vagabonde”, che all’epoca andava per la maggiore nelle balere della bassa padana. La vera sorpresa della serata, però, doveva assicurarla la principale protagonista  che si sarebbe esibita sul palco parrocchiale: la soprano Milly Devoti, nel ruolo di Aida. Gli organizzatori erano certi che la sua voce potente, ma allo stesso tempo avvolgente e calda, avrebbe affascinato il pubblico, in particolare durante l’interpretazione dell’aria “O patria mia“. Milly, quando s’esibiva, come ogni grande artista che si rispetti, portava con sé, agitandolo, il suo amuleto: un prezioso e ricamato fazzoletto di pizzo bianco, donatogli all’inizio della sua carriera dal grande tenore Mario Del Monaco.

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Quella sera, per indicazione della cantante lirica, condivisa con entusiasmo dal Prunelli, la sua esibizione doveva toccare l’apice con l’entrata in scena, accanto a lei, dei lupetti del locale gruppo Scout, vestiti da piccoli egiziani, con le tuniche bianche e dorate.I ragazzini, disposti a cerchio, dovevano sorreggere i lembi dell’ampio vestito della cantante lirica. Le prove erano andate bene. I musicisti, nonostante qualche stecca, erano in fondo passabili. Le scenografie,  quasi miracolose, strapparono al parroco un incauto “Oh, che bel lavoro…San Giuseppe”, che emozionò il falegname fino alle lacrime. Lo spettacolo, ridotto nella durata  a poco più di un’ora ( secondo Prunelli “le cose belle devono essere brevi per non rischiare di rompere le scatole”) proseguì liscio e senza intoppi fino all’entrata dei lupetti che, come stabilito, cinsero in cerchio la cantante. Mentre Milly si esibiva in un acuto, agitando il prezioso quadrato di pizzo, questo le sfuggì dalla mano, cadendo a terra. Pierino, figlio della sorella del Prunelli, Desolina, e quindi nipote dell’organizzatore, lo raccolse al volo e sotto lo sguardo esterrefatto della cantante lo utilizzò per soffiarsi rumorosamente il naso. Non una ma due, tre volte. Poi, con un sorriso smagliante, lo protese verso la signora Milly che, a quel punto si sentì mancare, privata del proprio amuleto che era stato così volgarmente violato. La cantante lanciò un urlo potente che gran parte del  pubblico interpretò come l’acuto finale dell’opera, alzandosi in piedi ed applaudendo a scena aperta. Solo in due – don “Trippa” e il cavaliere Della Spiga – rimasero dubbiosi su quanto avevano udito: quelle parole urlate erano parse ad entrambi un sonoro “che schifo!” e, pur essendo il primo un appassionato d’Opera e il secondo un fervente melomane, non ricordavano dove trovasse posto,nel libretto dell’Aida, quell’affermazione che, dall’ugola della signora Milly, era uscita con tanta forza da trasformarsi in un terribile singulto.

Marco Travaglini

Via il grande caldo. Ma è allerta per fulmini, grandine e temporali

Dopo il grande caldo arriva il fresco, con il transito di una perturbazione di origine atlantica che porterà una nuova fase di maltempo sulle regioni settentrionali, in particolare Piemonte e Lombardia

Il  Dipartimento della Protezione Civile ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse, che segnala da ieri precipitazioni da sparse a diffuse e temporali, sulle due regioni, specie sui settori settentrionali. Previsti  rovesci di forte intensità, fulmini, grandinate e forti raffiche di vento. In riferimento  fenomeni previsti è stata valutata, per la giornata di oggi, allerta gialla su gran parte del Piemonte e della Lombardia.

 

(foto: il Torinese)

La gestione dei rifiuti a Torino, tra aspetti ambientali e sostenibilità economica

rifiuti22 Giugno 2017, ore 21.15 Cascina Roccafranca (salone delle feste), Via Rubino 45 La gestione dei rifiuti a Torino, tra aspetti ambientali e sostenibilità economica. Quale ruolo per la politica? A quattro anni dall’avvio dell’inceneritore del Gerbido, i dubbi che l’impianto potesse condizionare le scelte locali in materia di gestione del ciclo dei rifiuti si stanno trasformando in certezze. Alle criticità di gestione degli aspetti ambientali dell’impianto si affianca il tema, non meno rilevante, della sostenibilità economica dell’attuale sistema di gestione dei rifiuti metropolitano. E’ possibile immaginare un sistema virtuoso, che veda privilegiare la raccolta differenziata, il riciclaggio e la riduzione dei rifiuti, con un risparmio da parte dei cittadini? Come si può invertire la rotta attuale, facendo in modo che a Torino la gestione dei rifiuti urbani non diventi solo un’attività su cui fare business? Noi della Lista Civica La Piazza ne vogliamo parlare, numeri alla mano, con gli esperti di Pro Natura Torino, autori di una proposta di “piano metropolitano per una corretta gestione dei rifiuti” L’incontro sarà l’occasione per approfondire i contenuti del Piano, nella logica della massima condivisione e partecipazione dei cittadini che da sempre caratterizza l’azione della Lista Civica La Piazza. La serata è organizzata in collaborazione con Pro Natura Torino

Il centrodestra: “No al G7 sotto la Mole”. Ma il ministro e gli industriali: “Si deve fare”

Le opposizioni di centrodestra a Palazzo Civico, dopo i fatti di piazza San Carlo e le minacce degli antagonisti che promettono di creare disordini in vista del prossimo summit internazionale  sui temi dell’economia e del lavoro, in programma a Torino a settembre, chiedono che venga realizzato altrove. Ma il ministro Minniti e la sindaca Appendino confermano: si farà. Stessa posizione quella degli industriali: “Sarebbe un atteggiamento sbagliato spostare il G7. Torino  deve essere città dell’accoglienza”, dice il presidente degli industriali di Torino Dario Gallina. “C’è tutto il tempo necessario  per assicurare la riuscita dell’evento come  già avvenuto in passato. La polemica politica non deve danneggiare collettività”, ha aggiunto durante l’assemblea annuale dell’Unione Industriale subalpina.

Edificio residenziale in fiamme

I vigili del fuoco hanno avuto la meglio sull’incendio  divampato oggi, nella scala E del  complesso residenziale di via Martiri della Libertà 6 a Torino.Ancora sconosciute le cause delle fiamme, mentre è in corso il sopralluogo dei carabinieri. Sono andati a fuoco i balconi esterni degli ultimi tre piani e alcune famiglie sono state evacuate. Per fortuna nessuno è rimasto ferito o intossicato.

 

(foto: archivio il Torinese)