Ottobre 2016- Pagina 21

Conoscere il cervello visitando il Nico

CAPIRE IL CERVELLO PER CURARLO INVITO A SCOPRIRE LA RICERCA DI BASE IN NEUROSCIENZE

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I ricercatori del NICO – Università di Torino invitano a visitare i laboratori di Orbassano Sabato 22 ottobre il NICO, Istituto di Neuroscienze della Fondazione Cavalieri Ottolenghi – Università di Torino, apre le porte dei suoi laboratori di ricerca di Orbassano (la palazzina si trova all’interno del complesso dell’Ospedale San Luigi Gonzaga). Un invito aperto a tutti: semplici appassionati e curiosi. Un’occasione per capire come funziona il nostro cervello e che cosa succede quando invecchia o si ammala. Sclerosi Multipla, Alzheimer, Parkinson: la strada per sconfiggere queste e altre malattie del sistema nervoso parte dalla ricerca di base. Perché per riparare il cervello bisogna conoscerlo: i ricercatori del NICO studiano infatti struttura e funzioni del cervello normale, con l’obiettivo di capire come si ammala e come curarlo. La complessità degli studi sul cervello richiede un approccio multidisciplinare: per questo l’Istituto riunisce una squadra di 20 docenti universitari e 50 giovani ricercatori con esperienze complementari, traendo la sua forza dall’unione della ricerca di base con quella di tipo applicativo e clinico. Il percorso prevede sette stand cervello-orbassanotematici, con altrettanti temi di ricerca, e la visita guidata dei laboratori. Si parte dalla difesa contro il danno neuronale, ovvero il Cell Replacement e le altre strategie di riparazione, per continuare con la plasticità, cioè la capacità del cervello di adattarsi agli stimoli esterni, modificando le proprie connessioni. Si parlerà anche di cellule staminali, di diagnosi e ricerca sulla Sclerosi Multipla, di lesioni e danni al sistema nervoso centrale e delle strategie per promuovere la rigenerazione dei nervi periferici. E infine “Sex and the brain”, cioè come gli ormoni steroidei influenzano i circuiti nervosi. Nel laboratorio di Neurofisiologia si potrà scoprire invece come comunicano i neuroni. Il funzionamento del cervello è basato su segnali elettrici generati e trasmessi dalle cellule nervose ad altre cellule: il loro studio permette di scoprire i deficit funzionali prima che le cellule muoiano. Nelle malattie psichiatriche non c’è morte cellulare: in questo caso è una disfunzione dei segnali elettrici a causare il disturbo.

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L’appuntamento è per sabato 22 ottobre, con orario 9.30-13.00 oppure 15.00-18.00, presso la sede di Orbassano, Regione Gonzole 10 (Azienda Ospedaliera S.Luigi Gonzaga). È richiesta la prenotazione per agevolare l’organizzazione delle visite. Info e prenotazioni su: www.nico.ottolenghi.unito.it

L’Ottocento e il Novecento, “scorci di Torino”

Nelle sale della Galleria Aversa, in via Cavour 13

vellan-aversaFrammenti, sguardi, ricordi lontani che attraversano una intera città. “Scorci di Torino” è il nucleo della mostra che la Galleria Aversa presenta, sino ad inizio novembre, nei suoi locali di Palazzo Luserna – Rorengo di Rorà, in via Cavour 13, giardini, palazzi, periferie, le ampie piazze e i mercati, il susseguirsi di angoli più o meno conosciuti, gli anfratti del fiume, una mostra che si dilata più ampiamente nelle “altre opere fra ‘800 e ‘900”, per un complessivo di una trentina di opere (catalogo in mostra), offrendo immagini di mare o di altipiani, di villaggi montani o di paesi lontani. Acquerelli, tempere, oli – non mancano le sculture con il nervoso gruppo in bronzo dei “Contadini” aversa-lomidi Bistolfi posto a confronto con la figura femminile di Carlo Bonomi o la moderna danzatrice di Francesco Messina del 1980 – che rimandano per molti esempi a note impressionistiche come a squarci immersi in dense pennellate di colore nella descrizione di una umile vita quotidiana. Spiccano all’inizio le leggere geometrie di Giuseppe Canella che offre uno sguardo tra Gran Madre e Cappuccini, i Giardini Reali colpiti da una calda, rassicurante luce nell’opera di Marco Calderini del 1890 e immaginati da Lorenzo Delleani quasi a nascondere, grandi masse alberate, sedici anni dopo le architetture di Palazzo Reale, le atmosfere diverse che attraversano nelle visioni di aversa-delleaniGiovanni Lomi e Leonardo Roda l’ampio spazio di Porta Palazzo, il chiarore che inonda Superga complice la neve di Cesare Maggi, sino alle indecifrabili linee di Spazzapan che vivacizzano il “Canale Michelotti” del 1934 o il paesaggio innevato di Felice Vellan che circonda il “Traghetto di Millefonti” (1923), sino ad un’epoca assai più recente con i “Panni stesi in Bertolla” di Mario Lisa. Non dimenticando le due minuscole dame che nella tela di Calderini (fu allievo del Fontanesi) del 1872, in un capolavoro di luci e di studiatissime ombre, attraversano “Il giardino dei Ripari”, ovvero quel luogo fatto di collinette e sentieri, datato 1834 e destinato ad offrire una tranquilla e verdeggiante zona per il passeggio delle signore torinesi, tra fontane e caffè, nato dopo l’abbattimento delle mura in età napoleonica e oggi da identificarsi con la zona che nel centro della città occupa i giardini Cavour e l’aiuola Balbo, sino a spingersi sino a piazza Maria Teresa. Al di là degli scorci torinesi, Lidio Aimone inonda di sole un romantico “Golfoaversa-lupo del Tigullio” (1912), Carlo Bossoli fotografa con tecnica perfetta “Il castello di Alcazar, a Segovia”, ancora Lorenzo Delleani ricostruisce in una tavola del 1899, tra personaggi e animali, l’aia di un casolare in un vivace villaggio ai piedi delle montagne, mentre Alessandro Lupo ci rende uno splendido esempio dei suoi mercati e Mario Lisa immerge nelle prime ombre della sera le case silenziose di Verrand lasciando che i raggi del sole ancora prepotenti colpiscano le cime del Monte Bianco (1948). Al 1896, altro piccolo capolavoro che colpisce l’attenzione di chi visita la mostra, risale “Cortile arabo”, conosciuto anche per il titolo “Fumatori di narghilè”, di Riccardo Pellegrini, artista formatosi nella Milano del Romanticismo che a lungo viaggiò in Francia, in Spagna o nei paesi mediterranei, pronto a catturare scene come quella che vediamo, gli uomini chiusi nelle loro tipiche vesti, la tranquilla siesta dei cani, il balcone chiuso, le pareti dipinte, resa ogni cosa con raffinatezza e preciso studio, un’immagine non chiusa semplicemente nel ricordo, ma vivace, immediata, personalissima.

 

Elio Rabbione

 

 

Le immagini, a partire dall’alto: 

Felice Vellan, “Torino, il Traghetto di Millefonti”, olio su tela, 1923

Giovanni Lomi, “Torino, Porta Palazzo”, olio su tavoletta

Lorenzo Delleani, “Casa di villaggio”, olio su tavola, 1899

Alessandro Lupo, “Giorno di mercato”, olio su cartone

INFORMAZIONE COMMERCIALE

“I metalli del Re”, Musei Reali in Tv su “Ulisse”

polo reale cavalloSaranno proprio i Musei Reali di Torino e le sue inestimabili collezioni i protagonisti della prossima puntata di Ulisse – Il piacere della scoperta dal titolo I metalli del Re, che andrà in onda alle 21,15 su Rai Tre sabato 15 ottobre

Alberto Angela racconterà infatti la storia e l’origine dei metalli dei re – l’oro, l’argento e il rame – proprio a partire da Palazzo Reale: è qui che i tesori della terra si sono trasformati nei tesori dei re di Italia, risplendendo e celebrando la magnificenza della corte.

In una puntata incentrata sull’origine cosmica di questi tre metalli e da dove deriva la forte attrazione che da millenni hanno sull’uomo, Alberto Angela condurrà gli spettatori all’interno delle meravigliose sale di Palazzo Reale, mostrando come venivano allestite le tavole dei re nelle occasioni ufficiali con posate, candelabri, vassoi d’argento e come oggi vengono conservati queste collezioni preziose.

Ulisse è entrato anche nelle cucine reali dei Savoia: 20 stanze nel sotterraneo del palazzo Reale dove tra cucine, ghiacciaie, magazzini e cantina per i vini, decine di cuochi, pasticcieri e maestri di sala lavoravano sin dal mattino con l’ausilio di pentoloni e strumenti di rame. L’appuntamento con I metalli del Re e le collezioni dei Musei Reali è fissato per le 21,15 di sabato 15 ottobre e la puntata sarà disponibile alla visione su Rai Replay.

Tutte le info su www.museireali.beniculturali.it

Un filtro ai giornalisti? Polemica tra Comune e presidente dell’Ordine

stampa giornalisti circoloEnzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti e Chiara Appendino hanno duellato via Twitter sulla polemica sollevata da una interpellanza di Stefano Lorusso del Pd a proposito del “controllo dell’accesso dei giornalisti” agli uffici comunali di Palazzo Civico. “La #trasparenza non è uno slogan – scrive il presidente dei Giornalisti – la Sindaca Appendino chiarisca, smentisca, rettifichi, intervenga”. replica la prima cittadina: “Né controllo né restrizioni, ma normali protocolli di sicurezza stabiliti dai Vigili, come negli altri enti pubblici”. Ac Palazzo Civico dicono che non c’è alcuna intenzione di limitare la libertà di stampa e che le disposizioni dei vigili urbani prevedono il libero accesso ai giornalisti in occasione ‘pubbliche’. Ma nelle altre occasioni bisogna accreditarsi al Ricevimento, come in ” tutti gli altri enti pubblici “.

(foto: il Torinese)

La Boheme torna al Regio

boheme-preterotiL’ingresso del Teatro Regio, dove è in scena la Boheme in un originale allestimento a 120 anni dalla prima esecuzione dell’opera a Torino. L’immagine è di Antonello Preteroti

GSPM TORINO, QUINTO POSTO AI CAMPIONATI ITALIANI ASPMI DI PALLAVOLO 

I detentori del titolo nazionale pagano un brutto avvio di torneo e si riscattano solo nella seconda fase della competizione, inanellando tre successi consecutivi 

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La sensazione è che con un briciolo di cattiveria in più sin dalle prime partite, il podio sarebbe stato un obiettivo alla portata del Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino, che, dopo lo scudetto agguantato nel 2015, si è classificato al quinto posto ai campionati italiani ASPMI di volley di Riccione, vinti dalla rivelazione Corbetta-Pogliano davanti ai padroni di casa e a Firenze.

«Forse abbiamo sottovalutato la competizione – ha commentato Valentino Hu, responsabile del team pallavolistico gialloblù –: ci siamo presentati ai nastri di partenza con pochi allenamenti nelle gambe e dopo essere appena tornati dalle ferie estive. Purtroppo è stato un inizio difficile: giocare la prima partita contro quella che poi si è rivelata la miglior squadra dello Stivale non ha certo giovato all’umore di noi atleti».

Tuttavia, dopo tre ko contro Corbetta-Pogliano (0-2), Riccione (1-2) e Venezia (0-2), che di fatto sono costati alla compagine sabauda l’accesso alla zona medaglie, i piemontesi sono riusciti a invertire la rotta, collezionando altrettanti successi, ai danni di Genova (2-0), Milano (2-0) e Venezia (2-1), con i lagunari questa volta usciti sconfitti dal confronto. «Il fatto di esserci ripresi e aver concesso un solo set in tre gare – ha proseguito Hu – dimostra comunque che siamo una squadra che sa combattere e che siamo tecnicamente pronti per affrontare avversari anche di alto livello. Ad ogni modo è sempre un piacere confrontarsi e rivedersi con i colleghi di altre città, e grazie allo sport e all’operato dell’ASPMI, è possibile farlo annualmente. Colgo l’occasione per ringraziare le autorità intervenute, i colleghi partecipanti, gli organizzatori, gli accompagnatori e la struttura che ci ha ospitato». A margine dell’evento, sono stati assegnati anche alcuni premi speciali, fra cui quello dedicato al giocatore più combattivo della kermesse, istituito in memoria della compianta Tiziana Balsamo: a vincerlo è stato il genovese Francesco Caldarola. Durante la cerimonia di consegna dei trofei, inoltre, si è tenuta una lotteria il cui ricavato, superiore ai mille euro, è stato devoluto alla Croce Rossa locale, che a sua volta l’ha destinato alle popolazioni colpite dal sisma che lo scorso 24 agosto ha devastato il Centro Italia.

Massimo d’Azeglio e  il suo “rifugio” sul lago Maggiore

dazeglio-1Massimo Taparelli marchese d’Azeglio,figlio di Cesare, noto esponente della restaurazione sabauda, e di Cristina Morozzo, nacque a Torino il 24 ottobre 1798. Ritornato nella città dei Savoia dopo l’esilio fiorentino, imposto dalle circostanze determinatesi a causa dell’occupazione napoleonica,si iscrisse a filosofia, ma preferì intraprendere la carriera artistica di scrittore e pittore, frequentando i salotti intellettuali di Roma, Firenze e Milano (dove conobbe la sua prima moglie, Giulia, figlia di Alessandro Manzoni). L’interesse per la politica, alla quale si approcciò con un “taglio” da liberale moderato, lo vide protagonista a Torino  come primo ministro del Regno di Sardegna dal 1849 al 1852 nel difficile e complicato periodo ricordi-azegliosuccessivo alla Prima guerra d’Indipendenza. Rassegnato il proprio mandato nelle mani del Re, propose Cavour come proprio successore e Vittorio Emanuele II lo nominò senatore. Il suo pensiero era tenuto in gran conto e nel luglio del 1859, dopo la cacciata delle truppe pontificie, ebbe l’incarico di costituire un governo provvisorio a Bologna. Sei mesi dopo, a fine gennaio, venne nominato governatore della Provincia di Milano, carica  che mantenne fino al 17 marzo 1861. D’Azeglio morì a Torino il 15 gennaio 1866, lasciando anche delle opere importanti come scrittore, tra le quali l’ “Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta”, pubblicata nel 1833, una sorta di emblema della virtù cavalieresca di un eroe dell’identità nazionale ante litteram.

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Ma la storia ci racconta anche del suo innamoramento per la bellezza del lago Maggiore, tant’è che – nell’estate del 1856 – iniziò a farsi costruire  una villa a Cannero, sulla parte alta della sponda piemontese del Verbano, dove poter trascorrere periodi di tranquillità lontano dalla vita fieramosca-azegliocittadina. L’edificio su due piani, semplice e lineare nello stile architettonico, sorge tutt’ora direttamente sulla riva del lago ed è nascosto alla vista dalla folta vegetazione del giardino circostante. Il marchese D’Azeglio lo definì una “Cartagine sorgente”, un luogo, come scrisse al nipote Emanuele, “dove al caso possa da un giorno all’altro trovar ricetto, se un motivo qualunque m’obbligasse a dar un calcio alle grandezze umane”. Dal carteggio conservato nel Fondo Rossi dell’Archivio di Stato di Verbania risulta che contribuirono alla progettazione della villa l’architetto Defendente Vannini e l’ingegnere Antonio Rossi; mentre l’ingegnere Vittore Caramora si occupò essenzialmente della direzione dei lavori. La casa, “non una villa sontuosa ma ridente, piacevole, di buon gusto, che tende alla semplicità”, venne edificata tra il azeglio-lago1856 e il 1857, cioè nello stesso periodo in cui si metteva mano al secondo lotto della strada litoranea che portava al Canton Ticino. Una lapide posta sulla parete rocciosa di fronte al cancello d’ingresso ricorda al “passeggero” che il marchese in quella villa “vi dimorò spesso e a lungo, dolce rifugio dai clamori del mondo, dalle fallacie della politica. I famosi “Ricordi” furono meditati e scritti nella pace di questi luoghi”. Un’opera importante, nella quale si può leggere anche la sua celebre frase “S’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani” . Pare, tra l’altro, che in quel periodo D’Azeglio si dedicasse a sedute spiritiche, invocando spesso il defunto amico Camillo Benso conte di Cavour. Con quali esiti, però, non è dato a sapere.

Marco Travaglini

Torino Beve Bene 2016

Dopo il successo della prima edizione, la distribuzione ‘Vini Senza Trucco’ organizza anche per il 2016 Torino Beve Bene, il più importante evento cittadino dedicato ai vini naturali.

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Domenica 23 ottobre il Jazz Club di Piazzale Valdo Fusi ospiterà dalle 11 alle 20 oltre 30 cantine biologiche e biodinamiche provenienti da tutta Italia. Saranno gli stessi produttori a servire i vini ai banchi d’assaggio, raccontando al pubblico la propria storia e spiegando il percorso del vino naturale, dal lavoro sul campo fino all’etichetta. Presenti tutte le cantine del marchio Senza Trucco (fra questi Rivella, Carussin, Zidarich, Barraco, Terpin, Ca’ dei Zago e mollissimi altri) e una selezione dei produttori di Les Caves de Pyrene, oltre a nomi di spicco come quello di Beppe Rinaldi.

Il movimento del vino naturale, realizzato senza l’utilizzo di prodotti chimici né in vigna né in cantina, sta diventando una realtà seguita in tutto il mondo da milioni di persone che vogliono unire il piacere di un ottimo bicchiere alla consapevolezza di non nuocere a se stesse e all’ambiente.

Oltre alle aziende vinicole saranno presenti stand di prodotti gastronomici, birra, artigiani e associazioni collegate all’agricoltura e al consumo sostenibili. Chi sarà interessato potrà acquistare le bottiglie e i prodotti preferiti con uno sconto fiera.

Il catering è a cura di Sodo, l’enoteca con mescita di Piazza Bodoni 5, con i piatti di Francesca Bordonaro. Costo del biglietto 12 euro + cauzione bicchiere.

 

Depressi? Non più con la telemedicina. 50 ricercatori a Torino

medico sanitaArrivano da 22 centri europei e sono provenienti da 11 paesi  i 50 ricercatori in questi giorni riuniti a Torino per il coordinamento del “Progetto europeo Mastermind per la cura della depressione con strumenti di Telemedicina”. Sono stati trattati  6.290 pazienti affetti da depressione lieve o moderata. L’Italia ha partecipato con i centri dell’USSL di Treviso, il CSI Piemonte e l’ASL TO3. Dai dati ricavati da 2845 pazienti, si evidenzia che il 90% ha effettuato il trattamento da casa propria e al termine il 45% non presentava più sintomi depressivi. Nel nostro Paese  sono stati trattati in un anno circa 300 pazienti. Il gruppo di progetto del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL TO3- coordinato dal dottor Enrico Zanalda- ha  in cura 156 pazienti con la psicoterapia cognitivo comportamentale computerizzata, di cui 61  con la videoconferenza.

FAI la Marathon con il tram storico!

TRAM SSSTORIADomenica 16 ottobre dalle ore 14.30 alle 18, il tram 502 del 1924 collegherà i luoghi aperti in occasione della FAI Marathon con partenze ogni 30 minuti circa da piazza Gran Madre e percorso lungo via Po, piazza Castello e ritorno. Il tram 502 fa parte di una piccola serie composta da soli sei esemplari, destinata in origine alla città della Spezia, ma mai consegnata e rimasta a Torino. Durante gli anni ’60 la 502 viene rinumerata T433 poiché passa a un compito di manutenzione della rete tranviaria: la molatura dei binari. Nel 2000, la 502 è stata riportata alle condizioni d’origine soltanto per un’esposizione statica; è rimasta presso la stazione Sassi fino al 2008, quando grazie a un progetto dell’Atts si è deciso di ricostruirne anche la parte meccanica ed elettrica. Concluso questo intervento nel 2009, la motrice è tornata a circolare sui binari per servizi speciali ed è oggi uno dei tram storici più apprezzati.Il caratteristico tram di colore rosso e crema e dai caldi ed accoglienti interni in legno consentirà al pubblico di raggiungere Casa Soffiantino, l’Accademia Albertina e il Circolo degli Artisti aperti straordinariamente durante tutta la giornata grazie all’impegno del Fondo per l’ Ambiente Italiano.Non occorrono prenotazioni e biglietti. Il servizio è a offerta libera.