I risultati vanno oltre la media nazionale che segna già un lusinghiero +3,8%
E’ ancora tempo di crisi ma in Piemonte (almeno) l’export vola. I risultati vanno oltre la media nazionale che segna già un lusinghiero +3,8% . Le esportazioni del Piemonte registrano nel 2015 un +7% rispetto all’anno prima. Siamo la quarta regione esportatrice, a quota all’11,1%, in crescita rispetto al 10,7% del 2014. Soddisfatto il presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello, che sottolinea come il merito sia della “vocazione internazionale del Piemonte e della qualità dei nostri prodotti” dal comparto tessile all’automotive, dall’alimentare alla meccanica. La principale area di riferimento per l”export piemontese e’ L’Europa per il 54.6%.Il rimanente 45.4% va sui mercati extra Ue. Il primo partner commerciale? E’ la Germania (+2,9%), seguono Francia (+3,6%) e Spagna (+4,9%). Ottima anche la performance dell’export verso Stati Uniti (+59,2%), Turchia (+16,1%) e la Svizzera (+5,8%). Molto marcata la contrazione di quelle verso Cina (-12,4%), Brasile (-4,9%) e Russia (-25,6%), un tempo mercati floridi per il made in Piemonte.
Cristiano Bussola

fuorilegge? Guarda che il contrabbando è una forma di ribellione alle imposizioni. Eravamo un po’ come dei Robin Hood ed i canarini della Finanza sembravano gli sgherri del sceriffo di Nottingham”.
sott’acqua :il “sigaro del Ceresio”. Era il 1948 e veniva usato per trasportare merce di contrabbando attraverso il lago. Tre mesi di “servizio”, tre viaggi al giorno per quasi tre quintali di merce a viaggio. Poi, nel novembre di quell’anno, a Porlezza, sulla sponda comasca, il “sigaro” –che andava avanti indietro – portando roba di qua dal confine ed “esportando” in Svizzera riso, carne ed alcolici, l’hanno beccato, sequestrandolo.
chili portate in spalla, molti dei nostri “sfrosit” diventarono anche dei “passatori”, aiutando ebrei,antifascisti e militari alleati a superare quella frontiera Elvetica che equivaleva alla salvezza”. Le
pagare la multa scontava un ulteriore giorno di carcere ogni 10 lire di ammenda. Se erano in due potevano rischiare sei mesi di prigionia per espatrio clandestino, che salivano a cinque anni nei casi di recidiva e quando venovano “pizzicate” più di tre persone insieme. Ma la vita su questo pugno di terra e acqua tra Italia e Svizzera era così e l’aria, il vento, il lago e i contrabbandieri non badavano alle pietre che segnavano il confine. “Ora, dai. Allungami un po’ di foglia di Brissago”. Rinaldo si è sempre di
al servizio di un “impresario”, i contrabbandieri cercavano di fregare le pattuglie dei “canarini” della Finanza (dal colore giallo del simbolo dell’arma). “Erano bei tempi, caro mio. Tempi di fame e di fatica ma avevamo una gran voglia di vivere. Oggi, invece, sono diventati tutti tristi, un po’ matti, nervosi. Corrono,non sorridono quasi mai, sono sempre ingrugniti, insoddisfatti. Quasi fanno fatica a salutarsi e quando lo fanno, non sembrano nemmeno sinceri. A volte mi viene voglia di mettere ancora in acqua la barca, come ai bei tempi e remare finché non sono al largo per poi stendermi sul fondo e stare lì, tra l’acqua e il cielo, a farmi cullare dalle onde”.
IL CAPOGRUPPO PD: “STRANO CONCETTO DI DEMOCRAZIA”
STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto


accettata. Mi ha amabilmente chiesto di “cambiare” lenti per leggere la realtà della Barriera. Vorrei, ma ciò che vedo non è determinato dall’ideologia. Rimarco il suo lavoro positivo sull’integrazione, importantissimo ma non sufficiente. Ilda ed io siamo “sulla stessa barricata”. Dunque? Non c’è niente da fare: maggiore controllo delle forze dell’ordine per prevenire, come deterrente, ma anche per reprimere. Poi, in ultimo, non per importanza, decongestionare di problemi e di tensioni questo “martoriato” storico quartiere di Torino. C’è chi commentando il delitto ha sottolineato il degrado umano che ne è stata una delle cause. Sembra che tranne l’intervento di un ex alpino, altri siano stati a guardare. Non discuto né confuto. Sono altresì convinto che il degrado umano affonda le proprie radici nel degrado sociale, e la decongestione è un primo passo contro il degrado.


Il jazz e Torino, un amore che risale agli inizi del Novecento. Louis Armstrong venne, infatti, a suonare anche a Torino; Romano Mussolini, figlio del duce, fu un grande estimatore di jazz, e proprio a Torino nacque il primo hot club, la prima sede privilegiata in cui venne suonata musica jazz. Nei primi anni Cinquanta emerse poi la figura del torinese Fred Buscaglione, che divenne uno dei più celebri cantanti swing del Novecento. Oggi il Jazz Club di Torino vanta una fama notevole, pari a quella del Blue Note di Milano e di un paio di celebri locali romani di musica jazz.
“Ci chiediamo se la scarsa considerazione che il dr. Giaccone mostra nei confronti del genere femminile in questo caso, sia la stessa che ha quando chiede il voto alle donne per le sue liste”
“Misuratevi la vita nel punto più stretto 

Amministrative 2016, il capogruppo azzurro a Palazzo Civico: “Rosso sta usando slogan del centrodestra, ma non è il nostro candidato”
…Di altro tipo?
Si è approfittato della nostra difficoltà e sta lanciando dei messaggi che sono tipicamente quelli di centrodestra. Rosso però è sostenuto da Ncd, Ucd, Fitto e Tosi: coloro che hanno contribuito a disgregare il centrodestra. Ricordo ai lettori che Rosso firmò la mozione di sfiducia al governo Berlusconi nel 2010. Dobbiamo far chiarezza soprattutto per rispetto nei confronti di chi tifa per noi: il candidato di FI, Lega Nord e FdI non è Rosso. Coerenza e trasparenza, sono i principi a cui ho sempre cercato di attenermi, rispettando il mandato dei miei elettori e non tradendolo mai. Per questo vorrei che gli elettori sapessero che dare il loro voto a chi non ha dimostrato coerenza rischia di danneggiare il vero centrodestra. Oggi se vogliamo cambiare qualcosa non si può prescindere dalla coerenza e dalla trasparenza. Rosso ebbe occasione nel 2001 di poter far qualcosa per la città ma preferì lo scranno romano, più comodo, invece di combattere per l’affermazione dei nostri principi a Torino. Il voto a Rosso potrebbe essere usato per dare una mano, al secondo turno, a chi gli elettori non avrebbero voluto darlo: Fassino o Appendino.
Noi abbiamo un problema di sicurezza, di tasse, di decoro e d’identità. Dobbiamo ridare una spina dorsale a Torino. Il sindaco eletto dovrà far emergere che una società multietnica non è e non deve essere una società multiculturale. Qui c’è una formazione culturale secolare, con tradizioni che vanno rispettate, senza cancellare ovviamente quelle degli altri. Il secondo dato è che manca la percezione e la certezza della sicurezza cittadina nei quartieri. Noi pensiamo sia utile migliorare l’organizzazione del corpo della polizia municipale, perché il messaggio che arriva dai vertici, dal sindaco, in questo momento non è in sintonia con le esigenze dei cittadini. Inoltre devono finire le occupazioni abusive: l’ex Moi deve essere sgomberato immediatamente. Il decoro, infine, è importante per una città: chi scrive sui muri non è un artista, per noi è un maleducato.
Nemmeno i giovani: lo stesso Campus Luigi Einaudi oggi è ancora mal collegato con il resto della città