STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto
La crisi ha notevolmente aumentato gli sfratti per morosità, ed il comune per evitare tensioni sociali ha chiesto al Tribunale di rinviare l’intervento degli ufficiali giudiziari
Torino negli anni ’70 era ancora una città in sviluppo. Uno sviluppo caotico, oserei dire selvaggio, ma pur sempre sviluppo. Il massimo della popolazione raggiunta con oltre 900.000 aventi diritto. Fino alla metà degli anni governava la città il centro sinistra di allora (Democristiani e socialisti) e si succedevano crisi di giunta, scimmiottando il governo nazionale. Nel febbraio 1975 i comunisti di barriera di Milano, in accordo con la Federazione provinciale organizzarono un “cordone sanitario” tra la vecchia e nuova Falchera per impedire l’occupazione delle case in fase di ultimazione. Erano contrari alla lotta tra poveri perchè gli occupanti avrebbero portato via l’alloggio ai legittimi assegnatari. Partecipai al picchettaggio, ancorché minorenne, anche nelle gelide notti con la totale disapprovazione di mio padre che mi ripeteva: prima ti laurei e poi fai la rivoluzione. Viceversa c’era chi organizzava le occupazioni. Lotta Comunista, Lotta continua e tutti i gruppettari (da noi chiamati così in modo dispregiativo), dicevano: disarticoliamo il sistema…Dopo una settimana fummo letteralmente travolti dagli occupanti che presero possesso degli alloggi senza luce ed allacci fognari . Con la totale assenza delle forze dell’ordine. Si è compiuta la guerra tra poveri, ed il nostro intervento, almeno in quella circostanza, fu inutile. la Storia si può ripetere? Probabilmente no, visto che cambiano le condizioni, soprattutto dopo 40 anni. Ma ci possono essere similitudini con conclusioni analoghe. Locare è una lodevole iniziativa dei comuni “figlia di un accordo” e relativa legge tra le organizzazioni degli inquilini e dei proprietari datata 2002, attuato anche al Comune di Torino. Rinnovato nel 2013. Prevede un contributo sull’affitto ai proprietari per evitare morosità incolpevoli. Più sono lunghi gli anni contrattuali più è consistente il contributo. Ottima la partenza che ha determinato un incontro tra inquilini e proprietari. Nel corso del tempo si sono allungati i tempi di erogazione pubblica dei contributi. La crisi ha notevolmente aumentato gli sfratti per morosità, ed il comune per evitare tensioni sociali ha chiesto al Tribunale di rinviare l’intervento degli ufficiali giudiziari. Dilatando i tempi anche delle esecuzioni. Con il pronto intervento dei nostri novelli “rivoluzionari” ora di matrice anarcoide, con l’obiettivo del caos sociale. Rispetto a 4 o 5 anni, attualmente si può arrivare fino a 15-18 mesi. Ipotizzando un affitto medio di 500 euro si arriva ad un danno di 7500 -10000 euro per il locatore. Generalmente un ex lavoratore dipendente, ora in pensione che si è comprato, con i sacrifici di una vita due alloggi, uno dove abitarci e l’altro per integrare il reddito della pensione. Sicuramente non un benestante o addirittura ricco. Ecco il ritorno della guerra tra poveri, in altre forme e modi. Sicuramente mancano le risorse necessarie per l’edilizia popolare, ma qualcosa il Comune può fare. Ad esempio utilizzare gli alloggi non affittati dalle coop edilizie, velocemente selezionando i possibili aventi diritto. Operazione possibile con una adeguata convenzione con le coop stesse. Burocrazia permettendo. Sicuramente qualcosa deve fare, il comune di Torino. Dimenticavo….nel giugno del 1975 inaugurando la stagione del governo della sinistra che (per brevi interruzioni) ha contraddistinto la nostra città Novelli racconta che la sera della sua elezione dovette finire velocemente cena perchè il Municipio era stato occupato dai senza casa. Decise di istituire un apposito assessorato alla casa. Non so che cosa dovrà fare il futuro Sindaco, ma qualcosa dovrà fare.
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