In questi giorni, c’è la giusta risonanza mediatica per un fatto che
sfiora la cronaca nera.
Stavolta è toccato a una squadra di terza categoria che si allena
proprio al campo Oxilia di Torino, un fatiscente campo di periferia,
che un pool di squadre sta cercando di ricostruire, quasi tutte
aderenti all’UISP e impegnate da tempo in progetti contro le
discriminazioni e il razzismo.
E sì, perché anche questa volta alla violenza si è aggiunto un insulto
razzista.
Ma senza l’epilogo che ha coinvolto Gianluca Cigna, ricoverato d’urgenza
all’ospedale Giovanni Bosco per un pestaggio subito dopo la partita, si
sarebbe parlato degli insulti razzisti subiti dal compagno senegalese
Moundiaye Mbaie?
Gianluca ha voluto difendere il suo compagno di squadra, ma quanti di
questi insulti, segno di un razzismo strisciante e mai denunciato sui
nostri campi da calcio, come nella vita di tutti i giorni, passano
inosservati e divengono parte di una profonda mancanza di sensibilità
sul tema delle discriminazioni?
Lo sport è un presidio sociale importante per il superamento di
pregiudizi e divisioni, in Piemonte è uno degli ambiti d’intervento
della legge regionale contro le discriminazioni.
Le squadre del campo Oxilia stanno realizzando un video di solidarietà
per il capitano della squadra del Villaretto; Balon Mundial ha
pubblicato una lettera indirizzata a Gian Luca, e UISP, come sempre,
continuerà a lavorare per arrestare la violenza, e sconfiggere il
razzismo restituendo allo sport la sua valenza di gioco, il suo valore
educativo, la sua forza aggregativa.
UISP c’è, insieme alle migliaia di società ad essa affiliate e con tutto
il mondo dello sport che ogni giorno combatte con azioni concrete
violenza e razzismo, c’è con il progetto del Fondo FAMI “Piemonte contro
le discriminazioni” della Regione Piemonte e con il progetto nazionale
“SportAntenne” in collaborazione con UNAR.
Sportantenne è un progetto attivo in 16 città italiane per raccogliere
attraverso i soci, gli atleti, i dirigenti e gli arbitri casi di
discriminazione razziale sui campi da gioco e non solo. Perchè la
discriminazione si manifesta nel cercare casa e lavoro, nell’accesso ai
servizi e nella vita quotidiana e possiamo essere tutti Antenne, capaci
di segnalare una discriminazione in corso.
In Piemonte, il progetto prevede due “Antenne “, presso i Comitati UISP
di Torino e Alessandria, che raccoglieranno le segnalazioni e
testimonianze dirette e indirette per trasmetterle a UNAR, l’agenzia
nazionale che si occupa delle discriminazioni razziali e alla Regione
Piemonte in collegamento con il progetto Fami, attraverso l’attivazione
di un numero di telefono e una mail locale.
Ufficio Stampa
Uisp Piemonte