Chissà cosa ne pensano i lavoratori e i commercianti che ogni giorno devono barcamenarsi tra regolamenti , licenze e tasse da pagare , mentre chi pratica l’abusivismo, invece di essere ammonito, viene invitato a sbracare per tutta la città
Tra le tante amare novità che stanno travolgendo Torino dall’insediamento della Giunta Appendino, come il naufragio del Salone Internazionale del Libro ( è una sconfitta , non si può negare ), e il forfait della mostra di Manet dato alla nostra Città, preferendo la più accattivante Milano , ecco arrivare in soccorso dei torinesi in preda allo sconforto, un’attrattiva di sicuro richiamo per i turisti da ogni dove, e che vedrà protagoniste tutte le circoscrizioni della Città: il suk itinerante. Da gennaio 2017 infatti, non solo i residenti del quartiere Aurora , che si è visto spostare il mercato del libero scambio da via Monteverdi a Ponte Mosca e che con la protesta della
consigliera di circoscrizione di Fratelli d’Italia Patrizia Alessi, hanno detto di essere disposti anche ad incatenarsi se la Appendino, invece di essere coerente con quanto millantato in campagna elettorale e anche in passato da consigliere di opposizione del M5S, poiché detto da lei, “ il suk genera problemi di abusivismo, rifiuti , degrado e circolazioni di merci di dubbia provenienza” , quindi trovare soluzioni idonee al problema, ha deciso che tutti i quartieri della città a rotazione, ospiteranno il suk. L’ideona della Giunta grillina , che ha sempre molte idee, è stata quella di estendere “ problemi di abusivismo, rifiuti, degrado e circolazione di merci di dubbia provenienza” a tutti i quartieri della città. Per non far torto a nessuno e far contenti proprio tutti. Chissà cosa ne pensano i lavoratori e i commercianti che ogni giorno devono barcamenarsi tra regolamenti , licenze e tasse da pagare , mentre chi pratica l’abusivismo, invece di essere ammonito, viene invitato a sbracare per tutta la città.
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Torino, città creativa UNESCO per il Design, partecipa a luogocomune, una tre giorni nata per riflettere sull’identità della città, quale luogo di vita, scambio, cultura, integrazione e crescita economica. L’evento, che si tiene dal 28 al 30 ottobre 2016 a Fabriano è organizzato dalla FAM insieme a Fabriano Città Creativa UNESCO. 
Il 27 gennaio 2007 il primo Eataly, a Torino Lingotto nell’ex opificio Carpano, apre al pubblico. Sono ormai passati quasi dieci anni ma la sede di Torino mantiene ancora oggi un ruolo centrale: è il cuore pulsante di tutta Eataly. Per festeggiare al massimo dello splendore i dieci anni di maturità, Eataly Lingotto propone alcune novità, rendendo così ancora più piacevole l’esperienza dei clienti e offrendo loro un servizio sempre più accurato. Dopo il reparto dei dolci e latticini, reso ancora più luminoso e arricchito con un ampio banco frigo per dare risalto alla selezione di yogurt e latte locali, e l’angolo dell’olio extravergine d’oliva, impreziosito dalla presenza di un esemplare di ulivo, è il turno della Cantina. Più di 2.000 mq sono dedicati al bere bene mangiando bene, seguendo i 3 pilastri di Eataly: comprare, mangiare e imparare.
artigianali italiane. Infine, la Cantina di Eataly propone anche oltre 500 etichette di spirits: dal torinese Vermouth alle grappe, rum, whisky e molto altro.
una selezione delle migliori produzioni brassicole italiane e internazionali:16 birre alla spina che ruotano ogni mese, 40 in bottiglia nella Carta dedicata e persino la possibilità di scegliere a scaffale l’etichetta preferita. In accompagnamento gli ottimi hamburger nel panino nelle versioni di carne – naturalmente de La Granda – pesce o verdure. E poi gli sfizi, croccanti crostini del pane appena sfornato dal forno a legna di Eataly e farciti con una selezione degli Alti Cibi, e naturalmente i fritti, perfetti con una fresca birra.
La Famiglia Vicina: ristoratori dal 1902
Il 34° Torino Film Festival sarà per un giorno il palcoscenico di Roberto Bolle. L’étoile italiana presenterà a Torino – in anteprima mondiale – il film Roberto Bolle. L’arte della Danza (trailer qui
Aggiunge la regista Francesca Pedroni: “Conosco e seguo Roberto Bolle dai suoi primi successi alla Scala. Un’eleganza naturale, principesca, da perfetto danseur noble, una bellezza da manuale d’arte. Lo abbiamo visto crescere, diventare étoile della Scala, ma anche una straordinaria star pop in grado di far conoscere i maestri della coreografia del passato e del presente a un pubblico neofita. Accompagnare Roberto Bolle in tour è stata una magnifica avventura. Abbiamo seguito da vicino l’étoile e i suoi compagni di viaggio, cercando di entrare nel loro mondo da osservatori silenziosi, partecipando al ritmo del tour, scandito ora per ora, fino a notte avanzata, da una scaletta serratissima di impegni e dal linguaggio universale e non verbale della danza. Una sfida adrenalinica che ci ha permesso di avvicinarci in modo inedito alla personalità di un artista unico. Non c’è balletto, assolo, passo a due, che Roberto Bolle non provi e riprovi, anche se lo conosce e danza da anni. L’allenamento è continuo, la ricerca della perfezione costante, la dedizione assoluta. Un divo per gli altri, per sé un uomo che si inchina a quello che la danza richiede; un re con l’aria perenne da bravo ragazzo, disponibile per noi, per i suoi compagni, per i fans. Una mistura tra amore per l’arte e fedeltà alla disciplina, che siamo certi non lo abbandonerà nelle sue scelte future”. Francesca Pedroni
E’ morta Clarissa Di Modugno, la giovane torinese di 23 anni che, domenica scorsa, fu coinvolta in un incidente sulla superstrada Torino-Caselle
Il dottor Antonio Graziano insieme al dottor Riccardo d’Aquino, come lui odontoiatra, sono gli ideatori del protocollo Rigenera. Il dottor Graziano è dottore di ricerca in tecnologie biomediche applicate all’odontostomatologia ed esperto in tecniche biomediche applicate alla rigenerazione tissutale stem cell based.

guadagnarsi “la gloria” su tratti più impegnativi. Partire dal più difficile è una scelta eroica ma non consigliabile; è il piacere della progressione che non si riesce ad apprezzare il risultato di una predilezione di questo genere. Nel secondo caso, scegliere di recarsi sulle irte pareti che costeggiano un fiume e inebriarsi successivamente delle sue spume a bordo di un agile gommone non è forse un’attività fisica tra le più estenuanti ma sicuramente emozionante e molto ricca di spunti rienergizzanti. In questo caso è bene lasciarsi consigliare dalle guide su percorsi e necessità tecniche e lasciare alla corrente il piacere di muoversi. Esiste poi tutta una serie di necessità che in maniera continuativa la vita di tutti giorni ci costringe sovente ad ignorare: la voglia di velocità, di correre con ogni mezzo o di provare il brivido del rischio. Questa, che riteniamo sia, o meglio, dovrebbe essere degna di attenzione più elevate della nostra, è una conseguenza della vita senza emozioni che il lavoro talvolta induce. Si ricercano quindi emozioni forti per compensare i sovraccarichi di tensione o le carenti sensazioni forti che l’avventura di solito genera. Si comincia quindi a svolgere “Free Climbing” (arrampicata libera a mani nude sulle rocce), ma è necessario e consigliabile partire con esperti tecnici non solo con l’amico bravo, non tanto perché si rischi “chissà cosa” (anche se il rischio c’è sempre), ma se non si impara bene dall’inizio i rudimenti tecnici, poi non ci si diverte. Si vola con il parapendio, con la ricerca dell’emozione del volo libero; in questo caso “il caso” non può esistere: la scelta di un maestro molto esperto è obbligata e necessaria. Sappiate solo che non è solo lasciarsi andare ma è un’attività molto impegnativa e probante dal punto di vista fisico, quindi andate “preparati” sia fisicamente che mentalmente. Si comincia ad andare in moto non più per
lavoro ma per piacere e quindi ci si organizza per una gita fuori porta con amici novelli motocentauri per corse al limite verso colline e monti. Qui il consiglio è multiplo, anche se so esser vano: sulle strade non ci sono solo le moto, ma anche auto e persone a piedi; il piacere di chi corre in moto è di solito inversamente proporzionale rispetto a tutti gli altri frequentatori degli stessi luoghi. E’ un piacere effervescente ricco di adrenalina pura; correre velocemente sopra l’asfalto con il rombante destriero è però troppo pericoloso se svolto in mezzo agli altri. Noi non sbagliamo mai, sono gli altri che non capiscono: però un errore personale o di un altro sulla moto molte volte non perdona o ha conseguenze crudeli; correte in un circuito oppure imparate a correggere le traiettorie in poco tempo. Il tempo è sempre poco per non imbattersi in ostacoli. Un suggerimento anche ai centauri esperti: preparatevi in palestra lavorando molto sulla forza degli arti inferiori e dei muscoli delle braccia (soprattutto i tricipiti), e svolgete sedute di allenamento aerobico di medio alta intensità (cyclette a passo sostenuto, vogatore per più serie veloci sui 500 metri e corsa su tapis roulant o all’aria aperta per almeno 20-30 minuti almeno un paio di volte alla settimana). Troverete maggiore giovamento sia sulle “piegate” che sul ritorno dalle stesse. Inoltre, stancandovi meno perché allenati, sarete più lucidi nella scelta delle traiettorie e potrete resistere più a lungo sulla tenuta di posizioni tecnicamente più valide. Un altro sport molto estivo è il tennis, che di solito si ama praticare quando i campi si liberano dai “palloni” e l’aria aperta concilia il piacere del sole con il muoversi con amici. Il tennis è però sport difficile che, se giocato male, diverte poco. Se non lo si pratica da diverso tempo si consiglia di non iniziare con una drammatica partita giocata con battute lentissime (dove la prima di solito è un siluro in tribuna e la seconda un pallonetto giocato corto…) e dove i passanti a filo rete colpiscono i cavi della corrente elettrica… . All’inizio lavorate molto palleggiando e lasciate la partita per le prossime volte. Otterrete due risultati: correrete di più e guadagnerete la forma più rapidamente e inoltre giocherete più palline e, non preoccupati di sbagliare perdendo il punto, proverete colpi tecnicamente più validi. La partita può essere la morte
del gioco, se intendiamo con questo termine anche la parte ludica del muoversi in campo. Per poter giocare meglio, si suggerisce di provare a svolgere delle sedute di allenamento di corsa che prevedano un primo momento di corsa prolungata a ritmo costante (circa 20 minuti) e poi una serie di scatti brevi ma ad alta velocità di circa 30- 40 metri alternati con un recupero al passo di circa un minuto per una decina di volte, e terminare con altri 10 minuti di corsa costante. Questo tipo di allenamento, semplice ma efficace, predispone l’organismo da un punto di vista organico generale e le articolazioni e i muscoli alle sollecitazioni derivate dai repentini scatti che si presentano inevitabilmente sul campo di gioco. Si suggerisce anche, e con calda insistenza, di svolgere dopo ogni ora giocata, di svolgere degli esercizi di stretching e di mobilità articolare al fine di ripristinare l’equilibrio muscolare e fisiologico personale.
Tornano a Torino le Luci d’Artista e la città della Mole ritorna capitale dell’arte contemporanea.
Alcune opere, come è consuetudine, hanno cambiato luogo di collocazione nelle vie e piazze cittadine, garantendo così un impatto visivo nuovo e più appagante.
dal collettivo artistico torinese Dead Photo Working. Tutti coloro che hanno un account Instagram e che pubblicheranno le proprie fotografie, utilizzando l’hashtag #MosaicoTorino, contribuiranno visivamente a creare le tessere di un’immagine mosaicizzata della città di Torino animata in live-streaming.
della Repubblica; My noon di Tobias Rehberger in piazza Carlo Felice; Ice Cream Light di Vanessa Safavi in via Carlo Alberto (da via Po a piazza Carlo Alberto); Noi di Luigi Stoisa in via Carlo Alberto (da piazza Carlo Alberto a corso Vittorio Emanuele II°); Luce fontana ruota di Gilberto Zorio nel laghetto di Italia’61.
neon e/o a tecnologia LED che, montati sulla facciata della sede dei Servizi Sociali della Circoscrizione 7, in Lungo Dora Savona 30, modellano una composizione geometrica e una frase. L’installazione è dell’Associazione Culturale Nomen Omen.
American Pastoral – Drammatico. Regia di Ewan McGregor, con Ewan McGregor, Jennifer Connelly e Dakota Fenning. Tratto dal romanzo di Philip Roth, è la storia di Seymour Levov, detto “lo svedese”, un uomo cui la vita ha regalato tutto, il successo non soltanto sportivo, una fortunata carriera come imprenditore, una moglie ex reginetta di bellezza, una famiglia di cui andare fieri. Il classico americano self-made man. Fino al giorno in cui questo mondo perfetto – siamo nel 1968 – scoppia e va in frantumi, allorché la figlia sedicenne, che appartiene ad un gruppo terroristico, fa esplodere un ufficio governativo procurando la morte di un uomo. Durata 108 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Massimo sala 2, Uci)
Carrell e Blake Lively. Bobby, trentenne neyworkese e rampollo di una squinternata famiglia ebraica, dove circolano pure componenti malavitosi, corre a Hollywood per entrare a servizio dello zio, apprezzato agente di divi e divette. Si innamorerà della giovane segretaria di studio. Ma c’è già un altro nel suo cuore e le cose inevitabilmente si ingarbuglieranno. Uno sguardo al vecchio cinema, gli amori, le battute che piovono come se piovesse, tutto secondo i canoni di Woody, giunto bulimicamente al suo 47° film. Durata 97 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo blu, Romano sala 3)
professione da un incidente d’auto, per cui la forza e l’abilità delle sue mani non sono più quelle di un tempo. In un antico monastero del Nepal, dove decide di recarsi, l’uomo di scienza convertito ad un ruolo del tutto mistico, fa il suo incontro con un Maestro, detto l’Antico, cui sta a cuore la protezione della Terra da forze negative. Alla nuova scuola prevarranno arti marziali e autocontrollo, per una lotta comune contro il Male. Un vecchio eroe dei fumetti Marvel rispolverato per l’occasione. Durata 115 minuti. (Ideal, Lux sala 3, Massaua, Reposi, The Space, Uci)
In guerra per amore – Commedia. Diretto e interpretato da Pif, con Miriam Leone e Andrea Di Stefano. L’autore/interprete di “La mafia uccide solo d’estate” immagina questa volta che Arturo, un candido ragazzo newyorkese di origini siciliano, per chiedere la mano dell’innamorata Flora al padre debba catapultarsi nella terra d’origine: dove, siamo in pieno 1943, c’è la guerra e lo sbarco delle truppe a stelle e strisce ampiamente appoggiato dai boss mafiosi. Durata 99 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Groucho, Lux sala 2, Massimo sala 1, Reposi, The Space, Uci)
Inferno – Azione. Regia di Ron Howard, con Tom Hanks, Felicity Jones e Omar Sy. Arrivati alla terza puntata, ormai gli intrighi di Dan Brown, la spettacolarizzazione di Howard e il faccione di Hanks/Robert Langdon, prezioso professore di simbologia ad Harvard che invecchia con saggezza sono una vera garanzia. A tutto questo s’aggiungano le cornici di Firenze Venezia Istanbul, gli enigmi che hanno inizio con la Sala dei Cinquecento e con l’affresco del Vasari, il capolavoro del Poeta, gli amici e i nemici che indossano differenti maschere, un virus letale di cui vorrebbe servirsi un pazzo per dare un taglio netto alla sovrappopolazione: molto, moltissimo materiale perché il pubblico, già prodigo verso il “Codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, corra al cinema. Durata 121 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux sala 1, Massaua, The Space, Uci)
Jack Reacher – Punto di non ritorno – Regia di Edward Zieck, con Tom Cruise e Robert Duvall. Personaggio inventato dallo scrittore Lee Child (il cinema aveva già considerato quattro anni fa “La prova decisiva”), Reacher è un ex maggiore della polizia militare, fuori di ogni inquadramento. Una nuova vicenda, questa volta tra Afghanistan e le gerarchie militari di Washington che hanno affibiato una accusa di spionaggio alla collega Susan Turner, colpevole d’aver messo il naso in certe questioni poco pulite. Durata 118 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)
Neruda – Drammatico. Regia di Pablo Larraìn, con Luis Gnocco, Alfredo Castro e Gael Garcìa Bernal. Il governo di Videla, nel Cile del 1948, incarica un poliziotto di inseguire e catturare lo scrittore Pablo Neruda, in fuga con la moglie. Tra realtà e poesia, un’opera che pone ancora una volta l’attenzione sul talento dell’autore di “Tony Manero”, del “Club” e del prossimo “Jackie”, presentato e premiato a Venezia. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 2)
Benoit Poelvoorde e Chiara Mastroianni. Bruno, allevatore di bestiame, partecipa al Salone dell’Agricoltura a Parigi, accompagnato dal padre. Anche il vino rientra tra i loro interessi: decidono di fare un vero tour, attraverso la campagna francese. Sarà l’occasione per andare alla scoperta delle strade del vino come pure di riscoprire se stessi, iniziando da ciò che li accomuna. Durata 101 minuti. (Classico, Uci)
The Accountant – Thriller. Regia di Gavin O’Connor, con Ben Affleck, Anna Kendrich e J.K. Simmons. Christian Wolff, genio matematico, lavora sotto copertura in un piccolo studio come contabile per il crimine organizzato. Accetta di seguire gli affari di un nuovo cliente, una società di robotica dove si sono scoperti ammanchi per milioni di dollari. Non appena Christian inizia a intravedere i responsabili e la soluzione, parecchie persone sono tragicamente coinvolte. Durata 128 minuti. (Eliseo rosso, Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci)