Settembre 2015- Pagina 6

Al Forte di Bard gli scatti di Sebastiano Salgado

La mostra del più celebre fotografo documentarista vivente è dedicata alla terre incontaminate del pianeta  

 

Forte di BardPer gli amanti della fotografia è d’obbligo una tappa  al Forte di Bard, dove è ospitata fino al 30 settembre prossimo la mostra dal titolo “Genesi”, dedicata all’opera di Sebastiano Salgado.  Il progetto comprende  ben  245 fotografie frutto del viaggio fotografico che l’artista ha compiuto nei cinque continenti per documentare,  con immagini in bianco e nero,  la rara bellezza del nostro patrimonio unico, il pianeta. Genesi è l’ultimo grande lavoro di Sebastiano Salgado, il più importante fotografo documentario del nostro tempo, nato nel 1944 ad Aimores,  nello Stato brasiliano di Minas a Gerais.

 

“Il nome Genesi – ha spiegato Salgado –  nasce dalla mia esigenza di ritornare, per quanto possibile,  alle origini del pianeta, all’aria,  all’acqua e al fuoco da cui si è originata la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento, e a quelle tribù remote che vantavano stili di vita primitivi e incontaminati. Con il mio lavoro intendo dimostrare come era la terra senza uomini e senza donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano riuscite a coesistere in quello che è stato definito equilibrio ambientale”.

 

Salgado ha realizzato queste fotografie andando alla ricerca di quelle parti del mondo ancora incontaminate, nel corso di otto anni di lavoro, compiendo oltre trenta reportage, in cinque parti del globo, il Sud del pianeta, con l ‘Argentina,  l’Antartico,  le sue isole, poi l’Africa.   Nella terza parte Salgado compie un viaggio nelle isole definite “il santuario del pianeta”, che costituiscono una biodiversità particolarissima, come il Madagascar, la Papua Nuova Guinea e i territori degli Irian Jaya.  Il viaggio nell’emisfero Nord del mondo comprende regioni fredde come il Colorado, mentre la quinta e ultima sezione è quella riservata all’Amazzonia, sia in Brasile, sia nel Venezuela. Le immagini di Salgado colgono popolazioni ancora incontaminate come gli Yanomani e i Cayapo dell’Amazzonia brasiliana,  i Pigmei delle foreste equatoriale del Congo settentrionale, i boscimani del deserto sudafricano del Kahalari e le tribù Himba del deserto della Namibia. L’esposizione si pone anche come un grido di allarme per il pianeta Terra e uno stimolo per i visitatori a promuovere una salvaguardia della natura e a continuare a combattere per preservare quelle terre del pianeta rimaste ancora incontaminate. In mostra su può anche vedere il film su Sebastiano Salgado.

 

Mara Martellotta

AUTOMOBILISTI sfreNATI

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di Tersilla Garella

 

 

Perché inevitabilmente quando sali in auto in una città come la nostra subisci una metamorfosi. Diventiamo tutti belve inferocite in guerra l’uno con l’altro. Siamo competitivi a tal punto che quando il semaforo diventa giallo iniziamo ad accelerare e ad avanzare in modo quasi impercettibile perché vogliamo bruciare chi ci sta a fianco, fissandolo con sguardo minaccioso e di sfida

 

“Chi va piano va sano e va lontano.” Non per contraddire la sempreverde saggezza popolare, ma ho come il sospetto che questo proverbio non sia applicabile nello specifico ad una città trafficata come Torino. Come ben sa chi ogni giorno si trova a doversi spostare in auto, la strada ha un proprio codice. Che non è, ovviamente, quello che si è appreso frequentando scuola guida. No. È la legge della giungla. Del più forte. Della selezione naturale. E non importa quale cilindrata tu abbia, se tu possieda un suv o una modestissima utilitaria. Conta solo che tu sia assetato abbastanza di semafori e sorpassi per uscirne indenne.

 

Perché inevitabilmente quando sali in auto in una città come la nostra subisci una metamorfosi. Diventiamo tutti belve inferocite in guerra l’uno con l’altro. Siamo competitivi a tal punto che quando il semaforo diventa giallo iniziamo ad accelerare e ad avanzare in modo quasi impercettibile perché vogliamo bruciare chi ci sta a fianco, fissandolo con sguardo minaccioso e di sfida – salvo quando quella alla nostra destra è una donna che si sta mettendo il rimmel, e allora in quel caso ci rilassiamo perché sappiamo che non partirà mai allo scattare del verde -. Non ho ancora mai sentito nessuno dire: “Ah quell’automobilista, proprio gentile guarda. Mi ha dato la precedenza e mi ha fatto un sorriso a trentadue denti”. MAI. È una questione d’onore. Siamo pronti a scendere con il cric in mano se c’è da disquisire su una mancata precedenza. Soprattutto ad una rotonda. Ah, la rotonda, questa sconosciuta! Accade però che in qualche circostanza facciamo quasi squadra.

 

Dinanzi al comune nemico riusciamo a stringerci in un fronte compatto, a formare una sorta di falange oplitica. Tre sono le categorie che noi proprio non tolleriamo e al cui passaggio soffriamo indicibilmente: il pedone, il ciclista e il provinciale. Pedoni e ciclisti che ormai si gettano sulle strisce quasi avessero il potere di rendere immortali, a tradimento peraltro. Che a confronto l’attacco giapponese a Pearl Harbor fu annunciato con largo anticipo. Ma è sicuramente il provinciale ad urtare ormai maggiormente la psiche di noi automobilisti. “Torna a guidare nel tuo paese, imbranato”, si sente gridare da ogni parte. Che a confronto persino Salvini è più gentile con quelle povere anime degli immigrati.

 

Io ho una Yaris grigia. Così, a titolo puramente informativo. Se ne vedete una in giro, scansatevi. Rapidi.

Cucina da amare nella magia di Villa Vela

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vela torinese2VINOvela torineseCome non citare la Battuta di fassone con insalatina di stagione croccante, citronette e sali dal mondo o il Carpaccio di ricciola marinato al jalapenos e lime. Oppure il Filetto di fassone con cappello di fungo porcino e fonduta alle 2 fontine o la Chevice peruviana mista di ombrina, calamaro e mazzancolle con patate rosse americane: vere e proprie estasi per il palato

 

Che dire sul Villa Vela se non che sia stata una piacevolissima rivelazione, per gli occhi e per il palato. Ubicata nell’esclusiva zona residenziale di Torino, l’estrosità e la ricercatezza sono gli elementi chiave di questa antica villa settecentesca, finemente ristrutturata con toni moderni, in C/so Galileo Ferraris 45. A un tiro di schioppo dal Centro Congressi dell’Unione Industriale, dalla sede della Juventus e dalla Gallleria d’Arte Moderna, il locale è divenuto oramai caposaldo degli studi professionali più titolati del quartiere per il breackfast ed il lunch, protraendo la sua proposta sino all’after dinner. “Cucinare è come amare, o ci si abbandona totalmente o si rinuncia” è il motto del Villa Vela, con il quale apre la sua Carta: la lista inizia dalle accattivanti insalate e passa dagli antipasti ai secondi pIatti, sia di carne che di pesce, tanto raffinati quanto essenziali con prezzi adeguatamente medi.

 

Come non citare la Battuta di fassone con insalatina di stagione croccante, citronette e sali dal mondo o il Carpaccio di ricciola marinato al jalapenos e lime. Oppure il Filetto di fassone con cappello di fungo porcino e fonduta alle 2 fontine o la Chevice peruviana mista di ombrina, calamaro e mazzancolle con patate rosse americane: vere e proprie estasi per il palato grazie all’esplosione di gusto che questi ingredienti accuratamente selezionati offrono. Il tutto ha un valore aggiunto: la Carta dei Vini. Semplice, diretta e chiara offre un’ottima selezione sia di bianchi che di rossi, merito soprattutto di Gregorio, il sommelier di casa che ha saputo impreziosire, curare e consigliare una lista già più che all’altezza. Tra i vini proposti, notevoli quelli da dessert, come il Passito di Pantelleria 2010 di casa Ben Ryé, il cui giudizio di eccellenza ha messo d’accordo tutte le guide. Il resto del personale si mostra impeccabile, proprio come il servizio, riflesso di una location magica, emozionante e all’altezza delle aspettative che non può essere altro che da provare.

 

Jessica Tronci

Sala di preghiera islamica all'aeroporto

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Critico l’ex governatore piemontese Roberto Cota, della Lega Nord: “Non penso sia la soluzione al problema del rilancio dell’aeroporto”

 

L’aeroporto di Torino – Caselle ospiterà una sala per il culto islamico. Lo comunicaRoberto Barbieri, ad della Sagat, società di gestione dello scalo, alla presentazione del nuovo collegamento di Air Maroc con Casablanca. “Un gran numero di cittadini musulmani passa dal nostro aeroporto – sottolinea all’Ansa  il sindaco di Torino Piero Fassino – è giusto offrire questa possibilità,come in tutti i grandi scali internazionali”. Critico l’ex governatore piemontese Roberto Cota, della Lega Nord: “Non penso sia la soluzione al problema del rilancio dell’aeroporto”.

Falsi finanzieri immobilizzano anziano e derubano 60 mila euro in casa

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Hanno costretto la moglie ad aprire la cassaforte,  hanno prelevato soldi e gioielli  e sono fuggiti

 

Si sono presentati come militari della guardia di finanza, fingendo di dover effettuare un controllo fiscale. Hanno così messo a segno una rapina in una villa per oltre 60 mila euro. Il colpo è avvenuto a Rivoli. I malviventi, erano in quattro, si sono fatti aprire la porta e hanno immobilizzato il proprietario di casa, di 77 anni, con delle fascette da elettricista. Dopo, hanno costretto la moglie, di 71 anni, ad aprire la cassaforte,  hanno prelevato soldi e gioielli  e sono fuggiti.

De profundis per la Celid: muore un altro pezzo di storia torinese?

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I sigilli  per l’amianto a Palazzo Nuovo, il cui punto vendita garantiva alla cooperativa di oltre 40mila soci , almeno il cinquanta per cento del fatturato, hanno portato alla cessazione dell’attività  anche le librerie del Politecnico e della Facoltà di Economia e Commercio

 

Chiude definitivamente i battenti la Celid. I sigilli per l’amianto  a Palazzo Nuovo, il cui punto vendita garantiva alla cooperativa di oltre 40mila soci , almeno il cinquanta per cento del fatturato, hanno portato alla cessazione dell’attività  anche le librerie del Politecnico e della Facoltà di Economia e Commercio . Al momento la liquidazione pare l’unica soluzione al vaglio del Consiglio d’Amministrazione, e oltre agli undici dipendenti che rischiano la disoccupazione , si va incontro anche ad una dispersione di patrimonio culturale, di competenza e di servizio che dopo oltre 40 anni di attività creerà una lacuna al settore dell’editoria e ai suoi utenti, studenti e professori. Saranno comunque smaltite le rimanenze durante gli ultimi giorni di attività.

 

Su questo tema abbiamo raccolto le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato Vanda Cremona : ” In effetti prima dell’infausto 17 aprile 2015, data nella quale Palazzo Nuovo e’ stato dichiarato inagibile ,  la nostra cooperativa, con l’impegno dei soci,portava avanti il lavoro, anche se è’ innegabile la crisi dell’editoria. Il rapporto tra Universita’ e cooperativa e’ sempre stato solidale e forte, ma la decisione di metterci in liquidazione e’ stata una sorta di protezione. Ci tengo a sottolineare che e’ stata una scelta sofferta anche da parte del Rettore.  La reazione della città e’ stata straordinariamente solidale ,e anche per questo ci sentiamo in difficoltà, perché il nostro tipo di servizio e’ unico nel suo genere. Un ruolo non facilmente sostituibile. L’assenza delle librerie Celid e’ un problema per tutti, per gli studenti, i professori nonché’  per i dipendenti.  Ci stiamo interrogando su ciò che possiamo fare, per poter garantire un futuro a Celid, che ha oltretutto contribuito a far conoscere il patrimonio della nostra città  nella quale è’ importante occuparsi di far crescere il ruolo dei libri .

 

Credo che ne’ l’Universita’ ne’il Politecnico vogliano perdere il patrimonio Celid . Tutti coloro che hanno amato i libri sono passati alla Celid. Ad oggi stiamo ancora tentando di trovare una soluzione ,noi non vorremmo ammainare la bandiera . La mia solidarietà va anche ai colleghi editori che hanno dovuto chiudere. Fare il libraio e’ una passione e  il sostegno e i sentimenti positivi dei cittadini nei nostri confronti ci emozionano e ci danno la forza per continuare a cercare soluzioni .” 

 

 (Foto: il Torinese)

Clelia ventimiglia

Basket, Supercoppa: Reggio Emilia e Milano in finale

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Al Palaruffini sconfitte Dinamo Sassari e Venezia

 

Il Reggio Emilia ha battuto di un punto, per 79-78 la Dinamo Sassari nella prima semifinale della Supercoppa  di Basket andata ieri sera al PalaRuffini di Torino, mentre Venezia è stata sconfitta da Milano 66 a 67. Partite molto combattute che hanno determinato le squadre della finale di stasera, ch esrà combattuta

 

(Foto: il Torinese)

Notte bianca con le Tre Rose a Nichelino

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La prima squadra di rugby è composta in grandissima parte da migranti provenienti dal Togo, dal Benin, dal Senegal e da altri Paesi africani

 

La Notte Bianca di Nichelino, che si è svolta venerdì sera, organizzata dall’associazione I Love Nichelino, nell’ambito dei festeggiamenti per la festa patronale della città che si chiuderanno ufficialmente il 28 settembre, ha avuto un ospite particolare. Si tratta della squadra di rugby dell’associazione sportiva dilettantistica Le Tre Rose di Casale Monferrato che, da qualche tempo, ha avviato un interessante processo di integrazione sportiva e non solo. Nella stagione sportiva 2015 – 2016, infatti, la prima squadra è composta in grandissima parte da migranti provenienti dal Togo, dal Benin, dal Senegal e da altri Paesi africani, che fanno a loro volta parte della cooperativa Senape che opera nel settore dell’accoglienza. La compagine hail supporto di alcuni veterani de Le Tre Rose, essendo praticamente tutti digiuni di palla ovale. Si tratta, dunque, di un esempio di integrazione attraverso lo sport che il presidente Paolo Pensa ha ritenuto di poter proporre e mettere in atto: “Da un lato viene data un’opportunità a questi ragazzi che provengono da altre realtà di impegnare del tempo e praticare un’attività sportiva e dall’altro i casalesi potranno continuare a tifare per una società nata in Monferrato, cresciuta in Monferrato e che continua ad essere monferrina”. E non è l’unica pratica sportiva dove i migranti trovano spazio.  Poiché vi sono anche pakistani ed afghani a Casale, e in questi Paesi si pratica il cricket che venne importato dagli inglesi durante il periodo coloniale, non è Le Tre Rose si sta occupando anche di questa disciplina sportiva. A Nichelino gli atleti, accompagnati dal presidente Pensa, dall’allenatore Luca Patrucco e dal presidente della Cooperativa Senape Luca Patrucco, sono stati accolti dal presidente di I Love Nichelino, Ivo Casalegno. Poi hanno preso parte alla festa, dopo aver socializzato con gli abitanti del Comune della Città Metropolitana e dato qualche piccola dimostrazione dell’arte rubgystica che stanno apprendendo sul terreno di gioco dello Stadio del rugby di Casale Monferrato.

Massimo Iaretti

 

 

Come pescare in Piemonte, il piano in Regione

Il Piano si propone essenzialmente di garantire  la  salvaguardia  degli  ambienti  acquatici  e  della  fauna  acquatica  autoctona  nel  rispetto dell’equilibrio biologico e della conservazione della biodiversità, di provvedere alla tutela e, ove necessario, al ripristino degli ecosistemi acquatici

 

pesce trotaNella seduta del 22 settembre, è iniziato in Consiglio regionale l’esame della proposta di deliberazione per l’adozione del nuovo Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e dell’esercizio della pesca. In particolare, si tratta dello stralcio relativo alla componente ittica, presentato dalla Giunta regionale e licenziato a maggioranza dalla terza Commissione nello scorso mese di luglio.

 

Il Piano si propone essenzialmente di garantire  la  salvaguardia  degli  ambienti  acquatici  e  della  fauna  acquatica  autoctona  nel  rispetto dell’equilibrio biologico e della conservazione della biodiversità, di provvedere alla tutela e, ove necessario, al ripristino degli ecosistemi acquatici.

 

Per raggiungere gli obiettivi – come spiegato dall’assessore Giorgio Ferrero –  sono previsti oltre la salvaguardia della fauna ittica autoctona, l’eradicamento e il contenimento della fauna ittica alloctona, anche la gestione delle immissioni e una particolare attenzione per gli ambienti e le specie di interesse naturalistico. Viene infine contemplata la gestione  delle  zone  di  protezione,  turistiche, per  attività agonistiche e promozionali, chiuse e a regolamentazione particolare.

 

Sul provvedimento insistono oltre cento emendamenti da parte della minoranza, in particolare da parte del consigliere Gian Luca Vignale (Fi), oggetto di un confronto al fine di individuare un possibile punto di mediazione, e ne sono stati discussi una decina relativi all’articolo 1. Nel ricordare come la pesca intessi attualmente in Piemonte circa 40 mila persone, lo stesso Vignale ha spiegato all’Aula come le perplessità sul Piano riguardino principalmente le classificazioni di alcune specie, come la scelta di considerare la trota fario dei ceppi atlantici come alloctona, ovvero non tipica dell’ecosistema piemontese.

 

Si tratterebbe pertanto – secondo il consigliere –  di una decisione che configge con la legge dello Stato.Nella discussione generale sono poi intervenuti nell’ordine i consiglieri Giorgio Bertola (M5S), Alfredo Monaco (Scelta di Rete civica per Chiamparino), Diego Sozzani (Fi), Marco Grimaldi (Sel), Silvana Accossato e Paolo Allemano (Pd), Francesco Graglia (FI) e Andrea Appiano (Pd).

 

www.cr.piemonte.it

 

Raffaello, artista e "imprenditore", sorprende nella mostra alla Venaria Reale

Il finale è grandioso , nel salone del teatro della Venaria, una forte emozione per il visitatore, cinque arazzi di fatture e d’epoche diverse, ma tutti ricavati dal cartone di Raffaello sulla “Pesca Miracolosa” realizzata per la corte di San Pietro

Gabriele Barucca, studioso di Raffaello e dell’arte marchigiana , insieme con Sylvia Ferino direttrice del Kunsthistorisches Museum di Vienna, la più celebre raffaellista del nostro tempo, ha curato una splendida mostra internazionale, per l’eccezionalità delle opere esposte e per il forte impianto scientifico . L’esposizione, ideata dall’ex Direttore della Reggia di Venaria Alberto Vanelli e fortemente voluta e realizzata dall’attuale, Mario Turetta, con la oramai sperimentata equipe di tecnici della Venaria Reale , esplora il profilo e l’attività di Raffaello in una angolazione nuova rispetto ai precedenti studi, evidenziando l’influenza che il padre Giovanni Santi e gli artisti attivi nella Corte Ducale di Urbino hanno avuto nella formazione del grande artista.

Soprattutto l’originalità dell’esposizione è centrata su come Raffaello abbia con le sue opere cambiato la cultura figurativa non solo del suo tempo , ma anche dei secoli successivi fino all’800 e ciò’ non solo nella pittura , ma in tutte le attività artistiche: dalle ceramiche ai vetri, dalle incisioni agli arazzi. Una mostra che consente di ammirare insieme ,evento questo assolutamente eccezionale , dieci capolavori tra le opere più importanti del Maestro e più di un centinaio di oggetti di arte che una volta sarebbe stata definita “minore”. Il finale è grandioso , nel grande salone del teatro della Venaria, una forte emozione per il visitatore, cinque arazzi di fatture e d’epoche diverse, ma tutti ricavati dal cartone di Raffaello sulla “Pesca Miracolosa” realizzata per la corte di San Pietro .

Alla preview di questa mattina presenti le autorità delle grandi occasioni, dal sindaco Piero Fassino al suo collega di Venaria Roberto Falcone, l’assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi che ha espresso parole più che lusinghiere per la mostra ,il presidente Gianmaria Gros-Pietro di IntesaSanpaolo, Michele Coppola, nuovo direttore dei Musei dell’istituto bancario , Rosaria Cigliano, presidente della Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di Sanpaolo . Banca IntesaSanpaolo e la sua fondazione sono i soggetti che hanno reso possibile, con la loro generosità , la realizzazione di questa mostra. La presidente della Reggia di Venaria Paola Zini ha sottolineato che “il concetto della mostra guarda a Raffaello in modo originale, non solo come artista ,ma come divulgatore , imprenditore e comunicatore. Nel suo periodo è’ stato promulgatore della sua immagine grazie anche al rapporto di interazione con gli altri artisti, incisori tessitori e orefici e proprio grazie a questo dialogo, questa mostra ha potuto raccontare cose diverse .Una mostra così grande e potente e’ stata interamente creata dalla Reggia di Venaria che deve continuare ad essere un produttore di contenuti culturali”.

Clelia Ventimiglia