Giugno 2016- Pagina 6

Nuovo record negli Usa per la Gianotti

gianotti biciPaola Gianotti ha concluso con successo la sua ultima impresa di ultracycling. La trentacinquenne eporediese ha concluso domenica 12 giugno, alle ore 20 italiane e con diversi giorni di anticipo, il suo tentativo di stabilire un nuovo Guinness World Record, mai tentato in precedenza: attraversare in bicicletta i 48 stati contigui degli Stati Uniti d’America nel minor tempo possibile. Ma la sfida non era soltanto sportiva: Paola ha portato avanti un importante progetto di solidarietà per le donne in Africa. Attraverso il suo sito Internet ha fino ad oggi raccolto i fondi per acquistare 70 biciclette da donare alle donne in Uganda, dove la bici cambia e migliora la vita di una persona. “Ho vissuto un’altra incredibile esperienza di vita sociale e sportiva! È stata un immensa emozione attraversare tutti i 48 Stati degli Stati Uniti. I momenti di difficoltà sono stati tantissimi ma ogni volta che ne vivevo uno pensavo alle donne in Uganda, al fatto che questo record lo stavo facendo per regalare un sorriso a loro. Riuscire ad acquistare tante biciclette da donare mi fa sentire orgogliosa e felice, soprattutto perché andranno ad attiviste che lottano per i diritti delle donne in una realtà dove la disparità sociale tra uomo e donna è ancora molto sbilanciata. E così, pensando soprattutto a loro, ho continuato senza sosta, senza mai fermarmi neanche un giorno”. La partenza è avvenuta nello stato di Washington all’estremo nord-ovest e si è conclusa del Maine a nord-est; 11.533 chilometri percorsi dal 1° maggio al 12 giugno, per un totale di 43 giorni, nei quali l’atleta ha pedalato per 560 ore, su e giù per 58.000 metri di dislivello. Incredibili i numeri di questa impresa: 500 borracce, 80 banane, 140 panini, 258.000 calorie bruciate, escursione termica da -2 a 40 gradi, 7 controlli da parte di sceriffi, 6 cicloturisti incontrati per strada. Ora si attende l’omologazione da parte della commissione del GWR che avverrà nei prossimi mesi. “Pedalare 43 giorni senza un giorno di riposo, 14 ore al giorno, ti fa vivere una grande sfida e soprattutto un grande viaggio interiore. Tu, la bici, le strade del mondo. Ho avuto tanti momenti di paura per il traffico e momenti di spossatezza. Il paesaggio intorno a me è stato uguale e monotono e le tantissime salite hanno messo a dura prova le gambe; è stata forse la prova più dura che abbia mai affrontato, dal punto di vista fisico e mentale” afferma Paola dopo essersi confrontata con varie condizioni climatiche, dai -4 gradi negli altopiani del Nevada ai 42 della Florida. “Il fattore che mi ha influenzato maggiormente è stato il vento. Pedalare per 4 giorni di fila con raffiche che mi facevano pedalare a 12 km/h è stata una prova mentale che ha lasciato il segno”. Paola a fine luglio andrà in Uganda ad acquistare le biciclette da donare. Il tutto avverrà grazie alla collaborazione con Bicycle Against Poverty (http://bicyclesagainstpoverty.org) e Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo (http://www.africamission.org). La detentrice del record del mondo in bicicletta è stata seguita durante tutto il percorso dal team di supporto formato da Alessandro Ferrio, Egildo Gasparini e Nicodemo Valerio.

FCA: effetto Brexit? Nulla da temere, il gruppo ha una solida fisionomia globale

L’esito referendario pone piuttosto l’interrogativo sul futuro dell’Europa

fiat fcaIl gruppo Fca prevede che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea non abbia per la casa automobilistica “particolari impatti sul fronte industriale o di altro tipo, sebbene l’esito del referendum ponga l’interrogativo su quella che sarà l’Europa del futuro”.fca lingotto E’ quanto dichiara un portavoce di Fca in merito alla vittoria di Brexit al referendum britannico. In modo particolare l’azienda e’ convinta che il fatto di avere la sede fiscale in Gran Bretagna non comporti conseguenze finanziarie o cambiamenti nella governance del Gruppo, “vista la distribuzione globale delle attività e sedi operative di Fca nei vari Paesi nel mondo”.

Un senso nuovo

cavallo bronzoTorino… il primo luogo in cui sono possibile!

Di Francesca Petrone

 

Svegliarsi al mattino e restare dentro a un sogno.

Sospesi nella realtà, con l’impressione di avere il soffitto sotto i piedi.

Scoprirsi a testa in giù a riavvolgere i contenuti e immaginarne il dopo, come al termine di un film o di un libro con finale aperto. Un’esperienza comune a tutti.

Sto ancora così, immersa nel mondo onirico dell’ultima notte, quando il cielo sopra il Salotto di Torino mi dice che è di nuovo quasi notte. Mi fermo qui, sulla panchina che affaccia da Via Roma su Piazza San Carlo. Il rifugio in cui cullarmi e sentirmi comoda nella vita di tutti i giorni.

Un red carpet per la vista su una delle piazze più affascinanti della città.

Le pupille si dilatano con l’avanzare del buio, mentre la luce dei lampioni impero illumina i circa dodicimila metri quadrati di superficie, palcoscenico di importanti avvenimenti storici e sociali.

Mi sembra di vederlo muoversi, il guerriero in sella al Cavallo di Bronzo, monumento equestre ad Emanuele Filiberto, nel trattenere le redini e infoderare la spada in segno di pace.

Una sottile voce mi distrae – A cosa pensi? – E’ la voce di una bambina. Si, ce l’ha proprio con me. Lei in piedi ed io sulla panchina, lontane ma non troppo, penso che, osservate di spalle, proponiamo la stessa sagoma, sulla traiettoria delle Chiese gemelle.

Le rispondo che continuo a pensare al sogno della notte prima.

– Un brutto sogno? – mi chiede con la fronte aggrottata.

Inizio a raccontarle. Mi ascolta con attenzione mentre fa segno a una donna, suppongo la nonna, di aspettare. Quando finisco, osservo la sua fronte distendersi. Con un piccolo gesto mi invita a sedermi per terra accanto a lei.

Fianco a fianco, a contatto con il terreno, incontro un senso nuovo.

Il senso di appartenenza, che sa di universale.

Ci guardiamo e il soffitto torna al suo posto.

(Foto: il Torinese)

Motociclista grave dopo violento scontro

È ricoverato al San Giovanni Bosco

soccorsi ambulanzaE’ in gravi condizioni un motociclista di 38 anni, feritosi ieri in via Botticelli, a Torino.  Ha perso il controllo della moto, per cause  in corso di accertamento, e si e’ schiantato contro una fiat Multipla in sosta. Nel violentissimo scontro la moto si è spezzata. L’uomo si trova ora all’ospedale San Giovanni Bosco, in prognosi riservata. La polizia municipale, intervenuta sul posto per i rilievi, sta cercando testimoni.

Appendino al Pronto Soccorso ma già dimessa: è tracheo-bronchite

Ha trascorso la mattinata al Mauriziano
appendino tg

La sindaca Chiara Appendino ha trascorso la mattinata in ospedale. Nei giorni scorsi era stata colpita da influenza ma ieri sera ha partecipato ugualmente ai festeggiamenti di San Giovanni. Stamane si e’ così presentata al pronto soccorso del Mauriziano con la febbre alta e la tosse. Nulla di preoccupante ma i medici hanno sottoposto la prima cittadina agli esami del sangue e alle lastre ai polmoni, che hanno escluso infezioni. Si tratta di tracheo bronchite, le serviranno tre giorni di riposo assoluto. Vengono così annullati tutti gli impegni per San Giovanni, dalla Messa in Duomo allo spettacolo pirotecnico sul Po.

TORINO SUL PODIO EUROPEO DOPO VIENNA PER ACQUISTI GREEN

ecologiaTorino e la Città metropolitana sono sul podio dello European Gpp Award, il premio delle pubbliche amministrazioni per gli acquisti ‘green’. I due enti hanno conquistato il secondo e terzo posto, dopo Vienna. Il premio è stato  consegnato il 15 giugno a Bruxelles, e la giuria ha prestato particolare attenzione al risparmio di CO2 e al livello di innovazione e trasferibilità dei progetti presi in considerazione. Fra il 2011 e il 2014 il Comune di Torino è passato da 46 a 59 milioni di acquisti eco compatibili, dal 53 al 72% del totale.

Luci su Torino

L’energia elettrica impiegata per illuminazione pubblica è pari a 80.000.000 di Kwh, equivalenti al consumo indicativo di 29.700 famiglie composte da 3-4 persone. Al fine di ridurre il consumo di energia elettrica è stato avviato un programma di sostituzione lampade con la nuova tecnologia Led per complessivi 24 milioni di KWH su 55.000 punti luce (fine intervento previsto a luglio 2016)

luci art 2
di Paolo Pietro Biancone*

Chi illumina le strade della Città? Qual è la spesa per l’illuminazione pubblica?  Anche a queste domande risponde Il bilancio POP del Comune di Torino, http://www.comune.torino.it/sfogliato/pfrtorino/. Il bilancio è fonte di numerose informazioni, che il bilancio POP estrapola e comunica in maniera trasparente ed accessibile ai non addetti ai lavori. La comunicazione del bilancio della Città nella sua interezza è la chiave della condivisione, della comprensione e della partecipazione alle decisioni politiche.
LUCI PERNA SAN CARLOTorino ha affidato a Iren Servizi S.p.a. la gestione dei servizi di illuminazione pubblica, degli impianti semaforici, elettrici, termici e speciali degli edifici comunali. A tali attività va aggiunta la gestione (global service) del Palazzo di Giustizia “Bruno Caccia” di Torino e di svariati edifici di particolare interesse (es: Museo del Cinema, Mole Antonelliana, Palazzo Madama ecc.). L’energia elettrica impiegata per illuminazione pubblica è pari a 80.000.000 di Kwh, equivalenti al consumo indicativo di 29.700 famiglie composte da 3-4 persone. Al fine di ridurre il consumo di energia elettrica è stato avviato un programma di sostituzione lampade con la nuova tecnologia Led per complessivi 24 milioni di KWH su 55.000 punti luce (fine intervento previsto a luglio 2016). Il Led permette di avere una durata di circa 50.000 ore contro le 5.000 ore circa delle vecchie tecnologie.
Iren Servizi S.p.a. gestisce il servizio di gestione degli impianti termici, elettrici e speciali di circa 850 edifici comunali (Municipio, Circoscrizioni, musei, impianti sportivi, ecc.) per una volumetria riscaldata di 8.100.000 metri cubi pari all’8% degli edifici torinesi. Non solo, gestisce ed eroga i servizi di teleriscaldamento sul territorio cittadino. Al 2014 ha raggiunto 560.000 abitanti, vale a dire il 55% delle case, attestando Torino come la Città più teleriscaldata d’Italia. PO VITTORIO LUCIA GRANDE
Iren servizi è parte del Gruppo Iren, multiutility quotata alla Borsa Italiana, che opera nei settori dell’energia elettrica (produzione, distribuzione e vendita), dell’energia termica per teleriscaldamento (produzione e vendita), del gas (distribuzione e vendita), della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le Pubbliche Amministrazioni.

Iren è strutturata sul modello di una holding industriale con sede direzionale a Reggio Emilia, sedi operative a Genova, Parma, Piacenza e Torino, e Società responsabili delle singole linee di business. Alla holding Iren S.p.A. fanno capo le attività strategiche, di sviluppo, coordinamento e controllo, mentre le Società operative garantiscono il coordinamento e lo sviluppo delle linee di business:

Iren Energia nel settore della produzione di energia elettrica e termica e dei servizi tecnologici;
Iren Mercato nella vendita di energia elettrica, gas e teleriscaldamento;
IRETI nella distribuzione di gas ed energia elettrica e nel servizio idrico integrato;
Iren Ambiente nella raccolta dei rifiuti, nella progettazione e gestione degli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti e nel settore rinnovabili.
La città di Torino è tra gli azionisti Iren per via indiretta, attraverso la Società controllata FCT e anche attraverso La Finanziaria Sviluppo Utilities (FSU), che è, a sua volta, controllata pariteticamente dal Comune di Torino e dal Comune di Genova, i quali detengono il 100% del capitale sociale.
Iren è, quindi, indirettamente parte del Gruppo Comune di Torino: le due aziende si intrecciano per ragioni di servizio e per esigenze di strategia e di governo; e si sintetizzano ogni anno per esigenze di misurazioni di risultati, presenti nel bilancio consolidato.

*Docente di bilancio consolidato dell’Università di Torino

L’acqua ferruginosa dell’Alpe Veglia

E’ la “seconda sorgente minerale più alta d’Europa”

veglia 2

Come tante vallate del Piemonte e della Lombardia anche l’Ossola può giustamente oggidì rendersi vantaggiosa per soggiorno estivo colle efficaci sue acque minerali…la sorgente che promette maggior avvenire è quella di Varzo – di più recente scoperta –perché si trova in una località preferibile e più elevata sul livello del mare, nell’alpe di Veglia. Questo si trova all’altezza di 1753 metri, in un bellissimo ed esteso altipiano delle Alpi Lepontine, che decorrono dal Monte Rosa al Gottardo”. Il dottor Costantino Alvazzi Delfrate nel suo “Guida all’acqua minerale della stazione climatica d’altezza di Varzo Veglia nell’Ossola”, pubblicato a Torino da Rosemberg & Sellier nel 1892, decantava così la seconda sorgente minerale più alta d’Europa, dopo quella di Panticosa, nei Pirenei aragonesi, dove le montagne toccano le nubi”. La sorgente dell’alpe Veglia  si trova nell’alveo del Rio Mottiscia dove sgorga tra le acque del torrente. Nel 1875 due alpini di presidio all’Alpe Veglia ( all’epoca, sulle montagne di confine, furono inviate le truppe alpine a difesa di eventuali sconfinamenti stranieri )notarono questa sorgente, dalla quale fuoriusciva acqua lievemente frizzante che colorava di ruggine le rocce circostanti. Quattro anni dopo, le  analisi chimiche la definirono “un’ottima acqua minerale acidulo ferruginosa“. Nel 1883, il Comune di Varzo stipulò  un accordo per la durata di nove anni, con una ditta di Torino, per l’esclusiva di raccolta, trasporto e commercio dell’acqua di Veglia. L’anno successivo, in occasione dell’Esposizione Generale Nazionaledel 1884  a Torino, l’acqua di Veglia venne premiata con una medaglia d’argento per le sue proprietà tonico ricostituenti, unite alla “grande conservabilità di quell’acqua aggradevole”. I riconoscimenti e la fama conquistata dalla sorgente aumentarono l’affluenza di forestieri verso questa splendida conca alpina e così venne costruito un primo posto di accoglienza e ristoro, il mitico albergo Monte Leone ( che prese il nome della montagna che domina , con i suoi 3.553 metri, l’alpe Veglia)finanziato dai soci del Club Alpino Italiano ed inaugurato il 17 agosto 1884. Bere quest’acqua bicarbonato-calcica-ferruginosa che sgorgava, effervescente e naturale, dalla viva roccia, era diventato il piacere di molti che frequentavano i gruppi di baite dell’alpe (Isola, Ponte, Aione, Cianciavero, La Balma, Cornù). veglia 1Diverse ditte si dimostrarono interessate al suo sfruttamento tra le quali anche la ditta Branca di Milano, senza tuttavia giungere ad un accordo con i Comuni di Varzo e di Trasquera. Inizialmente l’acqua aveva una portata in uscita di 300 litri ogni ora, ma nel 1907 si ebbe una diminuzione della fuoriuscita a causa delle notevoli dispersioni durante il percorso. Negli stessi anni s’avvio la costruzione di un secondo albergo, il Lepontino, per far fronte alla grande richiesta turistica. Ma l’acqua non venne mai incanalata. Nel 1981, una forte scossa sismica ebbe come  epicentro proprio l’area dell’alpe Veglia e causò la scomparsa della fonte. Si rese necessario un successivo sondaggio per ripristinare il punto di deflusso dell’acqua, che tuttavia si trovò spostato poco più in basso rispetto al punto di uscita precedente. Tornando alla vecchia guida del 1872, si informava il lettore che “col riposo l’acqua minerale depone un copioso precipitato giallo-ocracco, che pure deponesi abbondantemente sulla ghiaia del canaletto, ove scorre l’acqua;segno evidente dell’abbondanza di ferro contenuto”, precisando altresì che “in Veglia, per ora, non si paga né diritto d’acqua, né diritto di soggiorno…l’acqua è libera..ma il diritto di esportazione e di commercio è riservato alle due ditte Costanzo e fratelli Passa fino alla fine dell’anno 1892”. Il lungo periodo di innevamento del Veglia ( dove l’inverno “è solo neve e silenzio”),  la portata limitata e le difficoltà di trasporto hanno di fatto impe­dito uno sfruttamento commerciale di questa sorgente di acqua ferruginosa ossolana. Nonostante le buone indicazioni terapeutiche ( “debolezza organica, malattie polmonari, catarro bronchiale cronico, dispepsie, malattie dell’utero, malattie nervose, malattie vescicali, malattie oculari e della pelle”), non se ne fece niente, lasciandola scorrere libera e fresca. E forse è giusto così. Quest’acqua color del ferro che “stimola l’appetito, è diuretica, purifica il corpo e, inoltre, risveglia felicità e allegria”, è di tutti e di tutti deve restare. In fondo, come è stato scritto “contribuisce ad allontanare tristezza, noia e a dimenticare i bui luoghi in cui si vive durante l’anno”. Cosa chiedere di più? Prosit!

Marco Travaglini

Maiorano espone a "La Ville"

CAVALLO SAN CARLO MAIORANOmole maioranoDal 25 Giugno, e per tutto il periodo estivo, presso le sale del Ristorante La Ville a Torino, in Piazza Solferino 12, saranno esposti alcuni degli scatti del fotografo Vincenzo Maiorano.

San Giovanni, la prima volta di Chiara con la fascia tricolore (autorizzata da Fassino)

appendino fasciaIl sindaco uscente Piero Fassino, formalmente ancora in carica, ha ceduto con un gesto da galantuomo, la fascia tricolore alla neo-sindaca Chiara Appendino. Nelle sue prime uscite ufficiali (sobria giacca bianca e un filo di perle al collo) la prima cittadina ha incontrato i dipendenti del cerimoniale di Palazzo Civico in mattinata, successivamente si è recata alla presentazione del Torino Pride e infine alla sfilata e alle celebrazioni serali in occasione dei festeggiamenti del santo patrono della città, San Giovanni.

(Foto: Sergio Pacchiotti)